Faerûn's Legends

Cronache del clan redbeard

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Arkiell
view post Posted on 16/9/2018, 20:56 by: Arkiell
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Lord of the Sfig

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CAPITOLO II ATTO II

LA GLORIA PASSATA E LA GLORIA FUTURA

Sull'enorme sala comune della casa patronale del Clan troneggiava questo quadro. L'artista nonostante non avesse elemosinato con lo spazio era riuscito ad immortalare nei secoli la gloria del Nonno. I due piccoli nani lo vedevano spesso, ma a dirla tutta Gloin, che aveva ripreso il glorioso nome dell'antenato, ne era quasi rapito. Più di una volta il fratello lo sorprese a parlare con la figura rappresentata come a confidarsi con lei, a chiederle consiglio o Moradin solo sa cosa altro.

Una notte, poche ora prima che Gloin lasciasse la casa patronale, Glorin dormiva profondamente distrutto dalla fatica del lavoro nella forgia, il fratello sembrava invece avere altri piani ed iniziò a scuotere il letto del dormiente fino a farlo cadere con la faccia a terra. Ci vollero diversi secondi prima che il colpo mandasse l'informazione al cervello del nano più giovane che forse, ma proprio forse, era il caso di aprire gli occhi e vedere cosa stava succedendo. Il svegliarsi con un paio di ore di sonno soltanto, una stanchezza degna di nota non lo dispose subito benevolmente nei confronti del disturbatore. Gloin, come spesso accadeva era sovreccitato.
<diventerò un avventuriero fratellino ho deciso!!> Tanto era fomentato che non lo disse ma quasi lo urlò al fratello a terra, il quale ancora mezzo addormentato impiegò diversi lunghi secondi prima di rispondere.
<non puoi cominciare domani fratello?> rispose con la voce impostata dal sonno. Poi fece per riaddormentarsi.
<eh! ma io non dicevo mica adesso, ma nel futuro Glorin porco Corellon> Tanta era la gioia del maggiore da non voler dare tregua al fratellino. Infatti dopo neanche un paio di secondi aggiunse <sempre che Moradin voglia sia chiaro!>.
<va bene domani mattina vai da nostro cugino Gron e chiedi se secondo lui padre Moradin è d'accordo con la tua idea. Domani mattina Gloin o giuro che da Moradin ti ci mando io adesso per direttissima. Oppure lo farà nostro cugino che a differenza tua ha qualcosa in quella zucca vuota che tu chiami testa>. Pronunciate quelle parole cadde, o forse è meglio dire che svenne sul pavimento ed iniziò a russare. Gloin intanto continuava a parlare ed a raccontargli della sua imminente gloria futura, non essendosi accorto però di star a parlare da solo.
L'indomani mattina fu uno sforzo quasi degno di un racconto da bardo alzarsi dal pavimento sciacquarsi la faccia ed andare nella forgia. La cosa strana è che non c'era traccia di suoi fratello per tutta la casa. Suo padre si limitò a dire che probabilmente era accaduto un mezzo miracolo perché con le prime luci Gloin era schizzato fuori casa per parlare con suo cugino, che era un novizio del culto del padre. Stupefacentemente sembrava che avesse ascoltato veramente il suo consiglio. Certo trovò strano sulle prima che per andare a parlare di religione si fosse portato dietro lo zaino, ma conoscendo la capacità di zia Martha di cuocere delle ottime torte, era probabile che il suo scopo forse non troppo secondario, era derubare la dispensa di zia. Scuotendo la testa se ne andò a lavorare.
Le ore passarono veloci e venne il momento di tornare a casa dalla forgia. Del fratello nessuna traccia, ma questa era la norma. Come entrò a casa incrociò suo padre che stava malamente cercando di rimettere il tappo ad una bottiglia di liquore.
<ehi Glorin toglimi una curiosità va>. Disse suo padre mentre aveva deciso che il tappo era un problema quindi tanto valeva sbarazzarsene svuotando la bottiglia nel suo boccale.
<dimmi pà> più che alla domanda era interessato all'aiutare suo padre nel suo lavoro di svuotamento del liquore.
<quello zuccone> il soggetto era più che scontato <come diamine ha fatto a rovinare TUTTE E DUE le sua asce me lo sai dire?>
<se le sarà tirate in testa che ne so io?. Lo sai che la sua testa sembra di carne ma è dura come il mitrhal>. Il calore dello spirito dei nani stava iniziando a distribuire un dolce calore nel corpo di Glorin.
<si facile come cosa. Fortuna che gliele hai sistemate tu almeno sono sicuro che non gli restano i manici in mano per fare lo scemo>. Altro girò per il padre che stava iniziando a riempire anche il boccale del figlio.
<semmai io gliele raggiusterò pà. Per farlo devo prima vedere Gloin e le sue asce>. Sorrideva mentre il padre versava.
<ma se è passato da te oggi>. Il padre lo guardava perplesso, Glorin sulle prime non aveva realizzato.
<pà oggi non è passato Gloin....>. Poi aggiunse subito <non è che è partito veramente "per l'avventura"?>. Iniziò sul serio a preoccuparsi.
<ma va smettila sarà a casa di tuo zio a drenare la cantina>. Il padre rispose non dando peso alla cosa.
Alla fine anche Glorin si convinse che sicuramente sarà cosi e che domani mattina lo zio probabilmente ce lo avrebbe ricapitato direttamente a casa, a sbornia smaltita.

Quella notte però non fu facile per lui prendere sonno. Iniziava a girarsi e rigirarsi nel letto pensando se veramente suo fratello si fosse cacciato in qualche guaio. Alla fine però la stanchezza ebbe il sopravvento.


*da un altra parte*

Una improvvisa fiammata avvampò da un enorme mare di magma. Sullo sfondo diverse figure indistinte si muovevano, troppo lontane per essere viste con chiarezza. Su uno strano ciottolato Gloin stava camminando guardandosi attorno brandendo una stupenda armatura mai vista e una ascia d'argento che brillava magicamente. Una voce imponente lo chiama, il sangue si gela nelle vene non vorrebbe ma sa che deve girarsi e vederne l'origine. Una enorme figura alta diversi metri con delle grandi ali di pipistrello ed una frusta infuocata nella mano destra lo fissava con degli intensi occhi rossi. Nell'altra mano aveva un teschio e si divertiva a tamburellarci sopra con le sue unghie affilate grandi come un pugnale.
<vieni Glorin del Clan Redbeard...vieni a prendere tuo fratello>. Detto questo l'immondo essere scoppia in una fragorosa risata, la tentazione di fuggire è impossibile da resistere eppure non riesce a muovere un solo singolo muscolo.
All'improvviso il teschio apre la bocca <fuggi Gloin fuggi fratellino!>. La voce è quella di suo fratello, non può sbagliarsi. L'essere schiocca la frusta e lo colpisce su una spalla.

Glorin d'istinto si copre la faccia e si rannicchia su un fianco.

<e' ora di andare a lavoro su alzati Glorin>. La voce è quella di suo padre, non può sbagliarsi, è quella!. Dove è la creatura? e Gloin? è ancora scosso ma deve sapere. Apre solo un occhio facendosi scherno con le mani. La barba di suo padre lunga quasi un metro è la prima cosa che riesce a distinguere nettamente. Distende le mani confuso. Era tutto un sogno?
Il padre lo guarda sospirando <a forza di stare con tuo fratello stai diventando scemo come lui mi sa. Su forza che la forgia non aspetta te. >. Glorin ancora scosso per quello che soltanto ora capisce essere stato un bruttissimo incubo fa per alzarsi, poi però il padre disse una frase che fece nuovamente gelare il sangue nelle vene del nano, anche se per qualche istante
<almeno tu ci dormi ancora in questa casa Glorin, tuo fratello non è rientrato questa notte.>
Fece per parlare ma sentì bussare alla porta e dopo pochi secondi vide entrare suo cugino Gron nella stanza
<gente buongiorno, sapete mica dove è finito quello zuccone di Glorin? ha detto a mamma che mi cercava ma non si è fatto vedere>

Era diventato un avventuriero, e da qualche parte il fato che tutti governa aveva già iniziato a girare una clessidra.

Edited by Arkiell - 16/9/2018, 22:47
 
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