Faerûn's Legends

Spezzare una maledizione, La resurrezione del Clan Doch

« Older   Newer »
  Share  
Y.D.
view post Posted on 24/1/2018, 14:36






“Kossuth mi osserva, non sono solo! Presto sarà orgoglioso di me!”

Questo pensiero è ora il perno attorno a cui Bazel vuole costruire le proprie azioni.
Ma forse, è meglio partire da qualche mese prima.

Bazel si trovava al Gate, per cercare di piazzare alcune armi che aveva prodotto, e che nel Cormyr non era riuscito a vendere. Fu così che parlando con quel giovane gambelunghe, Eylan Amblequalcosa, aveva ricordato una leggenda che girava nelle locande delle Marche d’Argento decenni prima, durante una delle ultime rappresaglie contro i Grigi: la Bestia Nera. Un’immonda creatura che dormiva nel ventre della Montagna più alta delle Marche, vicina alla Cittadella, in grado di prosciugare l’energia vitale a chiunque osasse avvicinarsi troppo a lei ed al suo immenso tesoro. Una leggenda, nessuno ci faceva caso, ce n’erano tante di questo genere. Eppure ora, dopo più di cinquant’anni, un giovane gambelunghe, uno di quelli sfrontati ed irriverenti, che però aveva dimostrato di saperne, raccontava proprio a lui, a Bazel, che quella non era una leggenda, e che la Bestia Nera era un Dragone d’ombra, uno di quei dannati sputafuoco alati, assetati di potere e oro. Gli aveva anche spiegato che, con l’opportuna scorta, avrebbe potuto pensare di batterlo, e prendere così l’onore che gli spettava, oltre a fregiarsi del titolo di “Uccisore della Bestia Nera”. L’idea lo aveva allettato, anche perché Bazel conosceva la seconda parte di quella leggenda, che Eylan non sembrava conoscere: si narrava che chi fosse riuscito a sconfiggere la Bestia e ne avesse mangiato il cuore, avrebbe ottenuto poteri fuori dalla norma, e avrebbe rotto ogni sortilegio che gravava su di lui. Uccidere quel Dragone avrebbe significato quindi ottenere fama e gloria, oro e platino, ogni nana di Adbar gli sarebbe stata concessa in sposa…e forse, se anche la seconda parte era vera, avrebbe potuto dar nuova linfa al Clan, ormai quasi del tutto estinto, nuovi Doch a giro per il Faerun…sarebbe stato il capostipite di una nuova generazione, più ricca, potente e famosa di quanto i Doch fossero mai stati.

Mentre rimuginava su questa possibilità aveva avuto modo di incontrare un Drago Rosso, e di uscire vivo da quell’incontro. Se non avesse avuto fede in Kossuth, avrebbe ritenuto quell’incontro solo un caso, e avrebbe ringraziato Tymora per essere sopravvissuto; ma lui sapeva che il fato non c’entrava. Quell’incontro gli aveva dato un assaggio, piccolo e parziale, di quanto fossero terribili e potenti quei maledetti Sputafuoco, quanto potere era racchiuso in loro, e quanto si sarebbe dovuto addestrare prima di poter pensare di affrontarne uno a viso aperto.

Ma il suo destino aveva anche altro in programma per lui: solo un paio di settimane fa stava esplorando una miniera abbandonata, o forse una cava (o al diavolo, chi se ne importa), che lo aveva attirato. Sentiva che qualcosa si celava lì dentro, e una sorta di irresistibile forza lo aveva portato ad andare avanti, inoltrandosi nei bui ed umidi cunicoli che si snodavano nelle viscere dei Picchi delle Nuvole. Pensava di aver a che fare solo con un nido di Chitine, quando si era trovato davanti ben altro: un uomo, ormai mezzo morto, avvolto nella bava di quegli orrendi esseri. L’aveva salvato, e aveva avuto la rivelazione dell’attenzione di Kossuth su di lui: quell’uomo era un sacerdote del Dio delle Fiamme, un Braciere in carne ed ossa, come non ne aveva mai visti prima. Ay, un Gambelunghe che si era dimostrato indisponente e ben poco piacevole, ma potente, e illuminato dal Fuoco di Kossuth: era lì per liberare un altro sacerdote come lui, e Bazel l’aveva aiutato in quell’impresa. O forse era meglio dire che era stato usato per portarla a termine? Bah, ad ogni modo vi era riuscito, anche se aveva rischiato di soccombere sotto i colpi di un folle seguace di Malar e delle bestie che lo proteggevano. Aveva liberato l’altro sacerdote ed assistito ad una spiacevole scena di sottomissione…se i sacerdoti di Kossuth pensavano che la sua ascia si sarebbe mai sottomessa in quel modo si sbagliavano di grosso, anche a costo di ucciderli uno ad uno!!
Ma non era questo l’importante, la cosa che, per la seconda volta, gli aveva dato forza, e soprattutto un obiettivo, era il commiato del Braciere, parole dure, di fuoco: “Se davvero vuoi rompere la maledizione, vai nel luogo dove tutto è iniziato. Corrompi, menti, uccidi se necessario, ma mai per il solo piacere di farlo, ma sempre in nome di Kossuth e del potere che vai cercando. Se riuscirai nella tua impresa torna qui, e riceverai ciò che cerchi.”

E così Bazel, ormai convinto appieno sul da farsi, aveva elaborato un suo personale piano: doveva tornare ad Adbar, ed informarsi sulla maledizione dei Doch e sulla leggenda della Bestia Nera. Avrebbe parlato con chiunque avesse potuto dargli informazioni, e, se necessario, si sarebbe finto un buon Figlio del Padre…sapeva quanto bigotti e intransigenti potevano essere i seguaci di Moradin, e alla Cittadella erano loro a comandare. Dopo aver ottenuto ciò che gli serviva, avrebbe pianificato la missione nel ventre della montagna, per uccidere quel mostro e prendere ciò che era suo. Sarebbe tornato con il cuore del Drago al santuario di Kossuth, e lo avrebbe sacrificato in suo nome. Era sicuro che questo gli avrebbe ridonato il Fuoco nei lombi, e i Doch sarebbero tornati più potenti che mai.


 
Top
Y.D.
view post Posted on 17/2/2018, 17:03





La visita alla Cittadella era stata fruttuosa. Certo, aveva rischiato di rimetterci la pellaccia, preso in mezzo tra troll ed enormi vermi affamati di carne fresca, ma alla fine tutto era andato per il meglio.
Se di meglio si può parlare...
Ad Adbar tutto proseguiva immutabile, la guardia di ferro manteneva impenetrabile l'ingresso alla città sotterranea, i cui abitanti sembravano essere del tutto disinteressati a ciò che accadeva fuori.
Bazel, con quelle poche conoscenze che ancora aveva in città, era riuscito a reperire le informazioni che andava cercando: la Bestia Nera.
Ay, si è spostata allora. A sud, lontana da qui,
lontana dal freddo e dalla neve, dall'acciaio e dal fuoco, ma legata indissolubilmente ai nani.


Nella vasta biblioteca aveva letto scorci di diari di esploratori e di libri in merito, notizie poi confermato dai rumori nelle taverne. La Bestia se n'era andata, lasciando dietro di sé distruzione, morte, ma anche un immenso tesoro. Sembrava che le Marche non le bastassero più, o forse qualcuno era riuscito a spaventarla abbastanza. Fatto sta che più di un avventuriero raccontava la stessa versione dei fatti: la grotta un tempo usata come sua tana era vuota ed abbandonata, preda di orchi e altri Mosgrim .
Pareva che fosse stata avvistata, da carovane di passaggio, un'enorme ombra che aleggiasse tra il Tethyr e il Calimshan, dove si estendavano cunicoli un tempo abitati da nani dorati del Sud. Le coincidenze erano troppe per non essere collegate, qualche folle prima di lui ci era già arrivato, ma andando all'avventura non era più tornato.

Bazel avrebbe fatto monito di quelle morti, e, con degni compagni di viaggio, sarebbe presto andato a prendersi la gloria che meritava.



Edited by Y.D. - 17/2/2018, 17:48
 
Top
Y.D.
view post Posted on 27/6/2018, 10:30






Erano passati mesi, successe molte vicende, ma lui non dimenticava.
Non dimenticava la Bestia Nera.
Non dimenticava i Doch, il suo Clan, la sua famiglia.
Non dimenticava la maledizione.
E non dimenticava come Kossuth l'avesse salvato dalle fiamme che avevano arso vivi quasi tutti i Doch del Toril in quella dannata notte.

Già, perché era stato Kossuth no? Il Signore delle Fiamme... Chi altro avrebbe potuto farlo?

Non Moradin, certo. No, lui li aveva abbandonati. Lasciati a loro stessi.
Certo.

Certo?

Kathoram sembrava convinto del contrario però...
Oh Diavolo, certo che fosse convinto diversamente! Lui era un Paladino del Padre. Un eletto. Un figlio prediletto!! Facile parlare per lui!!

Certo, aveva avuto anche lui i suoi problemi. Ma cos'è un fratello dotato di poteri magici innati confronto a una maledizione come la loro?? Come poteva anche solo pensare di poter capire quello che lui, Bazel, dell'antico e glorioso clan dei Doch, stava passando??

E poi tutte quelle storie sul fatto di avere il peso della loro razza sulle spalle... Ma chi si credeva di essere?

Certo, però qualcosa di vero...

Oh, dannazione. Doveva andare a uccidere quella bestia. Basta!!

Ucciderla e consacrarne il cuore a Kossuth.

Se nulla fosse cambiato, allora... Forse...

Beh ma non sarebbe successo.
Ne era sicuro.
Non poteva succedere.

E se...

 
Top
Y.D.
view post Posted on 11/1/2019, 15:59





Tempo.
Anni, mesi, o forse solo settimane.
No, non erano di certo passato solo settimane dal suo incontro con quel sacerdote di Kossuth...mesi, di sicuro, anni? Forse.
Non ci teneva troppo a tener conto del passare del tempo, ogni nano sapeva che il tempo non era suo nemico.
Però, anche senza pensarci, sapeva che il ticchettio delle lancette continuava, e gli effetti su di lui iniziavano a farsi sentire, decisamente più di quanto avrebbe voluto.
Solitudine

Ay, era quella la bestia che lo stava divorando dall'interno...insieme ad un'altra perfida fiera che non avrebbe mai ammesso potesse albergare in lui, ma che se l'avesse vista in qualcun altro avrebbe saputo facilmente chiamarla con il suo nome.

Incertezza

Sì, la lontananza dalla sua Casa, dal suo Clan, dal suo Popolo iniziavano a tarlarlo dall'interno.
Poteva continuare a ripetersi quanto voleva che era tutta colpa del Padre, tutta colpa di quel dannato Moradin, che l'aveva abbandonato, anzi, LI aveva abbandonati nel momento del bisogno...ma in fondo neppure lui ne era poi così convinto.

Certo, anni fa, dopo l'incendio, non aveva dubbi. Moradin li aveva lasciati morire, e senza alcun motivo.
Ma ora...davvero era colpa sua? Davvero il Padre di tutti i Nani avrebbe lasciato spegnersi un Clan numeroso ed antico come i Doch, senza alcun motivo?
E quell'incendio...davvero era stato il Signore delle Fiamme a salvarlo? O forse aveva capito male lui?
Quelle domande, seppur silenti e mai espresse, iniziavano a logorarlo, pian piano, unitamente a quell'acre sapore in bocca che provava ogni mattina quando si alzava, sapore di solitudine e incompiutezza.

Un solo modo aveva in mente per uscire da quell'empasse. La Bestia. Il cuore di quell'enorme Drago, da sacrificare al suo Dio.
A quale Dio? A Kossuth, come aveva pensato inizialmente? O a un Dio del suo Popolo...in fondo, nonostante il risentimento per il Padre, lui non poteva certo lamentarsi del Signore delle Asce Gemelle.

Già...Clangeddin Silverbeard, il Padre delle Battaglie, il Signore delle Asce Gemelle.
Quell'ascia in prezioso metallo nanico, ritrovata quasi per errore e con il suo simbolo inciso sopra, non poteva essere un caso, e neppure l'affinità che provava per quei gambelunghe tanto devoti al loro Signore delle Battaglie, Tempus.
O forse...

Ascia-Nanica-2


 
Top
Y.D.
view post Posted on 26/1/2019, 14:38





No. Dannazione no!! MOSGRIM!!!



Finalmente aveva trovato il coraggio e i compagni adatti per la sua impresa.
Ay, quel giovane nano, Grimnyr, che tanto gli ricordava un sè di quarant'anni prima circa, un lui ancora schivo e meno esperto... E poi quel cavaliere del Signore dei Morti tanto caro agli umani, e il Rosso. Ah, quel giovane...gli pesava dirlo, ma quel giovane umano era davvero impressionante. Sapeva usare la spada come pochi altri, e davanti a una forgia poteva competere con i migliori mastri fabbri del suo popolo.

Comunque, raccolte le forze e il giusto equipaggiamento, erano andati in quelle antiche miniere, dove ancora si potevano vedere gli sforzi fatti dai nani, e le terribili sofferenze che lì avevano sopportato.



Inutile, tutto inutile! Era stato tutto dannatamente inutile.



Avevano esplorato per lungo e largo quel luogo abbandonato, infestato da quelle stramaledette piante viventi...erano stati assaliti da orde di funghi impazziti, da alberi viventi, da ogni stramaledetta stranezza possibile, ma niente. La Bestia non c'era.
NON C'ERA!!


E adesso? Cosa poteva fare?
Niente Bestia voleva dire niente gloria. Nessuna gloria per lui. Nessun cuore da offrire. Nessun premio. Nessuna possibilità di cambiare il suo destino.

A meno che...

In fondo perché sarebbe dovuta morire la Bestia? Affinché lui, Bazel, uno degli ultimi dei Doch, potesse rompere finalmente quel maleficio che li attanagliava, quello che nessuno era riuscito a spiegare, quel male che portava all'estinzione del Clan senza colpo ferire...
E quindi? E quindi la Bestia non era lo scopo...la Bestia era il mezzo.
Bastava trovare un altro mezzo, un altro modo per guadagnare abbastanza gloria e fama da attirare l'attenzione di chi poteva decidere, finalmente, di far tornare a piangere piccoli nuovi Doch sparsi per tutte le Marche d'argento, per tutto il Faerun, per tutto l'Abeil-Toril!!


Ma quale, dannazione? Quale?!

Un passo indietro. Calma. Pensa, Bazel. Pensa.

Respira. Lentamente.

Chiudi gli occhi.

Cosa vedi?

Fuoco. Fumo. Morte.

Ecco. Un segno. Un indizio. E forse lui aveva frainteso fin dall'inizio.
Forse non aveva capito.
Forse...forse...


Il luogo dell'incendio!!

Ora iniziava ad avere più senso. Era là che doveva tornare. Forse egli era sfuggito qualcosa. Forse aveva malinterpretato tutto.
Ay.
Sarebbe tornato là. Era sicuro che tutto fosse come era stato lasciato. Più o meno. Erano comunque passati anni, decenni forse. Ma sapeva che sarebbe dovuto tornare là.

E poi...e poi chissà.
 
Top
Y.D.
view post Posted on 26/3/2019, 11:17





Basta.

La decisione venne naturale… il tempo era passato a sufficienza, e anche la sua irruenza naturale era andata scemando.
Aveva riflettuto, discusso con chi lo aveva ascoltato, maledetto chi lo aveva contraddetto, in cuor suo ringraziato chi gli aveva dato speranza in un cambiamento, ma ora era giunto il tempo di agire.

Il passato era passato, ovvio… nessuno avrebbe detto il contrario, e Bazel non si aspettava certo di poterlo più cambiare. Ma comprendere meglio sì. Quello gli era dovuto, dannazione!

Sarebbe dovuto ripartire? Ay.

Avrebbe dovuto ricominciare da capo, tornare alla terra dei suoi padri e sperare di poter rifondare da capo il suo Clan? Perché no. Ormai l’astio verso il suo popolo era sbollito… loro non avevano colpe. Non tutti, almeno.

Poteva dimenticare, cancellare con un colpo di spugna il passato? Mai. Non avrebbe mai dimenticato. Dimenticare avrebbe voluto dire perdere la gloriosa eredità dei suoi avi, di quell’antico Clan che per secoli, millenni, aveva partecipato ai maggiori cambiamenti dei Figli della Montagna e del Faerun tutto.

Un’ultima volta, si era convinto, un’ultima visita a dove tutto era finito (o forse iniziato), un ultimo tentativo di comprendere meglio cosa diavolo fosse successo, e poi basta.

Fu così che decise di tornare a quella casa, quell’antica magione bruciata, arsa da un fuoco divampato Silverbeard solo sa come, e divenuta la bara fumante di un centinaio di Doch.

Il viaggio non era stato sgradevole, il clima si stava stemperando e le pianure al confine tra le Marche d’Argento e Waterdeep erano meno bianche di quanto si aspettasse. Ritrovare la villa, o quel che rimaneva di essa, fu abbastanza facile.

Convincersi ad entrarvi meno.

casa



 
Top
Y.D.
view post Posted on 26/3/2019, 12:00





Nulla assoluto, desolazione e ceneri. Non si aspettava di trovare altro.

Non fu deluso fino a quando, ormai convinto dell’inutilità del suo viaggio, calciò con rabbia un ammasso di mattoni e detriti. Un piccola botola ne venne fuori… non l’aveva mai vista prima, ne era sicuro. Non sapeva nemmeno avesse dei seminterrati quella casa.

Ovviamente la curiosità vinse su tutto, e Bazel tirò dritto giù per le scale. Ragnatele e polvere lo accolsero. Ma anche qualcos’altro.
basement

Cosa diavolo era quella cantina? Era grande… troppo grande per essere un semplice deposito.

Torcia alla mano, iniziò ad esplorarlo. Enormi scaffalature, piene di libri scritti in nanico. Una biblioteca? No… non erano semplici libri, sembravano… diari? No… non era quello il termine giusto. Dannazione, come… ah! Ecco, erano annuari. Ay. Esatto. Annuari di famiglia.

Lì c’era tutta la storia dei Doch. Una storia lunga, antica come il Faerun. Beh, forse non così tanto, ma di sicuro molto, molto lunga.
1123 DR, 882 DR, 253 DR… continuò a camminare per quel lungo scantinato, leggendo le date riportate sulle costole degli annuari. -2586 DR, -2587 DR…

Dannazione, nemmeno lui immaginava la loro storia si spingesse così indietro. Volle arrivare al primo volume presente. Lassù, in cima al primo scaffale. Strati di polvere ne coprivano la copertina in pelle. Doveva fare attenzione, si sarebbe distrutto se avesse sbagliato a toccarlo.

Pffff… soffiò via la polvere, e lesse le incisioni. Tre diverse scritte: rune antiche, un linguaggio che non conosceva, e l’attuale scrittura nanica. Tre date… probabilmente riferite a diversi calendari succedutesi nel tempo. Quella che lui conosceva riportava: -4082 DR.

Cinquemila anni. Per la barba di Clangeddin… erano davvero un clan antico.

Sfogliò l’annuario, senza capire nulla. O quasi. Una mappa riportava una posizione, con sopra una scritta in rune antiche. Cercò di capire qualcosa dalla mappa, ma non riusciva a trovarne un senso.

Dannazione…
Strappò bruscamente la pagina della mappa, che, incredibilmente rimase integra.

A chi posso chiedere? Chi potrebbe aiutarmi a capire cosa sono queste scritte, e che posto è mai questo? Cosa c’entra col mio Clan?

Uscì dal seminterrato, e riprese una boccata d’aria pulita.
La notte stava calando e, come ogni volta che provava a capire il suo passato, si ritrovava con più domande di prima.
O meglio… nuove domande. L’incendio aveva distrutto tutto, ma non quella cantina. Le pietre e la terra l’avevano protetta dalle fiamme. Avrebbe sicuramente chiesto a qualcuno del suo popolo di recuperare tutti quegli annuari e metterli al sicuro. Dove? E chi avrebbe potuto farlo? E ancora…quella mappa. Sicuramente quel post era la prima casa dei Doch. Ma dove diavolo era? Chi poteva tradurre quelle rune e decifrare quella mappa?

Adbar. Ay, la risposta alle mie domande è là. I faenor, sacerdoti di Berronar, loro sapranno aiutarmi. E sicuramente avranno sui loro registri qualcosa che potrà farmi capire meglio chi siano davvero stati i Doch.

 
Top
Y.D.
view post Posted on 5/4/2019, 15:48




AMMARINDAR



Quello era il luogo che la mappa segnava. La città di provenienza di uno dei più antichi Clan nanici che a quanto pare ancora fossero presenti sul Faerun, i Doch.
Ancora presente sul Faerun... per poco, dannazione!

E così, in men che non si dica, si ritrovava con una scoperta enorme tra le mani, Bazel, qualcosa che nulla c'entrava con l'inizio di quella storia. Non se lo sarebbe mai aspettato, vero, ma si sa... la vita è ciò che accade mentre si pianifica altro.
Non ci mise molto a ricollegare i pezzi: antiche leggende di famiglia, racconti tramandati di padre in figlio, di matrona in giovani nane. La casa madre dei Doch, ormai andata perduta. Cimeli dai poteri immensi. Storia, tradizione, leggenda, tutto si fondeva insieme con il passare del tempo, soprattutto se di millenni si parla.

Cosa c'entrava tutto questo con lui? Perché aveva trovato quell'antico deposito pieno di annuari?
Non lo sapeva, non riusciva ancora a fidarsi appieno di quei Dei che trovava scritti ovunque in quegli annuari, però non poteva neppure credere, in cuor suo, che tutto fosse accaduto per caso.
Tornò a Suzail, un viaggio abbastanza lungo, ma tutto sommato tranquillo, e decise di intraprendere un ultimo tentativo, un'ultima prova per ricucire lo strappo che lo stava lacerando internamente, creando in lui quella dicotomia che tanto l'aveva corroso negli ultimi decenni.

Si ricordò così della più frequente storia, o meglio dire leggenda, che veniva tramandata da Doch a Doch, quella di Bofor Doch, antico guerriero dalla potenza inaudita, capace di spaccare il cranio di un nemico con un semplice colpo, e abile allo stesso modo di modellare il metallo a suo piacimento. Si narrava che Bofor, in una delle sue imprese, avesse ricevuto come riconoscimento un dono dagli Dei: un paio di guanti in grado di renderlo capace di fondere e modellare il metallo a suo completo piacimento, come mai nessuno prima. Questi guanti erano conservati in un antico maniero, quella che sarebbe dovuta essere la prima dimora del Clan.

Al diavolo, voglio riportare alla luce tutto quel che dei Doch c'è ancora in mezzo a quelle rovine


 
Top
7 replies since 24/1/2018, 14:36   187 views
  Share