passeggero |
|
| Salute amica mia,
perdonate se non mi fermo neppure per il tempo di un sorriso.
Sono venuta perché voi siete la mia unica amica, così che v'amo più d'ogni altra cosa sulla faccia di questo continente cannibale. Volevo far volare le nostre parole libere nella danza e prendere, finalmente, un tè assieme, invece ci dobbiamo accontentare di inchiostro vigliacco. Me ne dolgo, ma pur meglio di nulla.
Sono venuta per vedere pure la casa dove sono nata, cosa che non ho potuto fare. Vogliate spendere voi un fiore per quelle vie di fango e speranze infrante da cui si ammira il miglior spettacolo del tramonto d'ogni piano. Prego sempre la Signora Sorridente affinché protegga questo piccolo ombelico di gioia e vergogna.
Dico con rammarico che la stupidità e l'odio son come inarrestabili destrieri che tutto calpestano e nulla rispettano. Ed io devo volare per non finire sotto allo zoccolo della violenza che ognuno giustifica con la propria sagoma assoluta.
Diffidate com'io diffido di coloro che non credono alla parola degli uomini.
Orbene, pur assalita ed umiliata nella città dove son nata; non difesa da coloro che mi chiamano amica; presto, appena possibile tornerò e spero di incontrarvi.
Quelle come noi che i sogni li creano non possono essere capite da coloro che ai sogni non credono. Non basterebbero tutte le parole per quante foglie ci sono nella foresta di Ardeep a spiegarlo a chi non lo capisce alla prima.
Concludo questa mia lacrimazione aprendo di nuovo e come sempre il mio cuore a voi, mia unica amica.
Il dono che abbiamo sono ali che ci rendono libere, eppure chi non sa volare tenterà sempre di abbatterci. Tornerò, forse con la bella stagione, spero prima.
Non mi dimenticate.
vostra *firmato* Amanita
|
| | |
