Fellibylur aveva lasciato da mesi la Costa della Spada per seguire la Maestra del Salice, le preziose lezioni si rivelavano utili a vantaggio dell'illuskan che da acerba strega stava fiorendo, le due cavalcavano assieme tra le foreste della Sembia e le Valli, la rossa stava cominciando a capire le criptiche parole della druida,
Fellibylur se voleva ottenere di più quanto richiesto adoperava le sue doti l'ammaliantrici quando ne aveva modo come si confà a una dama dei mari, quando rientravano a Saerloon, ella attendeva che Ran si avvolgeva nei soporiferi sogni del dolce lenzuolo del Toro Blu per dirigersi di nascosto al porto, di cui spesso veniva a rendere offerte e una parte dei suoi guadagni ottenuti dai baldi marinai ad un modesto altare della Regina delle Profondità scoperto casualmente da Fellibylur.
Non esiste la casualità, è la Dea che ha emesso il suo canto di richiamo affinché non sia sola, la sua Presenza é ovunque e lei vuole che la assista alla trasformazione di Strega di Mare! Continuerò a nuotare sul fondo tra gli scogli, io barracuda... murena... rana pescatrice!
Un giorno qualcosa mutó come è vero lo stesso Mare, non dovettero affrontare insieme quella che Tifone ha ribattezzato la Prova dell'Acqua in cui consisteva di affrontare la forza fluida e allo stesso tempo tempestosa delle acque sotto le orribili e ripugnanti sembianze dei Kuo-Toa, ci provarono più volte a ritornare in quella tana ma stava facendo male alla stima della druida, l'Acqua e la sua forza stava inondante le due fragili vite lasciando una moria di mortificazioni e impotenza.
...E venne Hil, Fellibylur accompagnava con i suoi silenzi tra le due onde: il ribattere tra il Chultan e la Maestra del Salice.
Fellibylur notava quanto ne sapeva di più quel maledetto barbaro dalla pelle scura, ma soprattutto le dava l'impressione che stava smontando pezzo per pezzo la Maestra, non sapeva se arrabbiarsi perché qualcuno si frapponeva tra lei e la sua preda preferita, da lì cambiarono molto cose e punti di vista, a cominciare la Prova dell'Acqua che fu "risolta" dall'estraneo e la nordica non era molto felice della cosa percepì anche qualcosa di strano nei confronti della sua Maestra, maledendo quell'incontro, il Faerun era forse piccolo si chiede tra sé e sé, l'evento lasció molti dubbi e domande durante il viaggio di ritorno a Saerloon finché entrambe si congedarono in città e Felli si diede al consueto rito serale.
Il giorno dopo pensava di trovare Ran in città o nei paraggi ma sembrava come volatilizzata, senza sapere delle motivazioni:
L'imprevedibilità, semplicemente quando la tempesta improvvisamente se ne va lasciando fragili legni di chissà quale barca e corpi ormai ridotte a bambole di pezza, niente non ci sono spiegazioni tangibili se non l'ira della Signora dei Mari che ha reclamato il giusto prezzo! Così come passa qualche infame a rompere le uova nel paniere...
Ma Ran si è lasciata condizionare e mi ha abbandonata, perciò di chi è la colpa? Mi toccherà tornare indietro come una nave fantasma torna maledettamente nei luoghi di morte da cui è non-nata...
Preparando con vigor furioso la borsa, scrivendo due righe al capitano e amato Dentosso che non vedeva da mesi, la piuma danzava nervosamente come al primo ballo su un ruvido foglio a malapena illuminato dalla piccola fioca luce allungando sinistramente le ombre sulle fredde pareti
*La lettera emana un profumo di salsedine e ogni tanto vi è qualche pezzo di alga dalle particolari colorazioni*
Dentosso caro, sono Tifone che ti scrive dalla lontana Sembia, tornerò a casa con qualche deviazione durante il viaggio perciò non ti preoccupare
Il tempo passerà così in fretta che non ti accorgerai che sono già li a massaggiarti la tua bella schiena.
* Stampo di labbra rosse *
Il giorno dopo avrebbe spedito la missiva affidandola a un postino, Tifone si incamminò verso l'uscita della città con lo sguardo terrificante dei Gargoyle il quale accompagnavano i suoi passi, non prima di aver fatto il bagno mattutino in mare senza dare dell'occhio, era lì in quelle fredde acque per propiziarsi una benedizione dal Mare, in quei riti dal sapore profano che le aveva insegnato il Capitano, uscendo dall'acqua Fellibylur prende l'improvvisa iniziativa di voler prendersela con calma attraversando la costa del Mare delle Stelle Cadute a piedi sin dove era possibile raccogliendo conchiglie dalle piccole e medie misure, per costruire il suo personale rosario.
L'Illuskan camminava danzando continuando i suoi studi naturali per conto proprio incentrandolo più verso i Mari, il suo clima e la sua fauna, in quell' interminabile viaggio, più si avvicinava alla Costa della Spada e più le sovvenne il pensiero della Nave Fantasma, nei villaggi dei pescatori se ne udivano tante di leggende e presunti avvistamenti di tale apparizione fantasmagorica... Prima o poi quella storia sarebbe tornata a far parlare di sé volete o meno perciò il suo pensiero era di terminare questa faccenda il prima possibile.