Faerûn's Legends

L'ira

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Selos
view post Posted on 20/7/2007, 22:12




Ma davvero... com'erano uscite tronfie quelle parole dalla sua bocca...com'erano velenosamente rivoltanti.
Solo il silenzio assordante di quella stanza le potè tollerare; le tollerò il grande dipinto dell'anonimo e sciocco cavaliere, la possente scrivania in noce, gli arazzi con le loro banali scene di vita quotidiana con il succulento banchetto.

Quel primo ed inevitabile sintomo di esasperazione si concluse nuovamente nel silenzio. Era logico del resto chi avrebbe potuto rispondergli? Ma soprattutto quanto avrebbe tollerato una risposta a questa constatazione?

Fu in quel momento che la follia si accompagnò al delirio lasciando che la sua bocca si aprisse nuovamente. Ma questa volta non uscirono parole, no, ma una risata...una risata nervosa ma non sguaiata...forzata ma non irosa.

Tutto il suo essere rideva: i suoi muscoli, le sue midolla, le sue interiora...ogni singola vertebra. Ma questa sua risata non fece altro che rendere i sintomi più dolorosi: l'ira lo stava consumando.
Con ampie falcate percorse la stanza, avventandosi come una fiera sullo scriptorium dove erano posati libri e testi di vario tipo. Ma su di uno riversò la sua furia...quello che amava chiamare con ironia il suo confessore di carta.

Se solo avesse potuto specchiarsi in quel momento...Ah! Avrebbe visto un'altra persona. No più che una persona avrebbe visto quanto profonda e devastante possa essere la corruzione dell'ira.
Non aveva nemmeno idea di come era riuscito per così tanto tempo a soffocare questo suo malanimo, a risultare quasi...gentile e servile agli occhi degli altri.

I ceppi ora si erano spezzati...dopo la prova...ed ora quella candide pagine sperimentavano tutto il suo malessere:

Io sono fedele fino alla fine. Sono fedele alla mia bramosia, alla mia ingorda passione, alla mia sfrenata lussuria per il POTERE. Quanto sei disposto a rischiare? Sono queste le parole che scandiscono come violenti colpi di tamburo le mie giornate. Sangue, dolore e sacrificio queste sono le uniche cose a cui io tengo, e nell'odio e nel rancore come insegnano i segreti della mia signora io attingerò la mia forza. E non temerò ne cappio ne corda, ne spada ne fiamme...
Ma...dimenticare? E come posso io dimenticare...?


Quando il crepuscolo sanguinante lasciava spatto alla sua tanto amata oscurità, si accorse di aver riempito diverse pagine con la stessa frase E come posso io dimenticare...?
Si destò da quello stato angoscioso, strappandosi a forza dalla ragnetela di fuoco nel quale la sua mente lo aveva costretto in quelle ore. Si sentiva più rilassato, più calmo.

Lasciò lo scriptorium per avvicinarsi alla pesante tenda di velluto che celava la piccola statua di Shar che aveva acquisito nei mercati della capitale. E si prostrò stremato davanti all'edicola che lui stesso le aveva edificato in quella stanza della locanda. Rimase in silenzio, neppure lui seppe per quanto tempo.

Solo poi quando il desiderio del sonno divenne insopportabile si alzò da quella posizione. Assaporò il contatto con i guanciali e le lenzuola...e prima che cadesse prigioniero della stanchezza pronunciò con grande sicurezza una frase:

Sono io che muovo i fili...

Così disse, e si addormentò.
 
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