Faerûn's Legends

Hica il Solitario

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Developer Xadhoom
view post Posted on 29/5/2007, 14:39




Manifesti vengono appesi nelle città vicino a Shadowdale e gli strilloni annunciano l'evento per le strade:

Udite Udite!
Questa sera al calare del sole, nella locanda del Vecchio Teschio di Shadowdale, il famoso artista Hica il Solitario metterà all'asta le sue due ultime opere, due magnifici arazzi! Dopo l'asta si terrà anche un rinfresco nella medesima locanda.
Udite Udite...


Un uomo in abiti marroni e cappello di pelle ben calato in testa si ferma ad ascoltare lo strillone nella piazza di Shadowdale e si allontana parlottando tra sè; poco dopo torna e appende un biglietto più piccolo vicino al manifesto in bacheca

Cerco valenti avventurieri per il recupero di un oggetto, paga abbondante e possibili extra. Rimanete in locanda dopo l'asta mi farò vivo io
 
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Mia S.
view post Posted on 30/5/2007, 20:59




Pagina di diario.
Sono arrivata tardi, ho assistito solo alla messa all'asta del secondo lotto, un bellissimo arazzo.Quel pazzo di Velkar ha speso qualcosa come 4000 monete per aggiudicarselo, dove lo mettera' mi chiedo..strani i maghi, non c'e' niente da fare.
Poi e' arrivato quell'odioso tipetto, ma chi si crede di essere? arrogante e presuntuoso.Ha offerto un terzo di un, a sentire lui, irrinunciabile tesoro a chi lo avesse aiutato a recuperarlo.Mi domando ancora che caspita mi sia passato per la testa quando ho deciso di seguire il gruppo nella cerca.Ma ho sentito parlare di non morti e volevo accertarmi che tutto si risolvesse nel modo migliore.
Non conoscevo piu' della meta' dei presenti, molti non li riconoscerei nemmeno incontrandoli adesso.
Ad un certo punto ho sentito Alisea dire che ci stavamo muovendo verso l'alveare maledetto... ammesso che io abbia capito bene , ma da quello che ho visto dopo non ho difficolta' a credere che quel posto si chiami proprio cosi'!
Non ricordo esattamente tutte le fasi dell'arrivo a destinazione, devo dire che non me ne rammarico affatto.Vorrei anzi poter dimenticare anche quello che e' successo dopo.Un sotterraneo pieno di creature abominevoli, alcune non le avevo mai viste nemmeno da lontano....stanze e corridoi pieni di trabocchetti, di trappole, l'aria soffocante, il nervosismo dapprima, la paura poi...e noi, che tutto eravamo fuorche' un gruppo compatto.Continuavamo ad avanzare senza capire esattamente dove saremmo arrivati.Devo confessare che sono stata piu' di una volta sul punto di mollare.Poi quell'uomo, fortunatamente, si e' messo a dare ordini come fosse il nostro comandante...devo anche averlo visto da qualche parte ma non riesco a capire dove.In ogni caso, era evidente che, se qualcuno poteva portarci fuori da li', quello era lui.Ho fatto del mio meglio per seguire le sue direttive...anche se non e' che io abbia esattamente chiaro in testa cosa intendesse quando urlava "COMPATTI...IN FORMAZIONE..."ho fatto quello posso solo immaginare facciano i soldati...
.....
*una frase lasciata a meta' come se la scrittura sia stata interrotta*

*la scrittura riprende ma sembra frettolosa*

...dicevo...ah si, quell'uomo che impartiva ordini alla fine ci ha condotto nella stanza dove si trovava il tesoro.In mezzo alla stanza c'era quello che sembrava il cadavere di un enorme demone, con una lancia conficcata nell'addome.Quando ho capito che quell'uomo voleva estrarre la lancia dal demone, avrei voluto urlare di non farlo ma le parole si rifiutavano di uscirmi dalla bocca.E poi era troppo tardi...il demone si e' risvegliato e ci ha fatto una promessa: ci uccidera' tutti.

Edited by Mia S. - 31/5/2007, 08:36
 
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Hextar
view post Posted on 30/5/2007, 22:11




Un fuoco nero avvolgeva la carovana divorandola, un fuoco magico, tanto cupo da non portare illuminare nemmeno la scena, dalle immense dune dell'aunaroch si poteva ancora osservare l'intero cielo stellato.
Un sergente cercava di compattare i pochi uomini a guardia, mentre altri cercavano di disperdersi, furono pochi gli Zenthilar a compattarsi di fronte alla carovana, cercando ancora di capire cosa fosse accaduto.
Le urla erano confuse, gli ordini di tendere le balestre, altri indicavano il cielo, dove si stagliava una nera figura pronta a ripiombare una seconda volta su quegli uomini.
Ancora pochi istanti, la creatura aprì le ali, consegnando alle fiamme il resto di quella spedizione.
Fu allora che Alaric sfoderò la spada.

Le nocche serrate sull'elsa di acciaio, lo sguardo perso sulla parete di fronte a lui, la luce che filtrava dalla finestra illuminava il guerriero ansimante, seduto sul letto sporco da sudore e dal sangue che aveva riportato dalle catacombe.
Teneva una mano sul fodero vuoto affianco al cuscino, pochi respiri dopo si rese conto dell'orribile incubo.
Furono i rumori della sua Zenthil Keep a riportarlo alla realtà, le marcie dei plotoni e il chiacchericcio proveniente dalla strada, furono i rumori della sua città a plasmare ancora una volta la domanda: quali sarebbero state le conseguenze del loro gesto? del suo gesto?

Lasciò la spada sul letto e si mise in piedi, in un angolo della stanza giacevano accatastati in disordine i pezzi della sua armatura, affianco a bende sudice di sangue e il suo zaino.
Chiuse gli occhi prima di levare la stoffa che avvolgeva ciò che restava della lancia, l'oggetto che per chissà quanto tempo era riuscito a tenere intrappolato il demone.
Come quando afferrò la lancia conficcata nell'addome del demone per strapparla fu pervaso dalla stessa sensazione di disagio, riaprì gli occhi.
La lama risplendeva di una luce incantata, alimentata dai lievi bagliori di Selune, i riflessi argentei e luminosi riportavano nella mente di Alaric l'ancora troppo vivido ricordo della stessa luce provenire dalla lama del campione dei paladini che lo trafiggeva quasi a morte nelle terre di pietra.

Riavvolse poco dopo la testa della lancia nella stessa stoffa, avrebbe dovuto pagare il fio del suo errore e scendere in battaglia contro il demone per rinchiuderlo ancora una volta, oppure sfruttare a suo vantaggio la situazione?
Poteva solo aspettare, attendere le inevitabili prime vittime, quella notte decise di non dormire, afferrò il simbolo sacro e si sistemò in ginocchio ai piedi del letto.
In silenzio pregò il Nero Tiranno, affinchè i primi caduti non si dovessero contare tra le fila dei figli di Zenthil.
 
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Darkivaron
view post Posted on 31/5/2007, 02:16




"Non lasciare mai che sia il tuo nemico a scegliere il campo di battaglia.
[...]
Per battere un nemico, devi conoscerlo."
Tratto da - Detti di un vecchio soldato di Ventura-




Prima o poi mi verrà a cercare. E mi ucciderà. Nel sonno. O da sveglio,ma probabilmente cogliendomi alla sprovvista...

L'uomo in armatura nera si aggirava per l'armeria mettendo in ordine con grande scrupolosità.
La luce fioca della lanterna ne illuminava il lavoro.

Chissà...quando verrà...
Verrà prima da me, o dagli altri? Ci prenderà tutti...uno alla volta...


Notando una spada dalla lama leggermente smussata, prese una cote, iniziando ad affilarla, appoggiandosi al freddo muro mentre lo faceva.

Le mie armi..non lo feriranno, per quanto affilate. Il mio sangue sgorgherà...il suo, no.
Non è un mortale...


Terminato il lavoretto, tirò fuori da un sacco un tomo. La copertina recava la scritta: "Inventario dell'Armeria".
Lo aprì, e iniziò a scrivervi con una penna in piuma di corvo.

"7 armature di piastre in ferro, di cui una prima di elmo. Due cotte di Maglia, di cui una priva di camaglio..."

Una goccia di inchiostro sporcò dove non doveva. L'uomo sbuffò. Iniziava ad essere distratto.
Male.

L'unica arma che lo ha imprigionato giace spezzata. Forse non ne esiste un altra simile.
Forse ora, è invincibile.


"... 139 dardi, due balestre leggere, e quattro archi lunghi...."


Era troppo sicuro di sè stesso.Troppo, per non avere ragione nell'esserlo.

"...Prelevamenti: Consegnato Spadone in ferro alla recluta Astor"
Chiuse il tomo, e lo ripose nel sacco.
Uscito dall'armeria, si recò nella sua camerata.
Aperto il suo baule, prese in mano un simbolo sacro e iniziò a meditare.
Chiuse gli occhi.

[........]

Ore dopo, si trovava davanti ad un uomo dall'aspetto imponente e dalla lunga e folta barba rossa.
Gli si rivolgeva con grande rispetto, ma con un tono e uno sguardo che ostentavano determinazione.
Le Parole fluivano Inesorabili.
" ...Capitano, avrei una proposta su come affrontare il nostro nuovo problema...
Non attenderemo che Lui ci venga a cercare.
Saremo Noi a cercare Lui."


Avevano una sola possibilità.
Uccidere prima di essere uccisi.
 
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Cloud83
view post Posted on 31/5/2007, 09:36




-- Alisea --


Alisea torno' in camera dopo aver fatto rapporto al sergente Nomad dell'accaduto nelle profondita' dell'alveare.

Ancora si malediceva per essersi lasciata sopraffare dalla paura di fronte a quell'essere... I demoni non sono certo creature che mostrano riconoscenza, se non li aveva attaccati subito era solo perche' era troppo debole per scontrarsi contro il loro gruppo... Ne avrebbero dovuto approfittare.
Quel che era fatto era fatto pero', e ricamarci sopra non avrebbe di certo risolto la situazione.
Gia'.. Risolverla... Era davvero necessario?
Quel demone aveva promesso di ucciderla dopotutto, ma non era cosi' scontato che fosse in grado di trovarla. Il problema la riguardava parzialmente alla fin fine, in un modo o nell'altro lei se la sarebbe cavata.
Le uniche preoccupazioni che aveva erano per i pochi in quel gruppo a cui teneva un po': Nei, Alaric e Velkar.

Per ora la giovane sacerdotessa avrebbe aspettato che fosse il demone, o qualcunaltro del gruppo, a fare la prima mossa e avrebbe agito poi di conseguenza. Aveva il vantaggio della sorpresa sul demone dopotutto, era proprio il caso di sfruttarlo e vedere come si sarebbero messe le cose.
 
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Vurko
view post Posted on 31/5/2007, 12:07




Curioso a volte come gli uomini piu' abituati alle crudelta' della vita possano essere accomunati dalla bellezza di una cosa futile come un arazzo.
Sono stato all'asta di shadowdale, ho visto Velkar spendere una follia per avere l'ultimo.
Buon per lui che puo', c'erano i corvi d'argento, c'era Alaric e altri illustri sconosciuti.

Alla fine dell'asta un tizio millantando di un certo tesoro cercava avventurieri per aiutarlo a recuperarlo offrendone la maggior parte a loro.
Curiosa offerta.

Mi sono unito al gruppo piu' per curiosita' che per brama di denaro, c'erano Alaric , Mia, Velkar ,c'era dama Alisea e altri, facce note e meno note.

Un sacco di gente per un tesoro, ma tant'e', ci siamo messi inviaggio insieme all'uomo.

La destinazione era l'ingresso di una serie di caverne, mi viene il dubbio che Alaric porti male, tutte le volte che lo incontro c'e' da impolverarsi e farsi male.

L'ingresso e' umido, ci sono dei grossi ragni che vogliono banchettare con noi, ma siamo in un numero maggiore e piu' forti, pare.

Sembra tutto abbastanza semplice.

Le ultime parole famose.
Addentrandoci cominciamo a incontrare bestie, spettri di vario genere, e fanno male accidenti a loro.
Come se non bastasse mentre cercavamo di trovare il tesoro e un uscita, un apparizione fastidiosa continuava a farci perdere tempo dicendoci di uscire, fosse stato zitto avremmo fatto prima.

Io mi domando quale fantasia malata possa aver messo delle trappole e dei tranelli in un caverna, forse il tesoro e' davvero importante come diceva l'uomo che continua ad accompagnarci.

Una nota dolente viene dalle mie povere orecchie, mi domando se Alaric si renda conto di quanto sia fastidioso sentirlo strillare ordini all'interno di una grotta , siamo tutti li che bisogno ci sara' mai di strillare? Ad ogni modo e' piu' esperto di me e lo assecondo.

In effetti a parte il tono di voce fastidioso pare sapere quello che dice.

Finalmente siamo arrivati.

Una stanza enorme piena di scheletri presumibilmente di altri avventurieri visto le sacche di armi e i pezzi di armatura sparsi in quest'ossario.

Avanziamo all'interno di questa enorme stanza.

C'e' un enorme demone trafitto da una lancia , sara' forse solo cio' che resta del suo corpo?
E sopratutto i demoni morti lasciano la carogna?

Non faccio in tempo a finire questo mio pensiero che nella baraonda generale creata da chi frugava e chi parlottava, noto che Alaric arraffa la lancia e la sfila dal "corpo" , vorrei gridergli di non farlo , ma e' piu' svelto di me, forse non e' sveglio come sembra tutto sommato.

Tanto per non farsi mancare nulla , non bastavano spettri wyverne e altri esseri non meglio identificati, il demone pare risvegliarsi da un sonno profondo ( e quindi non era un corpo inanime).

Ho paura , come spesso accade , ma questa volta preferisco tacere invece di ignorarla dicendo sciocchezze.

Be' che dire il demone ha una parvenza di codice d'onore ( cosa che pare non abbiano altri conosciuti in precedenza, non riesco a dimenticare il processo).

Ci risparmia la vita , per questa volta, premurandosi di prometterci morte certa in futuro, ora ho la conferma, Alaric porta male.

Di tesoro io non ho voluto nulla eravamo troppi e potevo farne a meno.
Ho solo curiosato in un paio di borse , ma non c'era nulla che mi servisse in effetti.

Si direi che anche questa volta e' valsa la pena fare un viaggetto in compagnia di queste persone.

Edited by Vurko - 1/6/2007, 10:42
 
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Cloud83
view post Posted on 4/6/2007, 08:52




-- Alisea --

"Il nemico del mio nemico e' mio amico... gia' gran bella frase fatta, e se il nemico del mio nemico fosse mio nemico anch'egli? Fidarsi non sarebbe senz'altro la scelta migliore..."
Il giorno della seconda spedizione si avvicinava. L'idea non la attirava particolarmente, non dopo quanto successo alle porte di Zhentil Keep. Ma avrebbe avuto tutto il tempo di valutare com'era la situazione ed agire di conseguenza.

Nel mentre era bene non sprecare tempo, come aveva suggerito Velkar qualche ricerca non avrebbe fatto male anche se forse le informazioni di base erano poche. Candlekeep era senz'altro una miniera di conoscenza, ma avrebbero avuto il tempo di cercarle tra le fila di librerie a perdita d'occhio?
Una volta tanto la provvidenza aveva appunto provveduto, quel tale di nome Vahlis incontrato a Shadowdale era alla ricerca di un lavoro e sembrava in qualche modo interessato a Candlekeep. Tanto valeva rischiare... Se proprio l'intenzione di Vahlis era di ingannarla, Alisea aveva qualche altro libro da parte per accedere alla grande biblioteca, e avrebbe eventualmente tutto il tempo poi per pensare a come ringraziarlo. L'uomo sarebbe partito per la Costa della Spada la mattina seguente, Alisea invece resto' sola per le vie deserte nella notte del paesino e mando' un messaggio a Velkar per informarlo.

Tutta la faccenda del demone non le piaceva per nulla, ma per ora l'unica era stare al gioco e vedere come si sviluppava.
 
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Darkivaron
view post Posted on 6/6/2007, 18:08




Erano tornati nel luogo maledetto che aveva visto il risveglio della loro Nemesi.
Lì, Darkivaron era sicuro che avrebbero trovato delle risposte...ma le risposte che ebbero non furono di gradimento di nessuno.
La speranza, veniva lentamente strappata da loro, con la stessa facilità con cui il Demone avrebbe strappato loro la carne e l'anima con i suoi artigli.
Il Non- Morto, l'Alto Mago Elfico Rilend, che un tempo aveva affrontato con i suoi compagni, ora solo ossa e polvere, quel malvagio essere, non ricordava neanche il suo nome: per scoprirlo, il gruppo dovette a aspettare i risultati della ricerca condotta a Candlekeep da Velkar e da Alisea.

Centinaia di anni prima, un valoroso gruppo di eroi elfici, tra cui un umano, era conosciuto come cacciatori di demoni.
La Compagnia del Terzo Artiglio, si facevano chiamare.
Tutto iniziò dal giorno in cui trovarono quella lancia misteriosa, in grado di uccidere demoni con estrema facilità. Finchè i demoni erano deboli.
La Lancia però, li attirava tutti, come una luce in una notte buia, senza riguardo per il loro potere.
La Compagnia, da quando la aveva trovata, non aveva avuto più pace: quello che prima per loro era un lavoro, era diventato un bisogno, per sopravvivere.
Fino al giorno, in cui, in quella che doveva essere la loro ultima missione prima di sciogliersi, si presentò loro non uno spirito minore, ma un Vero Demone Antico.
Un demone che niente, neanche l'Alta Magia Elfica , poteva ferire, tranne lo stesso oggetto che ne aveva attirato la furia.
Ma la lancia era spezzata, e nessuno, a quanto pareva dalle informazioni raccolte fino a quel momento nella Grande Biblioteca, dallo smemorato Rilend, e a Elventree, era in grado di riforgiarla.

Non che l'arma fosse maledetta, ma come disse con tono rassegnato il giovane Zhentilar, mentre osservava Lord Velkar che ne stringeva in mano i resti "Come un Paladino sa scovare il male per distruggerlo, così i Demoni, creature di pura malvagità, possono percepire il grande potere benigno di quell'arma...è come un faro per loro"
Chiunque la deteneva, sarebbe stato il primo ad essere rintracciato.
L'origine del suo potere benigno, rimaneva un mistero.

[.....................]

Lo sconforto aleggiava nel cuore di Darkivaron. La sua sicurezza di affrontare la situazione, vacillava.
Incoraggiava i compagni con determinazione, sostenendo che avrebbero ucciso il Demone, ma era il primo a non crederci più.
Neanche affrontando un Grande Dragone Nero, neanche guardandolo dritto negli spietati occhi di rettile, si era sentito cosi impotente.
Ma non era solo per colpa del demone.
Era colpa di Laurelion.
Era colpa della fiducia in sè stesso che aveva vacillato, quando era accaduto, durante il viaggio verso Elventree, un fatto che lui considerava un Fallimento personale.

Quando avevano creduto, in un primo momento, che le informazioni che cercavano si possero trovare a Evermeet, l'isola dove solo gli elfi poteva approdare illesi, gli occhi di tutti erano caduti su Laurelion e su Nei, gli unici elfi del gruppo.
Ma Laurelion, contravvenendo agli ordini dei suoi superiori, si era irremovibilmente rifiutato di recarsi la, per qualche oscuro motivo che era da ricercare nella sua vita passata.
"Se è necessario, tu andrai sull'isola" disse Alaric, con un tono che non ammetteva repliche.
"Ti sei dimenticato che è colpa tua se forse moriremo tutti?"- disse stizzosamente l'elfo, con rabbia -"TU non puoi Darmi ordini!!" continuò, alludendo al fatto che Alaric non era un suo superiore.
"Ma io si." tuonò improvvisamente Darkivaron con tono gelido, sentendo l'ira che saliva"E ti dico che andrai su quell'isola...è un ordine, e tu sei una recluta degli Zhentilar. TU OBBEDIRAI!"
Ma nè queste parole, ne le minacce di morte fatte da Lord Imoden e Alaric servirono.
Insubordinazione totale e inequivocabile.
La punizione per la recluta, e per l'uomo che ne era responsabile, il suo addestratore, poteva essere una sola.
Morte.

"Tu...sei stato il mio più Grande Errore, Laurelion", disse, Darkivaron Salas, pallido in volto, ma con un tono spietato e uno sguardo fiero, prima di smontare da cavallo e portarsi davanti al suo Capitano.
"Ho fallito nel mio dovere di addestrare la recluta, Signore. Sono pronto ad essere decapitato come era pattuito" Lo sguardo di Imoden era indecifrabile. Tutti fissavano quella scena surreale, mentre la pioggia continuava a cadere.
Alaric non riuscì a trattenere uno dei suoi tremendi scoppi d'ira "Piuttosto che permettere che un uomo come Darkivaron muoia, elfo, ti uccido io, qui e subito, senza leggi di Zhentil!".Altre parole vennero pronunciate, ma ormai Salas non ascoltava più. Attendeva solo di udire il suono dell'ascia che calava sulla sua testa. Aveva Fallito, se lo meritava.
Aveva creduto di poter cambiare quel'elfo pazzo, ma aveva sopravvalutato le sue capacità.

Allora Laurelion cambiò idea. "Faremo così. Io andrò a Evermeet. Non ho paura di morire, ma mi secca che un altro muoia per colpa mia. ANDRò a Evermeet, e voi libererete Darkivaron da qualsiasi responsabilità nei miei confronti. Poi, mi esilierete da Zhentil. D'accordo, Capitano?"
Per instanti senza fine, Il Capitano delle Guardie Imoden'id Erotaroda restò in silenzio, senza tradire emozioni. Poi, con voce inespressiva, parlò.
"Lo Zhentilar Darkivaron è liberato da ogni responsabilità verso la recluta Laurelion."
La pioggia imperterrita, continuava a cadere...

[...............]

Al ritorno a Zhentil, Darkivaron si ritrovò a parlare con il Becchino, Thug, che non vedeva da tempo.
Parlarono dell'accaduto, a lungo. Thug dissentiva da molte delle parole dello Zhentilar, e in particolare da queste, pronunciate nello stesso tempo con crudeltà e amarezza:
"Se non altro, l'elfo ha un merito. Mi ha insegnato, che non ci si può fidare di nessun altro se non di sè stessi... Ho imparato, che posso contare solo su due cose. La mia Spada, e il mio Dio... Non commetterò lo stesso errore una seconda volta"

[..................]

Poi, più tardi, nel Cimitero Sud di Zhentil, a Thug vennero mostrate due tombe da Salas...le tombe dei suoi genitori.
"Se il Demone avrà la meglio, e mi ucciderà...ho un favore da chiederti. Voglio essere sepolto accanto a Loro."
Thug annuì, solennemente e con rispetto.
"Ricordati solo una cosa, Darkivaron...quando sentirai la morte che si avvicina, stringi due monete di rame nella mano. Servirà a pagare Kelemvor per lasciarti passare"disse.
Con un tono stranamente convinto, tra il solenne, l'ironico, e l'amareggiato, Salas replicò:
" Mi cederà il passo. Io rispondo solo a Bane, non dimenticarlo."
"Ma prima di arrivare da Bane, dovrai sottoporti al Giudizio di Kelemvor"

"Lo so." -sentenziò con fare furbesco-"Ho solo detto che mi cederà il passo"
"Comunque"-prosegui serio Thug-"dammi retta...non vorrei che tu aspettassi il tuo giudizio fino alla Notte dei tempi"
"Quando morirò, probabilmente lo farò stringendo la mia spada in mano. Vorrà dire, che mi farò strada con quella"replicò, con la spavalderia e il coraggio che hanno solo gli uomini che sanno di aver poco da vivere.
Il Becchino osservò la spada. "Credo che gli piacerà"
"Non intendo donargliela" furono le ultime parole di Salas prima di accommiatarsi...
E forse, le sue ultime parole in assoluto.
 
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view post Posted on 11/6/2007, 20:16
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Decapitatore di Mind flayer

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Lauro camminava pensoso lungo le splendide e lastricate strade di Waterdeep, evitato dai raffinatissimi abitanti della Splendente che, avvolti in vesti pulite e sfregiate, sembravano considerare un insulto personale l'aspetto trasandato del giovane elfo, avvolto e stretto in una armatura di cuoio, logora e sporca di ampi schizzi di fango e sangue.
Ma l'elfo non badava alle occhiate in tralice e alle smorfie di stupore di vecchie e grasse signore. Aveva preoccupazioni più urgenti di cui occuparsi...

Doveva trovare un passaggio per l'unico luogo esistente in cui aveva giurato di non voler mai mettere piede.
E doveva trovare erbe e medicinali per stordirsi a sufficienza per resistere all'esperienza...

Lauro aveva raggiunto un compromesso con il Rosso, ora che la vita di Darkivaron non era più in pericolo e che anche se l'elfo avesse fallito (cosa che giudicava inevitabile) la testa dell'amico non sarebbe più rotolata da un ceppo, aveva potuto acconsentire di eseguire l'ordine. Sarebbe andato a Evermett.
La prospettiva ovviamente era terrificante, ma del resto morte certa per morte certa, avrebbe provato ad aiutare fino alla fine i suoi compagni.

Solo che non avrebbe potuto raggiungere l'isola da solo, nemmeno con Nei del resto. In due non potevano certo recarsi a Evermeet e non c'erano navi che vi facessero scalo dato che l'accesso all'isola era vietato a chi non possedesse sangue strettamente elfico nelle vene.

Quindi ora Lauro passeggiava per i moli, cercando una nave carica delle persone che più detestava, per recarsi su un isola che avrebbe volentieri ridotto in cenere.

Ma questa era la vita...
 
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Darkivaron
view post Posted on 5/8/2007, 11:53




"Voi...mi avete liberato...e per ringraziarvi...vi donerò una morte veloce e dolorosa..."
La voce del Demone era gutturale, e sentirlo parlare in comune era molto sgradevole...e, probabilmente lo sarebbe stato sentirlo parlare in qualsiasi lingua.

L'Essere gigantesco copriva con le sue ali il soffitto della stanza, creando inquetanti ombre sullo sparuto gruppetto che lo fronteggiava..ombre che posandosi su di loro sembravano ribadire il loro destino inevitabile.
Solo il cerchio magico lo tratteneva. Si era materializzato dentro di esso, lì, nelle Sale Infestate di Eveningstar, dove nessuno si aspettava di fare un simile terrificante incontro, eppure era accaduto.
Il Maestro D'armi era pronto al combattimento, a spada sguainata e a scudo alzato, interponendo il proprio corpo e la propria abilità di spadaccino tra la creatura immonda e il mago Velkar e il suo apprendista, le persone che era suo compito proteggere.
A fianco a lui, il Vicegovernatore e un mercenario chiamato Tyxer, pronti al peggio.

L'odore di zolfo e la luce che emanava dal cerchio rendevano l'atmosfera ancor più pensante e tesa...la situazione sembrava critica, ma qualcosa risollevò gli animi.
Il demone provo a muoversi verso di loro dopo l'ennesima minaccia.
Non vi riuscì, come sbattendo contro una barriera invisibile.

Darkivaron, esibì uno dei suoi sorrisetti più fastidiosi e arroganti, deridendo il demone...
"Sembra che tu abbia qualche problema a fare quello che hai detto..."
Qualche sbeffeggio venne sussurrato nel resto del gruppo.

Il Demone Antico lo guardò...gli occhi privi di pietà fissi sulla sua anima ancor prima che sul suo corpo.
IL Demone gli sorrise crudelmente.
Si concentrò....
E mise un piede fuori dal cerchio.
Poi l'altro.
Era fuori di esso e davanti a loro.

[.................]

L'Essere si scagliò per primo contro il mortale arrogante che aveva osato prendersi gioco di lui.
Le protezioni magiche che gli aveva donato il mago lo protessero dai primi potenti colpi...ma allo stesso modo, lui non riusciva a ferire il Demone.
Il Demone che neanche la Alta Magia Elfica non poteva scalfire.
Gli incantesimi di Velkar tuttavia, cessarono presto, mentre il Demone continuava a ignorare la fredda lama della sua spada, Destino, che tentava invano di trafiggerne le carni.
"Fuggite!!Non riesco a ferirlo, fuggite!!" urlò il Maestro D'armi.
Doveva guadagnare tempo...anche solo qualche secondo avrebbe permesso agli altri di andarsene. Doveva restare in piedi il più possibile.
Tentò di bloccare le artigliate con la robusta lama della sua spada incantata...che fino ad allora era sembrata indistruttibile.
Uno stridio acuto e cacofonico venne prodotto dagli artigli, mentre con furia andavano incontro alla lama...Colmo di incredulità, vide pochi colpi aprire una crepa nella lama di Destino.
Poi,penetrando le sue difese, gli artigli della Bestia aprirono crepe ben più profonde nel suo corpo.
Come Larlhalt prima di lui, cadde.

[.....................]

Molti giorni dopo, si trovava, sgomento, davanti al suo capitano.
Gli venne detto che lo avevano salvato, e che avevano rischiato la vita per trascinare il suo corpo lontano dalle Sale, mentre Velkar teneva impegnato l'Essere con le sue evocazioni.
Ancora una volta, gli uomini per i quali la difesa dei quali la sua vita avrebbe dovuto essere sacrificata, mettevano in gioco la propria per lui.
Non riusciva a comprenderne pienamente il motivo, disapprovava non ritenendo di valere tanto, ma non poteva che essere loro grato e ammirare il loro coraggio.
Comunque, in qualche modo, erano riusciti a salvarsi.
E ora erano li, ai piedi dell'interminabile scalinata del Templio di Bane, lui e il suo Capitano, ora Vicegovernatore, immersi nel buio delle strade della Nera città...che riflettevano sull'accaduto.
"Era...un incubo?" disse ancora scioccato il Maestro D'armi.
"Per gli Zhentilar non esistono incubi..." fu la replica del rosso.
Darkivaron, colto da un pensiero, sguainò Destino.
Sulla lama c'erano delle crepe, raschi causato verosimilmente da artigli.
" ....nessuno incubo, solo Realtà, Signore" fu la mesta risposta.

Le cantilene dei sacerdoti della Mano Nera provenienti dal Templio cullavano la città...come la ninna nanna di una madre avrebbe fatto con il suo bambino.
Ma a differenza del Bambino, quella notte, per loro non vi sarebbero stati Sogni...ma Incubi...o Dure Realtà...
 
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Chaos Scorpion
view post Posted on 6/8/2007, 22:28




Velkar guardava verso il mare silenzioso più del solito. La barca procedeva spedita verso Zhentil e la mente cercava un appiglio per non pensare a quello che si trovava a pochi passi da lui: il corpo inerte di Darkivaron.
Cercava di non pensarci, ma si sentiva in colpa, doveva essere una semplice esplorazione, una maledettamente semplice esplorazione...Thug e Imoden vi erano gia stati in quelle sale e a detta loro non erano altro che un covo di banditi di poco conto...tsk...guerrieri...sempre loro...se soltanto avessero accennato della presenza di quel circolo di evocazione...ma ovviamente loro che possono capirne...
I ricordi di quei pochi minuti di panico gli tornavano in mente, il cerchio che si attivava, Velkar proteggeva con le sue magie i presenti per prepararsi, ma non potevano essere pronti, no...non contro quel demone. Darkivaron si faceva avanti per permettere la fuga, mentre gli altri ancora troppo scossi dalla presenza del demone si avviavano verso le scale. Mentre iniziava a salire con la coda dell'occhio Velkar vide il giovane soldato cadere sotto gli artigli del demone, si sentiva in colpa e non sapeva perchè, adesso che aveva tutto il tempo di pensarci la risposta arrivò abbastanza naturale, era colpa sua se non era stato in grado di sigillare quel circolo prima che fosse troppo tardi. Velkar aveva fermato Imoden dicendogli che avrebbe distratto il demone e che doveva portare via il corpo di Salas al piu presto, ma il demone non si fece distrarre dalle evocazione del mago e puntò sul vice-governatore; Velkar non perse tempo e utilizzò uno degli ultimi incantesimi rimasti per intrappolare il demone, sapeva che la sfera non avrebbe retto molto contro quell'essere e perciò aiutò Imoden a trascinare il corpo il più in fretta possibile lasciando qualche evocazione a proteggerne la fuga...per questa volta ce l'avevano fatta, ma la prossima? Continuando a guardare l'orizzonte il mago si accigliò..la prossima volta avrebbero dovuto essere più preparati.
 
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Mia S.
view post Posted on 18/9/2007, 13:42




"il rumore di quelle ali che mi inseguono mi acompagnera' per tutta la vita...ma che sciocca! di che vita sto parlando? di quella che mi ha strappato quel demone?non e' piu' mia, se l'e' presa lui.La mia vita, tutti i miei sogni, i progetti, l'amicizia, l'amore.Il mio amore...non l'ho nemmeno baciato per un ultima volta, non ho avuto tempo di dirgli niente, di salutarlo.Quando 'e stata l'ultima volta che gli ho detto quanto lo amo? oggi no, ieri forse.Ma pensavo che avremmo avuto tempo.Volevo tempo perche' tutto tornasse a posto, per vedere dove saremmo arrivati insieme.Il mio tempo e' finito oggi, durante una bella giornata di sole, su una strada isolata vicino ad una palude.Avrei tante cose da sistemare, ma conta cosi' poco ormai.E pensare che mi preoccupavo di tutto tranne che di questo demone,che avevo quasi dimenticato e che oggi ha mantenuto la sua promessa....e mi ha uccisa."
 
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Elianto Dae
view post Posted on 26/9/2007, 11:27




- Felmeryel -

Sembrava così semplice da principio.
Mia era morta, d'accordo, ma una tenue speranza di riportarla in vita poteva ancora esserci.
Bisognava tentare, pensò l'elfa, e la sua ostinazione la fece pure litigare con Horeness.
Stringere un patto con Velkar, e i suoi sgherri, poteva rivelarsi un grosso errore.
Ma Mia non meritava una fine simile.

Che rischiasse o no personalmente la vita, l'elfa era ormai dentro la storia fino al collo.
Troppe cose in ballo: una vecchia amica da salvare, una sacra arma - per quanto in frantumi - da preservare, e un Demone da bandire.
La vita degli Zenth, più ci aveva a che fare, meno iniziava ad aver peso.

Ostinati, convinti di esser in diritto di aver qualcosa, loro che avevano commesso l'errore piu' grave.
Convinti di essere gli unici ad avere voce in capitolo, pareva che la vita di Mia non avesse piu' importanza.

In effetti, Velkar aveva detto di chiamare solo gente veramente vicina alla sua.. amata.
Ma Felmeryel, a guardar le persone con cui si accompagnava, sorrise amaramente.
Erano solo un gruppo di soldati egoisti.
E avevano paura.

Quel Demone sarebbe morto, inutile discutere al momento. C'era da agire, e anche in fretta.
 
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view post Posted on 26/9/2007, 15:19
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Decapitatore di Mind flayer

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Lauro era accecato dalla rabbia dell'ingiustizia di quella situazione.
Aveva chiesto il loro aiuto, si era fidato, confidando nelle parole di sincerità e onore di cui si riempivano la bocca, sapeva che erano solo ipocrisie, ma che altra scelta aveva?

Era bastato un semplice passaggio di mano, una richiesta innocente "esaminare il frammento" e l'elfo lo aveva fatto, del resto era li esattamente per quello. Ma quando venne il momento di renderlo ci fu un "addolorato" diniego. Non potevano affidarlo a lui.
Affidarlo! Come se la loro fosse una concessione! Come se fossero loro a rischiare la vita.
Non solo non erano stati di nessuna utilità ma erano addirittura dei ladri. Sacerdoti elfici che mi comportavano come il più basso truffatore di Calimport.

Alla fine il frammento era uscito dall'Isola, affidato a quell'elfa che Lauro non aveva ucciso per pura pietà, che aveva cercato di far ragionare fino all'ultimo. Ma niente era servito, il frammento era stato "affidato" a lei? In base al diritto del.. del... di quale diritto?
Nulla se non le parole di uno sconosciuto, loro che avevano lottato, che avevano versato sangue, che avevano temuto per la vita dei compagni e temevano ora per la propria, loro che avevano attraversato mezzo Toril per cercare una soluzione, loro non avevano nessun diritto.

Ma alla fine si erano riuniti. Lauro aveva richiamato tutti coloro che erano minacciati dal demone. Che ironia perfida, almeno sette persone che avevano lottato per quel frammento ora dovevano chiedere ad una perfetta estranea il permesso di cosa fare delle loro vite. Di nuovo, fu la pietà a fermare la mano dei "cattivi", il non voler tramutare quella trattativa in una strage. Alla fine fu deciso. Il frammento sarebbe stato riconsegnato a Velkar, era la decisione migliore per la sopravvivenza di tutti.

Elerwen diede la sua parola nel cercare di convincere Felmeryel, ma tutto quello sapeva di un immonda farsa. Non avrebbero mai rispettato la parola, non avevano mai dato prova di onore fino a quel momento, non c'era motivo che cominciassero a farlo ora...

Ora le occasioni di abbattere il demone erano fuori dalla loro portata, privati del diritto di difendersi, ma Lauro sapeva che, quando e se avessero eliminato il problema, molto altro sangue sarebbe corso...
 
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Cloud83
view post Posted on 26/9/2007, 17:07




Era buffo come Laurelion avesse parlato di decine di persone coinvolte che dovevano decidere tutte assieme, ma a voler decidere in quel momento erano solo in tre, e tutti Zhent. Qualcuno le chiamerebbe coincidenze, ma l'elfa lo sapeva sin dal principio che la situazione era quella.
Ricordava quelle parole


"Velkar ha chiesto che prendano parte solo persone realmente attaccate a Mia"

E ora lui per primo veniva meno a quella condizione, portando con se' la feccia della sua citta'. Alla fine decise di lasciar perdere, se davvero volevano quel frammento che lo avessero, che facessero da calamita per quel demone, e che morissero tutti, lei non avrebbe piu' discusso. Probabilmente il giorno dopo la loro caduta il mondo sarebbe stato un po' migliore.

Stava cercando Felmeryel per parlarle quando venne raggiunta da una sua aquila. Lascio' una lettera al Vecchio Teschio per Velkar visto che era li' in attesa di informazioni, una lettera con le decisioni prese con Derek la sera prima.

Velkar si presento' da lei per parlarle qualche giorno dopo. L'elfa non riusciva a capire se dietro alle parole del mago c'era reale preoccupazione per Mia oppure semplice cinismo per salvare la propria vita e quella dei suoi uomini. Era sempre stata convinta della prima, ma dopo l'incontro a Shadowdale la convinzione era venuta un po' meno.
Rimase a giocare un po' con Rascal al tavolino dove avevano parlato pochi minuti prima, era difficile prendere una decisione precisa sulle intenzioni del mago di Zhentil Keep.


"... davanti alla massa non posso certo andare contro la parola del vicegovernatore ..."

Quella frase era quella che piu' l'aveva colpita del discorso. Aveva avuto sempre stima in quel mago, lo aveva anche protetto dalle accuse sulla sua provenienza di Derek in passato. Faceva bene a fidarsi del suo istinto oppure si stava solo comportando da ingenua?
La cosa migliore era parlarne con gli altri e vedere che ne pensavano, lascio' un biglietto per Derek che dormiva tranquillo e poi si mise in viaggio per raggiungere Felmeryel e parlarono a lungo.

Parlarono di molte cose, su come muoversi e alla fine decisero insieme i prossimi passi.


Edited by Cloud83 - 27/9/2007, 09:56
 
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