Guardando dietro di se, dal posto del passeggero, la strada che si faceva sempre meno fangosa mentre questa lasciava la Costa della Spada, un profondo sospiro spezzò il silenzio cadenziato dettato dall'andatura dei cavalli da traino. Molti pensieri invadevano la mente di Sebastian in quel momento, ma solo uno di essi non lo abbandonava mai. Il rimorso lo tormentava ed un costante senso di rammarico rendeva amaro ogni boccone. Lo sguardo seguiva il cambio paesaggistico senza soffermarsi su nulla in particolare.
Il conducente, per ingannare il tempo, decise di attaccare bottone col ragazzo ed esordì dicendo: "Tutto bene figliolo? Cosa sono tutti questi sospiri? Problemi di donne?" per poi lasciarsi andare ad una bonaria risata. Sebastian, colto di sorpresa, si voltò verso l'uomo dai capelli brizzolati che teneva morbidamente le redini in mano, e, dopo qualche secondo, rispose con un: "Non sono forse loro che fanno girare il mondo, amico mio?". Entrambi sorrisero, dopo di che riprese: "Ho fatto un casino con una persona a cui tengo.. e temo di poterla perdere.". L'uomo guardò l'espressione crucciata del ragazzo nel dire tali parole e dopo una breve pausa riflessiva gli rispose: "Non sono uno bravo con i consigli, ma di storie come le tue ne ho sentite tante. Se ci tieni davvero, l'unica cosa che puoi e devi fare è cercare di chiarire, ma prima che con lei, con te stesso." dopo di che tirò fuori una fiaschetta e, con un sorriso bonario, la porse a Sebastian, il quale la accettò di buon grado, assieme al consiglio appena profuso.
Il resto del viaggio lo passarono parlando del più e del meno finchè, verso l'imbrunire, sostarono in un ostello lungo la via. Un edificio mediocre, ma senza dubbio una prospettiva migliore all'ennesima notte nel carretto all'aperto. Dopo aver pasteggiato, il carrettiere si ritirò a dormire, mentre Sebastin decise di prolungare per un altro po' la sua permanenza nella sala comune. Chiese ed ottenne una pergamena ed un carboncino dall'oste e, dopo aver raccolto i suoi pensieri, iniziò a scrivere qualche riga.
Autumn, sono Ian, lo stupido. Aranel sta bene. Io un po' meno. Vorrei poterti parlare, vorrei poterti spiegare, ma non voglio importi nulla, mai più. Attenderò il tuo ritorno e la tua decisione, qualsiasi essa sia. Lo stupido Ian.
Rilesse le poche righe, dopo di che arrotolò la pergamena e riconsegnò all'oste il carboncino ed i fogli in eccesso, lasciando una piccola mancia per la cortesia, per poi dirigersi verso l'uscita e, dopo aver puntato un merlo che beccava il terreno, estrarre una pergamena divina e ne leggerne il mantra. L'animale dunque si avvicinò a Sebastian, facendo scattare la testolina prima a destra e poi a sinistra, attendendo qualcosa dall'umano che lo aveva richiamato a se. Si chinò dunque sull'animale e, con un pezzo di spago, annodò saldamente alla zampa del corvo il breve messaggio, dando ordine di consegnarlo ad Autumn. Il merlo gracchiò due volte in risposta, si voltò, e spiccò il volo, perdendosi ben presto tra i colori indaco del cielo in tramonto. Abbassò lo sguardo, un sorriso amaro gli solcò il viso pensando alla reazione che avrebbe potuto avere nel leggere quel messaggio, ed infine rientrò nella locanda, raggiungendo il conducente e gli altri ospiti nel dormitorio comune. Il viaggio era ancora lungo ed aveva bisogno di risposare..
|