Faerûn's Legends

Buio Profondo, ...verso l'oscurità...

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Little Ariel
view post Posted on 12/8/2007, 05:13




Pioveva a Suzail, come ormai è solito di questo periodo, e mi ritrovai a discutere a Le Fauci del Drago con Paul Greame, su cosa potevamo fare. Seduti al tavolo vicino al camino, per riscaldarci dal freddo pungente che passava dalle fenditure della porta, un tuono quasi coprì la voce di Paul mentre pronunciava la meta che aveva deciso: Buio Profondo.
Avevo sentito solo leggende su quel posto, i classici racconti che si narrano ai bambini per spaventarli, e spinta da una curiosità immensa accettai entusiasta. Iniziammo a prepararci, affilammo le lame e ci mettemmo alla ricerca di altri avventurosi pronti a sfidare la Dea della Fortuna. Come al solito trovammo il mezzelfo Eldifur Iluth-Galen, un nostro amico sacerdote che non si fà scappare un'avventura, figuriamoci se di questa portata. Ormai è molto che conosco Eldifur e sò che posso contare su di lui in ogni occasione.
In tre partimmo sotto la pioggia, di notte, verso nord e diretti a Shadowdale intenti a reclutare qualcun'altro per l'impresa. Spronammo i cavalli e arrivammo a destinazione dopo qualche giorno, ma la città era deserta così decidemmo di riposare al Vecchio Teschio e far riprendere i destrieri come si deve, visto che dovevano affrontare un'altro lungo viaggio.
Durante la notte, mentre ci preparavamo, incontrammo altre persone desiderose di avventura.
Il primo fu Thururumpak, Prima Ascia del Clan Durgeddin, prode nano guerriero dall'ascia d'argento e i muscoli d'acciaio.
Poi incontrammo Killian Saskiir, un elfo usufruitore di magia, abile nelle arti arcane e negli incantamenti. Si è dimostrato subito amichevole e disponibile, cosa rara tra i maghi che in genere si sentono superiori per la loro intelligenza.
Infine Horeness Herald, un'altro elfo, sacerdote di Oghma dalla grande saggezza e esperienza. Ricordavo già il suo volto, ma dovetti avvicinarmi con la lanterna per scrutarlo bene in viso e vederne i lineamenti... mi rimase impresso dopo la battaglia con gli Zentharim per il passo della Via Nera, quando con pochi colpi aveva steso Lauro inerme.
Il gruppo ormai era pronto, sacchi in spalla montammo sui cavalli e ci dirigemmo verso l'entrata nel Sottosuolo, in silenzio, con i pensieri che ci attenagliavano la mente su cosa avremmo mai potuto trovare la sotto.
Arrivati finalmente nel luogo stabilito, lasciammo i cavalli a brucare un pò d'erba, non era di certo posto adatto a loro quello e grazie a Tyr quel giorno il tempo era sereno.
Subito Horeness ci fece rimanere a bocca aperta, quando con facilità abbattè dei Ragni-Spada a guardia dell'entrata, un passaggio stretto e ripido che si inoltrava direttamente verso le profondità della terra.
Ci fermammo li davanti a prender coraggio e a dare la possibilità a Killian, Eldifur e Horeness di lanciare i loro incantamenti.
Cosa ci aspettava la sotto? Nessuno poteva dirlo ancora, finchè non scivolammo rovinosamente giù per quel buco e fummo subito assaliti da creature giganti con delle braccia spropositate, che menavano colpi con una tale violenza da far incrinare le nostre armature. Era buio pesto e facemmo molta fatica a non colpirci a vicenda, i miei occhi dovevano ancora abituarsi a quell'oscurità, così fitta da sembrare pece.
L'aria si fece subito stagnante, pesante, faticosa da respiare... più volte trattenni il fiato per evitare dei giramenti di testa.
Proseguimmo uniti, vicini l'un l'altro, con i sensi all'erta verso ogni direzione, ero così tesa da poter sentire il mio cuore battere sull'armatura e le prime goccie di sudore iniziarono a calare per l'umidità. Horeness, il più esperto tra noi, prese il comando e ci guidò tra le profondità più nere che io abbia mai visto.

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Continuavano a venire avversari da tutte le direzioni e di tutti i generi, mostri fluttuanti dai molteplici occhi in grado di fermare il tempo a loro piacimento, umanoidi a forma di fungo dalle spore mortali, aberrazioni corrazzate piene di uncini e i dannatissimi umanoidi che ti succhiano via il cervello dal naso e dalle orecchie attraverso i tentacoli che sporgono dalle loro bocche, Mind Flyer, così li chiamò Killian.
Ma il vero nemico erano gli elfi oscuri, pattuglie drow che trovavi ad ogni angolo di quel sotterraneo, sbucavano ovunque, imprevedibili e micidiali con le loro lame.
Fu così che perdemmo Paul Greame, all'improvviso, senza che nessuno se ne accorse durante la nostra discesa in quell'inferno.
Riuscivo a sentire il male trasudare dalle dure rocce, lo sentivo nell'aria che mi contraeva i polmoni e dai fruscii e lamenti che sembravano provenire da ogni direzione.
Proseguimmo, con un compagno in meno, verso l'ignoto di quell'oscurità che poteva celare qualsiasi cosa.
Per un attimo mi fermai e osservai i miei compagni e nonostante la tenebra riuscii a vedere le loro qualità brillare più del sole di Eleasias. Vedevo chiaramente l'abilità e la compostezza di Horeness ad ogni nemico che affrontava oltre alla sua saggezza nel prendere le decisioni; vedevo la prontezza di riflessi di Killian, sempre disposto ad aiutarti mettendo a rischio la sua vita; vedevo la fierezza di Thururumpak nel brandire la sua ascia, affondando colpi su colpi contro il male; e vedevo l'amicizia e la buona volontà di Eldifur ad ogni cura o protezione che richiedeva al suo dio per noi. Era un gruppo molto affiatato e compatto, e ne ero felice.

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Ci addentrammo talmente al disotto del sottosuolo che ormai nemmeno il il nano sapeva a che profondità eravamo arrivati.
Poi il silenzio.
Non c'erano più suoni, l'aria tumefatta ostruiva le nostre narici da un olezzo disgustoso, avrei preferito l'odore di un cadavere a quel tanfo. Un ringhio spettrale riecheggio nelle caverne quasi a farle tremare e rimanemmo impietriti quando davanti a noi piombò un Dragone del Profondo, immenso e terribile nella sua ferocia. Ci fissava nell'oscurità, a malapena riuscivo a vedere i suoi occhi rossastri brillare, iniettati di sangue. Udì appena Horeness e Eldifur mormorare delle preghiere ai loro dei quando un'imponente ruggito spacco il silenzio e mi costrinse a portare le mani alle orecchie.
In quell'istante dalla terra si crearono piccole fenditure da cui fuoriuscirono degli elementali del fuoco evocati dai sacerdoti, che subito si avventarono contro l'enorme Dragone, furioso contro chi gli aveva disturbato il sonno.
Sfoderai lo spadone e mi buttai contro di lui, tenendo il nome di Tyr stretto tra i denti.
Lo scontro sembrava infinito, c'era talmente sangue sulla nuda roccia che quasi scivolai a terra, ma resistei e presi coraggio dai miei amici che continuavano a tentare di scalfire le dure scaglie dell'abominio.
Eravamo riusciti a trarlo in trappola, in una galleria troppo stretta per aprire le sue ali e spazzarci via come fruscelli, e li richiamammo a noi tutte le nostre energie, oramai era una questione di vita o di morte, o noi o lui.
Non cedemmo.
Il Dragone continuava a ruggire maestoso, le sue zanne erano talmente affilate che un solo colpo andato bene a segno poteva tramutare le nostre armature in ferraglia.
Tra il sangue e il sudore vidi la spada di Horeness conficcarsi decisa nel petto del Drago, che con ultimo tremolante ruggito si accasciò a terra facendo tremare l'intera grotta. Ce l'avevamo fatta.

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Eravamo troppo scossi e provati per esultare, ma sapevo che ognuno avrebbe voluto abbracciare l'altro. Ci guardammo e senza dire una parola prendemmo il tesoro e ci dirigemmo verso l'uscita. Nessuno parlò più finchè non vedemmo la luce, non avevamo più la forza nemmeno di camminare.
La prima boccata d'aria fu come una liberazione, buttai l'elmo sul prato e respirai a pieni polmoni, lo sguardo al cielo. Sentii gli aprezzamenti di Killian verso l'aria pulita che finalmente gli schiariva la mente.
Purtroppo li le nostre strade si divisero, avevamo tutti delle mete diverse, salutai Horeness e Killian con affetto e rispetto, sperando di rincontrarli presto, e mi diressi con Eldifur e Thururumpak verso la locanda di Waterdeep, dove potevamo finalmente riposare.

Edited by Little Ariel - 12/8/2007, 06:34
 
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