Posts written by Ventrue4ever

_{colonna sonora consigliata: Runnin' Down a Dream, Cover di First to Eleven}


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Capitolo I: Un Formaggio Buono da Morire.






Formaggio Mortale.

Lo chiamavano così per la capacità di uccidere col solo sguardo della creatura dal cui latte si otteneva: l'abominevole Catopleba.

Forse il più pregiato e costoso del Toril, era riuscito a farsi conoscere anche in altri mondi, al punto che persino nella città di Sigil, al centro del multiverso,
era possibile trovare qualche privilegiato che lo avesse assaggiato, magari ignaro del posto da dove proveniva.

Per il popolo dei Mandriani della Palude di Marlontano e i monaci ciechi della Vasta Palude, rappresentava la vita di ogni giorno.



Una vita difficile e rischiosa che avrebbero condotto in ogni caso, per loro scelta e perché quei luoghi erano la loro casa, a prescindere dall'interesse del mondo esterno per i loro prodotti.

Eppure, c'era chi questo rischio se lo cercava: ex avventurieri annoiati o in cerca di denaro, convinti di poter gestire le Catoplebe, solo in qualche caso senza pentirsene.

La Maga che si era presentata come Kaia di Suzail, ricadeva perfettamente in questa descrizione, e non ne aveva fatto mistero agli altri clienti della locanda.

Chi la conosceva bene tuttavia, non avrebbe dato per scontato che la questione si esaurisse lì: dietro quegli occhi verdi simili a smeraldi, si nascondeva una mente
che definire contorta sarebbe stato un eufemismo.

Qualsiasi cosa si tenesse per se, manifestò subito l'intenzione di apprendere quanto più poteva sull'allevamento delle Catoplebe e metterlo in pratica, o più precisamente di farlo
mettere in pratica a qualcun altro per suo conto una volta catturate; mungere mostri e lavorare formaggio non erano cose che sarebbero andate d'accordo con la reputazione che riteneva di avere.

La curiosità suscitata dalla faccenda e la promessa di una grossa somma di denaro furono abbastanza da spingere diversi dei presenti ad accettare, e tra i primi vi furono gli avventurieri hin Kanchal e Malda, palesemente bramosi di avventura.

Spinto da motivazioni simili, Andrew, uno dei pochi a esser venuto a conoscenza delle sue reali origini per una casualità del destino, il che aveva creato tra i due uno strano rapporto di prudente complicità mista a dormiente tensione, una situazione per lei non insolita.

Rosiebeth, una erborista pratica di quella che Kaia avrebbe etichettato come "Vita bucolica" in modo velatamente snob, probabilmente accettò per la sete di conoscenza oltre che per denaro; la parte più" benevola" della maga fu tentata di dissuaderla, sospettando non fosse in grado di difendersi come gli altri in caso di pericolo, ma la parte più pragmatica la fece tacere: le abilità della ragazza erano esattamente quel di cui avrebbe avuto bisogno.

La druida, Shek, fu tuttavia quella sulla quale si concentrò maggiormente, avendo con lei una delle più lunghe e intense conversazioni avute con un druido; a parte forse con Edhon, ma senza odori non invitati, fango e resti di materiali difficili (grazie agli dei) da identificare, sparsi in giro per la sua dimora.

La figlia dei boschi, inizialmente preoccupata dalla natura aberrante della Catopleba, si dimostrò in grado di mantenere una mente aperta e di non agire di impulso, non ostacolandola ma offrendo il suo aiuto gratuitamente, a patto che potesse valutare l'impatto delle creature sulla natura circostante e che queste o le azioni del gruppo non ne danneggiassero l'equilibrio in maniera rilevante.

Dopo una discussione con Kanchal, Shek e Rosiebeth, fu chiaro che la scelta più prudente, prima ancora di decidere in che zona paludosa catturare o allevare catoblebe, fosse quella di raccogliere informazioni su come allevarla da chi ne era già esperto.

La scelta ricadde sui monaci della Vasta Palude, per una ragione precisa.

Anni prima, Kaia si era fatti amici i lucertoloidi dei Dentetagliente, una tribù pacifica che commerciava con gli umani della zona, il che avrebbe reso uno qualsiasi di loro un buon intermediario presso i monaci.

Del resto, la Vasta palude non si chiamava così per caso, e non avevano idea di dove trovarli di preciso, ne si aspettavano che accettassero di fidarsi di sconosciuti.

A quanto sembrava, dal Cormyr era partita, e nel Cormyr sarebbe tornata....Ma non da sola.

** GUSTI MORTALI **

INTRODUZIONE

^{colonna sonora consigliata: Nebula, Imagine Music}


*PALUDI DI MARLONTANO, Confini del Cormyr. Anno 1392 del Calendario delle Valli*

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La vita spesso è come una palude coperta dalla nebbia.

Ci muoviamo sommersi dal suo fetore nella speranza di uscirne, di cogliere quell'occasione che ci possa permettere
di migliorare la nostra condizione.

Ma quando vediamo una luce che può guidarci, qualcosa che si distingue in quella perfezione apatica e inespressiva che è l'assenza di visuale, non possiamo mai sapere se seguendola ci porterà verso la salvezza o un destino peggiore.

Questo mi dicevano i miei padri e i loro padri prima di loro.

Mandriani di Palude.

Da che ricordo siamo sempre stati qui.

Discendenti di un popolo potente che danzava nei cieli, ora i cieli ci rammentano la follia dell'elevarsi troppo.

Questa è la nostra punizione, anche se non la percepiamo più come tale, perché niente di meglio abbiamo mai avuto.

Ma se un tempo era punita l'ambizione, ora lo è l'ignavia.

Un rumore mi desta dai miei pensieri, uno strano sibilo. Qualcosa si è avvicinato troppo.

I miei occhi incontrano la sagoma della creatura sgraziata ed elefantiaca dalla quale dipende la mia sussistenza, attenti a non incontrare i suoi, unico momento di diffidenza verso di lei che mi concedo.

Perché non è prudente allevare qualcosa che potrebbe ucciderti con uno sguardo o schiacciarti per distrazione, eppure siamo qua, parte di un unico gregge i cui membri si proteggono a vicenda.

L'essere di cui sono pastore colpisce qualcosa con la sua coda, scaraventandola lontano.

Un sussulto e il rumore dell'acqua e del fango che schizzano e poi il silenzio.

Non sarà l'ultima volta.

Rimaniamo ancora una volta soli io e te, la parte migliore della mia vita.

Chi di noi è il pastore?



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*Costa della Spada, Baldur's gate. Locanda dell'Artiglio*

"Sarà stato sicuramente un mago, i maghi sono tutti pazzi." Disse un halfling.



"Posso confermarlo, piccolo hin. Sono una maga." rispose con un velo di sarcasmo una donna dai lineamenti esotici e dai capelli rossi.

Persone estremamente diverse l'una dall'altra, conoscenti e non, erano rimasti confinati nell'edificio per diverse ore a causa di una quarantena cautelare, dovuta al contatto con un presunto infetto di una ancora più presunta e non provata pestilenza.

Quella fu l'occasione per parlare e conoscersi, smorzando la tensione.

L'occasione per la maga, di dimostrare che le sue parole erano "sincere".

"A proposito...starei cercando delle persone che si intendano di mungitura...conoscete qualcuno del genere, e che non abbia paura di rischiare la vita?"


I Maghi sono tutti pazzi.

E si, si sarebbero ricordati quella frase.