Atto I, introduzione<
Tieni Glorin...porta questo martello con te>
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Padre ma a cosa mi servirą un martello da fabbro nel mio viaggio con la carovana?>
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A darlo in testa a tuo fratello quando lo troverai>
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Servirą a qualcosa dite?>
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Probabilmente a farti compare un nuovo martello>
Glorin aveva salutato da poco il padre per dirigersi verso il punto di ritrovo dei pellegrini. Ogni terzo giorno del mese, una carovana partiva dalle terre dei nani diretta a quella degli umani.
Contava di arrivare alla cittą dei duchi ed iniziare li le ricerche di suo fratello. Erano diversi anni che nessuno del clan Redbeard aveva pił notizie di lui. Ogni tanto qualche pellegrino di passaggio riportava qualche voce. Alcune di esse lo descrivevano come un grande eroe coraggiose, altre forse pił verosimili raccontavano di suo fratello ficcato in grossolani guai.
Dar retta alle voci perņ non č che avesse molto senso, meglio muoversi di persona.
Fu la semplice e schietta logica a portare il pił piccolo dei fratelli sulle tracce del pił grande. Prese con se i suoi bagagli, i soldi che aveva messo da parte nella sua giovinezza passata alla forgia, senza mai o quasi alzare la testa e saltņ sulla carovana.
Niente struggenti addii o frasi di commiato da far commuovere gli ascoltatori, non voleva perdere tempo.
Il viaggio fu lungo e a tratti noioso, ma gli permise di fare conoscenza con gli altri passeggeri. C'era un vecchio nano che aveva deciso di andare a sud, ora non ricordo neanche il nome della cittą, ad insegnare al figlio come andasse gestita una vera corporazione nanica. Diversi mercanti fantasticavano degli enormi profitti che avrebbero fatto una volta giunti a destinazioni. Il loro carico era pesante e racchiuso in dei forzieri che, grossi come erano, avrebbero potuto pure contenere un drago.
Si passava il tempo raccontando storie da focolare, cosi le chiamava Glorin, piene di eroici e possenti nani delle generazioni passate. Poi fra una battuta e l'altra sugli inutili orecchi a punta, si combatteva per lo pił il tempo nella noia.
Gli unici momenti di movimento fu quando alcuni predoni assaltarono la carovana. Ci provarono forse era il termine pił corretto. Chissą forse erano nuovi del mestiere, o magari non si erano mai confrontati con delle guardie naniche. Fini che Garil "il clemente", attuale capo scorta, assestņ un colpo di maglio al capo bandito cosi forte da costringerlo a sentire i rintocchi delle campane per il resto dei suoi giorni.
Tolto questo evento, e le pił comuni soste dove i vari passeggeri cambiavano destinazioni, il viaggio non fu nulla di straordinario.
La cittą dei duchi alla fine lo aspettava e Glorin non vedeva l'ora. Quanto meno una volta arrivato avrebbe iniziato ad avere qualcosa da fare.