Botte in città, Suzail

Askargh si era appena alzato dal suo giaciglio di paglia quella tiepida mattina a Suzail. Il barbaro sistemò la sua sacca e il proprio kilt per partire dalle campagne della città verso il centro abitato. Gli giravano le palle, si proprio così, i contadini quella notte lo avevano cacciato di stalla in stalla con il proprio forcone e il barbaro doveva svegliarsi tutte le volte, quindi su per giù aveva dormito un'ora. Arrivato ad un incrocio delle vie della città vicino al grande cancello dove incontrò un uomo, Bilkir, aveva già combattuto al suo fianco ed era un mago buono (anche se a dirla tutta era un bardo). Quando arrivò un mezzorco, che domandò dei soldi ad Askargh. Fra i due furono subito scintille, mentre l'orco evitava lo scontro l'umano lo spingeva e lo incitava alla sfida.
Usciti dalla città, si sfidarono sul ponte in legno che collegava la periferia di Suzail ai suoi territori, i due si battevano con furia, il guerriero mezzorco era abile, il barbaro combatteva a testa bassa, incassava i colpi per restituirli con più forza. La la sua armatura andò in bricioli, quella temibile falce aveva avuto la meglio e affondò nella carne del barbaro di Uthgar.
Il barbaro a terra si contorceva dal dolore ma non urlava, non la dava vinta a quell'orco stava combattendo per il proprio onore!
Si sentì privare di un rotolo di carta e della propria spada, quando vide la figura di Bilkir che agitando le dita faceva cadere addormentato il proprio avversario, l'uomo restituì le cose al barbaro che le riprese senza commentare, poi risvegliarono con un calcio l'orco.
Il suo onore era salvo, aveva combattuto come un vero guerriero.
Mentre finiva di fermare l'ultima goccia di sangue che usciva dalla ferita arrivò una guardia, che cacciò dopo un po' di diplomazia l'orco.
Askargh scambiò qualche parola con l'uomo rivestito di anellini colorati di metallo, poi tornò tra le campagne in cerca di un giaciglio di fieno... il suo onore era salvo.