Seduta sul piccolo sgabello osservava la sua immagine riflessa allo specchio. La finestra spalancata lasciava entrare quel vento che,esternamente, maltrattava i tendoni dei mercanti, e le araldiche sui pinnacoli,verso il cielo plumbeo. I capelli nerissimi le ondeggiavano attorno al viso,lievi come il piumaggio di un corvo, così lisci e lucidi da rimandare i riflessi della lanterna poggiata sul tavolo...osservava quei tratti ereditati dal padre,l'unica traccia rimasta a legarla a quello che fu il suo passato. Un altro lampo,subito seguito dal fragore del tuono, e del vento,e della pioggia battente....adorava i temporali,Sil. Li adorava perchè nel buio della notte erano capaci di rivelare ciò che durante il giorno si sarebbe perso nella confusione,nei pensieri quotidiani. E perchè erano così simili a lei.. Trovava rassicurante la voce di Eludus,il suo modo di guardare il mondo, la sua genuina bontà..inossidabile da stupirla ogni volta. E come per il temporale, anche in lui rivedeva una parte di se'. Una parte che pensava di aver seppellito molti anni prima, quando le vicende si erano divertite a ferirla così in profondità da stravolgerle l'anima stessa. Eppure...era come se la contaminasse, come se lui riuscisse in parte a far riaffiorare quella scheggia di anima dispersa. Confusa,fissava la sua immagine allo specchio, quegli occhi allungati,leggermente inclinati verso l'alto..con la mano copriva l'occhio sinistro, quello di quel colore così strano...un castano caldo,così intenso da sembrare vermiglio. Quell'iride così in contrasto con l'altra,del colore del ghiaccio, la costringeva a ricordare ogni volta il patto con il Maestro, il giuramento fatto... Ma nonostante facesse fatica a riconoscersi, a comprendere quale metamorfosi la stava travolgendo di nuovo, ogni sera prima di mettersi a letto si costringeva a fissare la propria immagine,non poteva permettersi di correre il rischio di dimenticare Sil, e ricordare solo Silaiwe,la mezzelfa cresciuta fra i boschi...innamorata del cielo e dei colori dell'autunno. Lei voleva tenere bene a mente,ad ogni costo, la mezza umana che in malomodo era cresciuta,ed aveva commesso errori. Molti errori,per la verità. Tutti necessari, tutti indispensabili. Non voleva perdere quella Sil. Ma non riusciva nemmeno ad accettare, allo stesso modo in cui aveva accettato di appartenere al Maestro,così...ad occhi chiusi, che tutto fosse veramente come le era sembrato per tanti anni. Un tintinnìo lontano, come il suono di un campanellino d'argento, le risuonò nella mente..un modo tutto suo di richiamare i pensieri,sapeva bene che camminare in bilico su una lama comportava fin troppi rischi...Myos glielo aveva ripetuto per una vita, il suo adorato fratello acquisito...croce e delizia della sua esistenza era stato un maestro ed una dannazione al tempo stesso. Avrebbe tanto voluto riabbracciarlo,nonostante tutto.. Ma più di ogni altra cosa,le mancava Isobel..sapeva che era solo questione di tempo, poichè la donna dai capelli di fiamma e dagli occhi ambrati di un lupo l'avrebbe ritrovata, Sil le apparteneva in un certo qual modo, come apparteneva a tutta la sua Famiglia, e non avrebbe lasciato trascorrere troppo tempo lontana da lei. Sorridendo fra se', a quella certezza, Sil si decise ad andare a riposare. Non chiuse la finestra, il rumore del temporale l'avrebbe cullata...e la luce del lampo avrebbe fatto vibrare nella stanza luci ed ombre..le stesse essenze di cui era fatta lei... Luci,ed ombre..
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