Faerûn's Legends

La chiave dell'eternità

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L'Ombra di Myos
view post Posted on 11/11/2019, 03:33 by: L'Ombra di Myos
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Assassino di Briganti

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Chiesa ed esercito di Bane
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*Soundtrack*

La pozione era stata creata, il composto si agitava e ribolliva, affamato, attendeva e bramava la sua carne, quasi fosse viva.
Avevo passato diverse ore immobile, fissandola, il suo lento e aritmico ribollire mi incantava.
Ero impaziente.


Erano ormai passati tre giorni, e quell'umano avrebbe dovuto fare ritorno da me, sarebbe stato puntuale lo sentivo, riuscivo quasi
a percepirne l'odore avvicinarsi, ne sentivo i passi risuonare come campane nel silenzio di una splendida notte senza Selune.
Si avvicinava, sempre di più, eccolo, lo sentivo, tre...due...uno, era alla mia porta.
Immobile, sulla mia poltrona, fissavo quella lastra di metallo che mi separava da Lui.
Al suo bussare la mia bocca si riempì di saliva al punto che dovetti deglutire per poter parlare,
ero pronto ad accoglierlo.

Ci spostammo nelle aulee, nell'ala sud ovest dell'Accademia Cupa, lontano dalle stanze in cui, ormai, riposavano gli allievi.
Tutto era perfetto, il composto, stabile, dimostrava tutta la sua bellezza, aprendo la coda come un pavone maschio ad ogni ribollio, una coda che in pochi
sarebbero stati in grado di apprezzare.
Ma io ero tra quelli, io la comprendevo, ne percepivo la magnificenza, ne percepivo la rabbia,
ne condividevo l'avidità.

L'atteggiamento dell'umano era sempre lo stesso, spavaldo, frettoloso, ma aveva fatto ciò che gli avevo richiesto.
Si sdraiò sul piccolo letto a misura d'uomo, si lasciò stringere le cinghie attorno al braccio nudo.

Sono così adorabili, frammenti di vitalità che lentamente mutano, creature dalle mille sfaccettature e colori,
lo osservo attentamente e ne percepisco i pensieri celati, li immagino, li faccio miei.
Lo vedo fremere, leggo nei suoi occhi la sua voglia di andare avanti e quasi percepisco la sua inconsapevolezza
mentre un ago gli penetra la carne, all'altezza della spalla.
Qualche goccia, un'euforia momentanea.
Qualche goccia, un ricordo indelebile.


Cominciai ad incidere la sua carne, muovendo la lama tra i segni di chi, prima di me, in un modo o nell'altro
aveva già marchiato quel corpo che, ormai, aveva provato inimmaginabili dolori.
Non muove un muscolo, resta immobile, impassibile, mentre la mia lama crea un solco sulla pelle.

Come un portale essa si aprì, facendone sgorgare rigoli di sangue,
era ormai il momento, il composto avrebbe preso vita, si sarebbe finalmente nutrito, avrebbe placato la sua fame e...
la Mia.

Viscoso, ruvido quasi, si muoveva sulla ferita, penetrando nel corpo di lui che ancora non emetteva alcun suono.
La sua cute si increspava mentre essa avanzava fino a circa metà avambraccio.
Il suo obiettivo erano i tendimi, perfettamente tesi.
Li circondava e li stringeva, compattandosi attorno ad essi, eccitandoli al punto da creare, finalmente, lievi ed involontari spasmi su quel corpo immobile
al punto da sembrar morto.

Circondava ormai ognuno di loro, li tendeva e li stringeva fino a lacerarli, come uno sciame di ratti che rumorosamente,
fa razzia di tutto ciò che incontra.

Non un urlo, non un gemito, mentre i suoi tendini uno ad uno si staccavano e si arricciavano all'altezza del polso.
Riuscivo a sentirne il suono sordo nel silenzio dell'aula, uno dopo l'altro cedevano al composto
sottomettendosi a Me.


Segare l'osso era ormai il minimo, ma andava lavorato con cura, nonostante i vari e rozzi tentativi dell'umano di accelerare il processo.
Non gridava, non piangeva, no…
Lui aveva fretta.
Ero troppo concentrato sul mio lavoro per prestare attenzione a questo aspetto del suo comportamento,
ma, d'altronde, era solo un uomo, non mi interessava.

La prima parte del lavoro era completata, e la Trama mi permise di controllare e cristallizare lo stato della carne,
impedendone la decomposizione.
Distesi i tendini, uno ad uno, mi sarebbero serviti, poi richiusi quelle dita, ormai tese e dure, attorno ad una fiala colma di polvere di diamante.

Ora dovevamo attendere.

himir_mano


Ma non era tutt'oro quel che luccicava, e nell'oscurità del laboratorio, cominciava a prender vita un'esperimento parallelo.
La prima mano, amputata dall'umano stesso, era stata lavorata in maniera diversa.
Scarnificata fino a mostrarne i muscoli, privata dell'involucro cutaneo che ne separava i preziosi segreti dal mondo esterno, era li, pronta a ricevere
ciò che sarebbe divenuto, di li a poco, un'anatema per la carne e le ossa che la componevano.


E mentre la mia fronte sudava per lo sforzo, la mia mente elaborava e confrontava formule Arcane dalle componenti innominabili,
e viaggiava, abbandonandosi a qualcosa di molto più umano, nei meandri dei sogni che mi accompagnavano lungo la via verso la creazione di qualcosa di nuovo, di visionario,
di mostruosamente magnifico.

himir_mano_mozza


Ma tutto questo non era che l'inizio, il preludio, l'anticipazione scontata dello Strillone.
Mi muovevo, avido e insaziabile, tra i volumi della mia Biblioteca, cercando il punto di fusione.

Avevo appreso i limiti del rituale, comprendendolo nel profondo ed avevo percepito la crepa,
quell'impercettibile imperfezione su quel cristallo così pregevole,
avevo capito come agire ed avrei investito ogni mia capacità nel risolvere l'enigma della perdita di energia vitale.

Sapevo che altri vi erano riusciti,
sapevo che poteva esistere un modo per attingere da altre fonti,
altri corpi, altre vite.

Avrei dovuto comprendere la fase finale del momento esattamente precedente a quello della rigenerazione di un Lich.


himir_lich_phase

Ciò a cui stai assistendo…
Ciò di cui sei l'attore principale mio caro umano dal buffo cappello…
E' l'evoluzione dell'Arte,
la comunione tra i due piani opposti,
il perfetto equilibrio tra la vita e la morte.

 
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5 replies since 6/11/2019, 11:38   191 views
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