| Il sole risplendeva nuovamente sulla costa della spada, ma l'aver rivisto Ygorl e le sue rivelazioni, aveva lasciato Kent con l'amaro in bocca.
*** Tempo prima ***
Finalmente bisognava avviarsi verso l'ultima fase, un viaggio nel piano astrale, dove si sarebbe svolto il rituale... tuttavia così disuniti significava quasi un suicidio, e nonostante il palese astio tra i due fondatori delle Aquile e il guardiano dell'Ordine Vigile Firenweer, che creava non poca tensione tra i gruppi, qualche ore prima di viaggiare, incontrandosi nel retro-bottega del negozio "La Scintilla", giunsero ad un accordo, quasi miracoloso: Daimor Morn, conosciuto anche come Dime o "Mano Pesante", che nel tempo aveva avuto modo di guadagnarsi la stima e il rispetto di tutti, avrebbe dato gli ordini.
Tale decisione non andava contro l'obiettivo prefissato dai custodi della lama, e sembrava realmente poter mettere fine all'insopportabile tensione che si era creata.
Ma sarebbe realmente cambiato qualcosa? Inizialmente Kent pensò di sì, poi arrivò Shandalar, che voleva incontrarsi solo con Par, fossero rimasti solo loro due, non sarebbe stato un problema, ma Par fece l'errore di chiedere ai custodi presenti, di rimanere con lui, e poiché Luvia e Rayzengar avevano visto che Shandalar si era diretto da Par per un ultimo incontro magoso... non vedendo nessuno dei custodi uscire, giustamente bussarono.
Shandalar e Par chiesero a Kent, che era il più vicino alla porta, di allontanare chiunque fosse. Kent annuì, si alzò, aprì la porta e vedendo due dei pochi membri delle aquile che aveva avuto modo di conoscere e apprezzare, li avrebbe voluti fare entrare, proprio nella speranza che l'aria pesante potesse distendersi, ma nulla. Tuttavia, per dimostrare la sua buona fede e il fatto che era contrario a quella decisione di Shandalar e Par, decise di rimanere fuori anche lui. Se ne avessero parlato anche agl'altri, avrebbe saputo, se no, non gli importava. Rayzengar se ne andò giustamente offeso, Kent cercò di convincerlo a rimanere con lui che anche lui era all'oscuro, spiegando che sicuramente erano cose magose, noiose e che tanto se fosse stato veramente importante, lo avrebbero poi saputo, ma Kent non aveva certo il carisma convincente del bardo e quindi fallì. Il bardo usò la magia e sparì. Restò Kent con Luvia, e serviva trovare un idea per entrare, senza problemi... Kent propose a Luvia di nascondersi dietro il mantello di Kent, in fin dei conti è piccolina e quindi poteva essere una soluzione al problema. Giunti alla porta pronti a mettere in atto il piano, la porta si aprì.
Uscì dalla porta Shandalar. Quest'ultimo si diresse verso l'ordine vigile dove avrebbe aperto un portale per il piano astrale, Kent entrò con Luvia, spiegando il suo disappunto e che per colpa di questa scelta aveva litigato con il bardo e questo non creava lo spirito giusto, e Par sospirò, come ad ammettere che per una volta Kent aveva ragione, o forse semplicemente a voler dire "che palle Kent, potevi farli entrare", ma Kent non essendo esperto di sospiri magosi di quel mago, né di nessun altro mago, pensò che forse per una volta Par gli aveva dato ragione. Par scese per terminare gli ultimi preparativi, e Kent rimase con Luvia, ed entrambi vennero informati da Alice, Autumn e Harus di quanto sarebbe poi accaduto e sugl'ultimi consigli, anche se Luvia, cosa che Kent ignorava, aveva comunque avuto modo di sentire tutto.
Venne spiegato che il piano astrale era abitato principalmente dai Githyanki, e che il portale si sarebbe aperto in un loro avamposto mercantile. Avrebbero dovuto usare la testa per non andare incontro ad una precoce morte, e forse anche parecchi soldi. Kent ascoltò il discorso annuendo, e prima di partire si caricò più platini possibili.
Era tempo di recarsi all'ordine vigile. Ivi giunti l'aria si fece nuovamente pesante, al sol verdere Par i due capi delle Aquile sembrano vedere il demonio, ma per fortuna, almeno all'inizio si accontentarono di bere più alcolici possibili. Vennero fatte le ultime raccomandazioni e incitazioni, e poiché l'aria era palesemente tesa, alla prima occasione che Dime presentò a Kent su un piatto d'argento, al fine di cercare con l'ironia di distendere l'aria... Kent fece una delle sue solite stupide battute. Non ebbe tuttavia l'esito ricercato dal giovane avventuriero. Shandalar aveva preparato il portale che avrebbe portato i presenti sul piano astrale, dove si sarebbe svolto il rituale. Come sempre, dopo il suo sforzo, Shandalar si ritirò. La pigrizia dei maghi era ben nota, ma quella di Shandalar era sicuramente leggendaria, o forse semplicemente lo attendeva una zuppa di pesce fumante, come ne andava ghiotto!
Entrati nel portale giunsero nel piano astrale. Non è facile descrivere l'ambiente circostante. Sicuramente per chi ci metteva piede la prima volta, essere confusi e spaesati era il minimo. La totale assenza di punti di riferimento non aiutava. Per chi non era abituato a questo tipo di scenario, rendeva l'aria quasi opprimente. Di fatto il piano astrale era un mondo ignoto, al quale sarebbe servito sicuramente più tempo di quanto avevano avuto per abituarsi e muoversi al meglio in quel luogo sconosciuto.
Poco dopo il loro arrivo, un githyanki di nome Gish, che sembrava comandare l'avamposto, si fece avanti. Aveva sicuramente toni arroganti, ma le informazioni che diede ai presenti furono utili. Proseguì la visita dello strano avamposto. Consci che probabilmente mai sarebbero tornati in un luogo simile, i più curiosi tra i presenti cercarono di comprare alcune merci che mai avrebbero trovato sul toril. I prezzi erano sicuramente alti, ma quando si sarebbe presentata una simile occasione? Sicuramente mai. Dopo essere stati spennati dei loro platini, la visita proseguì verso una sorta di locanda. La proprietaria di quest'ultima era una piratessa githyanki. In questa strana visita, per evitare ulteriore caos dovuto al loro gran numero, Kent si impose di parlare il meno possibile, cercando di rispettare le decisioni prese in precedenza, e ponendo domande, solo se le risposte alle domande degl'altri non lo avrebbero soddisfatto.
La visita dell'avamposto portò diverse informazioni: - tensioni interne all'avamposto tra la piratessa e Gish - la presenza di un avamposto Illithid - tensioni tra avamposto e accampamento - uno strano avvenimento verificatosi 4 mesi prima, in contemporanea agl'avvenimenti sul Toril - la presenza di una barriera particolare, apribile unicamente tramite una particolare sfera.
Tutte informazioni utili, ma che, in quel territorio ostile e nemico, bisognava valutare al meglio, distinguendo il falso dal vero. Da alcuni comportamenti si evincerà sia il disinteresse che l'aver taciuto alcune informazioni di cui probabilmente già si era al corrente.
Dopo un lungo tergiversare, e aver recuperato alcune informazioni e oggetti, al fine di capire come fosse meglio muoversi, proprio per non fare una brutta fine; il tentativo fallimentare e avventato del buon Rayzengar di aprire lo strana barriera, fortunatamente senza ripercussioni; quando il numeroso gruppo, con numerose teste, con pensieri tutti diversi, cercava di capire cosa era meglio da fare valutando tutte le informazioni a dispozione di tutti... Himir disse che voleva andarsene e fare ritorno a Waterdeep, a suo dire stanco di stare lì a ragionare.
Si era veramente scocciato? Voleva nuovamente mettersi in mostra perché il suo spropositato ego si sentiva escluso? Sapeva qualcosa che tutti gli altri ignoravano?
Una mezza risposta non tardò ad arrivare... infatti mentre l'Himir faceva "tutto da solo", gli altri conclusero che la cosa migliore era tornare dalla Piratessa, e quindi insieme giunsero così alla locanda. Con gran sorpresa di Kent ed altri, Himir era già lì. Appena entrarono, senza più ascoltare nessuno, Himir già dava ordini a tutti. Nonostante la giovane età, Kent non lo mandò a cagare, ci avrebbe pensato il destino a fargli fare una mera figura. Infatti il buon Himir che sembra sentirsi superiore a tutti, e sicuramente in potenza è una vera e propria macchina da guerra indiscussa, iniziando a dare ordine a destra e manca, senza ascoltare chi stava parlando, ovvero la piratessa stessa che stava spiegando come aprire la barriera, disse di consegnare tutto alla piratessa senza perdere altro tempo, che lei avrebbe aperto la barriera ... invece la piratessa stessa stava spiegando che non lo avrebbe fatto lei, ma che poi, avrebbe voluto per lei la sfera-artefatto, una volta che avrebbero concluso ciò che volevano fare. Accortosi della mera figura, finalmente l'Himir si zittì e andò verso l'ingresso della locanda "bisogna correre subito". Anche se può essere comprensibile la seccatura di stare in quel piano, così come può esserlo la noia per attendere, questo correre subito come non morti che ubbidiscono ad un padrone, uno spirito libero come Kent non lo avrebbe mai condiviso, soprattutto se mancava la cosa più fondamentale alla base con la persona che li impartiva: conoscenza e fiducia.
Ah la fiducia. Non aveva avuto modo né di conoscere veramente le aquile, né di potersi fidare ciecamente. L'aver eliminato un eletto come forzatura alla fiducia, era per Kent l'errore più grosso che si potesse dire. Anche i Custodi della Lama avevano eliminato un eletto, eppure l'Himir che pretendeva la cieca fiducia dimostrava con i fatti che era il primo a non darne. Per Kent la potenza bellica delle Aquile era indiscussa anche prima che entrassero in questa storia, e non aveva dubbi che ce l'avrebbero fatta a sconfiggere uno degli eletti... ma i loro metodi di seguire il burattinaio Himir, che non aveva avuto modo di guadagnarsi la fiducia di Kent, alla cieca, era fuori da ogni schema della logica dello spadaccino Kent, ma sicuramente giusto per le altre Aquile che lo conoscevano e facevano parte di quel gruppo. Sicuramente, dopo quest'avventura, se fossero tornati a casa per raccontarlo, con il tempo necessario a stabilire certi rapporti, forse la fiducia sarebbe potuta nascere... ma qui il tempo non c'era stato e pretendere la fiducia, era il miglior modo per non averla.
In ogni caso la Piratessa, notando che nonostante la sua grande saggezza, Par, tirato in ballo dalla locandiera stessa, era un po scettico sul come usare certi oggetti, poiché ammetteva con umiltà che non facevano parte del suo campo di conoscenza, spiegò a tutti il funzionamento sia dello strano cerchietto, sia della sfera. La sfera-artefatto per funzionare necessitava di poteri psionici. Lo strano cerchietto tentacolare, sembrava funzionare come un catalizzatore per usare poteri psionici. Serviva in ogni caso un grande potere per usare quello strano cerchietto. Tramite quello strano cerchietto Par era in grado di dare ordini alla sfera - artefatto e quindi di aprire e chiudere la strana barriera.
Inesorabilmente l'epilogo di questa contorta avventura stava per giungere.
Tornati con i vari oggetti presso la barriera, finalmente riuscirono ad entrare. Inizialmente, nonostante la difficoltà nel muoversi nel piano, sembravano dover andare semplice e solo avanti. Venne loro incontro una strana creatura, che venne prontamente abbattuta da tutti i presenti. Il grande gruppo giunse in una zona tutta nera, in cui al centro si ergeva uno strano altare per effettuare il rituale. Per evitare che entrassero incomodi, Par richiuse l'ingresso.
Il rituale, com'era stato previsto sin dall'inizio di questa avventura, sarebbe stato svolto dall'Ordine Vigile dei Maghi Protettori. Dime, con fine abilità strategica, posizionò chi non era un ritualista al di fuori di questo circolo, al fine di proteggere il rituale, affidando ogni angolo ad un combattente, organizzando le varie file.
Prima di cominciare, il guardiano dell'ordine vigile dei maghi protettori, tirò fuori un tomo datogli da Shandalar, e lesse ad alta voce alcune importantissime frasi.
Finito di citare il libro, tutti mantennero le loro posizioni, tranne il guerriero Himir, che oltre ad essere un indiscusso combattente, si era auto-proclamato esperto di rituali e voleva dar ordini nell'ordine vigile. Forse Himir era un tuttologo, in ogni caso è solo un dettaglio di poco conto, che dimostrava ulteriormente le manie di protagonismo del capo delle Aquile. Dime, concentrato a mantenere come gli altri combattenti la sua posizione, non sembrò accorgersi del comportamento di Himir. Il rituale proseguì risolvendo degli enigmi delle divinità delle furie nel seguente ordine: Malar, Auril, Umberlee e Talos. Ogni fase del rituale era seguito da un attacco. Ogni attacco prontamente respinto.
Nonostante le bizzarie narrate sopra, il rituale andò bene. Il sole tornò a splendere sulla costa della spada. Terminato il rituale un imprevisto... apparve Ygorl. Alcuni dei presenti già lo avevano incontrato.
Quest'ultimo si complimentò con i presenti per la loro impresa e li invitò nella sua dimora, situata nel piano del limbo. In quel luogo del caos, si presentò a chi non lo conosceva, e spiegò che quanto era accaduto era tutto frutto di un suo piano, svelando di aver manipolato i presenti, per un suo scopo, quello di far morire una persona che avrebbe dato luce ad una stirpe di potenti avventurieri.
La costa della spada del tempo presente era salva... ma tra 5000 anni il caos avrebbe distrutto il Toril...per la grande gioia di Ygorl, signore e portatore di caos.
Finito di esporre il suo caotico piano ai presenti, Ygorl rispedì gli avventurieri ai 4 angoli del Toril, senza una logica.
Kent si ritrovò a Suzail, e usò gli stivali Firenweer per tornare a Waterdeep.
Tra 5000 anni il Toril sarebbe stato distrutto.... Kent sarebbe sicuramente morto da un pezzo, ma si promise che avrebbe fatto tutto quello che poteva affinché venisse tramandato quanto era accaduto e che altri avventurieri nel futuro, potessero scongiunrare la distruzione finale...
L'avventura della profezia della fenice si era conclusa... presto sarebbe giunto il tempo delle fragole...
Edited by Mannaro84 - 3/11/2019, 18:25
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