Niubbo
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| capitolo 1 – Una città di rosso vestita parte seconda Al di là della cinta muraria ci ritrovammo difronte ad un passaggio paludoso tra due grosse montagne, “niente di che” pensai, “alla fine di paludi ne ho viste molte”. Ma eccoli lì, tre cosi super puzzolenti e schifosi. Bleah, da morti puzzavano ancora di più, ma almeno uno di loro aveva con se un oggetto che dovevamo riportare ad un uomo nella splendente, beh che dire, missione compiuta! Proseguimmo e poco più avanti trovammo dei troll, tanti troll, tantissimi troll, ma anche questi caddero senza grossi problemi. Continuammo verso est fino ad arrivare ad una strada, bene qualcosa di tranquillo e che fa pensare positivo... ma ahimè mi sbagliavo... quel sentiero portava ad un ponte e appena lo passammo ci rendemmo conto di essere finiti nel Thay, tutto intorno a noi ricordava ciò che ci avevano raccontato coloro che vi erano stati. Ormai dopo giorni e giorni di cammino eravamo stremati, sentivamo la necessità di trovare una città ed una locanda con ottimi letti per riposare comodi e fare rifornimenti di razioni di cibo per il viaggio di ritorno.... sapevamo che la città più vicina era Eltabbar, la capitale di questa regione... Niente di così promettente ed entusiasmante viste le voci che girano di quel luogo, ma noi comunque bisognosi di civiltà e curiosi di vedere un posto nuovo ci incamminammo verso la capitale senza seguire il sentiero, andando un po' a naso. Fummo fortunati e arrivammo proprio all'ingresso delle mura, subito ci fiondammo in locanda a farci una bella dormita.. “Oh che bello!” pensai tra me e me “finalmente un po' di comodità, senza terra e umido intorno al giaciglio”. Era proprio una bella sensazione quella di dormire su un letto comodo con delle lenzuola e delle coperte a scaldarmi.
La mattina seguente ci ritrovammo seduti ad un tavolo a fare colazione e a parlare di cosa avremmo fatto durante la giornata. La risposta fu una sola di comune accordo, perlustrare la città in ogni minimo angolo. Uscimmo dalla locanda e subito decidemmo di andare nella parte settentrionale della capitale, nessuna scelta fu mai più sbagliata di questa, tra templi in cui vi erano sacrifici umani e un mercato carico di schiavi trattati come bestie da macello non passò molto tempo che prendemmo la saggia decisione di allontanarci il più possibile da quella parte di città. Visitammo il resto del posto, in cerca di una biblioteca per scoprire qualcosa in più, ma trovammo tutto fuori che questa. Tutto ciò che vi era lì ricordava la magia, era strano ma allo stesso tempo affascinante. La parte più curiosa era una splendida, ma al contempo triste, costruzione su due piani contenente gabbie con all'interno molti tipi di bestie magiche. Luogo sicuramente interessante da visitare ma comunque non proprio un posto felice. Proseguimmo il giro fino a quando incontrammo un membro dei Maghi Rossi, un uomo alquanto singolare che difficilmente passa inosservato, ma a causa della mia scarsa capacità di ricordare i nomi delle persone ho ovviamente dimenticato il suo. Questo gentiluomo ci diede dei consigli per farci notare il meno possibile, ad esempio toglierci ogni capo di vestiario di colore rosso o simile (rath non aveva con se il cambio ma fortunatamente la sua futura sposa è una sarta ed io giro sempre con un intero armadio, quindi gli ho prestato un mio abito.... devo dire che la gonnella gli dona). Inoltre ci spiegò che non sono molto aperti ad altre razze quindi consigliò a me e a rath di andarcene o di dare poco nell'occhio, aggiunse anche che se ci fossero stati problemi avremmo potuto fare il suo nome per cercare di risolverli, il problema era ricordarselo. Molto gentile non c'è che dire, e ammetto che non me lo aspettavo, appena lo ho visto una piccola goccia di sudore mi è scesa tutta lungo la schiena, sintomo di ansia che saliva. Jakilar, comunque ha chiesto informazioni riguardo la biblioteca ma con scarsi risultati.. Non rimaneva altro che dirigerci in locanda.
Dopo un paio di giorni decidemmo di incamminarci nuovamente, ma questa volta verso la nostra nave... era arrivato il momento di tornare finalmente a casa. Fortuna volle che riuscimmo ad acquistare un cannocchiale nuovo prima di lasciare la città, era giunto l'ora di dedicarsi al tesoro nascosto. Ricontrollammo le mappe ed era abbastanza chiaro che il luogo in cui dovevamo dirigerci era vicino a quelle rovine nella foresta dell'Aglarond. Fu lungo ripercorrere lo stesso tragitto dell'andata, ma spinti dal desiderio di curiosità i giorni passarono abbastanza velocemente. Una volta arrivati alla rovina centrale, Rathar iniziò a cercare indizi con il cannocchiale, prima ci portò un po' ad ovest, poi a nord, poi di nuovo ad est... insomma nemmeno lui sapeva dove andare, fino a che non siamo riusciti a raggiungere il luogo segnato dalla mappa. Armata di pala iniziai a scavare nel punto indicatomi dal mio promesso, ma niente. Sembrava di scavare a vuoto, stufa passai la pala al piccolo hin e lui magicamente scavò proprio nel punto esatto. So che mi ha dato indicazioni sbagliate solo per poter fare lui bella figura... tanto poi io mi vendico facendolo dormire in un baule a casa. Il forziere non conteneva un grande bottino ma comunque appena aperto arrivarono un sacco di mostri che gli facevano da guardia. Fummo abili e loro vennero sconfitti, preso il tesoro ci dirigemmo verso la nave...
Questo viaggio si concluse in modo piuttosto tranquillo, sicuramente un'esperienza che non dimenticheremo e che ci ha lasciato molti misteri da risolvere...
Non vedo l'ora di ripartire all'avventura, ti aggiornerò il prima possibile caro mio diario... La tua eploratrice Hanayrim.
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