<...e lei diede un anello al suo prediletto. Un anello con parte del suo potere, affinché egli spandesse il suo volere nelle terre conosciute. Rendendo il mondo un freddo deserto di ghiaccio".Cronache della Regina dei ghiacci, autore incerto
Stanchi. Lo erano per l'immane scontro che avevano affrontato, lo erano per il doversi muovere in quelle terre dimenticate dagli dei, con dei compagni appena riportati in vita. Eppure le aquile guadagnavano terreno, fermandosi solo quando erano costretti. Scelsero di usare sentieri meno battuti, ma più diretti. Dovevano tornare nella città degli splendori e dire alla creatura di essere riusciti nel loro intento. Probabilmente questo li avrebbe portati alla prossima mossa, come ripeteva Himir. Parlava ancora di mosse e strategie, eppure fino a qualche giorno prima era un corpo senza vita che pendeva dalle mie braccia. Chissà cosa lo spingeva ad avere tanta determinazione. Un giorno avrò modo di chiederglielo, ma adesso sarebbe inutile. Si chiuderebbe a riccio, farebbe qualche battuta delle sue, ed andrebbe avanti. Per scavare negli anfratti del cuore degli uomini, ci vuole tempo e pazienza. Lui aveva uno dei due, ma il tempo ...beh...diciamo solo non era loro amico.
La città di Waterdeep era di una bellezza disarmante, specie per quei viaggiatori stanchi come loro che ne varcavano le porte. Si diressero lesti al porto, ad aggiornare l'essere della loro vittoria. Una vittoria sicuramente non preventivata da lui, e forse ad essere onesti una volta vista la bestia, neanche da loro.
Il cacciatore fu infatti enormemente sorpreso, si congratulò con loro, e conferì alle aquile il massimo degli onori, per uno della sua specie. Li invitò ad una caccia speciale.
Un altra, di natura diversa.
Lo fecero, e questo diede loro una chiave degli eventi ancora più cupa del quadro che una mano oscura, andava disegnando sulla tela del mondo. Anche se, forse, era più opportuno parlare di più mani...