Certo che la vita è in grado di essere stronza.
Ti si rompe un'arma in frontiera e decidi di passare il confine in direzione della città più vicina.
Ti perdi nel dedalo di strade commerciali e alla fine ti ritrovi nelle campagne della capitale della città nemica.
Le cose iniziano a non girare per il verso giusto. Controlli di nuovo che qualsiasi segno identificativo sia ben nascosto.
Chi sono? ti chiedi , non troppo sicura che per una come te sia il caso di inventarsi frottole
Le bugie hanno sempre le gambe corte, dicono, quindi decidi di essere semplicemente di essere semplicemente una versione più giovanile e spensierata di te stessa. Qualcosa che ti è sempre stato negato, un'interessante esperimento anche per te.
Fermi i primi passanti che trovi per chiedere informazioni.
Ti indirizzano verso un fabbro elfico, che si mostra essere parte dell'esercito da cui hai giurato di proteggere la tua terra, e ti sta anche simpatico.
Si propone di costruirti una nuova arma, infinitamente migliore della tua, in cambio di alcuni reagenti. Ma ai suoi occhi sei una ragazzina che gioca alla guerra, ti affida una balia.
La balia ti fà conoscere altre persone, altri draghi. Questi draghi parlano, fin troppo.
Sforano oltre i confini, comprensibile, lo fate anche voi.
Combattono nella terra di nessuno contro un'orda di non morti e le prendono,
preoccupante, un affare simile mette in pericolo tutti.
Cercano di riorganizzarsi, ti tirano dentro, alcuni si tirano fuori. Un Drago del Nord dà di testa.
"Hanno sacrificato un bambino!" Sbraita, esce dalla locanda e si mette a tirar cazzotti al muro. Rabbia mista a senso di inevitabile.
Capisci il suo dolore, lo condividi. Ma sei stata addestrata a sopportarlo.
Per la prima volta da quando ti trovo in terra nemica sollevi la maschera. Una mano sulla spalla di quel bizzarro straniero, e calme parole per fargli riacquistare la lucidità.
Fà sempre strano vedere un soldato disperato. E' quasi un dovere dargli speranza, anche se fa parte dello schieramento avversario.
Hai sempre avuto il dono. I tuoi compagni ti seguivano nelle missioni più balorde e suicide grazie ad esso.
Chissà dove sono ora. Mi mancano.
Rientrate dentro, fai notare loro che dovrebbero coinvolgere il loro esercito, o glii Elmi Sembiani se vogliono avere buone probabilità di riuscita.
"Non se ne parla, è fuori confine e gli elmi sono corrotti che non muoverebbero un passo senza una tangente", dicono.
"Mettete una sentinella, almeno per evitare che l'orda vada via e scompaia per poi riapparire in un villaggio indifeso", riproponi e ti offri. Sei una mercenaria, vai dove ti pare d'altronde.
L'uomo del nord, che sembra quello in comando, accetta.
"Ma prima dobbiamo organizzarci".
Due notti dopo ti trovo di nuovo con il tuo amico-balia nelle campagne fuori Suzail a cercare altri reagenti. Un nano malridotto ti chiede aiuto.
Cavalcate fino ai confini, inoltrandovi nei boschi sterminati che uniscono le vostre due terre.
Trovi la compagnia di prima, sono tutti ridotti pessimamente.
"Abbiamo fatto qualcosa di malvagio". Bene. "Abbiamo liberato qualcosa, ci ha falciato tutti" Evvai.
Indovinate dove finirà quella cosa? Su chi non avrà una singola possibilità di sopravvivere.
Vogliono riprovare a dargli la caccia, il nano si dimostra essere un sacerdote di Moradin, ma non si rendono conto che nelle condizioni in cui si trovano basterebbe un Bugbear a metterli in una tomba tutti assieme.
E' ora di instillare un po' di buonsenso. Fortunatamente qualcuno ti dà corda. Alla fine l'evidenza li costringe a tornare nella loro città.
"Ho affari a Suzail ora. E sono in ritardo." Prima che possano prepararsi alla partenza parti al galoppo.
Segui la via carovaniera fin quando non scompari dalla loro vista. Svolti ad ovest verso i boschi.
Un attimo, e sei di nuovo un fantasma di frontiera.
Il cavallo, quasi abituato a quel modo di agire, se ne và al piccolo trotto. I rami si spezzano, gli animali scappano senza motivo apparente, mentre di gran corsa torni verso la tua terra.
Sei sfinita quando dopo diverse ore compari al fortino di frontiera Sembiano.
Finalmente puoi tornare ad essere ciò che sei.
Il passo è rigido e marziale, lo sguardo fiero. La spilla che ti identifica, di nuovo al suo posto.
Rapporto, priorità massima.