| The Chosen One |
| | ~ ♫ ♪ ♥ ♪ ♫ ~ Cammino in un campo colmo di fiori colorati. La brezza soffia lenta, aria calda e salmastra che viene dal mare. Il canto degli uccellini sugli alberi si incontra col frinire dei grilli nell’erba, creando una melodia tanto piacevole da indurmi all’idillio del sonno ristoratore. Una musica distante risuona nel vento... una voce mi chiama. Mi avvicino lenta alla costa, la sabbia calda scivola fra le dita dei piedi, solletica piacevolmente la pelle. Scorgo in lontananza una piccola barca, una vela colorata, la intravedo cullarsi fra le onde calme, sospinta dalla brezza verso riva. Ma più la osservo, più mi rendo conto che qualcosa, attorno a me… sta cambiando. La mia mente divaga mentre il calore del sole diventa sempre più freddo, come se venisse risucchiato via dall’aria attorno. Il canto e il frinire stridono all’improvviso, odo il gracchiar dei corvi più neri, irrita le mie orecchie. La sabbia sotto di me diventa fredda, bagnata, gelata. Mi sento improvvisamente nuda, infreddolita, spaventata, mentre il pallido sole svanisce dietro una coltre oscura. E quella barca si avvicina… sempre più… le vele ora nere, come la notte senza stelle. Una figura in piedi, ammantata di nero, mi indica facendo cenno di salire a bordo. Ho paura. Paura di morire. Eppure i miei piedi muovono verso la barca. Una nenia risuona nell’aria pesante e tetra… Ella mi sta chiamando…
"Sussurra... il... mio... Nome…"
Svegliarsi all’improvviso, ansimando e tremando. Passarsi le dita fra i capelli, guardandosi attorno, rendendosi conto che è ancora notte fonda. Un gesto secco della mano fa sparire le coperte, improvvisamente troppo pesanti da sopportare. Manca aria, si soffoca qui dentro, è il primo messaggio della mente ancora indolenzita dal sonno interrotto. Spalancare le finestre e respirare l’aria salmastra del Porto. Forse è stato un errore. Subito alla mente ritorna nitido il ricordo del sogno, mentre l’aria fredda del primo mattino le colpisce il volto come un pugno. Lo scroscio delle onde contro le banchine. Le navi scure dei pescatori che rientrano dopo la pesca notturna. La mente si risveglia all’improvviso, attiva e scattante come sempre. Una mente astuta e calcolatrice, ora distratta da una spiacevole sensazione di deja-vu. Di nuovo quel sogno, questa volta interrotto molto presto. Meno male, pensa lei. Ma ormai, l’incantesimo del sonno è spezzato ed è quasi mattino. Capita sempre più spesso nelle ultime notti, da quando si è recata nel Cormyr, sempre più distante da casa. Girare le città lungo la costa, fino a giungere a Suzail, la leggendaria Perla del Commercio. La dimora di Nobili e Re. Una metropoli splendida, capace di rivaleggiare con le civiltà meravigliose e sconosciute sparse per il Toril. Cavalieri in armature scintillanti e dame addobbate con miriadi di colori sfavillanti. Eppure, come ogni meraviglia baciata dal sole, anch’essa ha le sue ombre. Ed ella poteva contarle, una dopo l’altra, a cominciare da quel porto sudicio e puzzolente di pesce. Appoggiata allo stipite della finestra, poteva contemplare quelle ombre che lentamente si ritiravano, spaventate dall’Alba che a breve sarebbe sorta, per spazzarle via. Ma mai la Luce avrebbe potuto cancellare del tutto l’odiata sorella. In fondo, l’una dipende dall’altra, come due facce della stessa medaglia.
I ricordi la assalgono in una ondata impetuosa. Il passato nei suoi momenti migliori e peggiori. Gli anni felici dell’infanzia, dove nemmeno la povertà poteva scalfire la speranza di un cuore giovane e forte della vita. L’abbraccio caldo e affettuoso di una madre gentile. I ceffoni e le percosse di un padre ubriaco. Il tempo passato a sventrare pesci e ripulire carcasse di animali destinati al mercato. Le erbe raccolte con la madre nelle giornate di bello e cattivo tempo. I primi amori e successive delusioni. Quanti anni sono passati? Non abbastanza, dopo quell’episodio. Ma ormai erano solo ricordi, molto è cambiato ad oggi. Guarda le agili mani, dita lunghe e sottili, ben curate. Un vanto per una donna che non ha mai potuto vivere da signora, negli agi e nel benessere. Eppure l’apparenza è importante, la prima impressione sugli altri quella che conta. Sempre sicuri, mai esitanti. Quantomeno per chi pensasse all’apparenza. Ma si può sempre migliorare, l’importante è tirare avanti e non dimenticare mai l’obiettivo principale.
Chiude le finestre, si lava e riveste, un nuovo giorno inizia. E un nuovo, subdolo mal di testa affiora, succede sempre dopo quel sogno. Ed il pensiero della madre, ora stranamente intenso ed al tempo stesso dolcemente nostalgico, riaffiora con prepotenza. Ricacciare indietro le lacrime non è così facile, peggio singhiozzare con un nodo in gola.
“Avevi promesso che non mi avresti mai abbandonata… mi manchi da morire, Madre mia.”
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