Faerûn's Legends

(Ri)Sorga un Cavaliere

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view post Posted on 10/4/2016, 00:40

Incasinatore di Mondi

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La giovane finì di intrecciare gli ultimi punti del piccolo braccio della bambola di pezza, poi la strinse al petto colma di soddisfazione, iniziando a canticchiare una lenta nenia.

Otto anni, otto mesi, otto giorni.
Il sangue di mia madre bagnò la piazza di ciò che era la fattoria del padre del primo re.
Mai vendicata, mai dimenticata.
Privo di timore innanzi ai nemici, impavido e retto, Sorga un Cavaliere!


E nella notte un nitrito sinistro ed il rumore di zoccoli al galoppo scossero la foresta.
 
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view post Posted on 11/4/2016, 18:26
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Niubbo. Davvero.

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Draghi Purpurei e Maghi della Guerra del Cormyr
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Hanno
sacrificato
un bambino!


L'omone battè il pugno sul tavolo. Era nervoso, sanguigno. Riversava la rabbia su chi lo ascoltava colto nell'orgoglio. Gli sputava addosso le parole sbottando, senza più contenersi.
Davanti a lui Kaia e Belkas lo fissavano. Lo guardavano prendere le sue cose e uscire dalla taverna con il viso sdegnato e furente.
Ci vollerò le parole di una piccola ragazza dalla pelle d'ebano e dal cuore puro per riportarlo verso la ragione. C'erano battaglie che quel veterano non poteva affrontare da solo, ed ognuno doveva scegliersi le proprie.

[...]

Ore dopo un piccolo gruppo di uomini marciava verso la foresta, aprendosi il passo a colpi di spada. Keitel e Wolfgang conoscevano il posto, ci erano incappati tempo prima insieme a Belkas e alla maga di nome Clara e allora avevano deciso di ritrarsi dalla schermaglia per tornare in forze. L'illuskan gli indicò la radura, pensando che nulla potesse bruciare più di una ritirata di fronte al nemico.

La battaglia fu lunga ed estenuante. All'interno della foresta nemica frotte di non morti iniziarono a sorgere. Le invocazioni a Moradin di Dwinbar spazzavano via le orde nemiche, polverizzandole in lampi di luce. I due guerrieri tenevano le postazioni, schiantando lame e scudi contro gli incantatori nemici mentre gli incantesimi di Mina li proteggevano dalle magie nemiche.
Nel giro di qualche minuto il luogo divenne un ossario, l'albero nero coperto di sangue e cadaveri mentre il gruppo, per quanto stanco, non dava l'idea di volersi ritirare.

Quando l'ultimo nemico caddè lui arrivò.

Una risata fredda, innaturale. Lo scalpitio di zoccoli seguito da una carica mirata.
Avevano retto all'orda, ma non poterono nulla contro quella creatura. In pochi fendenti aveva aperto degli squarci enormi sulle loro carni. Colpi di una lama affilata, capace di tagliare via anima e carne in egual misura.

Wolfgang si teneva la mano mutilata, le dita ricrescevano poco a poco solo grazie al suo bracciale conquistato molti anni prima in un arena sabbiosa. Dei suoi compagni non c'era traccia, li aveva visti allontanarsi in direzioni diverse. Una rotta data dal dolore e dalla consapevolezza di non poter fronteggiare quella creatura.
Nella strada del ritorno incontrarono altri uomini, qualcuno desideroso di mettersi alla prova, qualcuno più saggio, mentre della maga o dei suoi resti non c'era più alcuna traccia.

Feriti nella carne e nell'orgoglio tornarono verso Suzail, decisi a riorganizzarsi ma consapevoli di aver fatto un grande errore.
Avevano liberato un antico male, e la loro mancanza gli concedeva ora di vagare indisturbato nella foresta.
 
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peace4peace
view post Posted on 11/4/2016, 19:27




La donna aveva deciso di unirsi al gruppo più per curiosità e per trarre giovamento dalla cosa, che per scopi ben più nobili. E non si era sbagliata, in quelle ossa consunte e frantumate scorreva ancora vivida l'aura arcana che fino a poco prima le aveva animate. Sarebbero state un ottimo reagente per i suoi esperimenti. E mentre lei raccoglieva con attenzione ciò che più considerava utile, quei tre continuavano a combattere imperterriti, senza sosta, come se l'orda non avesse mai fine. Più ne buttavano a terra, più ne emergevano dal terreno, pronti ad aggredirli. Pochi erano gli attimi di tregua che potevano permettersi, in uno di questi la maga intravide in lontananza qualcosa che aveva già visto. Un vecchio albero contorto, macabro e lugubre come l'aria che si respirava attorno. Tuttavia rivide anche qualcosa che non si aspettava di trovare: la stessa testa di fanciullo che qualche settimana prima un mago della guerra aveva portato con sè per risuscitarne il corpo al tempio della dea della fortuna. "Che ci faceva di nuovo lì? Come era possibile..?"
Le sue domande non ebbero il tempo di studiare una risposta, che una mano scarnificata le si poggiò sulla spalla. Corse, corse a più non posso, senza direzione, senza meta, fino allo sfinimento, fino ad una piccola radura in cui si nascose, aspettando che il peggio finisse. Trascorsero le ore e finalmente riuscì a trovare, stanca e stravolta, la carovaniera che l'avrebbe portata alla capitale del Cormyr.
 
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view post Posted on 11/4/2016, 20:23
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Assassino di Briganti

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Dove sbagliava?

Perchè ultimamente la cercavano per risolvere situazioni senza alcun margine di guadagno che non la riguardavano? Aveva forse scritto in faccia "benefattrice"?

Non erano lavori per guardie o quant'altro?
La Compagnia di avventurieri che stava cercando di tenere in piedi rischiava di diventare una sottospecie di sotto-ordine di paladini dei poveri di questo passo.

Ma c'era chi non capiva le sue preoccupazioni.

Rivedeva lo sguardo di Victia e Ralas di qualche giorno prima, rivedeva l'amarezza nel volto di Wolfgang, sentiva le sue urla.

"Io non devo niente a nessuno. E se questo fa di me un mostro, posso conviverci".

Si ripeteva mentalmente quel che aveva detto ai suoi compari riuniti in locanda per sfogarsi.


Sapeva che aveva ragione, ma perchè era così arrabbiata?
Cosa era quella sensazione fastidiosa che provava?
Solitudine? Rimorso?
Paura di non esser più "amata"?

Sciocchezze.

Forse si stava calando troppo nella parte di Kaia di Messemprar.

Aveva bisogno di tempo per riflettere, riguadagnare freddezza e decidere sul da farsi senza rischiare di farsi influenzare dalla rete di sentimenti "fittizi"e non, dietro ai quali aveva celato il suo vero io....

E magari rompere qualche mobile o incenerire qualche servo dell'enclave nel processo.



Edited by Thayan4ever - 11/4/2016, 21:54
 
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view post Posted on 11/4/2016, 22:33

Squartatore di Troll

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Il vecchio nano aveva ascoltato le storie sul sacrificio del ragazzino ai confini con la Sembia, si erano aggiunti alcuni riferimenti a non morti e necromanti e questo bastava per litigare col suo vecchio mulo nel tentativo di convincerlo a fare un viaggio così lungo.
Dwinbar seguì Wolfgang e Keitel lungo la via, tenendo d'occhio la ragazza vestita di verde che vedeva ancora un po'troppo fragile per una vita avventurosa.
Si diressero nella foresta fino al luogo che gli avevano descritto in locanda il giorno della partenza e non dovettero aspettare molto prima di iniziare una dura battaglia.
I non morti continuavano a circondarli in un costante frenetico tentativo di farli a pezzi, ma il gruppo di valorosi non esitava.
Dwinbar ripose lo scudo e impugnò con orgoglio il simbolo del Padre di Tutti i Nani. Il suo potere era sufficiente a spazzarne via a decine.
Fu una battaglia memorabile, interrotta da un suono di zoccoli che il vecchio nano riuscì a udire alle sue spalle.
Una fitta, un taglio sottile e preciso fra l'armatura e l'elmo, colse alla sprovvista il fiero sacerdote nanico mandandolo a terra con un sol colpo.
Con un filo di voce pronunciò una parola sacra che l'avrebbe risanato, almeno nel corpo.
I compagni erano dispersi e del cavaliere non v'era traccia. Dwinbar era consapevole di non essere abile a orientarsi nelle foreste così scelse di ripercorrere la strada a ritroso nella speranza di ritrovare i compagni nel luogo dove avevano lasciato i cavalli e il mulo.
Cosa avevano fatto?
Cosa avevano liberato nella foresta?
Un grosso macigno andava di colpo ad appesantire l'animo di un fiero servo di Moradin.
 
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view post Posted on 12/4/2016, 10:38
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Teppista

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Certo che la vita è in grado di essere stronza.
Ti si rompe un'arma in frontiera e decidi di passare il confine in direzione della città più vicina.

Ti perdi nel dedalo di strade commerciali e alla fine ti ritrovi nelle campagne della capitale della città nemica.
Le cose iniziano a non girare per il verso giusto. Controlli di nuovo che qualsiasi segno identificativo sia ben nascosto.

Chi sono? ti chiedi , non troppo sicura che per una come te sia il caso di inventarsi frottole


Le bugie hanno sempre le gambe corte, dicono, quindi decidi di essere semplicemente di essere semplicemente una versione più giovanile e spensierata di te stessa. Qualcosa che ti è sempre stato negato, un'interessante esperimento anche per te.

Fermi i primi passanti che trovi per chiedere informazioni.
Ti indirizzano verso un fabbro elfico, che si mostra essere parte dell'esercito da cui hai giurato di proteggere la tua terra, e ti sta anche simpatico.
Si propone di costruirti una nuova arma, infinitamente migliore della tua, in cambio di alcuni reagenti. Ma ai suoi occhi sei una ragazzina che gioca alla guerra, ti affida una balia.
La balia ti fà conoscere altre persone, altri draghi. Questi draghi parlano, fin troppo.
Sforano oltre i confini, comprensibile, lo fate anche voi.
Combattono nella terra di nessuno contro un'orda di non morti e le prendono, preoccupante, un affare simile mette in pericolo tutti.
Cercano di riorganizzarsi, ti tirano dentro, alcuni si tirano fuori. Un Drago del Nord dà di testa.

"Hanno sacrificato un bambino!" Sbraita, esce dalla locanda e si mette a tirar cazzotti al muro. Rabbia mista a senso di inevitabile.
Capisci il suo dolore, lo condividi. Ma sei stata addestrata a sopportarlo.
Per la prima volta da quando ti trovo in terra nemica sollevi la maschera. Una mano sulla spalla di quel bizzarro straniero, e calme parole per fargli riacquistare la lucidità.
Fà sempre strano vedere un soldato disperato. E' quasi un dovere dargli speranza, anche se fa parte dello schieramento avversario.
Hai sempre avuto il dono. I tuoi compagni ti seguivano nelle missioni più balorde e suicide grazie ad esso.

Chissà dove sono ora. Mi mancano.


Rientrate dentro, fai notare loro che dovrebbero coinvolgere il loro esercito, o glii Elmi Sembiani se vogliono avere buone probabilità di riuscita.
"Non se ne parla, è fuori confine e gli elmi sono corrotti che non muoverebbero un passo senza una tangente", dicono.
"Mettete una sentinella, almeno per evitare che l'orda vada via e scompaia per poi riapparire in un villaggio indifeso", riproponi e ti offri. Sei una mercenaria, vai dove ti pare d'altronde.
L'uomo del nord, che sembra quello in comando, accetta.
"Ma prima dobbiamo organizzarci".
Due notti dopo ti trovo di nuovo con il tuo amico-balia nelle campagne fuori Suzail a cercare altri reagenti. Un nano malridotto ti chiede aiuto.

Cavalcate fino ai confini, inoltrandovi nei boschi sterminati che uniscono le vostre due terre.
Trovi la compagnia di prima, sono tutti ridotti pessimamente.

"Abbiamo fatto qualcosa di malvagio". Bene. "Abbiamo liberato qualcosa, ci ha falciato tutti" Evvai.


Indovinate dove finirà quella cosa? Su chi non avrà una singola possibilità di sopravvivere.
Vogliono riprovare a dargli la caccia, il nano si dimostra essere un sacerdote di Moradin, ma non si rendono conto che nelle condizioni in cui si trovano basterebbe un Bugbear a metterli in una tomba tutti assieme.
E' ora di instillare un po' di buonsenso. Fortunatamente qualcuno ti dà corda. Alla fine l'evidenza li costringe a tornare nella loro città.

"Ho affari a Suzail ora. E sono in ritardo." Prima che possano prepararsi alla partenza parti al galoppo.
Segui la via carovaniera fin quando non scompari dalla loro vista. Svolti ad ovest verso i boschi.
Un attimo, e sei di nuovo un fantasma di frontiera.
Il cavallo, quasi abituato a quel modo di agire, se ne và al piccolo trotto. I rami si spezzano, gli animali scappano senza motivo apparente, mentre di gran corsa torni verso la tua terra.
Sei sfinita quando dopo diverse ore compari al fortino di frontiera Sembiano.
Finalmente puoi tornare ad essere ciò che sei.
Il passo è rigido e marziale, lo sguardo fiero. La spilla che ti identifica, di nuovo al suo posto.

Rapporto, priorità massima.
 
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view post Posted on 12/4/2016, 14:34
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Il vortice ai confini dell'Universo

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"Per favore Reclef, dalle una mano..."
Così Xan mi ha chiesto di mettermi in gioco per aiutare quella ragazza che non vuole neanche esser aiutata, ma accetto. Gli devo molto più di un semplice favore. Si è fidato di me, mi ha affidato un gioiello e devo ripagare il mio "debito di fortuna".
...
Come immaginavo, la ragazza è addestrata e non ho dovuto fare molto per aiutarla a recuperare quello che le serviva e, se non avessi visto l'espressione di Dwimbar così confusa e preoccupata, saremmo tornati anche presto...
...
Così abbiamo deciso di seguirlo ed oltre a lui abbiamo trovato anche Keitel ed un' omone dalla stempiatura cavalcante, nelle stesse condizioni fisiche e mentali. Dai loro discorsi pare che abbiamo risvegliato qualcosa di terribile.

Qualche ora dopo

"Reclef..va tutto...b"

il ragazzo crolla di schiena su un mucchio di fieno nella stalla di Suzail.

Qualche ora dopo (?)

..forse ho fatto male a controllare.
La curiosità è stata superiore alla ragione, ma questa avventatezza a qualcosa è servita: quel cavaliere stava sopra il corpo di una donna e l'avermi incrociato forse, le ha salvato la vita.
Dovrei ritenermi fortunato ad avere solo questa ferita alla spalla, anche se quello che brucia di più non è la sua fredda lama, ma il non esser riuscito a fermarlo.
Bisogna trovare un modo per sconfiggerlo, a tutti i costi.

Con questi pensieri, rimirando la notte attraverso la finestra della sua camera, Reclef provò a cercar riposo da quel dolore bruciante alla spalla sinistra.


Edited by Kralizec - 12/4/2016, 21:17
 
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view post Posted on 15/4/2016, 15:25

Squartatore di Troll

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Dwinbar ricevette la notizia che il cavaliere senza testa, per ora, era tornato nell'albero maledetto e fu come se un'intera montagna che pesava sul suo animo si fosse adagiata di colpo a terra.
La leggerezza di pochi attimi lasciò il posto alla consapevolezza, alla responsabilità: Dwinbar si sarebbe preparato, avrebbe rinvigorito la sua fede, il suo spirito e il suo corpo.
"Cominciamo da qui" pensò inoltrandosi con una coppia di improbabili compagni fra le fronde della fitta e letale foresta di Hullack...
 
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view post Posted on 2/5/2016, 02:58
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Assassino di Briganti

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Sommersa da un numero indefinito di testi di storia nella biblioteca di Suzail, Aeisha, uscita momentaneamente dal caos emozionale che iniziava a procurarle la sua
copertura prolungata, riconsiderava gli eventi recenti.

Presi da impazienza e sacro furore, Wolfgang, Keitel e gli altri si erano gettati a testa bassa contro quello che sembrava un esercito
di non morti al confine, ignorando il consiglio della maga di aspettare che Clara facesse delle ricerche prima di agire, e il risultato era stato che avevano sfiorato il disastro.

La comparsa del potente Non morto, il cavaliere senza testa, in apparenza invincibile, aveva preso tutti di sorpresa: dopo la sconfitta, nessuno aveva
osato mettere nuovamente a repentaglio la propria incolumità.

Erano passate settimane, altro era accaduto, sia alle loro vicende personali, sia nel non piu' tanto ridente Regno del Cormyr, ancor minacciato dagli orchi
sui picchi e dal Nero nemico, oltre che a quanto pareva da misteriose presenze demoniache, e chissa' che altro: la presenza di non morti nella Palude al Confine
con la Sembia al momento era davvero il loro ultimo problema.

Il progetto della Compagnia del Tallone d'avorio, era stato accantonato, dato l'abbandono dei membri di cui aveva piu' bisogno, e il piano della Maga Rossa di usare
la compagnia di avventurieri come ulteriore copertura, ma sopratutto come mezzo per aiutare gli inconsapevoli Cormyreani in maniera piu' diretta a sbloccare la questione sui Picchi, era in stallo.




***************************************************************

Spaesata, innervosita per il suo "Piano" andato in fumo, nonche', come aveva detto a Keitel
giorni prima, dalla sua incapacita' di fare il "Punto" sulla situazione del suo futuro nel Cormyr dato che continuava a cambiare, era caduta in uno stato di prostrazione.

Tuttavia, una cosa era chiara: c'erano ancora persone là in mezzo che prima o poi le sarebbero tornate utili, e voleva salvaguardarle dalla loro stessa irruenza per questo motivo, oltre che
per una crescente simpatia verso le bizzarrie di quegli occidentali male assortiti.
Non lo aveva fatto e aveva rischiato di perderli, e la sensazione che aveva provato a riguardo era pessima, fosse essa dipendente da una sorta di rimorso o
di perdita di controllo sul suo "gioco".

Ci aveva impiegato un pò, ma ora capiva dove aveva sbagliato, nel considerare la situazione come fossero scacchi, ordinati, logici, quando i Cormyreani
non lo erano.

Come pezzi erano poco affidabili, perche' tendevano ad agire di testa loro e costringevano i giocatori a rincorrerle, e ciò portava al paradosso che
erano le pedine a controllare i giocatori. Lo trovava intollerabile. Perche' doveva abbassarsi a essere lei a correre dietro alle pedine, nelle loro imprese folli?

Senza apparente motivo per chi la circondava, si lasciò andare in una espressione intrisa di nostalgia e autoderisione allo stesso tempo.

Ricordava, quando da bambina, lei e la sua governante, la "vera" Kaia, sulla terrazza della sua villa a Bezantur si godevano la vista del Mare di Alamber.
Una sconfinata massa azzurra, calma in apparenza, in realta' in eterno movimento.
Ricordava, quelle increspature sul mare.
Onde.
Per sfruttarle, bisognava cercare di prevederne i movimenti e assecondarli, non si potevano forzare.

Il Cormyr non era una scacchiera. Non più.

Era un Mare in balìa di forze ignote.

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"Kaia di Messemprar" aveva rimuginato per giorni sulla cosa, finche' qualcosa non aveva risvegliato in lei una pericolosamente lucida Aeisha Kaar.

Un'Onda.
Un Libro.

"Leggende delle Valli, volume sedicesimo".

Una Storia.

La storia di un condottiero, Virak Dum, al servizio del leggendario Re delle Valli Aencar, che per sfuggire alla terribile maledizione del mago Alacanther si suicidò decapitandosi,
risorgendo come cavaliere non morto privo della testa.
Secondo il libro, il non morto era stato evocato nel corso dei secoli da diversi incantatori, e sembrava impossibile da distruggere definitivamente a causa
degli incanti che lo animavano.

Una coincidenza? Certo, il libro aveva alcune incongruenze, come date palesemente inesatte, che avrebbe dovuto verificare...
Ma se si trattava dello stesso cavaliere, aveva una occasione irripetibile.

La faccenda era iniziata come una seccatura, ma si stava facendo DAVVERO interessante.

L'Orda sui Picchi era sempre il suo primo pensiero, e per sbloccarla i Cormyreani avrebbero avuto bisogno di ogni aiuto possibile, incluso
quello che non avrebbero mai chiesto o voluto. Inclusi i Maghi Rossi. Incluso uno spirito senza pace.

Non perse tempo, consultandosi col Mago da Guerra Xan Mekoring, che sapeva avere investigato sulla questione, e con il Drago purpureo Philip Barden, che
aveva cercato notizie riguardo al cavaliere presso gli archivi cormyreani.

Condivise con loro le sue supposizioni, i suoi incantesimi di divinazione con l'elfo, i suoi consigli su come usarli al meglio dato che essendo stato sul
luogo era il più indicato.

Condivise e apprese, apprese molto.

Una cosa non condivise.

Il suo sogno.

Scatenare Virak Dum e il suo esercito sui Picchi del Tuono.





Edited by Thayan4ever - 5/5/2016, 22:26
 
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