Faerūn's Legends

Cronache del clan redbeard

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Arkiell
view post Posted on 6/4/2020, 10:50 by: Arkiell
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CAPITOLO IV, ATTO I

LA PAROLA DI UN NANO E' SACRA COME LA PIETRA

I nani sono forse gli ultimi fra gli animisti. Essi sono ossessionati dal metallo, ma quello che nessuno ha capito č il perchč. Beh, ve lo posso dire io. Il metallo viene dal profondo di questo pianeta, č corretto dunque dire ne sia l'anima. I nani, con il loro incessante lavoro di estrazione e lavorazione, altro non fanno che liberare l'anima di questo nostro antico mondo. Sono gli unici in grado di essere in contatto con la terra, ricordandosi il valore delle cose veramente importanti.

Dei nani e dei loro costumi, autore sconosciuto.

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Vi č una strana leggenda nel popolo dei nani. Non importa la latitudine dove essi vivano, o quanto si siano allontanati dalle case ancestrali. Ognuno di essi la conosce, o quanto meno ha avuto modo di ascoltarla almeno una volta nella sua vita. I pił anziani patriarchi dei casati, parlano di essa come fosse una veritą incrollabile. Come la pietra sulla quale essi hanno fondato le loro dimore, č parte fondamentale delle loro vita. I nani sono stati benedetti da Moradin con la straordinaria abilitą di piegare il freddo metallo ai loro voleri. Nulla č paragonabile alla loro straordinaria abilitą. Ogni pezzo da loro prodotto, č sicuramente degno di stare nel pił prestigioso museo di una qualsiasi delle altre razze senzienti.
Tuttavia loro hanno un segreto. Questo non risiede nelle loro mani, ma nel loro cuore.
Un antico patto fra Moradin ed i suoi figli fu siglato all'alba dei tempi. Il padre dei nani, avrebbe donato a tutti i loro figli la possibilitą di creare un oggetto diverso dagli altri. Non aveva importanza se esso fosse stata una maestosa statua, una affilata arma, o una impenetrabile corazza. Questo oggetto non avrebbe mai avuto eguali.
Un piccolo pezzo dell'anima del suo creatore si sarebbe legato all'oggetto, entrando in esso e restandovi per sempre. Il pił grande dono di un nano verso qualsiasi altro essere vivente.
Esso doveva essere nato nel sangue versato insieme, temprato dalle difficoltą che si potevano superare solo con un mutuo soccorso, bagnato dalla birra dei boccali alzati al cielo, e segnato dalle lacrime silenziose versate in un giorno di pioggia.
Chi riceveva questo oggetto aveva creato con il suo creatore un legame pił forte del metallo stesso.
Un dono per una persona speciale, per siglare un rapporto oltre l'amicizia ed i legami di sangue.
Sarebbe stato un dono per un umano. Moradin avrebbe capito.

Diverso tempo prima, cittą di Baldur's Gate, sede delle aquile di sangue.

<ehi Glorin, quando mi farai un arma degna di questo nome?>
<un giorno, forse. Ora portami la birra, non vedi che la mia gola č secca?!!!>

Adbar, casa del clan Redbeard.

Oggi č quel giorno, Himir.

Edited by Arkiell - 6/4/2020, 13:57
 
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