E cosi', comincia un nuovo capitolo delle Aquile di Sangue.
Una nuova avventura che ci porta nelle fredde ed inospitali terre del Nord, dove tutto e' coperto dalla neve e dove i ghiacci sembrano essere perenni.
Non faccio in tempo a pensare che odio il freddo, che mi ritrovo a decapitare un troll venuto a darci l'accoglienza subito dopo il nostro viaggio magico.
Rayzengar si orienta guardando una mappa, cercando di trovare il luogo dove avere le informazioni che cerca nel tentativo di rimediare al suo passato.
Non ci ha chiesto di seguirlo, ne' di aiutarlo, ma io e Ash avevamo bisogno di questo.
Dopotutto, non c'e' stato movimento dalla fine della pioggia e da quando Himir e Glorin hanno deciso di lasciarci alla guida della compagnia.
Per di piu', contando che l'ultima volta abbiamo fatto eruttare un vulcano e spinto involontariamente quattro divinita' a scagliarsi sulla Costa della Spada, non oso
immaginare a cosa Raz potrebbe dare inizio vagando da solo alla cieca e seguendo informazioni frammentarie.
O forse un po' me lo immagino, dato che le ricerche cominciano da questo posto e stiamo cercando l'essere che potrebbe dargli le risposte che cerca.
Un lich.
Non un ubriacone che abbandona informazioni in cambio di una bottiglia di liquore di dubbia qualita', o una sgualdrina alla quale torna la memoria per due o tre ori in piu'.
No, cerchiamo un lich.
Facendoci strada in questo deserto bianco, spegnendo la vita di alcune bizzarre creature che lo popolano, giungiamo a quella che sembra la nostra meta.
Una stretta e lunga scalinata ci guida verso un'entrata custodita da due guardie, ammesso che due balordi armati di randello si possano definire tali.
Non fanno domande, non ci intimano di andarcene. Vengono semplicemente incontro alla morte per mano di un thayan.
Poteva andar loro peggio.
O meglio.
Punti di vista.
Delle scale ci conducono a delle sale sotterranee che, a parte qualche altra guardia sprovveduta ed alcune trappole, sembrano disabitate.
Osserviamo il contenuto di quelle due ampie e vuote stanze: un altare, vecchi fogli le cui scritte sono state ormai cancellate dal tempo, scaffali vuoti e decrepiti.
L'unico indizio che possa far pensare ad un individuo in grado di usare la trama e' il pentragramma disegnato sulla fredda pietra del pavimento.
Per il resto, il nulla. Il silenzio e' inquietante ed abbiamo la sensazione di essere osservati mentre ci aggiriamo nel suo dominio.
Dal corridoio che abbiamo davanti entra una corrente d'aria gelida.
Attraversiamo un varco alla fine di esso e ci ritroviamo all'esterno, nella parte interna della montagna.
Il freddo si fa tagliente, ma grazie alla magia di Ash ora abbiamo uno scudo invisibile che ci protegge da quel clima.
Dei vermi lunghi poco piu' di un metro strisciano verso di noi nel tentativo di guadagnarsi il pasto e, senza pensarci due volte, ne smezzo uno con il falchion.
Vedo Ash ed il bardo correre poi come dei folli, li guardo perplesso non capendo il perche' di quella fuga, fino al momento in cui il cadavere del verme esplode ad un paio di metri da me, avvolgendomi con una grande fiammata.
Qualunque sia la divinita' che abbia creato un verme di ghiaccio cha alla morte esplode come una palla di fuoco, adesso ha tutto il mio odio.
Lascio che l'anello rigeneri la carne ustionata mentre passo una benda bagnata sulle bruciature, per lenire il dolore.
Avanziamo compatti e concentrati fino a scorgere una singolare sagoma adagiata sul fondo di questo crepaccio.
La neve che cade copiosa non permette molta visibilita'.
"Una... montagna?" chiede Ash, con un filo di apprensione.
Guardo bene, ma non riesco a vedere cosa sia. So solo una cosa: le montagne non respirano.
L'adrenalina inizia il suo lavoro cominciando a farmi galoppare il cuore e quando l'enorme drago si erge dispiegando le sue ali, per un attimo,
i miei pensieri mi riportano indietro di un anno.
"Ricorda, Krum. Comincia tutto da qui." dice Himir con il suo sorriso, dandomi una pacca sull'elmo.
"Posso anche insegnarti le basi," spiega Glorin con volto serio "ma il mio tempo e' prezioso. Non farmi perdere tempo."
"Sarai tu a trovare il tuo stile." Due ricordi in due momenti distinti, ora risuonano all'unisono nella mia mente.
Poi, succede tutto in pochi secondi.
Mentre il drago spicca un balzo, allargo leggermente le gambe portando i piedi perpendicolari alle spalle.
Pochi battiti d'ali e porto la gamba sinistra in avanti di un passo, piegando il ginocchio.
All'atterraggio, seguito da un feroce ruggito, il mio ginocchio destro si flette in modo che il mio piede destro sia appoggiato sul metatarso.
Il drago mi guarda, sono io il suo bersaglio.
Stringo l'elsa con entrambe le mani quando un possente battito d'ali mi spinge via.
Piego il busto in avanti per non perdere l'equilibrio.
Non so quanti metri faccio all'indietro, ma sento distintamente la fine della corsa quando il tacco dello stivale destro si appoggia alla parete rocciosa alle mie spalle.
I miei occhi rimangono fissi sul drago che arriva con un salto, spalanca le fauci ed allunga il collo verso il mio torace.
D'istinto, rimango con le gambe in posizione abbassando il busto sulla sinistra ed anche grazie alla magia di Raz che mi rende sfuocato, riesco ad evitare il morso sentendo una roccia sbriciolarsi sopra la mia testa.
Tento il contrattacco, ma la posa innaturale causata dalla schivata non mi permette di imprimere la forza necessaria per un affondo come si deve.
Il drago sfrutta la sua altezza per piantarmi gli artigli della sua zampa destra sulla mia schiena, lacerandomi le carni.
L'adrenalina agisce come effetto lenitivo, cosi' rialzo il busto e vedo il drago caricare una seconda artigliata che anticipo sferrando un potente fendente,
caricato e portato da dietro la schiena.
Questa volta la lama del falchion fa breccia nella fascia muscolare che collega l'ala sinistra alla sua spalla, tagliando tutto cio' che puo' tagliare, per poi finire la sua corsa sulla neve,
ora macchiata del sangue draconico.
Il ruggito di dolore e rabbia lo porta a completare il suo attacco, mollandomi una grande graffiata sul petto.
Ma non cedo, non ora che la bestia e' ferita e porto a segno un altro colpo, stavolta sul collo, non molto distante dal suo viso.
Una sagoma sfuocata entra nel mio campo visivo, sulla destra, per poi scomparire dietro l'ala menomata e pendula.
Ritrae il collo per caricare un altro morso, rimango immobile focalizzandomi su una schivata, ma a quel punto un altro ruggito di dolore fa volgere l'attenzione del drago alla sua sinistra, dove Rayzengar si e' posizionato lavorandogli il fianco con la sua falce.
Ne approfitto della sua distrazione per portare a segno un colpo alla zampa destra.
Lo vedo sanguinare copiosamente e l'immagine della sua morte comincia a prendere forma nella mia mente.
Vedendosi sopraffatto, decide di spiccare un ultimo balzo, ma l'ala sinistra ormai non e' altro che un fardello che lo rende goffo ed incapace di volare.
Si schianta malamente ad una trentina di metri, raggiunto dal veloce bardo e da un'ultima falciata.
Non provo nemmeno a rincorrerlo, il sangue perso e' troppo.
Mi rimane solo la forza per stare in ginocchio, sostenendomi con il falchion.
E ghignare.
"Il Thay deve dimostrare potenza."
Che ve ne pare, Maestro Ankhalab?
Lentamente, l'anello comincia il suo lavoro, aiutato anche dai bendaggi dei miei compagni e da una pozione di Raz.
Il tesoro del drago puo' andare nelle casse delle Aquile, ma ne reclamo le scaglie. Sono quelle, il mio tesoro.
Torniamo sui nostri passi e rientriamo all'interno della montagna.
Questa volta sentiamo una presenza nella sala antecendente il corridoio.
Prima di rientrarci, Ash protegge tutti con i suoi incantesimi.
E' li', davanti all'altare o tavolo in pietra che sia, che vediamo cio' che Raz stava cercando.
Il lich ci guarda con i suoi freddi occhi, mentre intavola una breve discussione con il bardo, mostrando quello che sembra un tomo, che fluttua alla destra del non morto, prima di scomparire nella sua tunica malandata.
Parole di scherno vengono poi proferite dall'essere, di sfida verso tre mortali che hanno osato entrare nel suo territorio.
Lo scontro e' inevitabile e questa volta cerco l'effetto sorpresa.
Corro a tutta velocita' verso il lich, che si protegge con delle immagini speculari, interponendo poi un suo evocato tra me e lui.
Una figura umanoide mi si staglia davanti, guardandomi con i suoi occhi vuoti, l'unica parte a non essere ricoperta da non so quanti giri di bende.
Mi sferra dei colpi, cerca di maledirmi, ma imperterrito continuo a mollare fendenti che, con mia sorpresa, non sembrano tagliare quelle bende come dovrebbero, incontrando la resistenza di una creatura incredibilmente coriacea.
Il lich mi aggira e si dirige verso Ash e Rayzengar. Riesco infine ad avere la meglio sull'evocato, che scompare in una nube di polvere e fumo maleodoranti.
Solo ora mi accorgo che il lich mi ha lasciato con il suo servitore nel mezzo di una nube tossica.
Corro verso l'entrata cercando ti trattenere il respiro ed arrivando a dare man forte, contribuendo alla sconfitta del non morto.
Tra i suoi averi, un piccolo scrigno nero viene preso dal bardo per studiarne il contenuto.
Usciamo da quel luogo provati, stanchi, ma vittoriosi.
La prima uscita si e' rivelata un successo. Ora, non resta che attendere l'esito degli studi del bardo su quel tomo.
Sempre che nel frattempo, Rayzengar non sia stato inghiottito dalle fauci di qualche bordello faeruniano.