Faerûn's Legends

Cronache del clan redbeard

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view post Posted on 24/4/2020, 19:56
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Lord of the Sfig

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CAPITOLO IV, ATTO II

Interludio

Il metallo ha un anima, come ogni cosa. Ascoltane la voce, comprendine il bisogno. Dai a lui tutto te stesso, ed avrai indietro dieci volte di più

Antico detto dei nani di Adbar

fabbro_nano

Il sacro metallo giaceva accatastato con cura ai piedi della forgia. Aveva scelto di usarne una creata dagli umani, doveva attraverso di essa rivivere i momenti in cui si era mischiato al "mondo di sopra". Usandola era certo avrebbe ridestato in lui dei ricordi. Di essi aveva bisogno per accingersi a compiere questa opera.

Accese le legna ed aspettò che iniziassero ad ardere. Fissava le fiamme perdendosi quasi in esse. L'immagine di una stranissima foresta iniziò a formarsi davanti a lui. Una foresta che conosceva bene

chult

< Himir, sei sicuro sia questo il posto giusto?>
<io sono sempre sicuro Glorin>. Il sorrisetto dell'umano era però meno fermo di quanto lui volesse far credere. Fece prontamente finta di niente, e scostò con la sua spada a due lame alcune liane.
<ehm, Glorin?. Abbiamo un problema!> La voce era calma ma tradiva una certa esitazione.
Il nano stava cercando di colpire una grossa zanzara con il retro della sua ascia, e per poco non riusci' a decapitarsi da solo.
<problemi tipo altre zanzare, o problemi tipo zanzare più grosse?>. Era talmente concentrato a scacciare quegli stupidi insetti insistenti da non essersi accorto di cosa stava per accadere di li a poco.
<uhm direi più che stiamo per vivere una di quelle esperienze travolgenti>. Himir aveva abbassato la lama ed aveva deciso saggiamente di iniziare a correre. Fu quindi una discreta sorpresa per l'altro avventuriero scoprire di essere diventato un bersaglio per una immensa creatura, dalla mole enorme pronta a travolgerlo ed a farlo tornare ad Adbar con una incornata.
<puttana miseria Himir, CORRI!!!>. Molti saggi hanno studiato la corporatura dei nani, e la loro muscolatura. Deducendone quanto segue: "i nani non sono strutturalmente portati per sostenere una corsa, su brevi o medio lunghe distanze per molto tempo".
Quei nani non avevano potuto vedere Glorin quel giorno.

Il fuoco stava scemando di intensità. Meccanicamente buttò altra legna senza quasi accorgersene. Un altro ricordo stava affiorando

lich

* Da qualche parte nel Cormyr*

<avventurieri buongiorno. Mi spiace disturbarvi ma avrei una informazioni da chiedervi. E' corretta questa direzione per Suzail?>.
I due erano appena usciti vittoriosi da una spedizione in una grotta poco distante. L'azione era stata tanto fruttuosa, da convincere la coppia a recarsi direttamente alla capitale del regno. Difficilmente avrebbero potuto piazzare tutte quelle pietre preziose, in qualche sperduto villagiucolo di confine. Prima di sentire la gentile domanda, erano impegnati in una tipica discussione su chi, fra loro, fosse più abile a mercanteggiare. Il nano sosteneva di esserlo per inclinazioni naturali e razziali. L'umano per la sua bellezza. La loro capacità di agire all'unisono era talmente rodata da farli voltare contemporaneamente.
Vedendo dall'esterno quella scena sicuramente sarebbe stato impossibile trattenere una risata. C'erano due idioti con la bocca aperta, intenti a fissare un lich con in mano una mappa.

La fiamma ardeva con vigore, illuminando il volto sorridente di Glorin. Era passato tanto tempo da quando aveva ripensato a quel bislacco incontro. Ogni volta però non riusciva a trattenere un sorriso.
Prese il martello e tastò con l'indice le rune incise sopra. Recavano una preghiera al padre dei nani.
Quanto deve essere difficile essere padre, a volte.

grandi_ghiacciai

Erano passate diverse ore da quando avevano imbroccato quello stretto passaggio fra i ghiacci. Si erano guadagnati ogni centimetro di quel percorso con il sudore ed il sangue. Nella innaturale luce di quel passaggio le aquile di sangue, sembravano risplendere di una magica luce. Auspicio di futura vittoria, da ottenere però a caro prezzo.
Una figura emerse dalle ombre indicando Himir con la sua lama. Una meravigliosa ascia a due lame.
<quindi c'eri tu dietro tutto questo. Bene.> Disse sfilando la sua di arma.
<è giunta l'ora di finirla qui. Nessuno di voi intervenga. Il vincitore potrà andarsene con le sue gambe. Chiunque esso sia.>.
Gli altri del gruppo acconsentirono anche se di malavoglia. Glorin fu l'unico ad opporsi.
<abbiamo troppo in ballo per permetterci di perdere inutilmente tempo dando ascolto al tuo stupido orgoglio>. Sbottò il nano.
Lo incalzò subito dopo con ancora più enfasi.
<spiegami ora per quale motivo dovremmo lasciarti fare una cosa del genere!. Avanti sentiamo>.
<perchè come padre ho diritto di dare una lezione a mio figlio>. Il sangue al nano si ghiacciò.

Era stato difficile rivivere quel ricordo, soprattutto sapendo di esser stato costretto a portare quel giovane corpo esanime fra le sue braccia per molta strada, alla ricerca di un sacerdote.
Posò nel punto più caldo della forgia il mithral.
<tale padre tale figlio eh?>.
Non era più li, ma negli alti ghiacciai, a scontrarsi con una mostruosità partorita da un incubo.

orso_bianco

Nella più fitta tormenta di neve mai vista in una intera vita, troneggiava questa immensa creatura. Simile ad un mastodontico orso polare, eppure radicalmente diversa. Quasi fosse una sua versione più ancestrale, e feroce. Loro erano li per ucciderlo, troppo era in gioco e non potevano permettersi di fallire. L'essere sembrava saperlo, li caricò con un urlo carico d'odio. Dietro di lui cavalcava la morte.
Impossibile capire chi stava colpendo cosa, la tormenta aveva aumentato di intensità, non si riusciva a vedere ad un palmo dal naso. La pesante armatura di Glorin lo stava cercando di trascinarlo a fondo. L'essere gli si palesò davanti e lo aggredi'. Impossibile fuggire, restava solo una cosa da fare. Aveva perfezionato l'arte di difendersi nel corso degli anni, ora era tempo di portarla ad un nuovo livello. Aveva offerto una sola apertura, ma in quel suo unico punto cieco c'era Himir. Inutile anche voltarsi per avere una conferma. Sapeva che lui era li, come sempre.
Lo scontro fu brutale, ma quando stremato dal dolore e della fatica crollò in ginocchio, il suo primo sguardo fu per il suo compagno. Aveva bisogno di fare una qualche stupida battuta per smorzare tutta quella adrenalina. Il cuore saltò un battito alla vista del suo compagno. La vita lo stava abbandonando..

Il metallo adesso era pronto. Arrivò la prima martellata. Iniziò a sentirsi più leggero.

Moradin aveva concesso il dono. Ora doveva solo dargli una forma.
 
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