Porto di Suzail, 8° giorno del mese di Ches, pomeriggio inoltrato
Il vociare della gente... l'odore onnipresente del pesce... tutto gli provocava un senso di fastidio. Aveva appena fatto ritorno e voleva solo concentrarsi nelle sue ricerche, in fondo era lì per questo, ma nemmeno avrebbe potuto rifiutarsi di viaggiare... Lei era tutta la sua famiglia e lui doveva proteggerla e aiutarla, anche se a dire il vero ultimamente richiedeva la sua presenza sempre più spesso.
Si irrigidì quando un pensiero gli balenò in mente, facendolo sudare freddo: era stato via alcuni giorni, non aveva avvisato. E se... qualcuno lo avesse cercato? Improbabile, ma possibile. Affrettò il passo, facendosi largo anche con spintoni tra la folla che rispose talvolta con indifferenza e altre volte con imprecazioni, finchè arrivò in vista della casupola che aveva affittato, e lì la vide.
Era ferma davanti alla porta, sembrava guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa... o qualcuno. Ma come aveva fatto a seguirlo? E perchè?
Nel mezzo del viavai di gente aguzzò lo sguardo e osservò meglio: no... non era Lei. Per un momento aveva avuto un abbaglio... ma allora,chi era quella donna? E cosa faceva ferma davanti alla porta di casa sua?
Irritato, stanco e spazientito Lelio partì in direzione della sconosciuta, deciso a far chiarezza sulle sue intenzioni, ma qualcosa lo fermò. In pochi istanti qualcuno comparve vicino alla donna...un uomo...già visto. Stavolta ne era sicuro. Ma chi era? Il mago si concentrò sulla faccia,fino all'illuminazione: era uno di quelli che avevano la statua in piazza... uno degli eroi... uno di quei Cormyreani pieni di sé e con quell'atteggiamento tipico di superiorità... odiava quel dannato paese. L'attenzione dei due era concentrata su un oggetto che si passavano di mano. Il sole iniziava a tramontare e rendeva difficile capire ciò che osservavano con tanto interesse, da quella distanza.Ma.. poteva essere... una delle sue fiale? Non era così stolto da pensare il contrario...non poteva essere un caso la presenza di quei due lì.
Cercando di capire come potesse aver agito in maniera tanto superficiale per la fretta di partire, digrignò i denti in una smorfia di rabbia e frustrazione.Non ora... non quando era così vicino...
Girò su se stesso e riprese a camminare, probabilmente tra non molto avrebbe avuto un problema in più.
Ma ora doveva sbrigarsi. Doveva finire. Voleva tornare.
