Faerûn's Legends

Oltre il "confine"

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view post Posted on 24/5/2017, 14:54
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Il vortice ai confini dell'Universo

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Seduto al Maelstrom, una figura se ne stava in penombra a sorseggiare una buona annata di rosso illuskan.
I commensali ne arricchivano il panorama con vociare sommesso,
perfettamente conforme all'eleganza del luogo
.


Thethinker

Venizhar adorava quei momenti di solitudine, nella folla.
Trovava affascinante tutta quella “umanità” che si mostrava non tanto per quello che era,
ma per quello che voleva apparire.
Era uno spettacolo continuo, dove ogni ballerino vi partecipava senza quasi accorgersene,
in un valzer da capogiro, dove, se si trovava un solo momento per rifiatare,
ti veniva da chiedere: chi sono?

Possiamo dire d'essere il nostro passato?
Nel pensarlo, si rischia di finire a dilungarsi sulle vicissitudini esperite,
quelle che ti hanno condotto all'adesso:
ma questo porta a dire il perché, non il cosa.

Appoggiando appena il calice alle labbra ed ingollando un lieve sorso, lasciò ai tannini la conquista del gusto, portandolo su nuovi sentieri di riflessione.

Forse la risposta risiede nel grado di volontà che ha portato alla creazione dei personali principi di condotta morale-etica?
Questo può anche essere vero, ma siamo sicuri che ciò che per me è giusto, lo è per tutti?

Non cercò la risposta, finendo per studiare nuovamente la gente attorno:
chissà se erano a consocenza della quantità smisurata di fili invisibili che governavano ogni cosa nel loro mondo,
grande o piccolo che fosse...
Di certo non spettava a lui questo compito, provando (in una nicchia del pensiero),
una sottile invidia all'inconsapevolezza della stragrande maggioranza delle persone.


Come biasimarli?
La coscienza sveglia la Paura, un cane a tre teste che ringhia e fa la guardia alla parte più profonda dell'Io,
guardiano e deterrente che porta al non osare, ad evitare di scorgere anche la più piccola scintilla al di là dell'orizzonte.

Lui ricordava il prezzo che dovette pagare per abbattere quella "bestia", ma non provava rammarico.
Benediva il giorno e la notte per esser entrato in quella valle nebbiosa,
sulla fune tesa nel baratro, con un boia alle calcagna...


Lasciò una buona mancia e si dileguò nella notte della Splendente.



Edited by Kralizec - 27/5/2017, 16:47
 
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view post Posted on 27/6/2017, 13:25
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Calimport 1381
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market-cairo-18781

Per le vie del mercato si poteva trovare di tutto:
spezie, armi, armature, pozioni, droghe, vesti, schiavi, assassini.... tutto ciò che può esser venduto/barattato.
Bisognava solo aver “occhio” per saper cogliere il buon affare.

Lui però non aveva necessità alcune, o meglio, non materiali,
solo di un posto dove riflettere e meditare su quanto era accaduto.
Davor Ioulam ucciso, i piani di quell'essere andati in fumo.
Era stato parte di un gioco: pedina e marionettista in un solo ruolo.
Ne era rimasto scioccato e deliziato allo stesso tempo.
Non pensava d'esser capace di certe azioni e di certi pensieri...
Ricordava allora le parole di Caleb:


<<ricordati che quando osservi qualcosa, quel qualcosa guarda anche te..>>

Si.
Qualcosa lo aveva puntato, sigillandosi per sempre dentro quel suo occhio “estraneo”.
I compagni lo avevano abbandonato, ben consci di esser vivi grazie a lui,
ma anche di esser finiti in quella brutta faccenda per colpa sua.


<<il gioco degli opposti...>>

Camminando a passo lento sulla banchina del porto,
una vecchia se ne stava seduta con un mazzo di tarocchi in mano.
Quando vide il giovane stregone, sorrise, mostrando un'arcata orale con solo qualche dente,
ma due occhi piccoli, con una luce che lo incuriosivano.


“Dimmi giovane, vuoi che ti legga il futuro..?”


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Waterdeep, 1387
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Il ricordo della vecchia tornò alla mente,
sovrapponendosi quasi alla bella ragazza dai capelli rossi che gli stava leggendo le carte.

L'imperatore, il passato
La ruota, il presente
Il Sole, il futuro.


Seduti alla Coppa di Rame, Strea osservava con attenzione quelle carte scelte da Venizhar:


“Riguardo quei due progetti di cui siete in pensiero, le carte sembrano chiare..”

Senza mostrare il minimo segno di ansia,
lo stregone osservava la sacerdotessa della signora d'Argento con il suo unico occhio buono.


“L'imperatore è una carta molto rara nel passato.
Significa che avete investito molto nei vostri intenti e che la vostra determinazione vi ha ripagato...”


“La ruota è anch'essa un segnale positivo, ma intende anche che qualcosa in questi vostri progetti è rallentato....però,
sembra che andranno a buon fine...”


“Il Sole, infine, è la carta più positiva che potesse capitarvi per quanto riguarda il futuro.
Il successo è davanti a voi, quasi assicurato, ma la misura di questo successo sarà determinato dalla vostra cautela..”


Venizhar allungò la moneta di platino che l'interrogazione dei tarocchi richiedeva e salutò con un piacevole sorriso la giovane ragazza.


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Waterdeep, qualche sera dopo...
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“Grazie di esser venuti, tornate a trovarci!”

Salutò con fare allegro e cordiale gli invitati alla festa d'apertura della nuova sede della Compagnia dello Zaffiro.
Gli piaceva quel nuovo mondo, non tanto per i guadagni,
ma per le numerose sfaccettature insite nella stessa natura degli affari.
Era un'Arte anch'essa, ed aveva raggiunto una maturità mentale e pratica che lo facevano danzare con i giusti passi in quella “veste”.
Lasciò i Soci e i collaboratori a sistemare le ultime cose, a festa ultimata, ed uscì.
Focalizzò la mente, inquadrando un luogo che era scolpito dentro il cuore.

Recitando brevi parole, viaggiò attraverso il piano astrale,
giungendo in un battito di ciglia sulla collina dove era cresciuto, a pochi passi da Redspring.
La roccia a picco sul fiume, la Sua roccia.
Si spogliò delle vesti, rimanendo nudo alla luce della notte.
Allargò le braccia, lasciandosi cadere nel fiume.

Il gelo dell'acqua lo aiutava sempre a svestirsi di tutti i pensieri,
vuotandogli la mente.
Nessuna maschera in quella sensazione pungente sulla pelle.
Non era Venizhar, non era l'uomo d'affari, non era l'Adepto della Torre dell'Ordine Vigile.
Era solo la forma più cruda di sé.
In quei momenti, la verità era l'unico luogo possibile.

Aveva bisogno di prender contatto con quella parte,
giunto quasi al compimento di quel piano che da anni ormai stava elaborando
assieme al suo "vecchio" amico.

Uscì dall'acqua, stagliandosi alla luce della Luna con la pelle intirizzita dalla fresca brezza serale,
ma con l'animo ben saldo e consapevole.

Nonostante tutto e tutti, lui era
e sarebbe sempre stato
Il Lupo.

Venizharrone



Edited by Kralizec - 6/8/2018, 10:12
 
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view post Posted on 20/1/2018, 13:08
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~T~

Alle volte anche i più grandi progetti non sono altro che specchi per allodole,
distrazioni necessarie per non smetter di sognare.

Essere qualcosa di più di un semplice incantatore,
significa anche saper valutare quando è il momento di fare quattro passi indietro.
Non bisogna vergognarsi, anche se l'Ego protesta ferito,
quanto piuttosto comprendere il valore della constatazione:
solo così si può gettare la linea di demarcazione che separa colui che ha successo davvero,
da quello che crede soltanto di averlo.


Forse mi sono montato la testa dopo tutto quello che è accaduto negli ultimi dieci anni...

Se solo aprissi l'archivio delle vicissitudini passate,
capireste che questa superbia è il fendente di spada che mi ha permesso di sopravvivere fino ad oggi;
l'arma più potente che possiedo, la mia grande debolezza.

Certo, non è compatendosi che si raggiunge un obbiettivo,
ma per evitare una trappola, conoscerne l'esistenza,
non è forse il primo passo per evitarla?

Così mi fermo, ancora una volta, e ricomincio.

Tutte le volte che arrivo a questi punti,
mi sembra di tornare al giorno in cui abbandonai quella casa sulle colline
che era diventata troppo piccola per contenere quel dono apparso alla luce degli eventi.

Adesso, come allora, seguo una strada che non so dove mi condurrà.

Se finora non ho raggiunto il cielo volando,
lo farò dal basso,
costruendo le fondamenta di un bellissimo castello,
grande abbastanza da graffiare gli astri della notte.

E' un gesto feroce, quasi mite.
E' il colore che tingerà un'esistenza.

WVK

 
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view post Posted on 12/2/2018, 15:06
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~T~

Non gli capitava spesso di passeggiare per le strade del porto di Waterdeep
ed era curioso notare come gli sguardi delle persone erano così diversi dagli sguardi della città.
In città vi era una tale quantità di ricchezza in ogni dove,
che fra tante persone distinte si faceva fatica a notarsi, ma laggiù al porto, tutto era differente.
Gli occhi puntavano il particolare, l'essenziale.
Era un qualcosa che Venizhar apprezzava dopotutto.

Ad ogni passo fra i banchi di pesce fresco, reti e strani individui che chiedevano l'elemosina,
poteva quasi comprendere come si sentiva una gallina dinnanzi un branco di faine:
vesti impeccabili, gioielli sfavillanti che creavano strani giochi di luce nel loro riflesso ed un passo sicuro.
Chissà quanti erano già pronti a fargli la pelle per derubarlo dei suoi averi?

Sorrise.

Era laggiù per un motivo ben preciso e raggiunto il molo a nord, si palesò finalmente quella ragione:

adagiato su supporti massicci, poggiava la grossa chiglia di un veliero ancora in costruzione,
attorno al quale lavorava alacremente una squadra di carpentieri
guidata da quella strana donna dai capelli rossi che tutti gli avevano indicato come la migliore:
Panya la marinaia, una donna sveglia e capace che si mise subito all'opera quando lui andò da lei con una cassa colma di platini.
S'accorse subito del suo arrivo:

“Signor Kralizec! Che piacere!”
scendendo da una scala,
“..come vede abbiamo quasi ultimato il calafataggio della chiglia
e cominceremo a breve la costruzione dello scafo”.

Nonostante non fosse un esperto, non poteva che ammirare la lucentezza e la rotondità del legno.
In fin dei conti, se Waterdeep era famosa, lo doveva anche ai suoi formidabili carpentieri.

“Noto con piacere che vi state dando da fare signorina Panya ...”
aria compiaciuta,
“...continuate pure a lavorare, non badate a me, ero venuto per godermi questo futuro gioiello dei mari.”

La donna fece un rapido segno d'assenso e tornò a dar disposizioni.

veneveliero

Tutto stava procedendo secondo i piani.
Non restava che attendere il responso del funzionario Blackrose.



Edited by Kralizec - 12/2/2018, 19:01
 
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view post Posted on 6/8/2018, 09:10
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~T~


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Calimport 1382
Mercato degli Schiavi, in un anfratto della medina
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Un uomo è prostrato davanti ad uno scranno ad implorare pietà.

"Ve lo giuro mia Signora! Non l'ho rivenduto il carico, siamo stati derubati!"


La voce dell'uomo tremava mentre la figura seduta lo osservava:
Lei, Amirha El'Zahir, una calishita sconosciuta ai più,
che da qualche tempo era riuscita a farsi un nome fra chi viveva all'ombra della legalità,
pareva aver già deciso la sentenza per quel suo servo incapace.

Vendeva giovani uomini dalla pelle bianca e dai capelli dorati,
una merce che andava a ruba da quelle parti.
Nel giro di pochi mesi, aveva già accumulato una discreta fortuna,
cominciando ad avere anche una certa influenza.
Per questo Davor Ioulam, aveva posato gli occhi su di lei.
Venizhar era quasi certo che la utilizzasse per qualcosa;
l'aveva visti parlare qualche tempo prima e certamente,
se voleva comprendere le trame di quell'uomo, doveva andare più a fondo.
Fu così che, utilizzando alcuni incanti d'occultamento, liberò gli schiavi,
e come aveva previsto, il terrore del custode delle gabbie,
lo aveva portato direttamente dalla temibile El'Zahir.
Attraverso gli occhi del suo famiglio, che all'epoca era un piccolo serpente,
osservò la testa del custode ruzzolare sotto la mannaia degli sgherri della schiavista.
"Ripulite tutto e preparatemi un bagno di latte"
ordinò perentoria la calishita.
La donna si levò le pesanti vesti nere
e la maschera che celava la sua identità per immergersi nella vasca di nettare bianco,
senza abbandonare però il kryss che teneva sempre legato al collo, pronto all'azione.
Immersa e coccolata nella vasca,
si accorse con un leggero ritardo della presenza di Venizhar,
una distrazione che le costò la sottomissione all'incanto di paralisi
che lo stregone gli aveva lanciato.
Negli occhi della donna vi era la furia omicida, ma non poteva muovere alcun muscolo.
"Rilassati, starai così per diversi minuti..."
le sussurrò all'orecchio ed intonando una litania,
congelò il latte e tutto il corpo della donna all'interno della vasca,
lasciando scoperta solo la testa.
Quando la paralisi terminò l'effetto, la donna poteva a malapena muovere la bocca.
"Urla e la tua vita terminerà nello stesso istante in cui il fiato lascerà le tue labbra"
l'avvisò con calma.
"Cosa vuoi da me?"
le chiese con voce sottile ed avvelenata.
"Voglio solo che mi parli di quell'uomo che viene spesso a trovarti, quel Davor..."
fece una breve pausa "...cosa vuole da te?"
Amirha rimase qualche secondo zitta,
come cercasse una via di fuga da quella situazione che la vedeva in netto svantaggio.
"...paga per sostituire alcuni miei schiavi con dei mutaforma,
ma non so il perchè, nè mi interessa. Il suo oro è il mio silenzio."

Venizhar sorrise.
Il mosaico delle trame invisibli di Davor Ioulam cominciava a dipanarsi con chiarezza.
"Ti ringrazio..."
le accarezzò la guancia con l'indice della mancina.
"Non hai idea contro chi ti sei messo!"
ringhiò feroce la donna
"Oh..." Venizhar le sorrise "...hai proprio ragione".

In quella sera d'estate,
un terribile incendio ridusse in cenere quel covo anonimo nella medina della città.
Di Amirha El'Zahir, si persero completamente le tracce
.


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Baldur's Gate, 1387
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Chi l'avrebbe mai detto che un giorno gli sarebbe stato utile il ricordo di quella donna.

Le ricerche sul Cristallo Netherese erano giunte ad un punto cruciale.
Quel frammento poteva nascondere un catalizzatore dalle potenzialità immense,
ma raccogliere informazioni sul suo utilizzo era quasi impossibile.
Erano mesi ormai che cercava disperatamente qualche indizio che potesse aiutarlo
ed era disposto a qualsiasi cosa pur di ottenerlo.
Poi, quasi per caso, frequentando il porto, dopo il varo del Maurg,
il veliero messo a disposizione della città di Waterdeep,
venne a conoscenza di alcune pergamene ritrovate in alcune rovine dell'Anauroch
che probabilmente, erano in possesso di un Illithid a Skullport.
Fu così che quando Corwyn Banedon si mise alla ricerca di persone per andare in quel porto sottoterra,
Venizhar assunse l'identità di Amirha El'Zahir e lo agganciò:
La ricerca della sorella del giovane mago,
poteva essere l'espediente per raccogliere maggiori notizie su quelle pergamene,
con la speranza che potessero essere utili per fare un passo decisivo verso la realizzazione del suo progetto.
Rinchiuso nel suo laboratorio, schermato dal piombo e con le pergamene di vuoto mentale,
lo stregone modellò il proprio corpo:

Amirha El'Zahir era di nuovo su Faerun.

Amirha



Edited by Kralizec - 7/8/2018, 22:39
 
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view post Posted on 7/2/2022, 09:31
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~T~
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Compagnia dello Zaffiro – Magazzino
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"Lo sapete vero, che volendo potrei guarirvi quell'occhio?”
Così Evan Greenfox esordì nei pochi momenti in cui lui e sua cugina si presentarono a Ven.
Sorrise alla proposta.
Dopotutto, come poteva spiegare che in quell'occhio era racchiuso molto di più di una semplice menomazione?
Ciò che era in grado di scrutare, andava ben oltre il velo del reale:
gli aveva permesso di scorgere le trame invisibili che governano il mondo e questo, aveva influenzato inevitabilmente il Dono in suo possesso.



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Torre dell'Ordine Vigile dei Maghi Protettori – Ufficio del Guardiano.
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“Vorrei propormi come agente commerciale per conto dell'Ordine, Par.”
Una semplice frase che venne accolta con apparente compiacimento dal Guardiano Par Elidan Firenweer.
I molti anni di esperienza con lo Zaffiro,
lo avevano reso un'eccellente mercante e piuttosto spregiudicato nel ricercare il successo negli affari.

Neanche il tempo di godersi il suo nuovo ruolo, che il Guardiano lo incalzò:

“Vorrei che ti occupassi di un progetto: aprire una nostra sede commerciale al Gate”.
Queste parole risuonarono come una sfida per lo stregone.
“Cercherò di fare del mio meglio...”



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Ufficio dell'Alto Connestabile di Baldur's Gate.
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Dopo un lungo colloquio dove entrambi sfoggiarono la loro migliore retorica,
Asiya Chelu arrivò finalmente al sodo:

“La tua proposta non mi convince e non convince neanche i Duchi”

Come immaginava, le cose non sarebbero state semplici,
ma aveva sottovalutato quanto potesse essere forte il timore di un potentato economico come l'Ordine.
Tuttavia, la donna gli aveva lasciato uno spiraglio e Ven decise che sarebbe partito da quello.


*Molto bene. Se pensano che me ne starò fermo e buono, si sbagliano di grosso*

Da quello spiraglio, lo sapeva,
ci si poteva “piantare” una leva che avrebbe potuto sollevare il peso che al momento arginava le sue ambizioni.


*Attenderò immobile, e al momento opportuno, mi piegherò come un ramo nella tempesta.*

Dopotutto per lui quelle faccende d'affari non erano altro che un'occasione per sfoggiare le proprie abilità sociali,
che affinavano il suo intuito come una cote, adattandosi ad un ritmo ed un tempo che prima o poi, avrebbero dato i loro frutti.
Tuttavia, c'erano altre faccende che richiedevano la sua attenzione e di certo, non meno importanti.
Bisognava trovare una guida che avrebbe condotto lui ed il collega dell'Ordine,
Lestac Berzef, nella tana di un Beholder per recuperare un componente essenziale di un progetto ambizioso che aveva deciso di supportare.

Quando si muoveva su vari fronti,
Venizhar sentiva gorgogliare la bestia ferina che dimorava nel suo cuore, accendendo una fiamma nera,
docile e tiepida, ma pronta a bruciare ogni cosa sul suo cammino.




venzix



Edited by Kralizec - 24/1/2024, 17:49
 
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view post Posted on 13/7/2022, 16:24
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~T~

Nel momento stesso in cui la testa dell'ultimo emissario delle sei dita abbandonò la presa dei suoi artigli, seppe già cosa stava accadendo.

vendiablo1

Uno spartiacque si era imposto con forza incontrollabile e con così grande intensità, che Ven non poteva ignorarlo.
Una volta tornato a Waterdeep consegnò ogni effige ed ogni chiave d'accesso a quella Torre
che per circa un decennio era stata l'incubatrice della sua ispirazione.
I colleghi dell'Ordine Vigile lo guardarono stupiti, conoscendo l'operato dello stregone durante la Guerra delle Furie
nel ruolo di Sentinella, ma percependo nel suo sorriso una tranquilla determinazione,
nessuno osò chiedergli nulla.

Chiuse la porta dell'edificio e sentì l'importanza di quel momento.
Rappresentava la fine di un capitolo della sua esistenza.
L'unica domanda era: cosa fare adesso?

Ciò che era accaduto in quell'anno aveva cambiato nettamente le sue prospettive.
Si era lasciato coinvolgere molto da Evan e Vanja e per carità,
era stato senz'altro un passo di qualità nell'ottenere maggiore fama e ricchezza,
ma aveva compreso che quello era solo un orpello rispetto a quel che sentiva davvero.

Esser braccato, trovarsi al limite fra l'esser usati e l'usare, aveva risvegliato una consapevolezza che finalmente ricordava.
Aveva in mano alcuni elementi sui quali lavorare per cominciare questo nuovo cammino.
Tanto per cominciare aveva deciso di dedicarsi completamente allo studio dell'incantamento dei bastoni,
arte che già ben conosceva, ma che per via un acquisto recente aveva assunto tinte affascinanti e d'interesse.
Inoltre, sapeva che molto presto avrebbe incontrato nuovamente Asthar,
per parlare finalmente faccia a faccia e a carte scoperte.

Molte domande affioravano nella mente,
ma ricordò a sé stesso che la sua esistenza e il suo potere non avevano niente a che fare con la razionalità.
L'ordine lo aveva plagiato in qualche modo, insegnandogli anche molto,
ma soffocando la naturale tendenza degli innati a seguire le tracce invisibili,
i sussurri senza voce che la Trama stessa suggeriva.

Dopo molti anni sentiva di aver compreso su quale palcoscenico si muoveva Caleb.
Stava cominciando ad udire la melodia dell'orchestra sulla quale imparare i primi passi di quella danza,
che lo stregone Venizhar, aveva appena ricominciato a gustare: la Vera Vita.


~×~



Edited by Kralizec - 24/1/2024, 17:48
 
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view post Posted on 24/1/2024, 15:12
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~T~
~
vennyyy

Sangue che bolle,
di nera presenza
da forma al folle,
che ne rivela l'essenza.

Amato dalla Luna, odiato dal Fato
come una stella che brucia
la furia ti ha creato
con un balzo pieno di fiducia.

In una meta nella foschia
l'occhio di luce sa mostrare,
la via che si apre per magia
e la tempesta nel cuor domare.

~

La terribile situazione con le Sei Dita stava divenendo ormai solo un lontano ricordo.
Eppure, nonostante il passare del tempo,
non poteva fare a meno di visualizzare le enormi conseguenze che aveva avuto sia fuori, ma soprattutto, dentro di lui.

Sognava ancora alcune scene di quella vicenda e talvolta,
si aggiungevano nuovi e fantasiosi dettagli, così nitidi e plausibili che se anche non erano accaduti,
creavano una mescola di realtà e finzione che donavano scenari affascinanti
e allo stesso tempo, pregni d'angoscia.

Aveva imparato però a non lasciarsi sopraffare da ciò e si rendeva conto
che era dovuto anche all'enorme potenziale che si stava ormai esprimendo a vertiginose altezze.
Se un tempo dubitava anche solo della presenza di “talento”,
adesso si ritrovava persino a doverlo imbrigliare affinché non inghiottisse tutta la sua esistenza.

Forse per questo si era avvicinato maggiormente alla chiesa di Mystra, dedicando molto tempo a discutere di etica e di Trama con Marcus Blackstar.
Se poteva aver dubbi su quasi tutto,
l'unica cosa di cui era sicuramente certo era la Trama che scorreva dentro di lui e di come la Dea lo amasse profondamente.
Non si spiegava altrimenti come mai fosse diventato così potente.
Tuttavia, nonostante si trovasse bene con il sacerdote e i suoi compagni
(persino con il sempre temibile Myos), sapeva perfettamente come in fondo in fondo, tutti loro lo temessero,
non tanto perché possedeva una Trama notevole, ma dell'imprevedibilità delle sue azioni.

Non poteva dargli torto.
Nessuno poteva immaginare quali fossero i suoi veri intenti e di sicuro, quello,
non era il momento adatto per darne dimostrazione.
Era in attesa, come una foglia a pelo d'acqua, poco prima di una cascata.

Lasciarsi andare a certi pensieri non era di certo un crimine,
ma forse era davvero strano che li stesse facendo con, a poca distanza da lui,
la colossale mandibola di un dragone dalle scaglie ingrigite dai secoli, fermo immobile, con gli occhi vacui,
che sembra attendere, in palese sottomissione, ad un qualsiasi cenno di quella piccola figura dai capelli neri,
con quell'occhio vitreo che lo aveva intrappolato nel proprio dominio.

vennyanddragone

Venizhar procedeva ancora, passo dopo passo, verso il proprio confine.


~×~



Edited by Kralizec - 25/1/2024, 10:32
 
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