Faerûn's Legends

La lega degli esploratori., Gli improbabili viaggiatori.

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view post Posted on 21/5/2022, 13:25
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Squartatore di Troll

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Poco a nord delle mura un falco cenerino aprì le ali nel sole mattutino.
Rispose allo stridente richiamo di una femmina che riecheggiò per lunghi momenti fra le rocce, smorzato dallo stormire del vento fra le voglie, e si lasciò cadere nell’aria, osservando il Toril che si stendeva sotto di lui, tutto a portata delle sue ali.
Quando la terra si fece pericolosamente vicina, aprì gli artigli e le ali iniziando un volo radente che lo portò a ghermire un leprotto che aveva timidamente messo la schiena esposta al sole per godere di quel tepore mattutino, il suo ultimo imprudente gesto prima di divenire il pasto d’un predatore.
Così appesantito dalla sua preda, il falco si impettì per prendere una corrente d’aria che lo avrebbe portato in alto verso il suo nido.
Passando alla base di quel pendio impervio, dove il verde del prato si infrangeva come un’onda contro le rocce della collina, vide una figura rinchiusa in una lucidissima corazza di un profondo blu.
Risalì la corrente d’aria, abbandonando la Cercatrice di Rune ai suoi pensieri, con il quieto e sincero disinteresse che solo gli animali sono capaci di provare.

La Cercatrice di Rune si fece distrarre un momento dal volo radente di un falco che le passò vicino ad una velocità strabiliante.
I suoi intenti di raggiungere Candlekeep si erano scontrati con la dura realtà della guerra, ma non intendeva lasciar scorrere il tempo senza lasciare segni tangibili del volere del Signore dei Gilfi; necessitava non solo di cercare e cercare ancora, ma anche di insegnare agli altri il senso della ricerca, la tensione verso la realizzazione della grande opera del Metatesto, l’importanza della scoperta e della trasmissione della conoscenza.
Pensieri che vennero nuovamente interrotti per lanciare uno sguardo sulla strada che passando fra le stalle e l’edificio adiacente si snodava fra le fattorie fuori le mura, con la fucina di Testadipiombo che disegnava ghirigori nell’aria.
Gente che conosceva, fra gli altri.
I nuovi amici che aveva incrociato in queste terre da quando aveva lasciato le verdeggianti terre del Cormyr.
Due fra questi, che s’avanzavano dappresso l’un l’altro. Chiacchieravano, mentre uno cercava già fra i sassi di quelle colline qualche radice utile ai suoi unguenti, l’altro gli gironzolava intorno con quella curiosità che appartiene ai bambini e agli hin.
I due salutarono la Cercatrice, quando la incrociarono; erano Rathar e Visar.
La Cercatrice li salutò meditabonda, e quando i suoi amici ne videro le ombre scurirle il volto, si interessarono ai suoi pensieri.
Questa gentilezza colpiva sempre molto la Cercatrice: aveva camminato per così tanta strada convinta di essere sola fino al punto io cui aveva capito che poteva essere se stessa anche in mezzo agli altri.

“Ho un’idea…” disse la cercatrice, formulando quel pensiero nello stesso momento in cui si trovava a pronunciarlo “...vorrei che lasciassimo un segno diverso da quello che possiamo fare camminando per queste terre. Vorrei lasciare agli altri la passione per la scoperta, per il ritrovamento degli insegnamenti del passato; potremmo iniziare con qualcosa qui vicino, poi vediamo, se va bene, potremo fare altro!”

Rimase colpita dall’entusiasmo di Rathar e dalla disponibilità di Visar, che accettarono di prendere parte al progetto, nelle qualità di esperto di legnami e cerusico erborista.
Una di quelle folgorazioni rare animava la Cercatrice mentre esponeva il suo progetto mano a mano che questo prendeva forma nella sua mente.
Era di una tale euforia che si rese conto dell’arrivo di Shek quando questa le era già accanto, e tuttavia continuò a parlare con quel cipiglio veemente ed entusiasta che le veniva fuori quando riusciva a mettere da parte la sua inclinazione alla timidezza.
L’arrivo di Shek poi, le dava nuova linfa; pochissime persone erano riuscite ad instaurare con lei un rapporto talmente cristallino ed immediato, e la sua sola presenza la faceva sentire forte e responsabile.

“Dovremo disporre di un accampamento!” aggiunse Rathar, con il suo fare scanzonato e distratto.
La Cercatrice si fermò, guardandolo dalla testa ai piedi (come se ci volesse molto, d’altronde, piccolo com’era) e per un motivo che non riusciva a capire bofonchiò, un sussurro appena percettibile perfino a se stessa.
In un modo o nell’altro le erano tornate in mente Astryr ed Amarillis.
Astryr le era stata accanto in una serie di occasioni, e nonostante la sua fragilità, aveva sempre difeso Magthara, e la Cercatrice era certa che lo avrebbe fatto ancora, se ne avesse avuto la possibilità.
Amarillis si era dimostrata una buona, fidata amica, e per qualche singolare motivo la mezz’orca sentì un eco della sua voce in testa; una sensazione, un ricordo, qualcosa come “E urlate di terrore prima di partire, così ve lo troverete già fatto.”
Magthara sorrise a se stessa ed al ricordo di un’amica che oramai non vedeva da tanto.

Annuì con fare più distratto alle parole di Visar “Sarebbe meglio evitare il sud, con tutto quello che sta accadendo: e se cercassimo di raggiungere la brughiera?”.
La brughiera, si.
Era decisamente una buona idea.
Avrebbe allontanato quelle brave persone dalla guerra, avrebbe permesso loro di divagare e vivere dei giorni più leggeri, e pure di rendere un servizio utile a tutti i viandanti, aggiornando i riferimenti della zona.

“Bene, Lega degli Esploratori! Prepariamoci al primo passo: raccogliamo le informazioni attuali sulla brughiera. Spargete la voce di questa nostra iniziativa: sarà facile trovarmi da Alith, alla locanda del Canto dell’Elfa, oppure in biblioteca.”
 
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