Faerûn's Legends

Il Sanatorio

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L'Ombra di Myos
view post Posted on 15/7/2019, 13:00 by: L'Ombra di Myos
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Assassino di Briganti

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Chiesa ed esercito di Bane
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*Non era uomo solito concedersi ai Sogni, e quelle rare volte che accadeva, probabilmente non li ricordava, ma non quella notte, non quel sogno.
Tutto era talmente nitido che, anche al risveglio, avrebbe potuto pensare di non essersi mai addormentato e di aver vissuto veramente quelle esperienze, tanto erano reali.
...Ma ad oggi...che significato può avere la parola...
...Reale...*


Una musica lenta, che lo aveva accompagnato silenziosa ed assordante nella sua mente per tutta la vita, faceva da sfondo a quel viaggio in quel triplice limbo tra coscienza, paure e desideri.
[colonna sonora - pt.1]

Avanzava, lentamente, sotto una pioggia fitta, trasportata da minacciose e spesse nuvole che rendevano Selune cieca nei confronti del Toril.
Si dirigeva verso un vetusto edificio di una città cupa e ingrigita dal tempo, grigia come la pelle di quell'uomo che, seduto in terra, completamente fradicio e tremante per il freddo
si apprestava a tendere la mano verso di lui
ed il suo sguardo aveva tutta l'aria di quello di un uomo disperato…
che cerca l'assoluzione di ogni suo peccato prima di esalare l'ultimo respiro e diventare parte eterna del Muro.

Si limitava ad osservare gli occhi lucidi e colmi di lacrime, che ripiegavano lente ed inesorabili, quasi interimabili oserei dire,
incanalandosi in quelle rughe sul volto, segni di vita vissuta e ricordo di errori,gioie e sofferenze passate.

Non riusciva a fermare il suo incessante incedere, e mentre il suo corpo che avanzava lo costringeva a superare l'uomo
era costretto a voltare il collo in maniera quasi del tutto innaturale per osservarlo ancora, godendosi, avaro, ogni ultimo istante di quel figlio della Creazione che tendeva verso l'oblio in un silenzioso e discreto epilogo.

Incontrò numerosi uomini nel suo moto perpetuo e privo di soste e, ognuno di loro, tendeva verso la stessa inesorabile destinazione.
Uomini, donne, vecchi, bambini, ladri, nobili, santi, assassini
Tutti loro, indistintamente, capitolavano in un lieve ultimo respiro, prima di chinare il capo, infine, abbandonandosi alla triste e melodiosa...fine.

Mancava poco, era ormai sulla soglia di quel palazzo e non restava altro che bussare.

Un colpo per coloro che aveva amato.
Un colpo per coloro che aveva perduto.
Un colpo per coloro che aveva odiato.


[stop colonna sonora pt. 1]

A quel bussare tutto tacque e perfino la musica, indescrivibilmente splendida, cessò di risuonare, lasciandolo solo
in un assordante e bagnato silenzio.

Non si voltò indietro, non tentò di tornare sui suoi passi, seppur quella sensazione era ormai occludente e soffocante e la pioggia quasi sembrava venefica e urticante.
Non si voltò indietro a mirar i corpi esanimi che lo avevano accompagnato nel suo tragitto.
Non si voltò indietro neppure un attimo.

La porta si schiuse leggermente, in un crepitante cigolio che sembrava parlargli, invitandolo ad entrare.

Uomini in maschera, vestiti di nero lo attendevano in quella che sembrava la sala di un tempio
erano sorridenti ed avevano atteggiamenti buffi che mal si legavano al clima che fuori imperviava e
che nella sua anima distruggeva, al tocco, ogni barlume di felicità.

Uno di loro si avvicinò a lui, si cimentò in un teatrale inchino e, con un eleganza indescrivibile gli prese di mano la sua falce, portandola al centro della stanza.

Lo invitarono ad entrare parole gentili, che avevano come sfondo un mormorio di commenti e risolini inquietanti e beffardi.

Clap. Clap. Clap.
Alcuni di loro batterono le mani
per poi unirsi agli altri, formando un cerchio intorno a lui, che si guardava intorno cercando di comprendere.

Una musica stridula cominciò a risuonare dalle arcate del tempio lasciandolo senza parole e nella confusione più totale.

colonna sonora - pt.2

Una voce, tra tutti cominciò a cantare, mentre il resto degli uomini gli girava intorno, danzando e ridendo in maniera quasi del tutto innaturale.

Parole ripetute riecheggiavano nella navata mentre quegli uomini prendevano la sua falce e cominciavano ad agitarla, muovendola come fosse una dama e danzando con lei.


Tutto si muoveva veloce e ben presto si ritrovò anche lui a danzare, accompagnato da uomini e donne mascherate che lo onoravano come fosse il più gradito degli ospiti.
La navata girava, vorticosamente, mentre piroettava su quel marmo gelido.
Polvere di pietra cadeva dai soffitti, mentre le mura del tempio venivano scosse da qualcosa di inarrestabile, ineluttabile.

"....E così sono crudele, così forte sono e dura.
Che non mi fermeranno le tue mura."


La danza era macabra ma elegante, roteavano, si mischiavano, e poi d'un tratto, tutti insieme all'unisono si inginocchiavano, con il capo chino,
restando perfettamente immobili, per poi rialzarsi e riprendere a saltare e danzare come bambini felici o coppie di innamorati.

"...Davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare.
E dell'Oscura morte al passo andare."


La danza ed i festeggiamenti durarono, pareva, per sempre.
La notte non cessava di esistere, come eterna, senza tempo.

Uno di loro, infine, che ancora danzava abbracciato a quella falce quasi fosse la sua sposa, alzò lo sguardo al cielo e prese a parlare, una voce stridula, buffa quasi, come quella di un giullare.
In quel momento, qualsiasi musica, suono, chiacchiericcio o risata cessò immediatamente di esistere.
Le persone stesse svanirono, come fosserò state semplicemente ombre di qualcosa o di qualcuno ormai scomparso nel tempo.


"L'Ineluttabilità, quanta bramosia di ineluttabilità.
Oh si si
*Una risatina stridula*
tutti a bramar quel che brama il bramante manto.
Ma ditemi, Signor Blackrose, ditemi, ditemi, Signor Blackrose
Se di bramar ineluttabilità si può riempir una vita,
che ne sarà di essa infine?
Suvvia ditemi Signor Blackrose, non restate li impalato!
Che ne sarà di essa infine?"
*Un'altra risatina stridula*

E quel folle mascherato si avvicinava sempre di più al suo volto, quasi potesse oltrepassarlo, ripetendo quell'ultima frase per cento, mille, un milione di volte, mentre lui era totalmente incapace di rispondere.

Dopo quelle che sembrarono ore di assoluto annichilimento celebrale, lo strano giullare si ritirò indietro e voltandosi di spalle schioccò le dita e se ne andò dopo aver proferito.


"Godetevi la musica, Signor Blackrose, l'assordante silenzio della fine vi sta aspettando, siamo tutti impazienti di cenare con Voi"
*Svanendo poi in un'oscurità spezzata solo dal suono di quelle stridule ed inquietanti risate*

L'Arcanista si svegliò aprendo gli occhi di scatto, ma rimanendo immobile nel suo letto.
Passò la successiva ora in quello stato, immobile, inamovibile dai suoi pensieri.

…Che ne sarà di essa infine?

 
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