Faerûn's Legends

La chiave dell'eternità

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L'Ombra di Myos
view post Posted on 6/11/2019, 12:28 by: L'Ombra di Myos
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Assassino di Briganti

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...Siamo dei Mostri...

Il Necromante si cimentava nello studio di alcune carte geografiche che aveva cominciato a disegnare, voleva apprendere di più sul mondo e sul come rappresentarlo, era eccitante. L'inizio è sempre la parte migliore, la novità, l'apprendimento rapido, tutto era decisamente positivo quel giorno e la sua prima carta geografica della Nera prendeva vita, grossolanamente, su quella pergamena.

Vari colpi alla porta interruppero il suo avvincente incedere verso il successo, colpi troppo veloci e scomposti per essere quelli dell'Adepto Letale, troppo alti per essere quelli di Lyrissa, semplicemente troppi per essere quelli dell'innato. Si alzò controvoglia, dando un ultimo colpo di fiato all'inchiostro affinché permeasse al meglio nella carta, dirigendosi verso la porta.

Osservò dallo spioncino come sempre, le sue protezioni arcane erano presenti e forti ma far affidamento unicamente sul dominio di Mystra era un lusso riservato agli sciocchi e ai neofiti di questo gioco, a Zhentil Keep bisognava essere scaltri in vari modi.

Aprì la porta, dopo aver visto quel cappello piumato e la faccia di quell'uomo che sembrava esser tornato bambino, ne percepiva l'eccitazione e la vitalità, ma al contempo ne percepiva la paura intrinseca che ne alimentava la fiamma, indietreggiò di qualche passo, vedendolo avanzare oltre la soglia, se pur di qualche centimetro, solo allora lo invitò con il massimo del garbo ad incedere oltre.

Non era un vampiro, non era quel vampiro.


"Buona sera Signor Himir, accomodatevi prego."


La cordialità era un elemento fondamentale della sua esistenza, le buone maniere ed il galateo erano la sua ancora per rimanere legato a quella parvenza di umanità alla quale ancora si ostinava a rimaner aggrappato, eppure quell'uomo gli chiese di abbandonarla.

Ma come poteva...come poteva chiedergli questo...cosa voleva da lui?
Perché?
Perché lasciare che la fretta e la paura di Colei che Attende potessero scindere quel legame vitale che gli permetteva
di osservare tutti gli altri come Fratelli e non come miseri esseri viventi privi di scopo e significato…
Perché?

...Siamo dei Mostri...


I suoi modi erano quelli di un uomo superficiale, abituato a trattare con Innati e piantagrane, era sbrigativo, frettoloso, impaziente.
Ma nei suoi occhi si leggeva una determinazione disumana.
Che fosse tutta una messa in scena?
Che il suo atteggiamento altro non fosse che una perfetta macchina, architettata a dovere e resa viva come neanche il miglior Artigiano di Anime fosse in grado di fare?

Non importava ormai, lui era li, seduto dinanzi al Necromante, e, a quest'ultimo, era stato richiesto di non essere altro che se stesso, escludendo ogni artifizio.

"Come posso aiutarti? Perchè sei qui?"
"Ho bisogno di più tempo Myos"
"Quanto?"
"Cinque o Sei mila anni"

L'Arcanista studiò per alcuni interminabili istanti quell'uomo, percependone la serietà e la convinzione.
Questa storia era probabilmente follia pura ma come una cupa risposta alle sue preghiere, ora…
aveva una cavia.

...Siamo dei Mostri...


Lo portò nel retro del suo ufficio, in quello che poteva considerare il suo laboratorio se pur si guardava bene dall'esercitare i suoi studi più preziosi all'interno di quelle mura, illustrando lui alcune possibili soluzioni.

Certo, tutto sarebbe stato più semplice se avesse compreso quanto, nella trasformazione, avrebbe avuto da guadagnare.
Quell'uomo sarebbe stato un perfetto Necropolitano, ed il rituale della Crucimigrazione sarebbe stato uno spettacolo per occhi e orecchie di entrambi i Piani…
ma lui voleva rimanere attaccato per l'eternità a quei sentimenti che lo rendevano umano...

Come già detto…un uomo superficiale e poco lungimirante...ma pur sempre un uomo.
Un uomo che forse avrebbe meritato fiducia.

Mentre il necromante illustrava la sua prima ipotesi già immaginava, nella sua mente, il dolore straziante a cui si sarebbe dovuto sottoporre quell'Ombra nel corso dei secoli.
Gli affetti divenire polvere, gli amori invecchiare e morire, il corpo svuotarsi lentamente...
I pensieri correvano più rapidi delle parole che, meccanicamente, fuoriuscivano dalla sua bocca, e già vedeva quell'uomo farsi largo tra i suoi duplicati, distruggendoli in preda ad una follia cieca, cercando poi di porre fine alle sue eterne sofferenze.

Non fece neppure in tempo a finire di parlare che quell'uomo si mozzò una mano...
Era decisamente determinato.
Era decisamente convinto di volerlo fare.

Lo rispettava per questo.
Lo rispettava molto.

...Siamo dei Mostri...


E mentre il sangue lento sgorgava sul pavimento, attirando le attenzioni del piccolo Drago Zombie che raschiava e mordeva avido e senza successo la porta che lo separava dai due,
l'arcanista ammoniva l'uomo affinchè d'ora in avanti prestasse più attenzione ai dettagli e usasse meno foga e più orecchie.

Lo avrebbe dovuto ascoltare, si sarebbe dovuto fidare ciecamente, o tutti i loro sforzi sarebbero stati vani.


"Torna tra tre giorni, quando il tuo corpo sarà depurato, bevi questa."
"Ti consegnerò il volume per i custodi di Candlekeep, con questo...ti faranno entrare."
"Va bene, va bene, ci vediamo tra tre giorni"


Tutto era cominciato, una vecchia ricerca riportata alla luce da un umano qualunque, un non arcanista.
Un umano qualunque che però aveva affrontato pericoli innominabili ed era ancora vivo.
Un umano qualunque che, cosa più importante, voleva resistere millenni al fine di poter affrontare qualcuno o qualcosa che lo aveva sconfitto in precedenza
Un umano come pochi..

Un diamante tra la sabbia.

Ma in fondo..noi tutti…

Non siamo altro che Mostri

 
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