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Le prime luci del mattino entrano, seppur filtrate ed a malapena, nella piccola cella SVEGLIATI ALLENATI Dò un calcio al topo che osa entrare nel mio imposto rifugio, la piccola creatura non ha il tempo di capire cosa stia succedendo che si trova spiaccicata sul muro esterno alla cella squittendo prima di esalare l'ultimo respiro. Inizio con una serie di flessioni normali per riscaldarmi, poi mettendo un braccio dietro la schiena inizio le serie con un braccio solo e via di seguito come ogni mattina. Più di ogni mattina. La rabbia non mi fa sentire la minima stanchezza, il sudore scorre ma non dà fastidio. Il sapore salato che arriva alle mie labbra è piacevole come aspro è il sapore del sangue che si mischia ad esso quando mi mordo un labbro. La durezza dell'insolito più che intenso allenamento inizia a scaricare la tensione e le vene dei muscoli impegnati si sollevano a dimostrazione dello sforzo sostenuto. RIFLETTI Volevo essere un soldato mentre loro volevano un semplice burattino, avrò pure preso una decisione rischiosa, avventata, probabilmente per loro incosciente. Ma sono abituato ad agire, non a subire passivamente il succedersi delle azioni. Si forse ho sbagliato ma ancora mi rimbombano nella testa le accuse di tradimento e le conseguenze di esso se provato. Soprattutto per colui che le dice. Ammiro il caporale Daimor, la sua guida è stata fondamentale per me nel mio percorso all'interno del Pugno. Ed effettivamente avrei potuto parlare con lui o con Ilis delle mie intenzioni. Ma l'occasione andava sfruttata immediatamente e d'impulso ho voluto coglierla. |