Faerûn's Legends

Il cammino di una rosa nera

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view post Posted on 1/2/2018, 15:11
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Lord Draxler di Gulthmere

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Pastosità interna alla bocca, assaporando il palato si era accorto di un certo sentore
quasi metallico con grumi indefiniti, era sangue corposo misto a terriccio.
Un imponente senso di torpore e di spossatezza lo aveva pervaso,
quando tentò di riaprire gli occhi per comprendere cosa stava succedendo.
Sentiva voci confuse e rimbombanti, poco definite, non chiare.

<< Ragazzo, rialzati!!! >>
una voce severa e di un uomo di mezz’età. Silenzio di alcuni secondi, mentre il ragazzo era poco cosciente.

<< Wayneeee!!! Riprenditi, amico mio! >>

la voce più giovane quasi lo aveva penetrato facendo giungere la sinapsi dall’apparato uditivo fino al cervello.
Era il suo amico Kalec che cercava di aiutarlo a rialzarsi.
Lentamente si era ridestato, riaprendo gli occhi.
La sua vista non del tutto recuperata ancora, gli permetteva una grigia visione con puntini neri.
Notò che la squadra era ferma, e lui era disteso a terra. Si ripulì la bocca dai detriti, cercando di rialzarsi.

<< Hai fatto un bel volo, Blackrose. >>
sentenziò l’anziano padre, parlandogli sempre con un certo distacco, quasi formalità mentre non erano soli tra loro.

<< Quel bandito a cavallo ti ha puntato, destabilizzando il tuo cavallo e disarcionandoti. Ruzzolando hai preso un bel colpo alla testa, pare. >>
Gli venne spiegato con sufficienza.

Wayne all’epoca era ancora giovane, circa sedici anni, e il suo percorso di allenamento era iniziato da circa due.
L’inesperienza faceva da padrone, ma episodi come quello segnarono indubbiamente la sua maturazione.
Erano passati quasi dieci anni da allora, e in lui erano perfettamente vivi ricordi come questo.
Si era distratto appena, mentre sistemava con diligenza tra i documenti burocratici a palazzo.
Era finito a sedersi tra alcuni banchi di pietra, sepolto da fogli e scartoffie disordinate.
Com’era avvenuto questo passaggio?
Dapprima in prima fila energicamente, quando il padre lo portava con se nelle varie ronde, le varie spedizioni in luoghi sperduti,dove spesso e volentieri lo ammoniva in modo duro, affinchè imparasse
e ora invece si era preso la responsabilità di essere un funzionario cittadino, un politico.
Era cambiato in tutto questo tempo? E se la risposta era affermativa, come?

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view post Posted on 17/2/2018, 13:26
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Lord Draxler di Gulthmere

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*pensieri e ricordi fluttuano nella mente di Wayne*

Seline quella volta mi attendeva per aiutarla ad esplorare alcune rovine naniche.
Dopo un viaggio di media distanza ero giunto in prossimità di limiti sabbiosi dell'Anarouch nei quali dintorni
erano evidenti i resti di qualcosa che in passato fù.
Una volta insieme ricordo che discendemmo nell'ignoto, ritrovandoci di li a poco attaccati.
Un nano ostile insieme ad un manipolo di minotauri difendevano il condotto principale di quei sotterranei.
Con pronta azione mi avventai sui nemici, mettendoli a sedere, definitivamente.
Non pensavo, forse neanche lei lo pensava, di ritrovare fin da subito ostacoli.
L'attenzione aumentò più di quella dovuta, chissà cos'altro si celava in quei corridoi di roccia e polvere.
Ci fecimo strada con perizia, fino ad uno sbocco di più vie, affrontando creature dei sotterranei che poche volte avevo affrontato e dei
quali non ne conoscevo molto, ma di certo fu un occasione per trarne lezione.
Il problema si pose quando incontrammo una poltiglia fosforecente, che all'affondo di un fendente si divideva in due, complicando la situazione. Ragionammo in fugaci istanti su come far fronte a ciò. Mentre io ipotizzavo all'utilizzo di una torcia per tentare di dissolverla col fuoco, Seline aveva già la soluzione. Mi sorprese molto, possedendo un'arma eccezionale: una scimitarra che pare possedesse più di un'incanto, era capace di sprigionare danni elementali di fuoco, ed era benedetta da Sune.
Si dimostrò efficace contro quelle creature aberranti. Ricordo che in quell'occasione rimasi molto sorpreso dalla compagnia di quella donna, c'era una sinergia impeccabile, mentre io le facevo da scudo lei approfittava sferrando letali scimitarrate.
Oltre che riconosciuta sacerdotessa ed eroina di Waterdeep, è un'abile combattente.
In quei momenti il mio compito nel nome del Guardiano era proteggerla, ed esser sempre accorto ad ogni pericolo incombente.
In una fase di tranquillità, si propose di ritornare indietro a controllare meglio, mentre io restai a far da baluardo all'ultimo punto che avevamo esplorato.
E' li che fallii. Ritrovandomi nello scontro con un gigante amorfo e storpio, peccai di sicurezza, pensavo che avrei avuto
la meglio, ma probabilmente quell'essere deformato aveva dei vantaggi su di me, lo sottovalutai.
Mi assestò un potente colpo, scaraventandomi oltre.
Forse in quell'occasione l'Occhio Vigile e Mai Dormiente si pose su di me.
Non c'era altra spiegazione. Certo, la mia armatura, come da insegnamenti del Guardiano, doveva essere sempre impeccabile e curata, perciò non aveva fallito nel suo compito di proteggermi da quel colpo devastante.
Ricordo che a tentoni riuscii a sfruttare le escrescenze rocciose dell'ambiente, fuggendo dall'occhio di quel gigante.
Ma una certezza c'era nel mio cuore, io avevo fallito, come ruolo di estremo difensore avevo peccato, questa volta ero stato
salvato, ma sarebbe accaduto di nuovo?
Mi feci strada con le ultime forze verso l'uscita, ritrovando Seline che mi medicò con eccellenza, garantendomi di
poter rientrare a Waterdeep.
Fu un brutto colpo, dedicai tutta la notte al pensiero di ciò che era successo, invocando
il consiglio di Helm, affinchè traessi il suo monito per migliorare e non fallire più.
Un devotissimo dell'Osservatore non può fallire nella protezione di deboli indifesi,
e per ciò, non può fallire anche nel difendere se stesso.
 
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view post Posted on 11/3/2018, 06:21
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Lord Draxler di Gulthmere

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Riaprì gli occhi, davanti a lui uno scempio.
Devastazione, cadaveri, sangue. Si ritrovava in una delle stanze del Casato Blackrose,
accasciato sull'elegante pavimento, che ora era impresso del suo stesso sangue e quello degli altri familiari.
Si rialzò, guardandosi. Era vestito con una delle sue camicie bianchissime e perfettamente sagomate, sui quali era stato ricamato il simbolo di famiglia, pantaloni anch'essi bianchissimi.
Non comprendeva però a pieno quello che stava vedendo... un sogno forse? Forse era meglio definirlo un incubo.
<< Cosa ci faccio qui? .... Cosa è successo? >>
Domandava tra se e la sua coscienza, mentre vagava per la casa, osservando a passi lenti i cadaveri del padre, la madre, la sorella, altri parenti vicini o lontani, gli inservienti che da generazioni lavoravano per la sua famiglia.
Tutti erano morti, uccisi brutalmente, da qualcosa di indefinito.
Si rabbuiò nella triste visione di quel massacro, chiedendosi come mai egli fosse l'unico vivo.
<< Non sono stato sufficientemente accorto... non li ho saputi difendere. >>
Si tormentava come suo solito, arrogandosi responsabilità e colpe. Era il suo modo di fare, quello di mettersi davanti agli altri e prendendo una giusta parola, prendendosi colpe che talvolta non erano sue.
"Fermati, attendi ed osserva con attenzione."

Una voce gli parlò nella mente, con tono severo ma allo stesso tempo come qualcuno che vuole insegnarti, come l'amore di un padre.
Ritrovò a terra un simbolo sacro, era un guanto ornamentale con un occhio dall'iride azzurra ben aperta e vigile.
Lo raccolse baciandolo, per poi indossarlo. La sua fede verso Helm era un elemento cardine della sua vita e sapeva che nel momento di difficoltà egli avrebbe potuto ricercare guida e consiglio verso L'Osservatore.
Proseguì uscendo dalla casa, dirigendosi attraverso le vie di Waterdeep.
Anche la sua amata città era cambiata, in questa visione piuttosto realistica nel quale il ragazzo era immerso la città era piompata in un altalenarsi di luci ed ombre.
"Sii sempre leale e diligente nell'espletare gli ordini che ti vengono impartiti."
Nuovamente la voce parlò, quasi volesse guidarlo attraverso una via intrisa di significato.
Si diresse verso il Palazzo di Piergeiron. Qui la via era illuminata, entrando ritrovò tutto intatto come lo aveva lasciato prima di rientrare a casa. In questo momento non aveva piena consapevolezza se fosse un sogno o una realtà distorta, ma proseguì dirigendosi verso l'ufficio, mentre ragionava sulla frase che gli era appena stata detta, ed era a lui molto familiare essendo uno dei dogmi del Guardiano.
Tentò di dialogare con quella voce, ponendo una domanda:-
<< Non è forse quello che sto facendo? La mia lealtà è verso la città e la mia responsabilità è quella di espletare gli ordini impartiti dalle alte cariche governative e quindi dai Lord mascherati! Ogni mia decisione è per il bene ed il rispetto della legge!>>
La voce riecheggiò nel palazzo, ma non ci fu nessuna risposta.
Soltanto vide una figura sfocata seduta al suo posto che diligentemente creava ordine nel caos burocratico e che con la sua figura portava il bene, ricevendo le richieste dei cittadini e con dedizione fare il possibile.
Che fosse un suo riflesso? Senza dubbio i suoi dubbi e tormenti sulla sua adeguatezza nel ruolo stavano avendo una possibile risposta...
Uscì dal palazzo dirigendosi verso la maestosa piazza del Distretto del Castello.
Quivi ritrovò alla base delle scalinate della fontana, dei pilastri sui quali giaceva la sua armatura e la sua
spada bastarda.
"Prenditi cura dei tuoi armamenti, così che possano svolgere al meglio il loro dovere quando richiesto."
La voce sussurrò calda all'orecchio. Wayne sorrise, indossando l'argentea armatura che teneva sempre in modo
zelante e grazie alla quale spesso aveva trionfato. Socchiuse gli occhi, uno scrosciante applauso si sentì echeggiare nella piazza. Riaprì gli occhi notando che qualcosa era diverso.
Non era più solo, accanto a se aveva i suoi fidati compagni. Rivisse con piene emozioni nuovamente la scena di quando Lord Piergeiron Paladinson si era affacciato alla piazza, ponendo un saluto, durante la serata conclusiva della Fiera.
Di colpo si risvegliò poi da quello che infine comprese fosse un sogno, un sogno particolare e ricco di significati e risposte per lui.
Riaprì gli occhi voltandosi a lato, ritrovando Lorelei a fianco dormendo beata.
Si rilassò pensando a quello che aveva sognato.


 
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view post Posted on 20/12/2019, 17:50
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Lord Draxler di Gulthmere

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Grandi luci si cominciavano ad intravedere a distanza, luci che esprimevano nel cuore di un uomo nostalgico sensazione di calore e di pace. Nel silenzio il galoppare del destriero stanco donava a quegli istanti i rintocchi di un cammino che era iniziato da molto.
Le ultime incessanti ore, percorrendo la Via dei Commerci e delle carovane erano sembrate interminabili,
ma finalmente le bianchissime mura erano d’innanzi ai suoi occhi.
Era finalmente giunto nella Città degli Splendori.
Ammantato in un drappo rosso, si presentò davanti alle guardie cittadine che forse inizialmente non lo avevano riconosciuto. L’ora era tarda ed il buio fuori la città certamente era motivo per indagare maggiormente su chi si accingeva ad entrare a Waterdeep.

“Il mio nome e’ Wayne Blackrose, Paladino Devoto al Guardiano”


disse l’uomo, sciogliendo l’avvolgente manto rossastro e mostrando pienamente il suo volto, scendendo abilmente da cavallo.
Rimase in postura disciplinata e marziale, attendendo risposte dalla guardia dei cancelli.
Un’armatura impeccabile e dai tratti brillanti sui quali erano visibili emblemi di Helm, una massiccia spada bastarda d’oro donavano a quella figura un impatto visivo non indifferente.

“Ah voi non eravate il Funzionario?”

disse la guardia, scrutando l’uomo.

“E’ così, ho svolto mansioni presso il Palazzo di Piergeiron per un certo periodo.”



**************************
Wayne fin dall’infanzia si era allenato, aveva ricevuto molte dure lezioni, era caduto e si era rialzato.
In qualche modo aveva forgiato il suo corpo ma anche la mente e cercava di essere sempre accorto, pronto, vigile, perché quello era il modo di agire secondo la via dell’Osservatore.
Ma non era stato perfetto. Negli ultimi tempi si era convinto che ricercare ordine e rispetto delle leggi in un palazzo potesse essere il giusto modo di servire Helm e la sua città, ma si rese conto che non era così.
Certo, pianificare e avere sott’occhio i mezzi di gestione una città poteva essere utile, ma lui non era realmente fatto per tutto ciò.
Con abnegazione avrebbe dovuto anteporsi davanti ai deboli e farsi scudo dal male.
Discendere nelle profondità della sua amata città lo aveva sicuramente cambiato, scoprire infatti che dall’altro lato della “splendente medaglia” si celava un labirinto intricato di fuorilegge, malvagi e creature di ogni genere votate al male lo avevano fatto dubitare su quanto avesse fin ora visto.

A Skullport aveva dovuto scendere a compromessi, difficili compromessi che però aveva dovuto accettare per un bene superiore e la salvaguardia dei suoi cari compagni.
Venne messo alla prova continuamente poiché in quel pozzo di malvagità avrebbe voluto agire con fervore nel nome del suo dio, ma sapeva che ciò non avrebbe sortito gli effetti sperati.
Aveva acconsentito di seguire quella pista insieme ad un gruppo di cittadini, poiché una bambina era scomparsa e i pochissimi indizi non lasciavano presagire a nulla di buono.
Morti, non morti, necromanzia, furto di cadaveri erano solo piccoli pensieri che attanagliavano la sua testa quando era ancora in superficie,
ma poi scoprì che c’era molto di più.
A non farlo vacillare mai, per fortuna, vi era la persistente fede, indomabile sentimento che conduceva ogni suo gesto e che ogni volta che guardava i suoi compagni lo stimolavano a proseguire ancora ed ancora.

“O Helm fa che la mia forza di protettore non vacilli mai
come la mia immensa fede in te.”


“Difendimi dalle insidie del nemico infernale
e sostienimi nelle tentazioni perchè
riesca sempre vincitore.”


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Il devoto cavaliere spesso sussurrava tra se e sé preghiere affinchè l’Occhio Vigile potesse guardarlo anche in un luogo così lontano dalla luce e dal bene.
Infine l’audace gruppo si era ritrovato nella sfida decisiva e Wayne potè finalmente liberare il suo animo, mentre la sua spada colpiva con fervore divino il Gran Maestro.
Stremati, ma vittoriosi erano riusciti a tornare a Waterdeep, restituire un degno riposo alla piccola Lyra e far riabbracciare Sisha con il nonno che la attendeva.

Per tutti dopo tutto era sembrato un epilogo lieto e lo era, per certi aspetti, dopo tutto quello che avevano passato, ma per il giovane helmita molte cose erano rimaste in memoria. Situazioni come il commercio di schiavi al porto, lo spaccio di droghe nella sua città, culti malvagi e quant’altro che si aggiravano nelle ombre della Città degli Splendori sicuramente avrebbero meritato maggiormente la sua attenzione.
Partì il giorno dopo, lasciando una missiva di dimissioni da funzionario e si diresse verso il Chessenta.
Lì dove il suo cammino era iniziato, ritornò per ritirarsi in preghiera e per ritrovare la giusta consapevolezza.

“… un campione di Helm, che per tutta la sua vita ha vissuto nel nome della vera visione,
proteggendo quanto egli avesse di più caro.”


Risuonavano nella testa le parole dell’anziano sacerdote che lo aveva istruito sui Dogmi del Guardiano e che gli raccontava gesta eroiche di un campione helmita passato.



*****************************

“Ma sono tornato alla Splendente per servirla adeguatamente e per essere degno nel nome di Helm”


L’uomo in armatura si allontanò diretto verso Waterdeep con passo deciso, dopo essersi congedato con fare militare.
 
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view post Posted on 12/7/2020, 13:34
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Lord Draxler di Gulthmere

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Diverso tempo era trascorso da quando Wayne era tornato stabilmente alla sua città nativa.
A Waterdeep si respirava aria di novità, nel persistente via vai di gente infatti,
talvolta qualcuno decideva di rimanere.
Nelle lunghissime vie maestre e nei vicoli che si arzigogolavano in un immenso piastrellato chiaro, spesso nuove attività commerciali, nuove compagnie avventuriere prendevano vita. Stendardi come coriandoli colorati, vociare sparso e risa abbellivano quel quadro già naturalmente bello che era la Città degli Splendori.
Agli occhi di Wayne, vedere la sua città godere di un periodo di spensieratezza, dopo il tormento susseguitosi nel periodo buio delle Furie, era una bella cosa.

Ma nel cuore suo, sapeva che quasi sempre, persino dietro idilliache apparenze, si muovevano le fila del male.
La decisione già presa durante il suo viaggio si sarebbe ora realizzata.
La sua missiva inviata presso la Caserma della Guardia Cittadina aveva avuto riscontro positivo ed a colloquio conobbe la Guardia Loster Ford.

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Da arruolato, finalmente iniziò ciò per cui fin da giovane età era stato addestrato.
Cominciò a muovere i suoi passi nella sua amata città, con occhio diverso.
Le sue esperienze, il suo vissuto sarebbero risultate fondamentali nel neutralizzare ciò che avrebbe minacciato Waterdeep, e chissà, anche oltre.

“Nonostante la tua esperienza, la tua carriera militare comincerà dal basso”

Le parole del responsabile del Plotone risuonavano nella sua mente, parole che aveva accettato,
riconoscendo di dover fare la trafila che tutti facevano, ma più si guardava intorno, più notava che
non tutti avevano l’adeguata preparazione.


“Sii sempre leale e diligente nell’espletare gli ordini che ti vengono impartiti”

“Da prova di lealtà ed eccellenza nel tuo compito di guardiano e protettore”

“Prenditi cura delle tue armi così che possano svolgere al meglio il dovere, quando richiesto”



Un temperamento helmita, forgiato secondo rigidi dogmi, non permetteva imprecisione, ma non tutti
avevano avuto la fortuna di seguire addestramenti come quello di Wayne.
Decise che avrebbe messo a disposizione il suo sapere e con pazienza avrebbe provato a rendere migliore quelle sfaccettature che gli sembravano opache.

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D’altronde, per un devoto del Guardiano, nulla può essere per troppo tempo opaco.

 
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view post Posted on 12/7/2020, 14:10
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Lord Draxler di Gulthmere

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Sottofondo musicale

Risate di due bambine che giocano.

"Vieni qui! ti prendo! "



Altri schiamazzi giocosi riecheggiano in quello che sembra un sogno, anzi forse un incubo.

"Lyra dove sei?"



Tutto ad un tratto silenzio assordante andava ad espandersi in uno scenario che sembrava invece armonioso e sereno.
Wayne riaprì gli occhi, a fissarlo c'era una figura minuta, lineamenti da bambina, ma non era reale...
I suoi contorni erano sfocati, ma era chiaro all'uomo chi avesse davanti.
Quell'espressione ingenua e innocente nello spettro di una bambina, non aveva eguali.

Appena resosi conto, come fumo denso e grigiastro la figura svanì nel buio.
Lo scenario cambiò rapidamente, doveva essere il subconscio e la memoria che giocavano un brutto scherzo
al paladino helmita, che si ritrovava in un caotico minestrone di immagini, di sensazioni, di pensieri.

Chiuse gli occhi, li riaprì, era ancora lì. Dagli angoli bui si ritrovò in una sala scura, piastrellata.
Era presente molta gente dal vestiario con sfumature tendendi dal grigio topo al nero della notte più buia.
L'osservavano con sguardo incuriosito e poco convinto.
Un vecchio tiranno della morte con alcuni occhi chiusi si stagliava dal mezzo di quella gente, osservava Wayne e quanti al suo fianco.
Il giovane guardò ai suoi lati ma non v'era traccia di alcuna faccia amica.
In quest'incubo si ritrovava da solo, con i suoi dogmi, i suoi principi, immerso in qualcosa ad egli estraneo, anzi opposto.
A tratti sembravano cenni tra la sua memoria, riguardo a fatti realmente accaduti e affrontati laggiù.

L'immagine dapprima forse più chiara, cominciò a contorcersi, vorticando in fasce di grigio e viola scuro.

"Da quanto ho visto, dovreste esser sulla via giusta, ma superata questa zone non credo di riuscire più a comunicare con voi"


Sprazzi di una voce amica, conosciuta, sussurrati sottilmente dentro la sua mente.
Che fine aveva fatto Sangalor?

La trama di quest'incubo sembrò addolcirsi, il volto di due anziani sorridenti in una delle locande di Skullport lo salutavano, sembravano dirgli "Grazie".
Per lui era solo un "Arrivederci".

Si risvegliò di botta, con battito accellerato, riaprì gli occhi notando i lineamenti della sua stanza.
Il pensiero di Skullport lo perseguitava ancora, non avrebbe potuto lasciar stare.

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