| Quel giorno pioveva a dirotto, e Darkivaron non si era ancora ripreso da una brutta tosse che lo perseguitava dal suo ultimo viaggio a Waterdeep. Mentre pattugliava le strade di Zhentil con il suo capitano, e meditava su quanto avrebbe potuto giovargli uno stufato caldo, i due Zhentilar incontrarono un uomo che Salas già aveva avuto modo di conoscere, un tale Ian Blackheart. Ricordava vagamente che gli aveva raccontato di essere nativo di Zhentil, ma di mancare dalla città da molto tempo, e che avrebbe voluto riottenere la cittadinanza. Imoden, notato che gli altri Zhentilar lo trattavano in malo modo, come tutti gli stranieri, si avvicinò per appurare la sua identità. Constatato che non era pericoloso, ma sembrava anzi desideroso di mettersi al servizio della città, venne invitato a seguirli in locanda, dove avrebbero potuto continuare la discussione, e sopratutto rifocillarsi e stare al caldo. Mentre Darkivaron mangiava lentamente uno stufato, pregando dentro di sè Bane di mettere fine a quella dannata tosse, Ian raccontò loro di essere vissuto sino ad allora a Shadowdale, e di essere stato allevato da un chierico di Bane, e usando delle parole che lo impressionarono favorevolmente , disse di essere stato "nutrito di sola Fede e Spada". Il Biondo Zhent continuò affermando che voleva mettersi al servizio della nera città in qualità di Zhentilar. " Per ora ", disse, rivelando uno spirito ambizioso, proprio di ogni vero Banita, cosa che fece sorridere Salas. Ciò che invece lo irritò fu sentire quelle parole in bocca ad uno sconosciuto che ancora non aveva dimostrato il suo valore, considerandole tra l'altro una mancanza di disciplina...ma non lo diede a vedere.
Su comando del Capitano, poco dopo, il terzetto si spostò nell'arena della Nera Città, dove le abilità di Ian sarebbero state messe alla prova da Darkivaron. Su richiesta del capitano, egli evitò di colpire troppo duramente l'aspirante Zhentilar, concentrandosi invece sul respingere i suoi colpi, e tentando di disarmarlo. Blackheart non si fece cogliere impreparato, mantenendo la sua presa sull'arma, e riuscì a ferire il suo avversario una volta, prima di essere costretto a fermarsi per le troppe ferite subite. Dopo aver verificato che l'addestramento del candidato era già a buon punto, Imoden decise di affidarlo a Darkivaron, affinchè ne sviluppasse tutte le potenzialità, facendone un vero soldato, nel corpo e nello spirito, e minacciandolo che se non vi fosse riuscito sarebbe stato lui stesso, in primo luogo, a sopportare le conseguenze dell'inettitudine del suo allievo, cosa che non fece certo trepidare di gioia lo zhentilar, il quale tuttavia, annuì stoicamente, ripetendo con convinzione una frase che aveva pronunciato già centinaia di volte..."Sarà Fatto". Neanche Ian sembrò troppo contento di essere affidato a Darkivaron, guardando il guerriero con uno sguardo poco convinto, forse per la tosse che lo tormentava, o forse per i suoi modi eccessivamente gentili, che molti in passato, facendo un grosso errore, avevano scambiato per debolezza o servilismo.
Salas decise che l'addestramento sarebbe stato duro, e che non avrebbe preteso da lui niente di meno di quello che avrebbe preteso da se stesso. Aveva quattro settimane per insegnargli tutto ciò che sapeva, e per migliorare l'unica qualità di cui quel guerriero tanto promettente sembrava ancora non avere: la disciplina. Considerando la situazione nella sua interezza, tuttavia, non potè fare a meno di sorridere pensando al fatto che ricopriva ora il ruolo che tempo prima Imoden aveva ricoperto nei suoi confronti...
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