Una fredda notte come tante, la città silenziosa si estendeva dalla finestra di quella stanza. L'elfo uscì dalla vasca; un brivido lungo tutta la schiena mentre con passo lento, seguendo il ritmo delle gocce d'acqua che toccavano il pavimento, si avvicinò allo specchio. Aprì lentamente gli occhi, quel riflesso nel vetro...la sua figura nuda a mezzo busto, snella e longilinea, ricoperta da cicatrici che deturpavano il suo corpo; un espressione vuota e senza emozioni.
“Una notevole collezione...ne è valsa la pena?”
Una volce femminile, calda ed avvolgente stuzzicò le sue orecchie appuntite. Una lunga gamba si alzò dalla vasca accompagnata da una risatina fugace mista al rumore dell'acqua smossa.
“Si, è quello che mi hai insegnato...”
Rispose con voce ferma l'elfo, continuando a fissare il suo corpo. Un rapido battito di ciglia, un solo istante passato...un altra donna nuda, lunghi capelli neri e dal passo felino, si avvicinava lentamente alle spalle di lui. Lo avvolse in un abbraccio, stringendolo da dietro la schiena; restò immobile a contemplare lo specchio mentre la donna stretta a lui sussurò con voce suadente il suo nome.
“Artalic...”
Come un fulmine al ciel sereno, la lama di un pugnale si palesò davanti al volto dell'elfo. Un rapido battito di ciglia, un altro istante passato...una fitta di dolore improvvisa accompagnate da un lieve calore. Altre gocce toccarono il terreno ma questa volta erano di un altro colore; rosso e denso sangue colava da un taglio netto sul volto dell'elfo che però non si scompose, rimanendo a fissare la sua immagine riflessa mentre la ragazza venne avvolta dall'oscurità sparendo completamente. Nello stesso momento la donna dalla vasca aggiunse con la sua voce melodiosa...
“Continuerai su questa strada nonostante quello che potrà causarti?”
Lunghi ed interminabili secondi di silenzio avvolsero la stanza, come se il tempo si fosse fermato: nessun suono, nessun odore, nessun movimento...solo la sua immagine sfregiata riflessa nel vetro ed un turbinio di pensieri affolati nella sua testa. “Perchè soffrire? Perchè preoccuparsi? Perchè sacrificarsi? Perchè darsi pena per delle semplici donne umane che sono solo piccoli frammenti della mia vita?” La risposta era semplice e già la conosceva...Questo è il sentiero dell'amore. La voce dell'elfo spezzo il silenzio, il suo tono calmo e pacato non lasciava trasparire nessun segno di incertezza, così rivolgendosi alla misteriosa figura rispose:
“Si, seguirò questa strada, perchè questo è ciò che desideri...l'amore è la più grande gioia e il più grande dolore, senza di esso saremmo solo dei gusci vuoti”
Un rapido battito di ciglia, un altro istante passato...la donna dai lunghi capelli rossi apparve davanti a lui, posando le dolci e morbide labbra sulla sua fronte. Il corpo immobile ebbe un sussulto, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica, il nuovo sfregio iniziò così a rimarginarsi lentamente lasciando il posto ad una nuova cicatrice.
“Va! Allora...”
La donna posò le mani sulle spalle voltando l'elfo, davanti a lui ora non più il suo riflesso ma una terza ragazza anch'essa completamente nuda. Più giovane rispetto alle altre, un sorriso dolce ed innocente incorniciato da dei lunghi capelli biondi, nella mano sinistra teneva un narciso e nell'altra una pugnale; allargò lentamente le braccia invitando l'elfo in un abbraccio che senza indugio rispose muovendosi lentamente verso di lei. Dopo i primi passi però un tiepido raggio di sole investì il volto dell'elfo, strizzò forte gli occhi per un altro lungo istante e nel riaprirli si accorse che la stanza era completamente vuota, un semplice, fantastico e terribile sogno. Lanciò un occhiata allo specchio dietro di se, il suo corpo era tornato perfetto, nessun segno o cicatrice a deturparlo; scosse la testa dando poi una rapido colpo ai capelli con le mani sistemandoli, iniziando poi a rivestirsi. Si fermo sull'uscio della porta, posando la mano sulla maniglia fredda mentre il pensiero era rivolto a questa nuova ragazza, un sorriso involontario iniziò a dipingersi sul volto... “Sei il solito sciocco...” si ripetè tra se e se aprendo la porta ed uscendo dalla stanza...
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