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"Ora siamo una famiglia"*E' strano per quanto tempo avesse voluto sentire queste quattro semplici parole, e nessuno in vita sua glielo aveva mai detto*"Ora siamo una famiglia"*Lei, che una vera famiglia non l'aveva mai avuta, e ora invece...
Nella sua mente, ora distesa nel suo comodo letto di casa, ancora il ricordo dei fumi che salivano dagli incensieri fin su al soffitto, avvolgendo la grande sala di quell'odore forte, pungente, speziato, che ti penetrava nella narici e ti invadeva tutto il corpo.
Quella litania, ritmica, mai sbagliata, dell'unico altro uomo nella sala, come il più sadico e macabro ma allo stesso tempo musicale e accattivante suono che avesse mai sentito.
Una mano poggiata su di lei, sulla Lei di quel momento, su quella sua parte del corpo che aveva avuto molteplici pelli fino allora, e tante altre ne avrebbe avuto in futuro, diversificate solo da quel contatto gelido con la finissima porcellana.
Gli occhi di Ash guardavano gli occhi della figura davanti a se, unico contatto visivo umano in quel momento, unico spiraglio di normalità, portatrici di consapevolezza più delle parole nascoste che si udivano nella sala.
Poi cessato tutto, la dispersione, non c'è spazio per gli assembramenti, usciti da quel luogo ogni persona prende una strada diversa, e il più in fretta possibile, non c'è spazio per i discorsi o i commenti, ci si deve dileguare, sparire per poi ricomparire, in un'altra veste, più colloquiale, che vada bene per ogni situazione, con non solo gli occhi visibili.*"Ora siamo una famiglia"*Ora sono una famiglia strana, dove non ci saranno grandi cene davanti ad un camino, non ci saranno brindisi o scambi di regali ai compleanni.
No, loro sono un altro tipo di famiglia, fatta di mille volti in ogni volto, fatta di mille gesti in ogni gesto, ma con una sola costante: gli stessi occhi.* |
