Faerûn's Legends

Il Corvo Rosso, il Male della Foresta

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Little Ariel
view post Posted on 14/9/2007, 19:24




Ormai era notte fonda alla Splendente, e come al solito il gruppetto di amici era rimasto a chiacchierare del più e del meno sulla panchina davanti alla banca quando un guaito attirò la loro attenzione, come di una bestia ferita.
Non avendo nulla di meglio da fare Ariel insieme a Moonlight, Haytram, Siomir e Sion si misero a cercarne la provenienza finchè al crocevia con il Tempio del Mancino incontrano uno strano tizio con la cresta che affermò di cercare un lupo ferito per le strade cittadine. Un lupo?
Preoccupati per gli abitanti e per la bestia seguirono l'uomo con la cresta, che a primo impatto sembrava essere un guardaboschi... girovagarono a lungo per Waterdeep finchè a nord, vicino al santuario di Silvanus e Mielikki, non incontrarono il lupo dietro un albero che dopo aver ringhiato ferocemente contro il guardaboschi scappò facendo perdere le sue tracce.
Si rimisero alla ricerca, questa volta fino alla porta sud, e addentrandosi nel bosco incontrarono un cacciatore che sembrava essere molto intimo con lo strano individuo... c'era qualcosa che però non convinceva il gruppo di amici.
Pochi passi più in là avvistarono il lupo, o meglio la lupa con i suoi cuccioli, e i cacciatori non esitarono ad attaccarli imprecando di volerne vendere le pelli rare al mercato. I lupi riuscirono a fuggire ma ormai i cacciatori, delusi delle prede mancata, non volevano di certo tornare a casa a mani vuote ed intimarono di consegnargli le borse.
Al rifiuto, altri cacciatori uscirono dai loro appostamenti e circondarono il gruppo di amici.
A nulla servì l'ammonizione della paladina di gettare le armi e consegnarsi alle guardie, così lo scontro ebbe inizio.
Una brigante, vedendo che i suoi amici avevano la peggio, scappò verso la Splendente in fretta e furia riponendo l'arma... Ariel le corse appresso, più veloce che poteva, intenta a consegnarla alla Giustizia come gli era imposto dai suoi dogmi.
Non ce la faceva più, l'armatura era pesante, sempre più pesante, quasi si fermò al ponte della porta sud. Poi una guardia, vedendo il baccano che stavano creando, le fermò entrambe.
La brigante, con il fiatone a più non posso, iniziò ad iterloquire con la guardia cittadina incolpando addirittura la paladina di essere una taglia borse e un assassina. In cuor suo, Ariel rimase scioccata e sorpresa per tale accusa, e subito riportò la sua versione dei fatti.
La guardia, già scocciata dal lavoro che avrebbe dovuto svolgere, fece lo scarica barile lasciando fuggire la criminale e accompagnando Ariel al posto di guardia, dove fù ricevuta da un Capitano per sporgere denuncia contro ignoti.
La paladina raccontò tutto con precisione, anche se l'ufficiale in sovrappeso parve fare più attenzione alle sue curve che al racconto.
Riuntitasi con i suoi amici, per fortuna illesi, avevano ora con loro un'indizio. Su una delle spade che avevano ritrovato nei corpi c'era inciso "Greta l'arciere"...
Che fosse la donna che era fuggita?

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Qualche Luna dopo, mentre Ariel tornava alla Splendente, incontrò un druido di Silvanus che passeggiava per la foresta. Si misero a chiacchierare, sull'arrivo dell'inverno e sui cieli ormai cupi che davano un'aspetto un pò triste e smorto alle giornate.
Un mulo si avvicinò, spaurito, e senza aver troppo timore di loro corse come al riparo. La paladina lo guardò perplesso, cercando lo sguardo del druido per capire cosa stesse accadendo, poi voltandosi notò una figurà acquattata nell'erba alta. Un lupo.
Magro all'inverosimile, si chiese come potesse reggersi in piedi quel mucchietto di pelle e ossa... certo, era il corso della natura, era giusto che si cibasse del mulo se l'avrebbe catturato, ma di comune accordo con il druido decisero di sfamare quel lupo.
Ariel, in sella al cavallo, si allontanò cercando di non fare rumore e lasciò campo a chi più ne sapeva di lei... osservò il druido avvicinarsi, cauto, e lanciargli un pezzo di carne essicata. Lo divorò in un istante. Poi un altro pezzo, ma lo prese tra le zanne e lo portò con se pochi metri più dietro... aveva dei cuccioli, era una lupa.
Ariel sorrise alla vista di quei cucciolotti affamati, sotto la morsa del gelido inverno, che scodinzolavano per avere un bocconcino di carne.
Nel frattempo era calata l'oscurità e Ariel si spostò sulla strada, dove incontrò il Lord del Mattino. Fece cennò ad Ezbedia di rimanere immobile e in silenzio, che non capiva cosa accadesse anche se scrutava con attenzione la boscaglia.
Il druido accompagnò i lupi nel fitto della foresta, riportandoli lontani dai posti civilizzati dopodichè andarono a casa del Lord del Mattino per riscaldarsi, bere qualcosa di caldo, e discutere sulla faccenda.

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Ariel incontrò al Maelstrom il guardaboschi Siomir e la guardia cittadina Zindan. Discutevano del più e del meno, finchè la paladina non venne salutata dal suo amico Alsek, accompagnata da una fanciulla che si presentò con il nome di Laureen. Erano giunti alla Splendente per fargli visitare la città, ma si ritrovarono coinvolti in qualcosa non si aspettavano.
Mentre erano seduti al tavolo, una donna ansimante spalancò le porte della locanda, il volto terrorizzato.
Ariel scattò in piedi e l'aiutò a sedersi, mentre Alsek gli portò un thè caldo per farla calmare e riscaldare. Aveva vestiti umili e logori, a mezzemaniche nonostante l'inverno fosse pungente più che mai... solo dopo si presentò come una druida.
Raccontò, dopo essere stata rassicurata, che gli animali del bosco un tempo suoi amici l'avevano attaccata senza motivo. Preoccupati gli amici si guardarono e promisero alla donna che avrebbero fatto tutto il possibile per aiutarla. Ripresa dallo shock, li accompagnò alle soglie del bosco dove fù subito attacata da un orso... non c'era nulla da fare, abbatterono la bestia.
La donna aveva le lacrime agli occhi, visibilmente scossa... tremava. Probabilmente quell'orso era un suo caro amico.
Ma che potevano fare?
Si inoltrarono nel fitto della boscaglia con la sola flebile luce della lanterna di Ariel, che sentiva gli occhi stessi della Natura puntati su di loro. Ululati, tutt'intorno, come a circondarli.
Avanzarono, purtroppo a volte combattendo contro qualche bestia, finchè non videro un'ombra che scagliò una freccia contro un povero cerbiatto, abbattendolo con sol colpo alla giugolare.
Poi la figura, notando il gruppetto, scappò nei boschi... a nulla servì la rincorsa di Siomir per raggiungerlo.
Lo ritrovarono un centinaio di metri più a est, mascherato... gli fecero qualche domanda su cosa stesse facendo, sul perchè non mostrasse il volto. Tolta la maschera, il mezzelfo si dimostrò alquanto burbero e scontroso nei modi.
Gli disse sghignazzando, che se proprio volevano trovare degli animali feroci dovevano costeggiare la montagna. Ariel sentì che l'uomo emanava una forte malvagità... fecero come disse, proseguendo lungo il costone, finchè non si imbatterono in un campo ben organizzato presidiato da alcuni uomini.
Come al solito l'accoglienza non fù delle migliori, fioccarono subito minacce quando Zindan, in quanto guardia della Spledente, voleva esaminare la tenda e il baule a fianco ad essa. Impegnati nella discussione, Alsek si avvicinò di soppiatto al forziere mentre uno di quegli uomini ci stava riponendo qualcosa e, non curante delle conseguenze, riaprì il forziere alle spalle dell'uomo facendo scattare un'imponente rissa.
Fortuna loro riuscirono ad avere la meglio e sconfiggere quelli che, dopo aver controllato i corpi e il forziere, risultarono essere cacciatori di frodo. Trovarono tre sacchetti, uno con del pesce affumicato, uno con del prosciutto, e uno con delle pelli d'orso e di lupo.
Gli oggetti più interessanti invece erano una spada corta d'acciaio con inciso uno strano nome, una fiala non identificata e una pergamena.
Quando lessero quello che vi era scirtto capirono che non si trattava semplicemente di un gruppetto che faceva bracconaggio, ma di un'intera corporazione dedita a chissà quali loschi affari... a questo gruppo gli avevano assegnato la zona sud della Splendente. Ora, preoccupata, Ariel assegnò dei compiti ai suoi amici in ciò che riusciva meglio loro: Siomir doveva ricercare informazioni nei boschi, dai druidi, dai ranger e dagli stessi animali; Alsek doveva chiedere nelle locande e nelle taverne più malfamate; Laureen doveva controllare che Alsek non si mettesse nei guai, cosa che sembrava alla paladina il compito più difficile; mentre lei sarebbe andata nelle biblioteche delle varie città a cercare informazioni sulla mente che c'era dietro questo oscuro meccanismo...

Il Corvo Rosso.
 
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view post Posted on 20/9/2007, 01:41
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- Millennium Member - Uccisore di Kraken - I Don't Want To Miss A Thing

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Aveva chiesto informazioni ovunque chiedendo a chiunque secondo avesse potuto anche solo sentito parlare di lui... era perfino andato a parlare con i figli di Uthgar ma nessuno sapeva di questo corvo rosso anzi tutto lasciava supporre che si trattasse di uno dei corvi rossi i mercenari del Cormyr ma quando arrivò la smentita da parte di lady Ariel non sapeva più che fare, aveva sparso la voce e sperava che prima o poi qualcosa sarebbe saltato fuori.

Tutto poteva immaginare tranne che quell'uomo, il corvo rosso, sapesse così tante cose di lui.....
Si trovava in locanda a l melstrolm in compagnia della druida Elalith, fuori imperversava un temporale. Entrò un uomo tutto bagnato che si diresse verso l'oste asciugatosi e rifocillato chiese informazioni su Siomir... "cerca proprio me"
all'udire il suo nome Siomir interruppe la conversazione si alzò e si avvicinò a quell'uomo dall'aria poco intelligente che chiedeva di lui, si chiamava Crosby...
L'uomo fissò Siomir guardandolo dalla testa ai piedi e borbottando tra se e se: "elfo vestito di cuoio"
Iniziò a parlare quasi avesse imparato a memoria cosa dovesse dire:"Uno mi ha detto: Crosby porta a Siomir, un elfo vestito di cuoio, che sta spesso in locanda al melstrolm a cui piace chiccherare, questa pergamena"
Siomir non stava più nella pelle, voleva leggere quella pergamena ma voleva sapere chi era stato a dargli quella pergamena visto che sembrava conoscerlo così bene e iniziò a chiedere quante più cose a Crosby: come si chiama? era alto? aveva capelli e di che colore? e come era vestito? e c'era qualcun'altro con lui? dove l'avete visto? quanto tempo è passato? e se ne è andato appena vi ha consegnato la pergamena?
Mentre faceva tutte queste domande srotolò la pergamena e lesse: Ricordati che la curiosità uccise il gatto... troppe domande rendono la vita breve. attento *corvo rosso*.
Non riusciva a credere ai suoi occhi era un messaggio di quell'uomo che cercava disperatamente, ma quello che più turbava Siomir era sapere come quell'uomo aveva scoperto chi era e quali fossero le sue abitudini.
Apprese da Crosby che quell'uomo era alto quanto un uomo medio con tanti capelli rossi e anche con indosso una armatura di cuoio, capì inoltre che quell'uomo sarebbe stato un osso duro visto che si era avvicinato da solo fino alla porta sud di Waterdeep e che appena consegnata la pergamena era scomparso nel nulla.

Siomir fece leggere la pergamena a Elalith visto che già le aveva parlato di quel corvo rosso, ma si pentii subito dopo, forse la stava mettendo nei guai e di certo era l'ultima cosa che voleva, mettere nei guai la donna amata.
Promise di non fare nulla di avventanto e si trattenne anche se la voglia di salire in groppa al suo destriero e mettersi alla ricerca di quel corvo rosso, in fondo non poteva essere andato lontano.. ma una promessa è una promessa.
Si misero subito a cercare gli altri compagni di Siomir che erano insieme a lui quel giorno in cui sgominarono i bracconieri, ma era tardi e nessuno a quell'ora era alzato. Deciserò così di andare a riposare ma non in città se era riuscito ad avvicinarsi così tanto non gli sarebbe certo voluto molto entrare in città corrempendo magari qualche guardia, si diressero a est al tempio di Mielikki, lì di certo la sua dea li avrebbe protetti e non avrebbe permesso nessuno di avvicinarsi. Si addormentarono con lo scopo di avvisare tutti gli altri il giorno seguente.
 
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view post Posted on 16/10/2007, 22:40
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Il Pirata Gentiluomo

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<<quindici uomini, sulla cassa del morto...>>
Il capitano Yanez canticchiava il suo motivo preferito per le strade di Suzail mentre dal porto si avviava verso il mercato, quando qualcuno si avvicinò correndo alle sue spalle e lo fermò:
<<ehi tu con il cappello a punta che cammini strano e fai lo stesso odore che faceva il papà e gli uomini che ora mamma si porta a casa...Sai dove posso trovare Canez, Cabez, Calez...>>
Lo aiutò il pirata:
<<yanez?!>>
e l'altro:
<<si esatto, Canez!>>
<<ahrr! capitan Yanez Calvado! sono io, ma tu non hai la faccia da creditore amico, che vuoi?>>
<<uno mi ha dato 4 monete di rame *fa otto con le mani* per chiederti se la tua nave è disponibile e dice che ti aspetta nei prossimi giorni presso la locanda del porto di Waterdeep.>>

Dopo una lunga chiacchierata apparentemente non molto sensata (forse neanche in fondo lo era), i due si separarono e Yanez Calvado partì in rotta per Waterdeep.
Il giorno stesso in cui arrivò entrò in locanda e si guardò intorno; prima che lui lo notasse venne notato da un uomo con un'armatura di cuoio ed un basco rosso; pareva un "compare" a prima vista.
Venne invitato a sedersi al tavolo ed iniziarono a parlar d'affari; a quanto pareva il tizio non voleva rivelar molto ma sapeva che l'avrebbe pagato per trasportare delle casse e l'avrebbe pagato ancor di più in futuro per altri trasporti simili e questo per ora bastava.
Giunsero alla fine ad un accordo ed il tale si presentò come Il Corvo Rosso...
Un nome già sentito; ricordò qualcosa che Siomir gli aveva accennato tempo addietro, ma anche questo per ora contava poco...

Edited by Cirdan88 - 17/10/2007, 00:30
 
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Little Ariel
view post Posted on 19/11/2007, 05:40




Ariel si trovava nelle Terre di Pietra seduta sulla panca di legno davanti al fuoco. La pioggia cadeva lieve ma incessante, e stava facendo di tutto per mantenere viva la fiamma. Poco più in là il Caporale Paul Greame aiutava l'addetto ai cavalli a riparare le bestie.
Una voce alle sue spalle la fece voltare distrattamente, e si trovò un uomo dallo sguardo d'ebete che la fissava.
"Salve bella signorina!" esclamò il tizio sorridendo.
"Dite a me?" rispose la paladina inarcando un sopracciglio.
"Voi siete una bella signorina dai capelli rossi!" continuò.
"Emh... beh, grazie per il complimento. Posso aiutarvi?" domandò Ariel perplessa.
"Devo consegnare una lettera alla bella signorina dai capelli rossi" continuò con voce cantilenante e monotona.
A quelle parole si avvicinò il Caporale sospettoso, che guardò male l'uomo.
"Voi chi siete e cosa volete?" disse in modo brusco, ponendoglisi davanti.
L'uomo si spaventò e iniziarono a battibeccare tra di loro.
Alla fine rivelò di chiamarsi Crosby, abitante di un villaggio vicino Shadowdale, e che un suo "amico" gli aveva dato due pezzi d'oro per consegnare il messaggio. Paul rimase all'erta non fidandosi assolutamente di Crosby, ed estrasse l'arma minacciandolo.
Ariel fù stizzita da quel comportamento, e intimò a Paul di smetterla e di non fargli fare brutte figure. Così diede altri due pezzi d'oro al messaggero, ringraziandolo per il lavoro svolto.
I modi della paladina erano garbati e gentili, ascoltando pazientemente le storie di Crosby riguardo a sua madre che pareva essere una cortigiana e a lui che era un povero disagiato.
Un pò gli faceva pena.
Il Caporale si comportò in modo del tutto opposto, continuò a minacciare l'uomo e a cercare di ricavarne informazioni sul presunto amico che gli aveva dato l'incarico, ma l'unica cosa che riuscì a scoprire è che era diretto a Baldur's Gate nella Costa della Spada.
La ragazza salutò infine Crosby educatamente, e andò a riposare lasciando il messaggio nella sua borsa.
L'indomani, dopo una bella dormita, lesse il messaggio.

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Ariel rimase di sasso, pensava che ormai era acqua passata e invece era tornato a ripresentarsi questo misterioso Corvo Rosso, e come Siomir in precedenza, anche lei aveva ricevuto minacce di morte.
Adesso era decisa più che mai ad andare in fondo a questa storia, sellò e il cavallo e insieme a Paul si dirisse verso il Gate.
Andarono alla biblioteca, cercando qualche menzione di questa fantomatica corporazione, ma non trovarono nulla.
La faccenda si stava rivelando complicata e grave, visto che se era riuscito a raggiungerla fin lì voleva dire che operava su un territorio molto più vasto delle sole Terre Selvagge.
Inoltre a quanto pareva, lui sapeva tutto di loro e loro non sapevano nulla di lui.
Chi era infine questo Corvo Rosso?
 
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Nores82
view post Posted on 20/12/2007, 16:49




Crosby... nella sua semplicità e nell’idiozia palese di quell’uomo si chiudeva un bambino deluso e disingannato, con ancora tanto da vivere e da imparare. Nores sapeva cosa volesse dire e in un certo senso lo invidiava: quel cumulo di ingenuità e sporcizia non avrebbe mai sentito dentro di sé la tensione verso una conoscenza superiore. Gli interessava solo che gli amici della mamma portassero i soldi e che le quattro monete che raggranellava di tanto in tanto tintinnassero gradevolmente.
Eppure, mentre leggeva quella pergamena, anche Crosby gli fu per un attimo fastidioso.
“Frena le emozioni sul tuo viso. Il ki è una cosa sola. Tu devi essere una cosa sola con esso. Esplora tutti i sentimenti in ogni loro forma, ma non lasciare che gli altri lo notino, oppure l’avversarsio capirà dove stai per colpire”. La voce del maestro gli suonava chiarissima nelle orecchie. Si massaggiò la cicatrice sull’addome e il volto ritornò pacifico come sempre, allentando quelle piccole rughe di emozioni che gli avevano solcato la bocca e le sopracciglia leggendo la pergamena.
“Monaco, in monastero non ti hanno insegnato la virtù di farsi gli affari propri? Non impicciarti più in cose che non ti riguardano, oppure farai presto una visitina a Kelemvor”. Sapeva che era un elfo, dato che aveva mandato Crosby a cercare un elfo. Sapeva che aveva studiato in monastero. Sapeva che era un seguace della dottrina del Giudice. Nores, invece, non sapeva neppure cosa avesse fatto, per far adirare quel fantomatico “Corvo Rosso”.
Guardò Alsek, che lo aveva accompagnato fin dall’inizio. Stava intrattenendo il sempliciotto. Si girò verso la porta per controllare che Shane, quello strano individuo appena arrivato in città e che li aveva salutati così di fretta, non fosse in giro.Non sapeva se dubitare di loro o se coinvolgerli.
Meglio tenere un profilo basso.
Continuò a far credere a Crosby di essere in un gioco; non avrebbe dovuto avere cattivi pensieri, ma gli serviva qualche informazione...
Finalmente Crosby se ne andò, consolato dalle lacrime causate da qualche domanda di troppo dell’elfo.
Alsek sembrava molto preoccupato per il cavallo e i mancati guadagni della giornata. No, non gli serviva. Era fidanzato con una sua cara amica e non avrebbe voluto far soffrire la piccola Laureen coinvolgendolo in qualcosa che aveva tutta l’aria di essere pericoloso. Gli serviva qualcuno più informato, qualcuno che sapesse come girava il mondo e contribuisse a farlo girare in quel verso. Qualcuno come quella figura che si stava avvicinando, quasi evocata dai suoi pensieri. Il ki, evidentemente, aveva ascoltato uno dei suoi pochi figli consapevoli.
“Salve Capitan Calvado”.
Non ci volle molto prima che Nores, Calvado e, malgrado le preghiere dell’elfo di restarne fuori, Alsek si trovassero in una stanza della taverna del porto a parlare della fantomatica figura.
Eppure Calvado non disse molto. Rimandò la discussione e andò a dormire.
Alsek, invece, suo malgrado, diede delle informazioni interessanti a Nores: non sapeva molto, direttamente, ma Siomir e Ariel sì; erano venuti in contatto col Corvo per una faccenda legata a del veleno. Pareva che ancora una volta i loro destini si sarebbero legati
Veleno... Nores aveva trovato il bandolo della matassa, forse. Non molti giorni prima aveva sventatoun possibile avvelenamento delle acque di Baldur’s Gate. Ma era convinto che fossero coinvolti gli orchi e, al limite, qualche Formian. Certo non un individuo intelligente e, forse, organizzato.
Il volto rimase impassibile quando, colmo di dubbi e domande, diede la buonanotte ad Alsek, sperando che ormai ne fosse fuori una volta per tutte.
Non era la prima volta che veniva minacciato, ma, come le altre volte, avrebbe affrontato il proprio avversario, godendo della vittoria o imparando dalla sconfitta.
Mentre il suo ki si univa a quello universale e la Reminescenza faceva il suo corso, Nores capì quale sarebbe stata la prossima tappa.
Trovare Siomir ed Ariel.
 
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view post Posted on 28/12/2007, 19:22
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Si trovava di passaggio per il gate alla ricerca di un negozio dove far valutare un oggetto rinvenuto quando, sul ponte dopo la banca, incontrò alcuni suoi amici di vecchia data: Alsek, la mezzelfa Lanè e il suo fratello elfo Nores, il quale alla sua vista sembrava impaziente di discutere proprio con il ranger.
Siomir senza chiedere spiegazioni seguì Nores in locanda e poi su fino in una stanza. Qui gli fu detto di sedersi e a questo punto i dubbi di Siomir che fosse successo qualcosa di grave diventarono realtà.
Nores iniziò a parlargli del suo incontro con Crosby e gli mostrò una lettera... una lettera di minaccia. Siomir era agitato stringeva i pugni sulla tunica, evitava in ogni modo di avvicinarsi alla spada... conosceva bene il suo animo impulsivo e non ci avrebbe messo un attimo a mettersi a cavallo per stanare quell'orribilante uomo anche a costo della vita, ma sapeva che agendo di impulso avrebbe fallito nel suo tentativo.
Venne a sapere che anche Ariel era stata minacciata dal corvo rosso e che adesso quell'essere malvagio non si limitava più ad uccidere gli animali ma adesso voleva anche avvelenare l'acqua.
Parlando con Nores capì una cosa... adesso qualcuno sapeva chi fosse il corvo rosso, doveva solo trovare il modo di tirarlo dalla sua, ma come si fa a tirare dalla propria parte un pirata?
Sarebbe stata questa la sua prossima mossa: portare dalla parte di Siomir il capitan Calvado, l'unico che sapeva dei traffici del corvo e l'unico che di sicuro non verrebbe mai minacciato (pensava tra sè:"non si minaccia un pirata ma gli si offre un accordo").

Adesso doveva solo parlarne con Ariel e poi decidere su come convincere il capitan Calvado.....
 
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5 replies since 14/9/2007, 19:24   390 views
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