Faerûn's Legends

Cronache del clan redbeard

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Arkiell
view post Posted on 27/7/2018, 12:03 by: Arkiell
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Lord of the Sfig

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ATTO I, CAPITOLO I - UNO STRANO INCONTRO
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Bastarono i primi giorni in quella città di umani, per far capire a Glorin che la ricerca del fratello sarebbe stata più lunga del previsto. Incrociava spesso gruppi di avventurieri, e chiedeva notizie di suo fratello. Qualcuno diceva di aver sentito il suo nome, ma non avevano idee sul dove potesse essersi cacciato quel testone di Gloin.
Ci mise poco il nano a capire che questa ricerca sarebbe stata più lunga e costosa di quanto aveva preventivato. Una pianificazione delle proprie finanze fatta in modo attento, gli permise di capire che di li a poco avrebbe avuto problemi nel mantenersi. Essere un nano in una città di umani però, era un notevole vantaggio. In pochi giorni riusci' a trovare i primi ingaggi come minatore e fabbro, riuscendo quindi a posticipare il problema del suo stesso mantenimento.
Un giorno mentre si trovava in una bottega di umani intento a lavorare del ferro, incontrò una strana donna. Doveva essere di incredibile bellezza, o almeno cosi riteneva basandosi sulla reazione degli altri umani presenti. Iniziò a scambiare due chiacchiere con il nano, probabilmente più per gentilezza che per un reale bisogno. La donna fece molti discorsi, alcuni molto filosofici e qualcuno molto strampalato. Si lamentava di non esser riuscita a reclutare un gruppo di minatori per un progetto che aveva molto a cuore. Tuttavia fu impossibile capire in quel frangente quale fosse realmente questo progetto, la dama si limitò a parlare di un "grande buco nella terra da fare". I sognatori sono esseri interessanti, pensava Glorin, tuttavia molti di loro perdevano soventemente il contatto con la realtà mentre parlavano dei propri sogni, e la donna sembrava essere una di loro.
Per questo motivo il nano si limitò a consigliare alla donna di contattare una compagnia nanica di minatori, i quali avrebbero sicuramente risolto per il giusto prezzo il problema.
L'incontro con la donna fu l'unica nota di colore in una serie di giornate che si ripetevano sempre uguali. Lavoro, riposo, lavoro. Del resto aver bisogno di soldi spingeva il nano a mantenere una certa routine.

Diversi giorni dopo incontrò la donna nella locanda dove aveva preso alloggio. Ci vollero fiumi di parole prima che l'umana, Kaia diceva di chiamarsi, scendesse nel dettaglio del famoso progetto. Quello che era stato presentato come un semplice lavoro di scavo, per quanto da fare senza un motivo apparente, si rivelò essere il progetto di sondare un terreno particolare, per vedere se fosse stato ricco di minerali, e quindi sfruttabile commercialmente.
Dopo tanti prolissi discorsi generalisti, Glorin costrinse la donna ad entrare sempre più nei dettagli. Emerse come questo lavoro andasse fatto in un territorio chiamato "le terre di pietra". Una zona brulla spersa fra le montagne, che fu nel corso degli anni frutto di molti scontri. A quanto pare godeva di una posizione strategica per la zona, e quindi aveva attirato l'attenzione nel corso degli anni di molte "forze". La storia non era il forte del nano e quindi tenne memoria solo di alcune informazioni, lui si stava interessando di più agli aspetti pratici. Questo sfortunato lembo di terra, era di proprietà di un barone, ora il nome non lo ricordava Glorin, che avrebbe finanziato l'importo dell'operazione.
Per il nano fu subito chiaro che Kaia, per quanto fosse una abilissima oratrice non aveva minimamente in mente come strutturare un progetto di tale portata. Mancava un punto di inizio, mancava capire come difendere gli scavatori, quanto doveva essere grande questo lavoro, per quanto andasse portato avanti ma soprattutto cosa peggiore di tutte, la donna non aveva minimamente chiara la tempistica.
Era impossibile dunque fare una stima dei lavori, mancando cosi tante informazioni. Una volta che la donna spiegò per grandissimi linee la morfologia della zona, Glorin ebbe una idea.
L'aveva già visto fare nelle sue terre, e nei regni dove i nani sono comuni. Bisognare scavare una miniera alla base del forte, perché usci fuori che in quella zona c'era un forte che difendeva il passaggio. Usandolo come base, si sarebbe scavata la miniera che era il vero cuore del progetto.
Restava un problema enorme da discutere, il costo dell'operazione. Glorin stimava che una operazione del genere, oltre ad essere titanica, il che non era di certo poco, avrebbe richiesto dei costi enormi in termini di tempo e soldi. La donna messa un pò alle strette, sembrava non voler dire in che rapporti si trovava con questo fantomatico barone, e non volle dire neanche di quanti fondi esso disponesse.
Fu naturale per Glorin allora liquidarla come sognatrice. Le consigliò di rivolgersi a qualche gruppo di minatori e le augurò buona fortuna in maniera abbastanza distaccata.
Avrebbe voluto essere più diretto e sbrigativo, eppure in un qualche modo intuiva che la donna fosse più di quello che mostrava, oltre quelle chiacchiere strampalate doveva esserci dell'altro. Bastava pensare alla reazione di una strampellatrice umana, una certa Lam quando si interfacciava con lei. Deferenza. La deferenza indicava che la donna era "potente" in un certo qual modo. Poteva valere la pena non recidere subito il loro rapporto.

Infatti il loro successivo incontro fu di natura completamente diversa.
 
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