Faerûn's Legends

L'avventura del Ciclope zoppo, [Backup 08/07/05]

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Hiso
view post Posted on 22/10/2006, 18:05




HiSoKa

Dudoc ce l'aveva fatta! Ancora una volta aveva sfidato qualcuno in locanda ad una gara di acrobazie, in questo caso il povero Gulan, e lo aveva battuto guadagnando così 3 monetine d'oro facili facili.
L'halfling era ancora intento a godersi questa meritata vittoria, quando si ricordò improvvisamente di una cosa che avrebbe dovuto dire un bel pò prima: la Compagnia delle Stelle Argentee aveva ricevuto un nuovo incarico, ma tra una cosa e l'altra si era totalmente scordato di dirlo ai suoi compagni!

E così, tutto agitato, estrasse un foglio mal tenuto, tutto stropicciato e sporco di sostanze non ben indentificate: quella sarebbe dovuta essere la missiva che gli era arrivata la mattina di quello stesso giorno. Le uniche cose abbastanza chiare erano il luogo di ritrovo e l'ora, rispettivamente la locanda del Braccio Amico e "entro l'alba".. peccato mancassero solo poche ore all'alba!

Così Dudoc Stepfoot, detto l'Abile, avvisò in fretta i compagni che erano con lui in quel momento, ovvero il monaco Gulan, la chierica Kalyra Loir e lo stregone Xellos Metallium, ai queli si aggiunse su richiesta dello stesso halfling la sua amica umana Alisea Ing'ia.

C'era da affrontare un mostro, ma accidentalmente Dudoc aveva versato il suo thè alla pesca sulla missiva che doveva custodire con cura, il che rendeva quasi impossibile decifrarla e capire sia di che creatura si trattasse sia il metodo di pagamento.

Dudoc pensò che tutto questo rendeva ancor più eccitante la loro nuova avventura.. e si incamminò verso il Portale del Cielo fischiettando un motivetto felice insieme ai quattro amici.
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HiSoKa

WoW che avventura! Ancora più emozionante di come se l'era aspettata il giovane halfling!
Il gruppo raggiunse la Locanda del Braccio Amico giusto in tempo per incontrare colui che aveva dato l'incarico alla Compagnia: lo studioso Darker Van Blade, accompagnato da un Adepto dei Cavalieri Purpuri, un mezzelfo di nome Arael.

Quando Darker aveva visto in che condizioni si presentava la sua missiva era rimasto abbastanza seccato dal fatto che era necessario rispiegarne a parole tutto il contenuto ai presenti: il lavoro che si apprestavano a compiere consisteva nell'eliminare niente di meno che un Ciclope.
I membri della Compagnia delle Stelle Argentee si erano appena ripresi dalle ferite e menomazioni varie inflitte dall'Ettin poco tempo addietro, così quasi tutti i presenti non sembravano molto propensi a lanciarsi all'avventura.
Notando quelle facce poco convinte Darker Van Blade si affrettò a rivelare un dettaglio che fece cambiare idea a tutti i presenti: il monocolo in questione, che si trovava presso una strada non lontana dalla città portuale di Suzail, era zoppo, aveva una gamba praticamente inutilizzabile.

Così i compagni, accompagnati e guidati dai due avventurieri, provarono in più e più modi ad abbattere l'enorme creatura: la chierica Kalyra, in preda alla rabbia per i primi tentativi falliti, decise di lasciar perdere, e qualche ora dopo anche il mago Xellos, infuriato per la situazione frustrante, lasciò i compagni in preda all'ira del mostro.

Il monaco Gulan invece provò anche una tecnica alternativa, forse per la disperazione e i primi tentativi di attacco non riusciti, cercando di "farsi amico" il Ciclope dalla grande mole e dal piccolo cervello.
Qualcosa nel suo piano andò storto, e così divenne necessario abbatterlo con un grande dispiego di forze di parte di tutti quanti.
L'inganno che permise al gruppo di uscire vittorioso dallo scontro fu quello di aspettare che calasse la notte, attirare il mostro presso un fuoco da campeggio, così da risultare praticamente invisibili al suo unico occhio, avvolti interamente dalle fitte tenebre.

Dudoc continuava a lanciare freccie, senza fermarsi, nascosto dietro un piccolo cespuglio, quando ad un certo punto si sentì un tonfo spaventoso, che fece tremare la terra sotto i suoi piedi: il gigante era finalmente stato sconfitto!
Il piccoletto fu il primo lesto lesto ad avvicinarsi al cadavere, arraffando con le sue piccole manine ciò che più lo attirava nella sacca che il monocolo portava con sè.

Andarono lentamente verso la vicina Suzail, tutti feriti e stanchi, per dividere il ricco bottino, salutarsi e imbarcarsi: il "giovane Purpureo" rifiutò tutto il denaro, da vero paladino e si allontanò sul suo destriero. I rimanenti quattro, ovvero Darker Van Blade, Gulan, Alisea e il giovane Dudoc divisero i soldi e se ne andarono uno alla volta.

Gli ultimi a rimanere furono Dudoc e Gulan.. Dudoc aveva notato qualcosa luccicare nel suo zaino, così spinto dalla curiosità infilo la mano ed estrasse l'oggetto.. un anello!
"E questo come ci è finito qui dentro?" pensò ad alta voce.
Provò ad infilare l'anello, ma la cosa davvero strana era che pur essendo largo per le sue minute dita, l'anello si "rifiutava" di farsi indossare dall'halfling.
Dopo vari tentativi inutili, preso dalla rabbia contro quel "pezzo di metallo", come lo aveva definito, lo lanciò contro la parete.
A raccoglierlo fu ovviamente il saggio e paziente monaco, che provò per curiosità a infilarselo e.. vi riuscì senza alcun problema!

E così Gulan, dispiaciuto per la morte della creatura, ma felice per la parte del bottino che gli era toccata, e Dudoc, felice per la bella avventura ma un pò risentito per la storia dell'anello, si imbarcarono su una nave con destinazione l'isola di Tirluk.
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Alisea I.

Non sapevo nemmeno perche' avevo accettato, Dudoc aveva pasticciato la parte di lettera con scritta la ricompensa, era un lavoro decisamente alla cieca.
La Compagnia delle Stelle Argentee, cosi' si facevano chiamare quei quattro, ma non mi sembravano compagni, erano divisi, e c'erano degli attriti tra di loro. La sacerdotessa del gruppo poi era l'incarnazione vivente di come la rabbia e la paura portano a commettere errori, decisamente troppo poco autocontrollo per quella che sarebbe dovuta essere la mente della combriccola. Poco male, avrei sempre potuto lasciarli o pensare soltanto a quelli che volevo tornassero vivi.
L'incontro con Van Blade invece fu diverso, dimostrava di conoscere quantomeno i fondamenti della strategia, e aveva elaborato un piano davvero niente male. Un archeologo, era decisamente una persona che poteva riservare qualcosa di interessante, al contrario del suo compagno di viaggio, un Purpureo. Non ne vedevo da parecchio tempo, e non ne sentivo decisamente la mancanza, sempre convinti di poter cambiare il mondo da soli, convinzione giusta per avere qualche speranza nelle battaglie difficili, ma che deve convivere con il saper dare un metro alle proprie capacita' per non diventare ottusita'.
Infatti provo' a combattere con il gigante come la sacerdotessa, scelta poco intelligente.
Dopo due tentativi falliti il gigante e Gulan parevano spariti, cosi' ci dividemmo a cercarli. Setacciamo il bosco, trovai qualche pecora del gigante, e giusto per prendermi una piccola vendetta personale uccisi quelle che trovai. Se proprio non eravamo in grado di batterlo tanto valeva danneggiarlo il piu' possibile.
Poi trovammo Gulan, che si era messo a farneticare sul portare delle pecore su un'isola per il gigante, diceva che quel mostro non voleva fare del male a nessuno, e subito dietro il Purpureo ad appoggiarlo. Grazie al cielo Van Blade non aveva le fette di salame sugli occhi, e nemmeno il mago e Dudoc, tuttavia seguimmo quel piano strampalato e ci improvisammo pastori. Il mago sembrava proprio partito, accecato completamente dalla rabbia e dalla sete di vendetta voleva fare un bagno di sangue di pecore praticamente. Mentre Gulan portava le pecore al suo padrone, come lo chiamava lui, Dudoc ando' a dare una sbirciatina, e sentiva parlare di mucche ora. Classico, se riesci a sottomettere qualcuno non devi mai accontentarti ma continuare a sfruttarlo finche' ha vita, un ragionamento banale a cui puo' arrivare anche un ciclope. Tuttavia qualcosa ando' storto, Gulan torno' ferito inseguito dal mostro, inizio' il terzo combattimento, nel bosco questa volta invece che all'aperto. Le tenebre coprivano bene le nostre mosse, sarebbe stato meglio ancora se non ci fossero stati quei due fastidiosi e inutili dischi luminosi in quel cielo in cui le nuvole parevano solo un ricordo della notte precedente. Alla fine vincemmo. Gulan ovviamente se la prese a morte, come quel giorno con i coboldi all'uscita di Tirluk, ma poco importava, il lavoro aveva fruttato una ventina di monete d'oro che non erano affatto male, se anche il cavallo fosse sopravvissuto al tutto sarebbe stato perfetto.
Mi imbarcai da sola per Tirluk, era ancora notte. Anche le mare nero delle ore piu' buie si specchiavano le lune, sempre la' in cielo che guardavano dall'alto con il loro sorriso beffardo, luminose e splendenti quanto bastava per mettersi in mostra, ignorando le tenebre che avvolgevano le terre sotto di loro.
Tutto sommato era stato un buon lavoro, decisamente pericoloso, quella Compagnia pareva scegliersi sempre nemici grossi 20 volte loro...
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The Rick

Darker e io eravamo arrivati al braccio amico... da quanto tempo non rivedevo quella locanda...
Appena arrivati incontrammo subito un gruppetto di persone che si rivelarono per coloro che andavamo cercando, il gruppo che Darker aveva contattato per la faccenda del ciclope zoppo.
Ci avviammo verso le strade del Cormyr e dopo qualche tempo di galoppata giungemmo al bosco dove il ciclope aveva attaccato Darker.
Provammo la strategia che sfruttava la sua menomazione: farsi inseguire mentre veniva bersagliato di frecce, ma aimè c'erano solo due arcieri nel gruppo e così dovemmo soccombere.
Mi recai quindi a Suzail, alla Compagnia dello Zaffiro, famosa per le loro merci affidabili, e una volta ottenuti archi e balestra tornai indietro. Ci organizzammo meglio e questa volta riuscimmo a ferirlo in modo meno superficiale, tuttavia restava sempre un ciclope.
Ad un certo punto un monaco del gruppo, Gulan, sparì e venimmo a sapere che era stato schiavizzato dal ciclope, ma era deciso nella sua idea che il ciclope non fosse malvagio e che avesse solanto fame...
Prestai fiducia alle sue parole in un primo momento, quando tentammo di portare delle pecore dal ciclope per saziarlo, ma purtroppo il ciclope si rivelò per quel che era: un mostro.
Dunque non c'era più nessuna alternativa: dovevamo abbatterlo e, con la notte che copriva i nostri corpi in mezzo agli alberi, il ciclope non riusciva a distinguerci da essi e alla fine riuscimmo a farlo cadere.
Un pericolo in meno sulle vie del Cormyr.
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Gormor

Xellos era eccitato all'idea di entrare a Suzail, città dei maghi da guerra, a testa alta per incontrare il governatore e per la ricompensa come aveva promesso quell'archeologo di nome Darker.
Dopo aver saputo che il ciclope era zoppo la sua mente era piena di visioni del futuro, della vittoria, del potere...
e invece...
forse nella tattica c'era qualcosa si sbagliato pensò, o più probabilmente l'errore stava nei compagni riflettè poco dopo, fatto sta che quel ciclope anche se zoppo per ben 2 volte riuscì a farla franca e infine a rifugiarsi da qualche parte nella foresta.

Xellos era irritato, ormai... anche se sperava il contrario... sapeva in cuor suo che le cose non sarebbero andate come sperava, il ciclope si era dimostrato superiore al gruppo e ora Gulan farneticava qualcosa sull'aiutarlo, povero pazzo, no... non sarebbe stato li un momento di più.

Infine se ne andò...
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Gulan

Gulan sedeva sul traghetto per Tirluk facendosi cullare dalle onde del mare notturno, Dudoc di fianco dormiva producendo un leggero fischio ritmico, lo lasciò stare, cominciando con calma a prendersi cura delle sue lame, tutta quella salsedine poteva danneggiarle, e poi troppi pensieri quella notte lo tenevano sveglio, meglio trovare un modo per ingannare il tempo. Così il monaco dispose le armi dell'amico e le sue davanti a se e con dei batuffoli di cotone cominciò a prendersene cura, cercando di rispettare quelli che furono i voleri del forgiatore e cercando di tranquillizzare le lame che il pericolo era per il momento finito.
Quando finì coi pugnali dell'amico, perfette armi taglianti e bilanciate, Gulan si alzò e silenziosamente si portò a prua, la sua spada era ancora sporca del sangue del ciclope, il monaco sapeva che la lama pretendeva delle scuse così come voleva la tradizione, non scuse verbali chiaramente, ma una serie di gesti e movimenti rituali avrebbero calmato l'ira dell'arma.

"Certo.. ci ho provato... ma questo sangue che ti macchia dimostra la mia sconfitta. Questi uomini sono diversi da quelli di Xi-ling, questo denaro guida le loro azioni in tutti i momenti sono disposti a buttarsi nel fuoco dell'ira per qualche moneta... non capisco. Secondo te perchè fanno così? Anche Dudoc sono sicuro che come altri si è accorto che il ciclope voleva starsene nella sua tana con le sue pecore, per due volte si ritirò li, e per due volte poteva divorarci ma non lo fece... allora perchè? perchè non avere pietà?"

La lama non rispose se non rifliettendo fiocamente la luce della luna, non era ancora soddisfatta.

"Kalyra si è ritirata, saggiamente per la sua salvaguardia vero, ma non ha pensato al bene degli altri... forse avremo dovuto offrirgli una ricompensa anche per rimanere, ma siamo un gruppo dovremmo essere uniti senza che ci sia un motivo esterno.
Xellos si è rivelato per quello che è, tanta intelligenza, tanti studi, tanta saggezza che lui decanta... non lo giudico ma per un uomo che cammina sulla via della collera e dell'ira vivere forse è peggio che morire. Brucerà se non mette freno alla sua ambizione, brucerà e saranno quelli come lui a bruciarlo, poichè essi si arrampicano sui cadaveri di chi li oscura pur di arrivare alle loro mete... Gli altri hanno fatto quello che si erano prefissi di fare, senza valutare la situazione, o forse valutandola non so.. non sono io che devo giudicarli comunque.
Per quanto riguarda me... ho provato e ho fallito, per la seconda volta le apparenze mi hanno battuto e il male ha seminato ancora il suo seme, questa gente non capisce che per combatterlo non si possono usare le sue armi, la pietà sconfigge il male poichè lo avvilisce, uccidere lo alimenta creandolo ancora più solido e tangibile. Ma è comunque colpa mia, non avrei dovuto permetterlo... e tu ora sei sporca come io dei miei peccati tu lo sei di sangue innocente... ti chiedo perdono"

La nebbia notturna cominciò a diradarsi e in lontananza cominciarono a vedersi le prime luci di Tirluk. Gulan ripose la sua arma che ora sembrava risplendere e giaceva lasciva nella sua mano... giurò che non l'avrebbe offesa ancora, per nessun motivo.
 
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