Faerūn's Legends

Giuramento a Myth Drannor, [Backup 29/01/06]

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Hiso
view post Posted on 22/10/2006, 18:00




Taerderalien

Se la mia anima potra' vegliare per sempre su questi boschi, sarebbe un grande onore per me"

Ci stavamo consultando : una scelta importante ci si parava davanti, una scelta che avrebbe influenzato radicalmente tutta la nostra vita, una scelta che se presa sottogamba ci avrebbe portato alla dannazione.
Lo spirito invocato alla colonna luminosa di Myth Drannor restava silenzioso a guardarci, come un antico ed impassibile guardiano in attesa di qualcuno che nel mondo dei vivi abbracciasse una missione tanto simile alla sua.
Cassiel era deciso, Aran diceva che avrebbe fatto quello che avrei fatto io, Mia mi sembrava un po' titubante ma non riuscivo a capire bene cosa le passava per la testa. Combattere, riposare, curarsi l'un l'altro con tutti loro in quei giorni, in quel posto tanto bello quanto terribile e capace di togliere il fiato a chiunque con le sue alte mura sposate perfettamente con una natura che ormai lo stava divorando, mi aveva fatto rivevere con occhi nuovi tutti gli anni passati a girare per le locande.
Gli anni passati ad evitare l'odio degli elfi, ad evitare il timore degli umani.
Oltre a Dahaka ora proprio loro, Mia, Cassiel e Damiel, erano quelli che piu' di ogni altro erano riusciti ad essere una famiglia per me. E Aran era la persona piu' speciale che avessi.
Cassiel... Freddo e scontroso all'inizio, ma una persona su cui contare in ogni momento, pronto a tuffarsi in mezzo a una nidata di draghi per salvare i suoi amici. E in fondo in fondo anche a lui piaceva sorridere, l'avevo capito ormai.
Mia... Con lei mi ero trovata bene fin da subito, non mi aveva messo disagio come gli altri elfi. Neanche volevo credere fosse sorella di Cassiel e Damiel all'inizio, sembravano cosi' diversi tra loro. Sapeva quando essere seria e precisa e quando abbandonarsi alle risate e agli scherzi, era l'unica con cui avevo parlato un po' della mamma.
Damiel... Non lo conoscevo bene come gli altri due Herzog, ma aveva lo stesso spirito di Cassiel. Fiero della sua razza, diffidente verso le altre, ma sapevo di potermi fidare di lui in qualche modo.
E Aran... Anche lui allegro e scherzoso, non pensavo avrei trovato un'altra persona come me. Non lo avrei lasciato per nulla e per nessuno al mondo.
Con loro vicini non avrei avuto paura della grandezza della missione che avremmo tacitamente accettato con quel giuramento.
Difendere una foresta, non avrei mai creduto di poter fare una cosa del genere. Ero solo una ragazzina che girava per le locande cantando filastrocche, eppure gli ultimi mesi passati con loro mi avevano cambiata tanto. Avevo iniziato ad impugnare le armi che tanto disprezzavo, avevo iniziato a combattere per quello che credevo giusto alimentando anche tra le persone "guerre" che avevo sempre condannato nelle mie rime.

"Siete la mia famiglia, non vi lascio proprio ora"

Tutti convinti del nostro operato tagliammo il palmo della mano e lasciammo colare il caldo liquido rosso che ne fluiva fuori sulla colonna luminosa, sotto lo sguardo vigile e profondo dello spettro invocato.

Il patto era siglato, il giuramento compiuto senza alcun modo di tornare indietro. Ognuno di noi ricevette il simbolo di quel gesto, e dentro di me sentivo che quella missione che pochi minuti prima sembrava tanto onerosa, saremmo riusciti a compierla stando tutti insieme.
Avrebbe solo saldato ancora di piu' la nostra amicizia.

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Ahrimann

folate di passato confondevano la sua mente razionale, gli occhi si perdevano sulle antiche vestigia del suo popolo, ed il cuore si riempiva di malinconia.
l'antica razza lasciava dietro di se solo resti di magia, ancorati come un ricordo al marmo eternamente bianco, rigato dalla natura che lenta e inesorabile ricopriva i suoi spazi ormai abbandonati.

spesso lo sguardo si incantava per lunghi momenti, quasi riusciva a sentire il rumore dei passi, le voci, i respiri... di chi secoli prima aveva calcato quel luogo, ma poi uno scontro, un grido d'aiuto, un colpo... un richiamo dei suoi compagni... lo riportavano nel tempo e nel momento che stavano vivendo.

Quella ragazzina stava cambiando, lo avvertiva giorno dopo giorno... forse tutti e quattro stavano cambiando, la loro freuqentazione si rifletteva sui modi di fare, sulle abitudini, sui pensieri.

siete la mia famiglia...

l'elfo si scosse a questa frase... troppi pensieri vorticarono nella sua testa, poi guardo' la piccola mezzelfa negli occhi...

incidi la mia mano Taria...

Taria non esitņ passando la lama sul suo palmo, la pelle brillante e pallida si apriva lasciandone sgorgare la linfa vitale.

Un patto con uno spirito... un giuramento eterno fra i quattro.
La lama elfica del Cormanthor billava nel suo pugno, la strada che lo conduceva alla difesa delle sue foreste e dei suoi avi.

Per la prima volta nella sua lunga vita Cassiel aveva provato... Paura... la sua mente razionale e pacata non riusciva a tenere tutto sotto controllo, era troppo... quel posto era troppo anche per lui, aveva rischiato di perdere i suoi amici e la sorella nei duri scontri contro le anime in pena, la sua sicurezza aveva vacillato e si era appoggiato pił volte ai suoi fratelli senza avere il timore di dimostrare le sue debolezze.

Il vortice di anime ruotava vorticoso intorno alla colonna di luce mentre i loro quattro palmi sugellavano la promessa.

ricordate... la prima prioritą sono le vostre vite...

Le nostre vite... ora erano consacrate in un vincolo eterno ad un giuramento che richiedeva tutta la loro forza d'animo per essere rispettato... che aveva una clausola ancora pił pesante... la dannazione... eterna.
Avrebbe preferito giurare solo lui, avrebbe preferito che loro ne rimanessero fuori... ma era contento di non essere da solo... con loro avrebbe potuto rispetare il patto, insieme a loro avrebbe potuto superare tutti gli ostacoli che si sarebbero parati davanti al suo cammino.

Aveva mosso bene la sua lama, ne era felice, ersa stato di aiuto, aveva protetto quando era in forze, era stato protetto quando piegato sulle ginocchia il sangue colava dalle sue ferite, insieme erano arrivati fin li per avere quelle risposte...
Ora bisognava solo decifrarle e rimanere uniti.

Ma dentro di se ormai sapeva che nulla li avrebbe piu' saparati...

incidi la mia mano Taria...

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Mia

Mia ascoltava Cassiel e i due mezzelfi mentre accettavano il compito di difendere le foreste del Cormanthor..si sentiva stranamente turbata, per tutto il viaggio veramente si era sentita strana..false voci riecheggianti nelle sale, visioni degli antichi splendori, non era la prima volta che entrava a Myth Drannor ma era la prima volta che sentiva il cuore cosģ pesante nel ricordare i suoi antenati..
Di botto come risvegliandosi di soprassalto decise..
"Anche io voglio difendere le mie terre!" e come gli altri si fece un taglietto e lasciņ che il sangue colasse.
Qualcosa si era destato, l'allontanamento da Evermeet e l'essere cresciuta fra gli uomini avevano insegnato all'elfa tante cose buone ma non poteva piu' far finta di non accorgersi di quanto le sembrasse infinitamente piu' bello cio' che vedeva nel regno in cui un tempo avevano vissuto i suoi avi. Lģ era raccolto ciņ in cui fermamente credeva: l'unione fra le razze, equilibrio tra natura e ingegno.
Aveva sempre cercato di seguire i dogmi di Lathander seguendo gli insegnamenti del suo mentore..ma non si sentiva una brava fedele, e non voleva entrare nei templi vergognandosi dei suoi pensieri..
Lo spirito spari' sotto i loro occhi ma nella sala le sue parole riecheggiavano ancora..aveva dato loro le informazioni che cercavano, aveva dato loro un compito inaspettato e aveva riacceso nell'elfa l'orgoglio del suo popolo.
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ManoNera

Lo splendore dell' antica corte elfica era abbagliante, la prima volta non c'era stato il tempo di osservarla nella sua interezza e il mezzelfo non si era reso conto di quanto fosse grande...e pericolosa. Spettri e fantasmi di eroi perduti e dimenticati coninuavano a dare in eterno battaglia agli sciacalli, vili cercatori di tesori che una volta uccisi dalle eteree figure diventano loro stessi creature maledette condannate al gelo della non morte e Aran sapeva bene cosa volesse dire avendo provato sulla sua pelle qualcosa di molto simile.
Torri, case, splendidi marmi ovunque, tutti ricoperti dalla vegetazione cresciuta senza controllo, piante che da secoli non ricevevano le amorose cure dei figli di Corellon, lussureggianti e rigogliose non concedevano pietą alle antiche pietre.
Aran aveva memorizzato la prima volta la via piu' semplice per giungere nell' antico sotterraneo e in effetti non fu difficile trovare la porta che avrebbe condotto nel luogo ove le varie razze erano solite pregare i loro dei.
Arrivarono tutti e 4 nel luogo stabilito: lui, la sua amata Taria e gli amici Mia e Cassiel. Lo spettro li guardava,avevano camminato tanto e rischiato molto per arrivare li'. Accettarono tutti il gravoso compito.
Aran prese la mano della sua amata ma non riuscģ a dire niente, l' abraccio soltanto prima di prendere in mano l' oggetto che avrebbe sancito il patto per sempre.
Tutto era compiuto.
O quasi...
 
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