Faerûn's Legends

Sinistro Fortunale d'Inverno

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view post Posted on 26/1/2024, 00:38
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Squartatore di Troll

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(Autoquest)

Il tempo virava verso il nuovo orizzonte della sera, facendo torreggiare il tiepido sole morente nella lettiga del Grande Blu, ove la crudele Dea degli Oceani cullava affogandolo lentamente in una nenia gorgheggiante tra i turbinii lenti delle acque, l'ultimo strale dorato tentava invano di arrendere lo sguardo dell'illuskan, avanzava cheta, incedeva con la sua tonaca fluttuante verso il santuario per non mancare al consueto rituale dell'Alta Marea, Dentosso raggiunse la sua amata prendo posto dinnanzi a Tifone. Fragranti incensi e candele bianche danzavano all'unisono pronte al ballo del rito.

Dispensate le vostre ruvide mani, avvinghiate le vostre callose dita ad inutili ninnoli privi d'anima! La Dea vi osserva, vi giudica e sottrae le Vostre futili vite mortali dilaniando le membra degli infedeli e soprattutto chi la inganna! Pregate per la vostra salvezza, temetela e affidatate la vostra anima impura nelle sue soffocanti e amabili braccia materne!

La rombante intimidazione della sacerdotessa incombeva sui capi chini timorosi dei presenti, vecchi lupi di mare, uomini di malaffare e semplici mercanti tremavano alle parole di quella donna, l'un l'altro si guardavano intorno e non era da meno Fellibylur a comprenderne i misteri dei gelidi abissi mentre il mezzorco appariva concentrato in solenne silenzio, ciò che era stato pronunciato con cupe parole faceva lentamente affacciare gli astanti alla prima fase della Cerimonia, il mare da che rassomigliava a un imperturbabile specchio turchino, non appena il sole cominciò ad annegare la sua vita tra i flutti lo scenario divenne sinistro e irrequieto alle minacciose parole della sacerdotessa, movimenti decisi agitando il rosario tintinnate di conchiglie, il tono roboante accompagnava le onde che si appigliano arrampicandosi agli scaloni, facendo innalzare a vista d'occhio il mare, la Voce del Mare sembrava manifestarsi sotto forme variabili dando modo da anima la fantasia dei presenti, finché in lontananza un puntino si avvicinava in quella tempesta

Uvaersnatt-utfor-skomvaer-fyr-en-ship-in-storm-by-lighthouse-1892
*Theodor Kittelsen - Uvaersnatt utfor skomvaer fyr (1898)

barcollava come un uomo vecchio ubriaco che non ne voleva sapere di porre fine alla sua dolorosa esistenza, aggrappato a quella maledetta bottiglia di whisky trangugidando le ultime gocce di vita avidamente, fronteggiando morente
la tempesta per poi lasciarsi andare, una nave che sembrava più un cadavere gonfio galleggiante a giudicare dalle pessime condizioni in cui riversava, una volta avvicinatasi senza approdare scivolo appena un umano in difficoltà, era più nell'aldilà che tra i vivi con uno sguardo scavato, rantolava...sibillava...singhiozzava nel totale sgomento e stupore dei presenti

Aiuto... Aiu-tatemi... Che Umberlee abbia pietà di noi...

La sacerdotessa inizialmente pensava che era un poveraccio abbattuto dall'ira della Dea, finché non notó alcuni dettagli che le diedero impressione di non essere qualcosa di ordinario, nel dubbio non fece attraccare la nave e prontamente cercò con tutte le forze di esorcizzare richiamando a sé il potere di Umberlee nella preghiera, con essa si aggiunsero inginocchiati la gente in preghiera urlando forte.
La sospettosa imbarcazione, al suono delle preghiere e del tintinnio dei rosari, tra i riccioli delle onde dondolò minaccioso con riluttanza verso il largo, quasi non avesse voglia di andarsene via, la furia della sacerdotessa scacciando la nave riuscì lentamente a fare prendendo in largo quella carcassa ambulante di legni, finché la sagoma divenne labile tra le spume e la foschia, l'uomo sembrava precipitare e tra le nebbie e scomparire e immersi tra i fragori dei tuoni sembravano fondersi voci e figure luminescenti, Dentosso si fece torvo senza dire nulla a Fellibylur. Nessuno aveva certezza di ciò che aveva appena assistito, il bisbigliare dei fedeli si fece rumoroso in un silenzio surreale, per poi acclamare la stanca sacerdotessa per aver sventato qualcosa di cui le persone non avevano idea di cosa fosse, finché ella non richiamò Fellibylur e Dentosso a sé nel mentre si riprendeva, colloquiando a bassa voce chiedendo di indagare su quella che si ipotizzava fosse una nave fantasma o ciò che esternamente appariva, ordinando ai due di doversi dirigere in acque dove i mari appaiono più bui e dimenticati, lasciando spazio ai due a ragionare su possibili tratte improbabili e arcipelaghi maledetti.

Tu... Dentosso!... Giungi a me!

L'accolita sorregge la sua superiore che invita il mezzorco ad avvicinarsi, donandogli il rosario conchiglie intrecciate con una corda avente nodi marinareschi, facendo delle raccomandazioni per poi congedare entrambi con una benedizione, i due si avviano lasciando alle spalle l'imponente santuario.
 
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