Faerûn's Legends

Cronache del clan redbeard

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view post Posted on 19/7/2018, 22:08
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Lord of the Sfig

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Atto I, introduzione


<Tieni Glorin...porta questo martello con te>
<Padre ma a cosa mi servirà un martello da fabbro nel mio viaggio con la carovana?>
<A darlo in testa a tuo fratello quando lo troverai>
< Servirà a qualcosa dite?>
<Probabilmente a farti compare un nuovo martello>

Glorin aveva salutato da poco il padre per dirigersi verso il punto di ritrovo dei pellegrini. Ogni terzo giorno del mese, una carovana partiva dalle terre dei nani diretta a quella degli umani.
Contava di arrivare alla città dei duchi ed iniziare li le ricerche di suo fratello. Erano diversi anni che nessuno del clan Redbeard aveva più notizie di lui. Ogni tanto qualche pellegrino di passaggio riportava qualche voce. Alcune di esse lo descrivevano come un grande eroe coraggiose, altre forse più verosimili raccontavano di suo fratello ficcato in grossolani guai.
Dar retta alle voci però non è che avesse molto senso, meglio muoversi di persona.
Fu la semplice e schietta logica a portare il più piccolo dei fratelli sulle tracce del più grande. Prese con se i suoi bagagli, i soldi che aveva messo da parte nella sua giovinezza passata alla forgia, senza mai o quasi alzare la testa e saltò sulla carovana.
Niente struggenti addii o frasi di commiato da far commuovere gli ascoltatori, non voleva perdere tempo.
Il viaggio fu lungo e a tratti noioso, ma gli permise di fare conoscenza con gli altri passeggeri. C'era un vecchio nano che aveva deciso di andare a sud, ora non ricordo neanche il nome della città, ad insegnare al figlio come andasse gestita una vera corporazione nanica. Diversi mercanti fantasticavano degli enormi profitti che avrebbero fatto una volta giunti a destinazioni. Il loro carico era pesante e racchiuso in dei forzieri che, grossi come erano, avrebbero potuto pure contenere un drago.
Si passava il tempo raccontando storie da focolare, cosi le chiamava Glorin, piene di eroici e possenti nani delle generazioni passate. Poi fra una battuta e l'altra sugli inutili orecchi a punta, si combatteva per lo più il tempo nella noia.
Gli unici momenti di movimento fu quando alcuni predoni assaltarono la carovana. Ci provarono forse era il termine più corretto. Chissà forse erano nuovi del mestiere, o magari non si erano mai confrontati con delle guardie naniche. Fini che Garil "il clemente", attuale capo scorta, assestò un colpo di maglio al capo bandito cosi forte da costringerlo a sentire i rintocchi delle campane per il resto dei suoi giorni.
Tolto questo evento, e le più comuni soste dove i vari passeggeri cambiavano destinazioni, il viaggio non fu nulla di straordinario.
La città dei duchi alla fine lo aspettava e Glorin non vedeva l'ora. Quanto meno una volta arrivato avrebbe iniziato ad avere qualcosa da fare.
 
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view post Posted on 27/7/2018, 12:03
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ATTO I, CAPITOLO I - UNO STRANO INCONTRO
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Bastarono i primi giorni in quella città di umani, per far capire a Glorin che la ricerca del fratello sarebbe stata più lunga del previsto. Incrociava spesso gruppi di avventurieri, e chiedeva notizie di suo fratello. Qualcuno diceva di aver sentito il suo nome, ma non avevano idee sul dove potesse essersi cacciato quel testone di Gloin.
Ci mise poco il nano a capire che questa ricerca sarebbe stata più lunga e costosa di quanto aveva preventivato. Una pianificazione delle proprie finanze fatta in modo attento, gli permise di capire che di li a poco avrebbe avuto problemi nel mantenersi. Essere un nano in una città di umani però, era un notevole vantaggio. In pochi giorni riusci' a trovare i primi ingaggi come minatore e fabbro, riuscendo quindi a posticipare il problema del suo stesso mantenimento.
Un giorno mentre si trovava in una bottega di umani intento a lavorare del ferro, incontrò una strana donna. Doveva essere di incredibile bellezza, o almeno cosi riteneva basandosi sulla reazione degli altri umani presenti. Iniziò a scambiare due chiacchiere con il nano, probabilmente più per gentilezza che per un reale bisogno. La donna fece molti discorsi, alcuni molto filosofici e qualcuno molto strampalato. Si lamentava di non esser riuscita a reclutare un gruppo di minatori per un progetto che aveva molto a cuore. Tuttavia fu impossibile capire in quel frangente quale fosse realmente questo progetto, la dama si limitò a parlare di un "grande buco nella terra da fare". I sognatori sono esseri interessanti, pensava Glorin, tuttavia molti di loro perdevano soventemente il contatto con la realtà mentre parlavano dei propri sogni, e la donna sembrava essere una di loro.
Per questo motivo il nano si limitò a consigliare alla donna di contattare una compagnia nanica di minatori, i quali avrebbero sicuramente risolto per il giusto prezzo il problema.
L'incontro con la donna fu l'unica nota di colore in una serie di giornate che si ripetevano sempre uguali. Lavoro, riposo, lavoro. Del resto aver bisogno di soldi spingeva il nano a mantenere una certa routine.

Diversi giorni dopo incontrò la donna nella locanda dove aveva preso alloggio. Ci vollero fiumi di parole prima che l'umana, Kaia diceva di chiamarsi, scendesse nel dettaglio del famoso progetto. Quello che era stato presentato come un semplice lavoro di scavo, per quanto da fare senza un motivo apparente, si rivelò essere il progetto di sondare un terreno particolare, per vedere se fosse stato ricco di minerali, e quindi sfruttabile commercialmente.
Dopo tanti prolissi discorsi generalisti, Glorin costrinse la donna ad entrare sempre più nei dettagli. Emerse come questo lavoro andasse fatto in un territorio chiamato "le terre di pietra". Una zona brulla spersa fra le montagne, che fu nel corso degli anni frutto di molti scontri. A quanto pare godeva di una posizione strategica per la zona, e quindi aveva attirato l'attenzione nel corso degli anni di molte "forze". La storia non era il forte del nano e quindi tenne memoria solo di alcune informazioni, lui si stava interessando di più agli aspetti pratici. Questo sfortunato lembo di terra, era di proprietà di un barone, ora il nome non lo ricordava Glorin, che avrebbe finanziato l'importo dell'operazione.
Per il nano fu subito chiaro che Kaia, per quanto fosse una abilissima oratrice non aveva minimamente in mente come strutturare un progetto di tale portata. Mancava un punto di inizio, mancava capire come difendere gli scavatori, quanto doveva essere grande questo lavoro, per quanto andasse portato avanti ma soprattutto cosa peggiore di tutte, la donna non aveva minimamente chiara la tempistica.
Era impossibile dunque fare una stima dei lavori, mancando cosi tante informazioni. Una volta che la donna spiegò per grandissimi linee la morfologia della zona, Glorin ebbe una idea.
L'aveva già visto fare nelle sue terre, e nei regni dove i nani sono comuni. Bisognare scavare una miniera alla base del forte, perché usci fuori che in quella zona c'era un forte che difendeva il passaggio. Usandolo come base, si sarebbe scavata la miniera che era il vero cuore del progetto.
Restava un problema enorme da discutere, il costo dell'operazione. Glorin stimava che una operazione del genere, oltre ad essere titanica, il che non era di certo poco, avrebbe richiesto dei costi enormi in termini di tempo e soldi. La donna messa un pò alle strette, sembrava non voler dire in che rapporti si trovava con questo fantomatico barone, e non volle dire neanche di quanti fondi esso disponesse.
Fu naturale per Glorin allora liquidarla come sognatrice. Le consigliò di rivolgersi a qualche gruppo di minatori e le augurò buona fortuna in maniera abbastanza distaccata.
Avrebbe voluto essere più diretto e sbrigativo, eppure in un qualche modo intuiva che la donna fosse più di quello che mostrava, oltre quelle chiacchiere strampalate doveva esserci dell'altro. Bastava pensare alla reazione di una strampellatrice umana, una certa Lam quando si interfacciava con lei. Deferenza. La deferenza indicava che la donna era "potente" in un certo qual modo. Poteva valere la pena non recidere subito il loro rapporto.

Infatti il loro successivo incontro fu di natura completamente diversa.
 
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view post Posted on 3/8/2018, 17:40
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CAPITOLO I ATTO II

UN VECCHIO AMICO NON MIO



<ehi nano ma tu lo sai che mi ricordi qualcuno?>
Glorin non aveva neanche notato quell'umano dallo sguardo cosi intenso avvicinarsi alle sue spalle. Si voltò fra il sorpreso ed il preoccupato, era intento a parlare con la sua nuova amica "Kaia" riguardo il progetto della miniera, anche se per il momento aveva etichettato la donna come incline all'essere fin troppo vaga e prolissa, e quindi l'essersi perso nel suo fiume di parole lo aveva coinvolto cosi tanto da quasi estraniarlo dal resto degli avventori dalla locanda.
<si umano? e chi per curiosità?>.
In realtà Glorin credeva che questo tipo lo aveva scambiato per uno dei tanti nani in giro, come molti dei suoi simili. La successiva domanda invece lo lasciò senza parole.
<conosci il clan Redbeard?>.
Questa risposta lo spiazzò parecchio e prima che potesse rispondere in qualsiasi modo, l'umano aggiunse
<rassomigli molto a quel tubero maledetto di Gloin>.
Gloin! allora questo umano lo conosceva bene!. Finalmente!

Liquidò Kaia con poche battute e non passò per maleducato, fortunatamente, solo perché nel mentre era arrivata un altra umana, una cantastorie, ancora più prolissa della maga, e si erano messe a chiacchierare.

Glorin prese per un braccio l'umano, Himir scopri si chiamava, e si fece raccontare come conosceva suo fratello.

Sulle prime voleva metterlo alla prova per capire se lo conosceva veramente suo fratello, Himir restò tranquillo e raccontò una moltitudine di aneddoti e storie su suo fratello, alcune incredibili altre poco verosimili come quando, a detta dell'umano Gloin aveva sterminato una intero gruppi di draghi blu!, ma soprattutto a convincerlo furono le risposte che diceva andava raccontando ai poveri sfortunati che incontrava, specialmente gli elfi. I dubbi sparirono, Himir era veramente suo amico.

Passarono le successive ore a mangiare e bere insieme, Himir raccontava le gesta di Gloin, ed il fratello gli raccontava tutte le scempiaggini che aveva compiuto quando i due vivevano ancora insieme.
Il modo di parlare e di fare di questo nuovo amico era coinvolgente. Alla fine della serata Glorin strinse la mano al suo nuovo amico e socio, perché insieme avevano deciso di iniziare una attività commerciale insieme.

Nelle settimane successive un lungo viaggio a Naskel, pieno di storie delle gesta dell'umano e di suo fratello, allietarono gli altri passeggeri della carovana. A naskell vide finalmente una miniera quasi degna di questo nome, e si mise subito al lavoro. Una compagnia commerciale non si sarebbe certamente tirata su da sola!.

Una cosa sola turbava l'animo del giovane nano, ora felice. Himir non aveva saputo rispondere chiaramente su dove si potesse trovare suo fratello, e questo non era di certo un buon segno.
 
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view post Posted on 6/8/2018, 14:23
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CAPITOLO I ATTO III

CHE SAPORE HA L'AVVENTURA?

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Glorin aveva incontrato altre volte l'incantatrice Kaia, e sulle prime l'aveva scambiata per una abile chiacchierona, ma soltanto di parole si era occupata fino a quel momento. Un giorno però incrociò la maga in taverna e lei si approcciò a lui in maniera diversa. Sembrò studiarlo per diversi minuti, poi domandò quasi a bruciapelo se oltre che a forgiarle le armi il nano fosse abile anche ad usarle, aveva bisogno di una mano per "verificare una cosa".

Quando Glorin riusci' a far concentrare la donna senza che lei impiegasse il suo solito fiume di parole, scopri' che aveva bisogno di lui per trovare un suo "uomo" che mentre stava facendo delle indagini per conto suo era sparito nel nulla.

<normalmente Glorin lo avrei trovato con l'uso della magia, tuttavia non ci riesco. Questo vuol dire due cose, o che il mio uomo ' celato alla vista per un qualche motivo, oppure che ha fatto una brutta fine. Intendo accertarmene>.
Sulle prime il nano si trovò spiazzato, era vero che aveva già brandito l'ascia in passato, ma per lo più per difendersi. Usarla per un altro scopo era tutto un altro discorso.
Fu la curiosità e la promessa della ricompensa ad incuriosirlo.
Kaia gli spiegò come le ultime tracce di questo uomo, ora il nano non ricordava il nome, si perdevano in questa città, o meglio "sotto". A quanto pare sotto la città dei duchi, una parte del sistema fognario della città era caduto in mano a diverse creature differenti, per lo più ratti e schifose evoluzioni, ma anche si diceva che un gruppo di contrabbandieri aveva base li. Questi uomini, avevano deciso di ampliare i propri affari aggiungendo i rapimenti alla loro già nera carriera, ed era possibile quindi che fossero loro i responsabili della sparizione dell'uomo che andava cercando.
Insieme scesero nelle fogne e la maga usò la magia sul giovane nano. Glorin iniziò a provare nuove sensazioni, si sentiva molto più forte, i muscoli sembra quasi stessero per esplodere sotto l'armatura. E la pelle! per Moradin era diventata al tatto dura come la pietra. Il nano passò diversi minuti a toccarsi il volto con la mano stupito come un ebete, mentre Kaia fra il divertito e l'annoiato spiegava lui come questo fosse un semplice effetto dell'incanto. Anche la sua arma brillava come non mai, Glorin si era trovato di colpo catapultato in un mondo tutto nuovo, e per la sacra barba di Moradin se era strano!.



Superarono un cancello di ferro arrugginito e cigolante ed entrarono in questa struttura. L'odore era nauseante, e c'era da aspettarselo ma la compagnia che incontrarono subito non fu esattamente un buon comitato di benvenuto. Degli enormi ratti disturbati dalla nostra presenza li attaccarono, non fu un problema disfarsene anche se uno di loro era tanto preso dalla foga da aver deciso di provare a mangiare lo scudo del nano. Glorin non ebbe altra soluzione che sfilarselo ed usarlo per spiaccicare il maledetto topo di fogna sul muro. Di certo non fu un bello spettacolo ma almeno fu una soluzione veloce.

Man mano che si addentravano dovettero allontanare diverse ondate di questi topacci che venivano nella loro direzione, alcuni di essi sembravano più spaventati che aggressivi, come se qualcuno li avesse disturbati e loro fossero stati costretti a correre nella nostra direzione. Una volta liberatesi di questa seccatura, e dopo che il nano ebbe ripetuto per la millesima volta che avrebbe dovuto portarsi dietro una dozzina di gatti per fargli risolvere il problema al posto suo, si imbatterono in un umano.
Quest'uomo ricoperto di sporcizia sembrava un ricognitore, si era appostato fra un cumulo di rifiuti. Li fece passare restando nascosto quando all'improvviso i due sentirono un fischio secco provenire da qualche parte dietro di loro. Neanche fecero in tempo a girarsi che un dardo parti' verso la loro direzione. Fortuna volle che incontrasse lo scudo di Glorin andando a finire contro il muro.

Fu questioni di pochi attimi, dal nulla comparvero diversi uomini armati alla meglio che li attaccarono. Avevano trovato i contrabbandieri finalmente! Lo scontro fu acceso, grazie ai potenziamenti magici di Kaia ed al suo stesso aiuto che dimostrò come fosse tutt'altro che sprovveduta come dava l'aria di essere, ma soprattutto grazie all'ascia di Glorin ne uscirono vincitori se non con qualche graffio. Dopo essersi bendati le superficiali ferite, ma soprattutto dopo averle disinfettate visto il luogo, andarono nella direzione da dove i loro visitatori erano venuti. Un corridoio continuava per una decina di metri per poi finire nel nulla. La cosa sembrò strana, molto strana. Il nano decise quindi di tastare metro per metro questo muro, vedendo se fosse veramente tutto li o doveva aspettarsi qualche genere di trucco. Quando una pietra emise un click capi di aver avuto ragione. Una piccola porzione del muro cedette all'indietro, spingendola i due trovarono una stanza nascosta. Purtroppo per loro abitata.

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Nella stanza ricolma di barili stracolmi di merce di vario tipo c'erano diversi uomini. Sembravano colti alla sprovvista dal loro arrivo, non fecero in tempo ad armarsi a dovere prima che su di loro scendette la morte. Frugarono a lungo nella stanza ma oltre a trovarla piena di merce di contrabbando non sembrava ci fosse altro. Glorin fece un ragionamento molto semplice che alla fine si rivelò giusto.
"Dove c'è un muro nascosto Kaia ci potrebbe essere benissimo essere nascosto qualcos'altro".
Fu cosi che smuovendo un barile vedettero una botola. La scesero stando alla massima allerta possibile. Finiva su un corridoio di neanche due metri chiuso da un muro. Superato anche il secondo passaggio nascosto arrivarono alla vera base. Qui diversi uomini sembrava invece stare ad aspettarlo, e la freccia che si conficcò nella spalla del nano dimostrava come non si fossero armati solo di pessime intenzioni nei loro confronti.
Lo scontro che ne venne fuori fu duro, Glorin assaggiò il dolore del ferro sulla pelle e non fu un bel trovare, ma dopo pochi minuti di furiosi scontri e grazie soprattutto alla magia di Kaia regnò il silenzio.
O almeno cosi sembrava.
Mentre Glorin cercava di bendarsi un braccio aiutato dall'umana senti' una voce invocare aiuto da una stanza adiacente che neanche avevano notato sulle prime.
Fu per istinto più che altro che andò a controllare portandosi dietro l'ascia. La stanza sembrava una prigione ed al suo interno un uomo con delle ricche vesti chiedeva aiuto e voleva essere liberato. Intanto Kaia stava tornando sui suoi passi cercando di capire come si attivasse dall'interno il meccanismo per uscire di li. Glorin aiutò l'umano tranquillizzandolo sul fatto che loro non fossero dei banditi ansi! . Per farlo stare ancora più tranquillo disse che con lui c'era una possente maga.
L'uomo si irrigidì e mentre il nano era distratto nel chiamare la sua amica non si accorse di quanto stava accadendo. Velocemente, molto velocemente l'uomo stava perdendo le sue fattezze e quando Glorin si girò verso di lui si accorse con stupore misto a terrore che a fissarlo c'era lui stesso!.

Di primo acchito urlò richiamando l'attenzione di Kaia poi prese l'ascia e colpì se stesso. L'istinto del nano prevalse sul suo senso di stupore e lo portò ad affondare un solo ma possente colpo. La creatura stramazzò a terra senza il capo, e Glorin shoccato vide la sua stessa testa che rotolava cambiare forma secondo dopo secondo fino a diventare un fascio di muscoli. Dovette mettersi una mano sulla bocca per non vomitare. Kaia arrivò in quel frangente giusto in tempo per vedere il nano uccidere "se stesso" ed impiegò poco più di un attimo a capire cosa stesse succedendo.
Un dopplegangher, spiegò al nano sbigottito era una creature capace di assumere le sembianze di un altro essere vivente.
Ci vollero diversi minuti per far tranquillizzare Glorin, ed altrettanti per convincerlo a riprendere le ricerche. In quella maledetta stanza trovarono un diario, forse della creatura che giaceva senza capo a terra poco più in la. Parlava di come avesse trovato rifugio li sotto e di come all'interno di quei cunicoli maleodoranti si celassero altri segreti.

Una volta in ballo tanto vale ballare no?

continuarono ad esplorare quel maledetto posto e si imbatterono in una serie di strane e pericolose creature. Alla fine in una stanza circondata da una serie di leve ed altri meccanismi, adagiato quasi con noncuranza su un tavolo un teschio con delle iscrizione arcane sopra.
Kaia si incuriosì e prese questo macabro trofeo con se, a colpi di spada si guadagnarono l'uscita.

Fuori da quel posto una moltitudine di emozioni quasi sommersero Glorin, la paura per gli scontri lasciò il posto alla soddisfazione di averla spuntata, ma fu la consapevolezza di aver intrapreso un nuovo e pericoloso percorso a lasciarlo scosso ma felice.

L'aria pulita aveva un odore delizioso si trovò a pensare il nano. Aveva vissuto la sua prima grande avventura, cosi lontano da casa. Ancora non aveva capito che sapore avesse questa nuova esperienza, ma di una cosa era certo. Puzzava di merda
 
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view post Posted on 24/8/2018, 17:24
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CAPITO I ATTO IV

FORMID DOVE SEI?

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<glorin ho delle notizie>. Il fatto che queste "notizie" non fossero buone, detto da Kaia in quel modo poteva significare una gamma di opzioni, di cui poche sarebbero state positive.
Poi continuò, ho fatto una divinazione ed ho avuto una macabra rivelazione. Ed ecco le brutte notizie, poi continuò.
<ho fatto una divinazione sul mio uomo, Formid, ed ho visto due diverse immagini che si sovrapponevano, una stanza piena di cadaveri ammucchiati senza un apparente ordine, con l'unico punto in comune di non avere nessuno la testa. In questa stanza c'era un tavolo con sopra una mappa della costa della spada. Su di essa era cerchiato un bosco. L'altra immagine invece mi faceva vedere la testa di uno scheletro poggiato su un ripiano di una scrivania. La mia scrivania.>
Cercare di trattenere una imprecazione fu difficile, ed infatti Corellon venne nuovamente infamato. Fece per parlare ma fu subito interrotto dalla maga, ora palesemente irritata.
<la cosa che mi irrita di più, non è scoprire che il mio uomo è morto, ma avere il suo teschio nella MIA scrivania, senza sapere che era lui>. Fece una sua classica breve pausa e poi riprese subito.
<dobbiamo andare in quel posto cerchiato, scoprire se chi è il responsabile si trova li e fargliela pagare>.
Ora di cose magiche Glorin non era minimamente ferrato, e mai lo sarà, ma capiva la rabbia funesta della donna e volle assecondarla.
<andiamo in quel posto e facciamola finita>. Sentenziò il nano.
Raggiungere il bosco ammantato non fu una cosa difficile, entrare dentro fu un altra storia. L'ingresso fra i rami era angusto, ed alcune fiere lo sbarravano. Nulla che un nano motivato e potenziato magicamente non potesse affrontare. Dopo aver ucciso alcune feroci vipere, ed altre bestiacce scoprirono un ingresso nascosto.
Quello che trovarono una volta addentratisi fu sorprendente. Una valle nascosta con un tempio in rovina di chissà quale divinità, ed un monte con uno strano ingresso.
Ispezionarono per primo il tempio, ed era pieno di goblin. Loro di solito non sono un problema, almeno che non sciamino intorno a te all'improvviso. La sorpresa per il nano fu tanta, ma con poche abili mosse riusci' a liberarsene. Quella struttura doveva essere stata, un tempo, un tempio di qualche divinità di quella razziale. Interessante, ma non era quello sicuramente il loro obiettivo.
Infatti nella grotta trovarono le risposte.
Strane creature li attaccarono una volta entrati, una intera tribù di umanoidi acquatici, strani e brutti come pochi al tempo stesso. Questi esseri erano sotto il dominio di un umano, un temibile necromante.
Era un umano che non perdeva tempo in stupide presentazioni. Rianimò alcuni non morti e glieli mandò addosso, riuscirono a farli fuori e si fiondarono sul mago.
Il mago non perse tempo e li bersagliò con alcuni dei suoi migliori incantesimi.ora Kaia però si dimostrò molto più abile del mago e ne arginò i nefandi effetti, Glorin invece strinse meglio la sua ascia e si fiondò sul mago. Questione di attimi e fu tutto finito.
Poi cominciò la ricerca vera e propria del corpo di Formid. Lo trovarono insieme ad altri corpi senza testa, ed alcuni non morti che se ne andavano in giro. Diedero anche a loro l'eterno riposo.
Era impossibile seppellirlo, per non rischiare anche che altri maledetti necromanti potessero sfruttarlo nuovamente. Allora a Kaia venne un idea, un "rito Kossuttiano".
Presero il corpo, lo misero su una pira e fu la maga stessa a dare fuoco al tutto. Restarono li a vedere il corpo bruciare per alcuni minuti, poi l'odore di quella carne bruciata diventò troppo difficile da supportare e lasciarono quel luogo con l'uso della magia.
Portarono con loro un libro trovato sul corpo del mago, dove quel maledetto aveva annotato alcune cose che sembravano importanti ma andavano analizzate con calma.

Almeno avevano risposto alla domanda su dove fosse Formid, fra le braccia di Kossuth.
 
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view post Posted on 31/8/2018, 13:36
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CAPITOLO I ATTO V LA FINE DI UNA STORIA?

Con la morte di Formid il nano era convinto di aver messo il punto a questa macabra storia, ma quando incontrò lo sguardo di Kaia una volta usciti da quella nauseante pira, capì di esseri sbagliato. La donna aveva gli occhi di chi voleva andare fino in fondo, a qualunque costo. Questo voleva dire che non sarebbe finito tutto così facilmente.
Passarono diverse settimane nelle quali il nano si dilettava nei suoi commerci di lingotti e metalli lavorati e a dirla tutta si era anche scordato, quasi, di tutta quella storia, quando alzando gli occhi da un buon piatto di spezzatino fumante incontrò lo sguardo di Kaia fisso su di lui.
Con la forchetta all'altezza della bocca fece per parlare ma fu fermato subito.
<ci sono degli sviluppi Glorin!>. Ti pareva fosse finita così imprecò fra se e se il nano. Poi la donna continuò.
<ti ricordi quando abbiamo esplorato le fogne ed abbiamo scoperto degli scavi lasciati abbandonati senza motivo?>. Il nano forte della sua saggezza azzannò il boccone di carne prima di rispondere. O almeno provarci perché quando fece per ribattere Kaia continuò:
<ho letto fino in fondo il diario del necromante. Sembra che un suo temibile collega si sia ritirato in una zona antica della città, sotto le fogne che abbiamo esplorato. Da quando ho capito, gli scavi avevano rinvenuto un punto di accesso. Il fatto che fosse tutto abbandonato e non ci fosse la minima traccia di chi lo aveva iniziato questo lavoro, può significare soltanto una cosa. Hanno trovato il nascondiglio del necromante, e nel contempo lui ha trovato gli scavatori. La storia non deve essere finita bene.>.
Glorin inghiottì il boccone capendo dove tutto quel discorso andasse a parare. Kaia, dopo una delle sue tipiche brevi pause, riprese il discorso.
<se è successo quanto ho ipotizzato io li dentro dovremmo trovare il vero responsabile di tutta questa storia, insieme alle sue ultime creazioni.>
Glorin guardò il piatto ancora fumante con rammarico, e poi alzò lo sguardo su Kaia.
<va bene ho capito, finisco di mangiare ed andiamo>. Mangiò silenziosamente la sua carne preparandosi mentalmente al prossimo scontro. Il suo sguardo scivolava spesso sulla sua ascia d'argento potenziata magicamente, come a cercare una ulteriore rassicurazione.

Diverse ore dopo.....


<era questo il passaggio che avevamo trovato l'altra volta?> Glorin chiese alla maga mentre puliva la sua ascia sul corpo di una delle tante creature non morte che avevano incontrato nel corso del loro viaggio.
<si!>. La risposta secca della donna indicava tensione, ma al contempo anche decisione. A breve la storia sarebbe arrivata al culmine
In un angusto pertugio transitarono, il nano invero con qualche difficoltà, e finirono per ritrovarsi in una zona pianeggiante, dove si intravedevano i resti di antiche costruzioni. In un angolo erano ancora visibile i segni di scavo in corrispondenza di quella che sembrava essere una apertura, verso un livello inferiore. Un terribile tanfo di putrefazione si alzò da una pila di corpi ammassati come a casaccio in un angolo. I problemi iniziarono quando non fu solo il fetore ad alzarsi da quei corpi. Diverse creature non morte iniziarono ad avanzare verso di loro. Il loro olezzo era talmente forte da impregnare l'aria. Glorin per evitare di vomitare dentro il suo stesso elmo, decise di trattenere il respiro ed affrontarli puntando ad un veloce e letale scambio di colpi. La sua ascia in pochi istanti squarciò quei corpi ridando loro il meritato riposo.
Scesero al livello inferiore, e sulle prime non sembrò essere una bella idea.

Sotto di loro un pregiato lastricato e delle mura ricoperte da pregiati marmi, giacevano ricoperte da una pesante coltre di polvere. Nella spessa polvere si potevano notare delle orme andare verso un angolo di quello che sembrò essere, in un primo sguardo, un enorme stanzone simile a qualche tempio di superficie. Seguirono le orme solo per essere attaccati da altri non morti, per lo più scheletri animati magicamente.

Non fidatevi mai di chi vi dice che sia facile buttare giù un mucchio di ossa, specie se avete con voi un ascia. La maggior parte dei colpi del nano passavano fra le costole di quelle maledette creature, qualche osso fu frantumato ovviamente, ma fu soprattutto grazie a Kaia ed alla sua magia, che poterono avere velocemente la meglio in quello scontro.
A mente lucida si misero ad analizzare meglio il luogo e scoprirono, come disse la donna, di essere finiti in un tempio di una antica divinità della morte, Myrkull credo fosse il nome.

Il tempio era comunque in un buono stato di conservazione, ma per quanto potesse essere strano trovare una struttura del genere a decine di metri sotto il pavimento della città dei duchi, il fantasma superò ogni stranezza.

Si trovarono davanti questo essere evanescente, che non li attaccò ma si limitò a dirgli che una volta entrati avrebbero dovuto guadagnarsi l'uscita, perché non si poteva più tornare indietro. Perfetto no?

Il fantasma, che aveva le sembianze di un antico sacerdote del luogo, dopo averli avvertiti si limitò a seguirli con lo sguardo mentre si addentravano in quella enorme e misteriosa struttura. Glorin non era molto scaramantico, ma di certo non sembrava di buon auspicio quell'incontro.

Incontrarono una serie di stanze enormi malamente abitata da ondate ed ondate di non morti. Poi trovarono delle tombe. Una serie di sarcofagi al centro di una enorme e stranamente ben pulita cripta.
Entrarono nella stanza e contemporaneamente le tombe si aprirono ed una mezza dozzina di umani, dalla carnagione estremamente pallida uscirono fuori e li assaltarono.
Kaia urlò una parola "vampiri", il nano strinse l'ascia. Ebbero la meglio anche se a fatica di quello scontro. La maga sembrava conoscere quei strani esseri e disse al nano che se voleva essere certo di averli veramente sconfitti doveva aprire la tomba e tagliare loro la testa, dopo aver pugnalato il loro cuore. Al nano sembrava una enorme stronzata, ma quando si girò per osservare il corpo dei nemici caduti, e vide soltanto delle chiazze di sangue, fu normale per lui andare a vedere le tombe aperte, e seppur con una certa sorpresa vi trovò dentro gli esseri che aveva fronteggiato poco prima. Senza dire una parola, passò tomba per tomba mozzando teste e pugnalando con la sua ascia d'argento il cuore di quegli esseri, che ebbero un ultimo flebile lampo di "vita", prima della loro fine, definitiva questa volta.

Avanzarono ancora in quella enorme struttura che sembrava non avere una fine quando Kaia si immobilizzò sentendo recitare un incantesimo.
<lo abbiamo trovato!>. Fu questione di pochi attimi e vennero assaliti da diversi non morti, decisamente potenti. I due senza dire una parola, ma soltanto con uno scambio di sguardi passarono all'azione in sincrono. Il nano caricò quelle creature, mentre la donna iniziò con il necromante uno scontro magico.
Si uni allo scontro un altro vampiro, solitario ma molto MOLTO più potente di quelli altri incontrati prima. Lo scontro fu molto duro, ma alla fine ne uscirono vittoriosi.

Analizzando la stanza Kaia scoprì un diario con parte della storia di uno dei morti, non ricordava il nano se del mago o del vampiro, e leggendolo scoprirono l'esistenza di una cripta con il tesoro nascosta sotto di loro, protetta da un potente guardiano.
Kaia sembrò sconvolta leggendo il nome della creatura guardiana, l'ignoranza del nano in materia fu per lui una fortuna, perché quando si trovò ad affrontarla, ed ad ucciderla, non seppe quanto vicino fosse andato ad incontrare i propri antenati.

Le gemme furono l'ulteriore ricompensa per quella lunga e pericolosa discesa. Trovarono un condotto stretto come pochi che saliva vertiginosamente verso l'alto, da dove scendeva dell'aria pulita, un vero tocca sano. Impiegarono un bel pò per uscire da quel cunicolo, ed essere baciati dal sole fu il segno che finalmente quella storia era finita.
Curiosamente il nano, una creatura abituata a non godere molto dei benefici di quella palla infuocata nel cielo, fu quello che ne godette di più dei suoi raggi.

La lunga notte era finita, cosi come quella brutta storia.
 
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view post Posted on 5/9/2018, 12:36
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CAPITOLO II ATTO I
BISOGNA PUR FARE QUALCOSA

Diversi anni fa, prima uscita di Glorin nel mondo di superficie.

<ehi fratellino! guarda quell'aquila è completamente ricoperta di sangue eppure continua a lottare per la sua vita contro quel cacciatore. Mi piace è indomita come un vero nano dovrebbe essere!>
<e dimmi Gloin in che modo vorresti rovinare la gloria di questo scontro?>
<beh è ovvio no? salvandola da quell'umano con la balestra!>
<si ma lui ha una balestra e tu no, vuoi morire a soli centoventi anni cosi giovane?>
<glorin parola mia non moriremo oggi ne io ne l'aquila. Fosse l'ultima cosa che faccio!>
<fratello mio ormai ho perso il conto delle ultime volte che avresti dovuto fare le cose. Ti piacciono proprio cosi tanto i guai?>
<calunnie! calunnie! sono io che piaccio a loro. Ora zitto e fammi prendere le asce>
<stai facendo una cazzata lo sai si? ti metterai nei guai un altra volta e nostro padre quando lo verrà a scoprire se la prenderà con me che ti dovevo tenere d'occhio. Anche se saresti TU il fratello maggiore eh. Mi hai sentito almeno?>
<caricaaaaaaaaaa!>
Vedendo il fratello maggiore correre verso l'umano brandendo le due asce naniche e facendo tutto il casino possibile aveva una sola certezza, sarebbe finito di nuovo nei guai.


*Città dei duchi, tempi recenti*

<himir ormai sono passati mesi e non ho ancora nessuna notizia di mio fratello. Inizio a preoccuparmi che abbia fatto qualche cavolata, come la volta che decise di nascondersi nella botte della birra per fare uno scherzo a nostro padre, e per non farsi accorgersi che l'aveva manomessa fece un buco e ne bevve metà. Lo ritrovammo steso sul pavimento ubriaco fradicio che russava come un cinghiale in amore.>
Himir rideva immaginandosi il suo amico in quella situazione. A quanto pare la cosa non lo stupì particolarmente, segno che lo conosceva bene ed aveva già assistito a qualcuna delle sue perle.
<stai tranquillo Gloin prima o poi salterà fuori, e poi se proprio non riesci a stare senza fare niente potresti interrogare gli avventurieri di passaggio. Magari loro hanno qualche notizia su di lui>
<perché interrogarli quando posso diventare uno di loro?> Rispose prontamente il nano.
<spiegati meglio> fu il commento laconico di risposta.
<fondiamo un gruppo di avventurieri. Lo chiameremo l'aquila di sangue>. Glorin affermò prontamente.
<nome particolare ma bello, come ti è venuto in mente nano?>
<per colpa di mio fratello>
<e ti pareva! cosa ha combinato quella volta?>
<ora ti racconto>.

Il piano del nano era molto semplice, per parlare con gli avventurieri, gli unici con un pò di fegato per girare il toril e portare con loro le notizie dei luoghi e delle persone incontrate, la via migliore era diventare uno di loro. Li aveva studiati, analizzati ed aveva capito che avevano dei tratti comuni.

Solo che fondare un gruppo da solo era una cosa senza senso. Doveva trovare altre persone di cui fidarsi ed iniziare il progetto con loro. Ormai il suo battesimo di sangue lo aveva ricevuto, ed aveva capito che un mago è fondamentale per la sopravvivenza in certi contesti. Le persone di cui si poteva fidare in questo mondo di superficie erano poche. Scartò subito Kaia, troppo "importante" per unirsi a lui. Himir fu la vera prima persona che contattò.

<himir ti fanno schifo gloria e platini? ti spiego meglio l'idea>.

Il primo passo alla fine venne fatto.
 
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view post Posted on 16/9/2018, 20:56
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CAPITOLO II ATTO II

LA GLORIA PASSATA E LA GLORIA FUTURA

Sull'enorme sala comune della casa patronale del Clan troneggiava questo quadro. L'artista nonostante non avesse elemosinato con lo spazio era riuscito ad immortalare nei secoli la gloria del Nonno. I due piccoli nani lo vedevano spesso, ma a dirla tutta Gloin, che aveva ripreso il glorioso nome dell'antenato, ne era quasi rapito. Più di una volta il fratello lo sorprese a parlare con la figura rappresentata come a confidarsi con lei, a chiederle consiglio o Moradin solo sa cosa altro.

Una notte, poche ora prima che Gloin lasciasse la casa patronale, Glorin dormiva profondamente distrutto dalla fatica del lavoro nella forgia, il fratello sembrava invece avere altri piani ed iniziò a scuotere il letto del dormiente fino a farlo cadere con la faccia a terra. Ci vollero diversi secondi prima che il colpo mandasse l'informazione al cervello del nano più giovane che forse, ma proprio forse, era il caso di aprire gli occhi e vedere cosa stava succedendo. Il svegliarsi con un paio di ore di sonno soltanto, una stanchezza degna di nota non lo dispose subito benevolmente nei confronti del disturbatore. Gloin, come spesso accadeva era sovreccitato.
<diventerò un avventuriero fratellino ho deciso!!> Tanto era fomentato che non lo disse ma quasi lo urlò al fratello a terra, il quale ancora mezzo addormentato impiegò diversi lunghi secondi prima di rispondere.
<non puoi cominciare domani fratello?> rispose con la voce impostata dal sonno. Poi fece per riaddormentarsi.
<eh! ma io non dicevo mica adesso, ma nel futuro Glorin porco Corellon> Tanta era la gioia del maggiore da non voler dare tregua al fratellino. Infatti dopo neanche un paio di secondi aggiunse <sempre che Moradin voglia sia chiaro!>.
<va bene domani mattina vai da nostro cugino Gron e chiedi se secondo lui padre Moradin è d'accordo con la tua idea. Domani mattina Gloin o giuro che da Moradin ti ci mando io adesso per direttissima. Oppure lo farà nostro cugino che a differenza tua ha qualcosa in quella zucca vuota che tu chiami testa>. Pronunciate quelle parole cadde, o forse è meglio dire che svenne sul pavimento ed iniziò a russare. Gloin intanto continuava a parlare ed a raccontargli della sua imminente gloria futura, non essendosi accorto però di star a parlare da solo.
L'indomani mattina fu uno sforzo quasi degno di un racconto da bardo alzarsi dal pavimento sciacquarsi la faccia ed andare nella forgia. La cosa strana è che non c'era traccia di suoi fratello per tutta la casa. Suo padre si limitò a dire che probabilmente era accaduto un mezzo miracolo perché con le prime luci Gloin era schizzato fuori casa per parlare con suo cugino, che era un novizio del culto del padre. Stupefacentemente sembrava che avesse ascoltato veramente il suo consiglio. Certo trovò strano sulle prima che per andare a parlare di religione si fosse portato dietro lo zaino, ma conoscendo la capacità di zia Martha di cuocere delle ottime torte, era probabile che il suo scopo forse non troppo secondario, era derubare la dispensa di zia. Scuotendo la testa se ne andò a lavorare.
Le ore passarono veloci e venne il momento di tornare a casa dalla forgia. Del fratello nessuna traccia, ma questa era la norma. Come entrò a casa incrociò suo padre che stava malamente cercando di rimettere il tappo ad una bottiglia di liquore.
<ehi Glorin toglimi una curiosità va>. Disse suo padre mentre aveva deciso che il tappo era un problema quindi tanto valeva sbarazzarsene svuotando la bottiglia nel suo boccale.
<dimmi pà> più che alla domanda era interessato all'aiutare suo padre nel suo lavoro di svuotamento del liquore.
<quello zuccone> il soggetto era più che scontato <come diamine ha fatto a rovinare TUTTE E DUE le sua asce me lo sai dire?>
<se le sarà tirate in testa che ne so io?. Lo sai che la sua testa sembra di carne ma è dura come il mitrhal>. Il calore dello spirito dei nani stava iniziando a distribuire un dolce calore nel corpo di Glorin.
<si facile come cosa. Fortuna che gliele hai sistemate tu almeno sono sicuro che non gli restano i manici in mano per fare lo scemo>. Altro girò per il padre che stava iniziando a riempire anche il boccale del figlio.
<semmai io gliele raggiusterò pà. Per farlo devo prima vedere Gloin e le sue asce>. Sorrideva mentre il padre versava.
<ma se è passato da te oggi>. Il padre lo guardava perplesso, Glorin sulle prime non aveva realizzato.
<pà oggi non è passato Gloin....>. Poi aggiunse subito <non è che è partito veramente "per l'avventura"?>. Iniziò sul serio a preoccuparsi.
<ma va smettila sarà a casa di tuo zio a drenare la cantina>. Il padre rispose non dando peso alla cosa.
Alla fine anche Glorin si convinse che sicuramente sarà cosi e che domani mattina lo zio probabilmente ce lo avrebbe ricapitato direttamente a casa, a sbornia smaltita.

Quella notte però non fu facile per lui prendere sonno. Iniziava a girarsi e rigirarsi nel letto pensando se veramente suo fratello si fosse cacciato in qualche guaio. Alla fine però la stanchezza ebbe il sopravvento.


*da un altra parte*

Una improvvisa fiammata avvampò da un enorme mare di magma. Sullo sfondo diverse figure indistinte si muovevano, troppo lontane per essere viste con chiarezza. Su uno strano ciottolato Gloin stava camminando guardandosi attorno brandendo una stupenda armatura mai vista e una ascia d'argento che brillava magicamente. Una voce imponente lo chiama, il sangue si gela nelle vene non vorrebbe ma sa che deve girarsi e vederne l'origine. Una enorme figura alta diversi metri con delle grandi ali di pipistrello ed una frusta infuocata nella mano destra lo fissava con degli intensi occhi rossi. Nell'altra mano aveva un teschio e si divertiva a tamburellarci sopra con le sue unghie affilate grandi come un pugnale.
<vieni Glorin del Clan Redbeard...vieni a prendere tuo fratello>. Detto questo l'immondo essere scoppia in una fragorosa risata, la tentazione di fuggire è impossibile da resistere eppure non riesce a muovere un solo singolo muscolo.
All'improvviso il teschio apre la bocca <fuggi Gloin fuggi fratellino!>. La voce è quella di suo fratello, non può sbagliarsi. L'essere schiocca la frusta e lo colpisce su una spalla.

Glorin d'istinto si copre la faccia e si rannicchia su un fianco.

<e' ora di andare a lavoro su alzati Glorin>. La voce è quella di suo padre, non può sbagliarsi, è quella!. Dove è la creatura? e Gloin? è ancora scosso ma deve sapere. Apre solo un occhio facendosi scherno con le mani. La barba di suo padre lunga quasi un metro è la prima cosa che riesce a distinguere nettamente. Distende le mani confuso. Era tutto un sogno?
Il padre lo guarda sospirando <a forza di stare con tuo fratello stai diventando scemo come lui mi sa. Su forza che la forgia non aspetta te. >. Glorin ancora scosso per quello che soltanto ora capisce essere stato un bruttissimo incubo fa per alzarsi, poi però il padre disse una frase che fece nuovamente gelare il sangue nelle vene del nano, anche se per qualche istante
<almeno tu ci dormi ancora in questa casa Glorin, tuo fratello non è rientrato questa notte.>
Fece per parlare ma sentì bussare alla porta e dopo pochi secondi vide entrare suo cugino Gron nella stanza
<gente buongiorno, sapete mica dove è finito quello zuccone di Glorin? ha detto a mamma che mi cercava ma non si è fatto vedere>

Era diventato un avventuriero, e da qualche parte il fato che tutti governa aveva già iniziato a girare una clessidra.

Edited by Arkiell - 16/9/2018, 22:47
 
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CAPITOLO II ATTO III
LA VERGINE GUERRIERA


Diversi mesi prima che la storia prendesse una direzione mortalmente più seria, Glorin stava facendo una passeggiata per la città dei duchi, intento a portare avanti alcuni commerci con i locali fabbri. Sulla strada per la locanda incontrò questa strana donna umana, dal fisico decisamente muscoloso e dai modi più che diretti. Qualcosa colpi' l'attenzione del nano e si fermò a scambiare due chiacchiere con lei, nella speranza che la tipo fosse una avventuriera magari a conoscenza degli spostamenti di quella zucca vuota di suoi fratello. La donna sulle prime lo studiò per qualche istante, come a capire se lo avesse già incrociato da qualche parte, poi senza mezzi termini parlò prima che Glorin potesse dire qualsiasi cosa:
<senti un pò nanetto non è che conosci Gloin dei Redbeard?. Va che gli somigli parecchio eh!>.
Il nano restò spiazzato e non riusci' a rispondere se non dopo diversi secondi.
<lo conosci o no?> i modi erano decisamente diretti, fosse stata una nano il fratello gli avrebbe fatto una corte spietata, e probabilmente siamo sinceri, anche lui.
<beh si è mio fratello!.>. Poi senza quasi prendere fiato aggiunse un attimo dopo <ma tu come lo conosci?>
La donna sulle prime sembrò neanche averlo ascoltato e si limitò a guardarlo
<ho incrociato la mia lama con la sua in diverse occasioni, è un grande guerriero dovresti essere fiero di lui. Quella testa di mithral che fine ha fatto? dove si trova ora a fare danni?>. Più che quello che diceva era il come ad aver colpito Glorin, questa donna che sembrava decisamente sapere il fatto suo, conosceva suo fratello, e non solo! Lo aveva seguito in diversi scontri e ne parlava con rispetto. La cosa era ammirevole, quindi qualcosa di buono Gloin aveva fatto da quando era diventato "un figlio della superficie".
Il nano spiegò ad Ilis di Tempus, questo era il suo nome che aveva perso le tracce di suo fratello e di come fosse preoccupato. La donna non sembrava dare peso alle preoccupazioni del barbuto nano e si limitava ad osservarlo.Lei era più interessata a sapere se l'arte delle armi era pari a quella del fratello. Glorin provò a giustificarsi dicendo che lui era un fabbro per lo più e le asce le forgiava ma non le usava molto, ma fu trascinato per un orecchio e portato di forza, e per Moradin se era forte quella donna, fino a delle rovine li vicine. Mai mettere in discussione il proprio valore come guerriero davanti ad una sacerdotessa del dio delle battaglie!!!
Finirono in delle antiche rovine e si guadagnarono l'ingresso a colpi di lame. Quello che colpi' molto il nano fu la naturalezza con la quale la donna brandiva il suo enorme falchion seminando fra le creature incontrate una morte fulminea. Era un vero portento della natura e vederla combattere era da restare senza parole. C'è da dire che anche il nano si difese al meglio delle sue possibilità, ma quella Ilis buon Moradin, faceva quasi paura. Eppure lei considerava il fratello un grande guerriero.

Di sicuro non aveva ancora trovato Gloin ma almeno di una cosa era certo, si stava creando una buona fama.
 
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CAPITOLO II, ATTO IV

Un inutile perdita di tempo


I giorni diventavano settimane ed infine mesi, ma del fratello nessuna traccia. Glorin aveva interrogato ogni singolo avventuriero con il quale era entrato in contatto. Nulla. Prima di finire in bancarotta aveva iniziato a darsi al commercio di armi ed armature di alta fattura nanica, Moradin sia benedetto se quella gente aveva bisogno di un vero fabbro. Il tempo passava e di notizie neanche l'ombra, ma almeno non doveva preoccuparsi di morire di fame. Il suo socio Himir, era spesso una apparizione. Lo vedevi per diversi giorni, e quasi non riuscivi a scollartelo di dosso, sempre che non ti spingesse in qualche misteriosa missione, per carità sempre ben pagata non dico di no eh!, poi puff sparito!. A volte c'era da chiedersi se più che un uomo fosse una mistica apparizione. Vabbeh poco importa, lui si manteneva fiducioso, e doveva esserlo anche il nano. Per quanto fosse assurdo, anche se lui era il fratello, Gloin per alcuni aspetti restava per lui un mistero. Discorso diverso per l'umano, la sua capacità di arrivare all'anima delle persone lo aveva sicuramente aiutato. Sembrava conoscerlo ad un livello più profondo. Capiva il suo modo di agire e di ragionare, ma cosa più importante sosteneva di stare calmi ed aspettare. A suo dire Gloin aveva trovato la sbornia leggendaria, quella che capita solo una volta nella vita di un vero nano, e che sarebbe stata narrata nei secoli a venire. Oppure, beh c'era sempre una alternativa. Poteva sempre sedere alla destra del padre Moradin. Dopo una battaglia epica che sarebbe stata narrata nei secoli.
Ora per quanto volesse bene al fratello, lo conosceva benino anche lui, e questa teoria di Himir lo confortava. Sicuramente era meglio cercare un nano ubriaco per tutte le bettole del Faerun, che scavare una fossa in attesa di un corpo che la riempisse.
Decise di aspettare dunque.
Passarono altri mesi. Nessuna traccia.
Decise quindi di iniziare a pagare quegli strimpellatori di professioni chiamati bardi, per avere notizie e farlo cercare.
Perse solo tempo.
Un giorno decise di tornare nelle terre del nord per aggiornare il proprio clan e chiedere a questo punto il loro aiuto. Mentre cavalcava insieme ad altri viandanti della carovana, senti' uno di loro parlare di un potente mago divinatore della città degli splendori. Si diceva che questi sarebbe stato capace di localizzare chiunque, beh ovunque. Valeva la pena fare un tentativo anche se il nome Par, gli faceva venire in mente i racconti di Himir su suo fratello che ridicolizzava un famoso e potente mago. Par appunto.
Stupido Gloin mi rendi difficile anche trovarti per prenderti a calci.
Era di strada e valeva la pena fare un tentativo.
Scopri' poi di aver fatto la scelta giusta, anche se non sempre la conoscenza delle cose è un vantaggio....
 
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view post Posted on 29/8/2019, 12:24
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CAPITOLO III, ATTO I

LA CONOSCENZA NON E' SEMPRE UN BENE

<la conoscenza è un bene giovane nano, solo nel momento in cui sei pronto a sopportarne il prezzo>

Garus di Moradin, chierico del padre dei nani





Alla fine il mago prese una delle tante pergamene che teneva ammassate in una raffinata libreria, nello scantinato della sua bottega nella città degli Splendori. Molti viandanti lo avevano identificato come uno dei migliori, se non addirittura il meglio del meglio, nel suo campo. Parlandoci saltò fuori un fatto curioso. Aveva conosciuto suo fratello, e non ne serbava di certo un buon ricordo.
Conoscendo Gloin la cosa fortunatamente non lo sorprese più di tanto, ma questo era comunque un punto a suo favore. Avendo conosciuto il fratello, ed avendo con lui stabilito un legame, sarebbe stato più facile per lui stabilire un contatto con quello zuccone. Un legame magico che lo avrebbe facilitato nell'individuarlo. Il tempo delle domande era passato da un pezzo, alla fine era giunto quello delle risposte.
Il mago recitò le formule e la sfera sul tavolo si illuminò. L'immagine di un luogo sconosciuto si andò lentamente formando. Delle fiamme cremisi lambivano dei lembi di terra arida e secca. In quello che aveva tutta l'aria di una serie di sconfinate gallerie, troneggiava una feroce creatura, il cui solo comparire aveva fatto gelare il sangue nelle vene del nano. Sebbene essa fosse lontana, e neanche aveva capito quanto, il solo averla intravista in quella magica sfera, permise a Glorin di capire la gravità della situazione.

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L'immondo essere si ergeva su un trono di ossa. Le fiamme cingevano la sua figura come un mantello. Sotto il suo piede giaceva un elmo. Un meraviglioso elmo di pregevole fattura nanica. La creatura sembrava osservare la grotta con i suoi profondi occhi tetri, all'improvviso si voltò verso di loro. Il nano istintivamente si fece indietro, e sebbene di poco lo fece anche il mago.
Per quanto a lui sembrava impossibile, la creatura iniziò a fissarlo. Un macabro sorriso illuminò tetramente il suo volto. Poi all'improvviso calciò l'elmo verso di loro ridendo. La sua risata gli fece provare un terrore che mai nella sua vita aveva neanche lontanamente avvertito. Mentre l'elmo rotolava il demone con la sua mano artigliata fece segno ai due di venire verso di loro...

Fu in quel esatto momento che Par il mago, interruppe il collegamento. Sudava a freddo anche lui.

<temo ci abbia individuato. Il suo potere è più grande del previsto>.

Ci vollero diversi secondi a Glorin per riprendersi e riuscire a parlare.

<mago, io però non ho capito dove si trova mio fratello!>. La ragione stentava ancora a farsi forza.

Il mago, lo stupi' con il suo tono gentile. <mastro nano io credo che invece voi lo abbiate capito>

Gli tornò in mente l'immagine dell'elmo ai piedi della creatura.

<già> Fu l'unica cosa che Glorin riusci' a dire.

Aveva scoperto che fine aveva fatto il fratello, ma non aveva la minima idea di come riportarlo a casa.

Usci di fretta da quel negozio. Fuori pioveva. Fu un bene.
 
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view post Posted on 23/11/2019, 09:23
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CAPITOLO III, ATTO 2
DI STORIE PASSATE E DI MOMENTI PASSATI

< Quando guardo un pezzo di carta in esso io vedo tutte le storie passate e quelle future. Il passato ed il futuro di questo mondo. La penna è un arma potente, anche se difficilmente potreste usarla per uccidere direttamente un vostro nemico. Forse.>

Dalla raccolta "splendenti racconti della città splendente". Autore sconosciuto

antico_tomo1

Aveva passato diversi giorni arrovellandosi il cervello, cercando di capire quale fosse il momento più giusto per chiudere quel capitolo della sua vita. Si era affezionato alle aquile, e sebbene molti di loro erano quanto di più lontano dal suo modo di vedere le cose, in essi c'erano più potenzialità di quanto se ne potessero trovare in un altro gruppo di avventurieri. Potenzialità però inespresse per lo più. Tergiversare ancora per rimandare una ovvietà, era una cosa fuori luogo. Alla fine era solo il caso di decidere il momento più opportuno.
Il riuscire a chiudere positivamente quella brutta faccenda sulla costa della spada fu sicuramente una cosa più che positiva. Fu anche il segnale di iniziare a fare quello che non poteva essere evitato. Avrebbe dato l'addio ai ragazzi, e portato finalmente a termine il progetto grazie al quale le aquile, tempo fa furono fondate.
Ora doveva trovare le persone giuste, ed aveva già qualcuno da cui partire.

Himir aveva dato il suo benestare. Aveva conosciuto suo fratello e di lui serbava un bel ricordo. Sarebbe stato il primo oltre a me del gruppo di recupero.

<ehi Himir ti ho mai chiesto come hai conosciuto mio fratello?>
<fidati nano non potrò mai dimenticarlo. Ero in una locanda a ber...ehm a degustare i vini e commentavo con l'oste quanto la birra fosse una bevanda sopravvalutata. All'improvviso sentii picchiettarmi sulla spalla, mi girai e vidi un nano. Era tuo fratello ma all'epoca non lo conoscevo ancora. Mi guardò intensamente per alcuni secondi negli occhi, e poi senza dire una sola parola esplose in uno dei rutti più potenti mai sentito nella mia vita. L'oste gli allungò lesto una botticella e lui mentre se ne andava con questa botte sotto braccio mi guardò sorridendo. Mi disse solo una cosa :"quando vuoi bere con i grandi vieni a trovarmi al tavolo".>
Dopo una risata Himir riprese a raccontare.
<il "suo tavolo" era già occupato da un gruppo di mercenari mezzorchi. Lui si avvicinò e gli disse di andare via perchè il tavolo serviva a lui. Fece però prima di tutto una importante premessa. "Nonostante voi siate degli schifosi mezzo sangue, voglio affrontare con voi questo discorso con calma e diplomazia". Nell'esatto momento in cui terminò la frase, due maestose asce naniche in argento piene di incisioni furono posate sul tavolo. Mai visto liberare un tavolo cosi velocemente. Poi ridendo si mise a guardare verso di me e fece segno di sedersi al tavolo appena liberato. Fu una delle bevute più divertenti della mia vita>

A lui mancava suo fratello, mancava terribilmente ma il sentirlo vivere anche se per pochi istanti, nei racconti di chi lo aveva conosciuto gli scaldava il cuore.

Stiamo arrivando Gloin. A portare la giustizia dei nani.
 
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view post Posted on 15/1/2020, 11:18
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CAPITOLO III, ATTO 3

LA SQUADRA

CITAZIONE
< Prego bensì che l’una e l’altra cosa, la vittoria e il ritorno, Tu conceda, ma se una sola cosa, o Moradin darai, concedi solo la vittoria>

Antica ed ormai perduta preghiera nanica ai tempi delle guerre per il controllo del sottosuolo


la_squadra_gloin

Dopo settimane di calma piatta, le cose iniziarono a muoversi ad una velocità frenetica. Aiutato dai suoi stivali magici, passo i giorni a correre come un pazzo da un luogo ad un altro. Le ferme giornate passate nella più totale immobilità, avevano alla fine ceduto il passo ad una enorme frenesia. Penso e ripenso a come agire, quando farlo e soprattutto con chi. Quello era il nodo principale. Le persone che lo avrebbero accompagnato andavano scelte con cura. Dovevano essere più di semplici avventurieri, persone pronte ad uno scontro del genere, capaci di valutarne l'importanza e la difficoltà, e nonostante tutto tanto pazze da accettare di affrontarlo.

alucard_smile

Il primo a seguirlo sarebbe stato Himir, le sue capacità di combattimento erano fuori discussione, cosi come la sua abilità di uscire vivo da ogni situazione, mantenendo sempre quel sorrisetto da bastardo impunito. Aveva giurato di dovere una cosa del genere a Gloin, perchè lui e solo lui riusci' a salvarlo da morte certa in una situazione divenuta mortalmente pericolosa in pochi attimi.Chiunque combatta per un ideale, qualunque esso sia, non potrà mai concepire null'altro che la vittoria. Il suo ideale era quello di essere il migliore di tutti. Avrebbe dato una ulteriore prova in quella terra lontana e corrotta.

dime_foto

Daimorn detto mano pesante. Lui fu il secondo ad essere contattato. Avevano combattuto spalla a spalla negli eventi della costa della spada, e Glorin aveva trovato in lui un umano determinato e pronto. Nulla sembrava sconvolgerlo, aveva lo sguardo di chi un giorno trovandosi davanti ai cancelli dell'inferno, invece di fuggire via a gambe levate, sarebbe entrato sfondando la porta a calci. Forte e possente, sarebbe stato un compagno perfetto. Parlò con lui a lungo, ed anche lui aveva un debito di riconoscenza con il fratello. Creando questa squadra, mi sono ritrovato spesso a pensare che tutto quello che Gloin aveva seminato di buono nella sua vita, sarebbe toccato a me raccoglierlo. Dime, fu il secondo.

prete_di_kelemvor

Martin Darkrain di Kelemvor, fu il terzo componente del gruppo. Anche lui aveva combattuto per salvare la costa della spada insieme a loro. La calma che riusciva a mantenere anche nel pieno della battaglia, era qualcosa di sovrumano. Il suo Dio parlava attraverso di lui, per ricordare a tutti come il suo dominio fosse parte della vita di tutti. Chiese a lui aiuto, e prontamente lo ottenne. Senza chiedere nulla in cambio, solo per riportare a casa i resti di un glorioso guerriero caduto. Il giudice dei morti condivideva con i nani, il culto del ricordo di chi cadde. Tutti devono avere una tomba nel quale riposare. Caso volle che aveva conosciuto suo fratello e si era guadagnato il suo rispetto. Sarebbe stato fondamentale nella missione.

friedrick

Friedrick fu il quarto invece. Aveva combattuto con Glorin qualche volta, ma era guidato da una luce in battaglia particolare. I suoi occhi erano quelli di chi aveva visto il mondo girare nel verso sbagliato, ed invece di fregarsene aveva deciso di porre rimedio. Un guerriero sacro al Dio dei morti. Un combattente pronto ed attento, guidato dall'esperienza di molti scontri. Sapeva decidere quando agire e come fare. Sebbene non avesse mai conosciuto direttamente suo fratello, fu Martin a fare il suo nome. La fiducia che lui riponeva in lui era enorme. Avrebbe fatto lo stesso anche lui.

triss_kaia

Kaia di Suzail, fu l'ultima ad essere chiamata. Questo fu più per casualità che per scelta deliberata. Lei fu la prima persona con cui strinse un legame quando aveva lasciato la terra natia per mettersi sulle tracce del fratello, con lei avrebbe chiuso il cerchio. Dal loro primo incontro tante cose erano cambiate, ma non la stima nei suoi confronti. Una maga da una potenza devastante, sembrava osservare il tutto con lo stesso distacco di chi da una altura si gode un paesaggio lontano. Fu lei a guidarlo e consigliarlo nei primi passi da avventuriero, e fu sempre lei a fargli una sonora lavata di capo, quando con l'orgoglio e la stupidità dei nani voleva andare allo sbaraglio a recuperare il fratello. Lo aveva visto quando altro non era che un giovane nano stolto ignaro di come il mondo girasse. Lo avrebbe affiancato in questo scontro da eroe, ad eroe. Il suo aiuto sarebbe stato impagabile. Forse solo nel senso lato del termine.

taverna

Alle prime luci dell'alba, l'elmo ed il mantello era ancora vuota tranne per un nano seduto in un angolo. Un nano dai capelli rossi in una armatura nera come la notte ed un enorme scudo a terra. La luce nei suoi occhi era quella di chi altro non avrebbe ottenuto quel giorno che una vittoria. Da li a poco sarebbero arrivati gli altri. Fra pochi minuti sarebbero andati in quella terra dimenticata dagli dei, e corrotta da un antico male. A riportare a casa Gloin.
Le altre opzioni non erano contemplate.
 
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view post Posted on 25/1/2020, 12:23
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CAPITOLO III, ATTO IV

SI TORNA A CASA


ingresso_cimitero_Adbar_0

CITAZIONE
"Il giorno in cui sentirai la tua forza venire meno, ricorda di chi come me cadde per donarti una nuova alba. "

Iscrizione sulla lapide di Gloin Redbeard, del clan Redbeard. Adbar




Il Narfell, pochi giorni prima


narfell2

L'abisso aveva reclamato per se un pezzo di questo mondo. Montagne dai denti aguzzi nere come la notte più profonda, lasciavano spazio a fiumi di lava incandescente. Il loro ribollire indicava ai nuovi padroni di quelle terre quanto grande fosse il loro potere . Distorti figli di un mondo lontano ed alieno, erano giunti qui per reclamare nuovi domini, nuove terre per i loro mostruosi padroni. Pochi osarono sfidarli in questo loro nuovo regno, quasi tutti coloro che lo fecero caddero. Noi siamo giunti qui per riportare a casa uno di loro, ma non condivideremo la sua stessa fine.

Glorin sembrava sparire in quella sua nuova armatura. La strappò ad un potente nemico nel corso degli eventi che lo videro eroe della costa della spada. L'aveva guadagnata con il sudore e con il sangue, e l'avrebbe accompagnato in questa missione. Ogni tanto incrociava lo sguardo dei suoi compagni e leggeva nei loro occhi la stessa determinazione dei suoi. No. Loro avrebbero avuto successo.
Entrarono in una stretta gola fra due montagne , un passaggio innaturale scavato da mostruose mani, si estendeva per diversi metri , tanto da permettere loro di passare, ed appena il giusto per concedere il transito ad esseri dalle notevoli dimensioni.

Sapevano di essere attesi, sentivano gli occhi della creatura su di loro, come a studiarli. Potevano quasi immaginarsi il suo malevolo sorriso mentre accarezzava l'idea di aggiungere altri teschi alla sua immonda collezione. Quale grave errore.

ponte_lava

Un ponte di basalto, lavorato grossolanamente permise loro di attraversare una enorme sacca di lava. Dietro di esso, nel finire della gola si poteva scorgere una struttura. La sua architettura composta da guglie contorte e muri distorti, sembrava loro l'inizio di un incubo ancora peggiore. Lo avrebbero affrontato, era il loro bersaglio, ma non sarebbe stato facile arrivarci.
Come nel più classico degli schemi difensivi, come misero piede sul primo istmo di terra lavica in quell'oceano di fiamme e vapori mefistofelici furono assaliti da una ondata di demoni minori. Come risacca si infransero sugli scudi degli eroi, più e più volte. Sempre furono costretti a tornare indietro per tentare una nuova sortita. Provarono e riprovarono ma furono ricacciati indietro.
Alla fine il gruppo fu circondato solo da mostruosi cadaveri.

Un ingegnoso sistema di leve e ponti mobili, schermava loro l'accesso alla lontana struttura. Impiegarono del tempo per decifrarne la logica, disturbati dai sempre maggiori attacchi degli immondi. Questi aumentarono di numero e di intensità.
Fu inutile. Niente si può contro una ferrea determinazione, quando essa è accompagnata dal coraggio di chi non cederà mai un passo al nemico.

Furono assaltati da ondate di creature bislacche e decisamente pericolose. Temibile era affrontarne una di esse da sola, figurarsi in un nutrito gruppo. Eppure, si sciolsero come neve al sole. I loro corpi gettati agli angoli di quel nuovo passaggio, aperto ora finalmente nella direzione giusta.

L'essere era li ad attenderli. Li riposavano i resti di suo fratello, e di chissà quanti altri. Lo scontro poteva finire soltanto nella morte. Ora era tempo di scoprire chi avrebbe ceduto per primo. La brutalità o il coraggio?.

balor



Il tempo sembrò cristallizzarsi mentre Kaia ultimava il suo potente incantesimo. La creatura brandendo la sua arma si gettò su di loro urlando qualcosa allo sciame di esseri attorno a lui. Himir aveva già spostato il piede per creare una finta apertura ed ingannare il primo assalitore, mentre la sua doppia lama già iniziava ad incurvarsi per colpire. Daimorn stringendo con forza lo spadone iniziava a realizzare il primo colpo di quell'ultimo scontro. Io avevo piazzato li il mio scudo a torre, creando la nostra ultima linea difensiva, ed attendevo l'impatto. Martin alzava gli occhi al cielo chiedendo la benedizione per se ed i propri compagni al dio della morte. Friedrick puntava la sua lama benedetta verso il nemico, affinchè essa portasse morte nel cuore dei malvagi.
l'incantesimo agi, ma loro non potevano accorgersene, tale era la natura dell'incanto. Solo chi lo aveva invocato e sapeva gestirne il potere poteva farlo. E kaia lo fece, o se lo fece.
Per loro non passò nulla di più di un attimo, ma fu un profondo sospiro di morte per le creature. La potente magia della maga aveva colpito l'enorme Balor facendolo barcollare. Non era riuscita a distruggerlo no, ma lo aveva decisamente provato.
L'orda sciamò contro di loro, e l'antico ballo della morte risuonò la sua nenia.
Combatterono per la loro vita, per l'amicizia e per l'onore. Furono giudici e giustizieri di quegli esseri, e la loro condanno fu null'altro che morte!

Non so dire quanto durò lo scontro, so solo che quando riuscii a districarmi da quell'orgia di corpi mutilati potei vedere i miei compagni tutti sani e salvi. Dell'essere non vi era traccia se non alcune fiammelle. Segno che il suo tempo in questo mondo era concluso.

Fu semplice entrare in quella struttura e giungere ai piedi del trono. Fu semplice si, ma non fu facile. Le asce di mio fratello giacevano nella polvere, in un angolo della stanza. Moradin, mi fa male solo a ricordarlo. Il teschio si trovava esattamente dove il mago Par tanto tempo fa con le sue arti arcane aveva indicato. Lo raccolse e lo strinse nel mantello delle aquile di sangue.
Idealmente in quel modo aveva chiuso finalmente il cerchio.

Ci furono gli addii, ma furono sbrigativi. Adbar aspettava un suo figlio. Il tempo dell'attesa era giunto finalmente a conclusione.

Si torna a casa fratello, questa volta insieme.
 
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view post Posted on 6/4/2020, 10:50
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CAPITOLO IV, ATTO I

LA PAROLA DI UN NANO E' SACRA COME LA PIETRA

I nani sono forse gli ultimi fra gli animisti. Essi sono ossessionati dal metallo, ma quello che nessuno ha capito è il perchè. Beh, ve lo posso dire io. Il metallo viene dal profondo di questo pianeta, è corretto dunque dire ne sia l'anima. I nani, con il loro incessante lavoro di estrazione e lavorazione, altro non fanno che liberare l'anima di questo nostro antico mondo. Sono gli unici in grado di essere in contatto con la terra, ricordandosi il valore delle cose veramente importanti.

Dei nani e dei loro costumi, autore sconosciuto.

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Vi è una strana leggenda nel popolo dei nani. Non importa la latitudine dove essi vivano, o quanto si siano allontanati dalle case ancestrali. Ognuno di essi la conosce, o quanto meno ha avuto modo di ascoltarla almeno una volta nella sua vita. I più anziani patriarchi dei casati, parlano di essa come fosse una verità incrollabile. Come la pietra sulla quale essi hanno fondato le loro dimore, è parte fondamentale delle loro vita. I nani sono stati benedetti da Moradin con la straordinaria abilità di piegare il freddo metallo ai loro voleri. Nulla è paragonabile alla loro straordinaria abilità. Ogni pezzo da loro prodotto, è sicuramente degno di stare nel più prestigioso museo di una qualsiasi delle altre razze senzienti.
Tuttavia loro hanno un segreto. Questo non risiede nelle loro mani, ma nel loro cuore.
Un antico patto fra Moradin ed i suoi figli fu siglato all'alba dei tempi. Il padre dei nani, avrebbe donato a tutti i loro figli la possibilità di creare un oggetto diverso dagli altri. Non aveva importanza se esso fosse stata una maestosa statua, una affilata arma, o una impenetrabile corazza. Questo oggetto non avrebbe mai avuto eguali.
Un piccolo pezzo dell'anima del suo creatore si sarebbe legato all'oggetto, entrando in esso e restandovi per sempre. Il più grande dono di un nano verso qualsiasi altro essere vivente.
Esso doveva essere nato nel sangue versato insieme, temprato dalle difficoltà che si potevano superare solo con un mutuo soccorso, bagnato dalla birra dei boccali alzati al cielo, e segnato dalle lacrime silenziose versate in un giorno di pioggia.
Chi riceveva questo oggetto aveva creato con il suo creatore un legame più forte del metallo stesso.
Un dono per una persona speciale, per siglare un rapporto oltre l'amicizia ed i legami di sangue.
Sarebbe stato un dono per un umano. Moradin avrebbe capito.

Diverso tempo prima, città di Baldur's Gate, sede delle aquile di sangue.

<ehi Glorin, quando mi farai un arma degna di questo nome?>
<un giorno, forse. Ora portami la birra, non vedi che la mia gola è secca?!!!>

Adbar, casa del clan Redbeard.

Oggi è quel giorno, Himir.

Edited by Arkiell - 6/4/2020, 13:57
 
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