Faerûn's Legends

gomitoli stoffe e scaramucce, 04/10/2006 da Feydrautha

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Mia S.
view post Posted on 30/10/2006, 20:44




Polette.

Era gia' da un po' che Koreg si trovava al negozio e provava provava..certo le ragazze erano tutte felici visto che ogni tanto si dimenticava di tornare nel camerino e donava loro una gradevole visione, certo non reggeva il confronto con il barbaro che era venuto con Ledah ma faceva la sua figura!
Polette cominciava ad avere dei crampi allo stomaco per la fame e la sua attenzione cominciava a venir meno, quando finalmente Koreg fa cenno di voler pagare, mentre la sartina e' tutta impegnata a fare i conti (che non sono affatto la sua specialità), la situazione prende una strana piega..
Polette viene ridestata dai suoi conti da una voce di donna agitata..
*no cavolo un altro furto no!* pensò
Era Mia S. la quale gridava qualcosa contro Koreg e il camerino..gia' Koreg..ma dove si e' cacciato?
L'unica cosa che Polette riuscì a capire era che tra quei due c'era qualcosa, ma non capiva che avesse fatto di male lui, insomma era venuto sola a ritirare un'ordinazione!
Si sa quanto sono pettegole le donne, e avrebbe voluto rimanere a vedere il proseguo del litigio ma era veramente troppo affamata quindi prese i soldi e ando' a casa.
Mia S. era un'ottima cliente e Koreg un caro amico, sperava di non averli persi per un fraintedimento.


Koreg Dunsen

Il poeta arrivò nella città degli spendori con mille pensieri.
Di solito la sua mente era un carosello di possibilità e combinazioni, di destini intrecciati tra la rete delle sue fantasie e le maglie della realtà, ma quel giorno era molto di più di questo. Si aggiungevano come in un calice troppo pieno piani e disegni che richiedevano una probabilità di riuscita altissima in un tempo brevissimo, mentre le vecchie memorie sospese su fili troppo sottili, tracimavano fuori dal calice dei pensieri.
Se avesse continuato ad arrovellarsi, avrebbe certo commesso degli errori e lui non poteva permetterseli in quel frangente. Ne andava della vita di una persona per lui importantissima, nonché della vita di un tipo curioso e del destino di altri.
Credeva di dover distrarsi e per questo era a Waterdeep. Una cosa che lo rendeva sereno erano due chiacchiere con una persona che considerava come un'amica, discreta e simpatica; quindi con il pretesto di ritirare un suo ordine molto grande, Koreg arrivò a passo spedito nel nuovo negozio di Polette.

Come sempre lei fu fantastica, sia nella disponibilità che nel gusto. Tra nuvole di stoffa e macchie di colore, il Faerun assunse un tono diverso e più leggero. Si parlava di moda e di ricami, mentre il poeta domandava e la sarta risponderva con competenza. Non avrebbe mai capito nulla di quello che significavano nel concreto, ma il prodotto finale era magnifico.
tra un simpatico commento ed un nuovo capo, venne il momento di saldare il conto, ma Tymora non voleva far terminare la giornata in maniera felice.

Tutto avvenne come ovattato nella mente di Koreg, appena il suo sguardo incontro quello di Mia che entrava all'interno della sede della Compagnia dello Zaffiro. Polette era impegnata a fare i conti, quindi il poeta fece un passo indietro verso la tenda dello spogliatoio e sparì come non fosse esistito.
La sua soglia di attenzione si era talmente abbassata che la vista di Mia aveva fatto ribollire tutti assieme i suoi pensieri, facendone tracimare alcuni che lo facevano sentire in colpa. Errori fatti prima di capire che per lui ci sarebbe stata soltanto una donna e che questa sarebbe sempre stata al di sopra delle altre.
Con la stessa velocità di come era arrivato, l'attimo di concitazione si placò e Koreg usci dal camerino con l'aria più innocente del mondo. Alle volte un attimo di tempo è un attimo di troppo, soprattuto se la donna che lo dovrebbe giustificare è intenzionata a fare il contrario.
Tutto precipitò sempre più in basso ed il poeta, che qualcosa delle donne capiva, lasciò andare le redini della discussione fino a quando Polette non si fu ritirata per la cena.

Tornò quindi al negozio e tentò di farsi perdonare qualcosa che in realtà non esisteva, ma la confusione lo schicciava facendogli dire le cose sbagliate al momento sbagliato, così Mia prese il suo cavallo e fuggì.
Koreg rimase con i piedi piantati sui ciottoli della via a gridare come uno sciocco, mentre i pugni chiusi tremavano e gli occhi rimanevano serrati a morza.
I dentri stretti che si comprimevano, si rilasciarono lentamente mentre gli occhi si aprivano in maniera ferma sulla strada bagnata di raggi di sole.

- Non adesso, non devo perdere di vista l'obiettivo primario. Sono uno stupido e devo imparare dai miei errori.

Il poeta si costrinse a sorridere, poi montò su Grumo e si diresse verso il Gate.

I pensieri tornarono tutti a galla ed i fili delle possibilità ricominciarono a cucire i punti della storia in mille modi, sempre diversi. Mentre i progetti ed i piani ricominciavano a formarsi, quello che era più importante per lui rimaneva in un angolo della sua mente ed ogni tanto lo stuzzicava con un pensiero singolo e forte. Un colpo di gond che sembrava dire in maniera alternata:
Sei uno sciocco ragazzo, impara dai tuoi errori.
Ti amava davvero.
Non devi perderla.


Mia S.

Parole, parole, parole..sempre parole, leggere, belle, come candide nuvole.Cosi' come le nuvole, fuggevoli.

Certo era stato dolce ascoltare le sue storie, mentre le sue mani intrecciavano movimenti armoniosi, dolci le sue poesie ed i suoi baci, rari come impronte solitarie in una valle coperta di neve fresca.

Era stato facile credere, perche' lei voleva farlo, innocente e sciocca.

Difficile aspettare, serate silenziose a scrivere lettere che non avrebbe potuto inviare, poiche' non le era concesso sapere dove.Sporadici incontri tra una sconosciuta avventura di lui ed una altrettanto ignota missione.
Sotterfugi, verita' non dette ma non completamente celate, e piani e progetti che lei non doveva venire a sapere.

E l'umiliazione dell'indifferenza in pubblico ...perche' lei non era abbastanza? perche' non voleva che le altre sapessero?

Era inutile pensarci adesso, non era piu' tempo per questi discorsi.
La delusione del trovarlo in quel negozio ad ordinare vestiti, piuttosto che stare con lei, dopo mesi di assenza....lo sconcerto per il suo nascondersi come un ladro, come un traditore...

Lui aveva provato a spiegarle e Mia, nonostante tutto, continuava a credergli.Ma sentiva che qualcosa si era rotto.
In quel negozio, mentre comprava vestiti per la giovane ragazza soccorsa la sera prima, Mia vide, per la prima volta, che cosa avrebbe voluto per se e si rese conto, con assoluta chiarezza, che con il poeta questo non sarebbe mai stato.
L'amore non finisce dall'oggi al domani, ma il tempo pone rimedio a tante cose....

 
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