Faerûn's Legends

La chiave dell'eternità

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view post Posted on 6/11/2019, 11:38

Assassino di Briganti

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CITAZIONE
Madama Morte ti aspetta,
Come un'amante focosa.
Come una madre affettuosa.
Ti attende alla fine del tuo viaggio.
Una verità che va accettata con coraggio.

La Morte ti aspetta.
Dipinge il tuo ultimo paesaggio.
Per te sarà solo un miraggio.

Attende, in silenzio, la Morte.
Questa è la nostra Sorte!

Elrick Von Lied, Bardo del Nord



La Nera è esattamente come la ricordavo. Gli stessi odori, le stesse emozioni. Precisa, marziale, dura come la pietra. Le persone mi guardano senza vedermi. Nessuno di loro mi riconosce. Perché dovrebbero? Himir non ha mai salvato questa città. Il mio nome non compare in nessuna canzone. Il mio volto non è qualcosa di famigliare per loro....

L'accademia cupa si erge davanti a me. Scura, tetra, imponente, come la città che la ospita. Tra queste mura risiede l'uomo che può aiutarmi a raggiungere il mio obiettivo. L'unico che ha conoscenze simili a quelle del vecchio Richard.

Busso alla porta. I rintocchi della mia mano hanno lo stesso ritmo del mio cuore. Sono emozionato, lo ammetto. La meta che mi sono prefissato è qualcosa di incredibile, di unico. Sarà un viaggio complicato e difficilissimo. Questa volta è più facile il fallimento del successo. Non mi importa. Sono eccitato come un bambino al primo giorno di scuola. L'uomo al di la di questa soglia è l'unico che può aiutarmi in questo compito. Il solo che può permettermi di riposizionare la scacchiera...

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Myos è seduto davanti a me, vestito interamente di nero. Certe volte penso che sia più morto che vivo. Solo i suoi occhi tradiscono la sua reale persona. Una luce vi brilla all'interno. L'inconfondibile scintilla della conoscenza, dell'ambizione e della follia.


" Benvenuto, Signor Himir. Accomodatevi pure" La sua voce è melodica e i suoi modi impeccabili. Ma non ho tempo per le cerimonie.

" Lascia perdere il signore e smettila di darmi del Lei"

" Veramente stavo usando del voi. Ma come vuoi. La smetto"

Ci accomodiamo uno davanti all'altro. Per molti versi ho molta stima di questo individuo. Certo, il suo potere non è neanche lontanamente paragonabile a quello del mio Signore o di Zeross. Ma la sua fame di conoscenza è qualcosa di unico, che lo ha spinto ben oltre la condizione umana. Non credo neanche che si consideri più tale.

" Cosa posso fare per te?"

" Mi serve tempo, Myos. Ho bisogno di molto più tempo di quello che mi è concesso."

" Potrei accontentarti... con i miei metodi"

Rimane serio, impassibile. Ma il suo tono di voce è quello di un uomo curioso e divertito... Dentro l'anima sta sicuramente ridendo. Ammettendo, ovviamente, che Myos abbia ancora un anima.

" No! Non voglio diventare un Lich od un vampiro. Nessun tipo di non morto. Desidero vivere per altri 6000 anni mantenendo il mio corpo e le miei capacità"

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Come potrei desiderare la vita eterna seguendo quella via? La mia mente è e sarà sempre la mia arma migliore. Un lich od un vampiro, per quanto potenti, sono vincolati a delle restrizioni. Il filatterio per uno ed il sole per l'altro. Io non posso permettermi questo tipo di debolezze. Devo restare libero come lo sono adesso.

" Capisco. Vuoi l'immortalità mantenendo invariato il tuo corpo. Altri prima di te hanno intrapreso questa strada. In pochi hanno raggiunto la meta"

Myos mi invita a seguirlo in un altra stanza. Due grandi Bare sono al centro della sala. Deprimente per quanto mi riguarda. Il negromante la pensa diversamente. Ci posizioniamo uno davanti all'altro. Due folli che intendono sfidare " Colei che attende alla fine del viaggio"

" Puoi intraprendere due strade. La prima domani una parte del tuo corpo. Le dita di una mano posso fare al caso. Da queste io modellerò altri te. Inanimati, immobili, in attesa. Ma per attivare questo incantesimo devi necessariamente morire ogni dieci anni. Possibilmente non di morte naturale. Ti consiglio il suicidio. Quando questo avverrà, riavvolgerai il filo della tua vita. Ripartendo dal momento della tua nuova nascita."



Interessante espediente. Ma questo non mi porterebbe ad una sorta di eternità. Ingannerei solo la morte per qualche anno. L'incanto si attiva solo per morte "somministrata". Cosa accadrebbe se mi ammalassi? o peggio morissi di vecchiaia? Nonostante tutto è un buon piano, un punto di inizio. Estraggo lo stiletto di Cannella e mi taglio la mano. La mia rigenerazione sistemerà le cose.

" L'altro metodo è molto più complesso. Ci sono antichi e dimenticati rituali alchemici che permettono di raggiungere l'eternità mantenendo il proprio corpo. L'invecchiamento si ferma e con esso il nostro tempo. Non ho idea di dove iniziare a ricercare indizi di questi scritti alchemici. Ma possiamo comunque considerare questa strada"

Questa, sicuramente, sarebbe la via migliore per raggiungere il mio obiettivo. Nulla è mai dimenticato o perduto. Persino questi antichi testi sono rimasti nella memoria degli uomini. Da qualche parte ci sarà un indizio. Un punto di partenza per iniziare.

" Consideriamo entrambi come validi. Forse so dove possiamo iniziare le ricerche. Ma mi occorre un libro raro. Puoi procurarlo?"

" Certamente. Per i prossimi tre giorni dovrai iniziare a purificare il tuo corpo. Rimanda la partenza alla prossima settimana. Ci vediamo fra tre giorni, allora ."

Lascio l'accademia cupa con molte domande, alcune senza ancora una risposta. La scacchiera è stata posata. La partita può iniziare....

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Edited by carebas - 6/11/2019, 11:53
 
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view post Posted on 6/11/2019, 12:28
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...Siamo dei Mostri...

Il Necromante si cimentava nello studio di alcune carte geografiche che aveva cominciato a disegnare, voleva apprendere di più sul mondo e sul come rappresentarlo, era eccitante. L'inizio è sempre la parte migliore, la novità, l'apprendimento rapido, tutto era decisamente positivo quel giorno e la sua prima carta geografica della Nera prendeva vita, grossolanamente, su quella pergamena.

Vari colpi alla porta interruppero il suo avvincente incedere verso il successo, colpi troppo veloci e scomposti per essere quelli dell'Adepto Letale, troppo alti per essere quelli di Lyrissa, semplicemente troppi per essere quelli dell'innato. Si alzò controvoglia, dando un ultimo colpo di fiato all'inchiostro affinché permeasse al meglio nella carta, dirigendosi verso la porta.

Osservò dallo spioncino come sempre, le sue protezioni arcane erano presenti e forti ma far affidamento unicamente sul dominio di Mystra era un lusso riservato agli sciocchi e ai neofiti di questo gioco, a Zhentil Keep bisognava essere scaltri in vari modi.

Aprì la porta, dopo aver visto quel cappello piumato e la faccia di quell'uomo che sembrava esser tornato bambino, ne percepiva l'eccitazione e la vitalità, ma al contempo ne percepiva la paura intrinseca che ne alimentava la fiamma, indietreggiò di qualche passo, vedendolo avanzare oltre la soglia, se pur di qualche centimetro, solo allora lo invitò con il massimo del garbo ad incedere oltre.

Non era un vampiro, non era quel vampiro.


"Buona sera Signor Himir, accomodatevi prego."


La cordialità era un elemento fondamentale della sua esistenza, le buone maniere ed il galateo erano la sua ancora per rimanere legato a quella parvenza di umanità alla quale ancora si ostinava a rimaner aggrappato, eppure quell'uomo gli chiese di abbandonarla.

Ma come poteva...come poteva chiedergli questo...cosa voleva da lui?
Perché?
Perché lasciare che la fretta e la paura di Colei che Attende potessero scindere quel legame vitale che gli permetteva
di osservare tutti gli altri come Fratelli e non come miseri esseri viventi privi di scopo e significato…
Perché?

...Siamo dei Mostri...


I suoi modi erano quelli di un uomo superficiale, abituato a trattare con Innati e piantagrane, era sbrigativo, frettoloso, impaziente.
Ma nei suoi occhi si leggeva una determinazione disumana.
Che fosse tutta una messa in scena?
Che il suo atteggiamento altro non fosse che una perfetta macchina, architettata a dovere e resa viva come neanche il miglior Artigiano di Anime fosse in grado di fare?

Non importava ormai, lui era li, seduto dinanzi al Necromante, e, a quest'ultimo, era stato richiesto di non essere altro che se stesso, escludendo ogni artifizio.

"Come posso aiutarti? Perchè sei qui?"
"Ho bisogno di più tempo Myos"
"Quanto?"
"Cinque o Sei mila anni"

L'Arcanista studiò per alcuni interminabili istanti quell'uomo, percependone la serietà e la convinzione.
Questa storia era probabilmente follia pura ma come una cupa risposta alle sue preghiere, ora…
aveva una cavia.

...Siamo dei Mostri...


Lo portò nel retro del suo ufficio, in quello che poteva considerare il suo laboratorio se pur si guardava bene dall'esercitare i suoi studi più preziosi all'interno di quelle mura, illustrando lui alcune possibili soluzioni.

Certo, tutto sarebbe stato più semplice se avesse compreso quanto, nella trasformazione, avrebbe avuto da guadagnare.
Quell'uomo sarebbe stato un perfetto Necropolitano, ed il rituale della Crucimigrazione sarebbe stato uno spettacolo per occhi e orecchie di entrambi i Piani…
ma lui voleva rimanere attaccato per l'eternità a quei sentimenti che lo rendevano umano...

Come già detto…un uomo superficiale e poco lungimirante...ma pur sempre un uomo.
Un uomo che forse avrebbe meritato fiducia.

Mentre il necromante illustrava la sua prima ipotesi già immaginava, nella sua mente, il dolore straziante a cui si sarebbe dovuto sottoporre quell'Ombra nel corso dei secoli.
Gli affetti divenire polvere, gli amori invecchiare e morire, il corpo svuotarsi lentamente...
I pensieri correvano più rapidi delle parole che, meccanicamente, fuoriuscivano dalla sua bocca, e già vedeva quell'uomo farsi largo tra i suoi duplicati, distruggendoli in preda ad una follia cieca, cercando poi di porre fine alle sue eterne sofferenze.

Non fece neppure in tempo a finire di parlare che quell'uomo si mozzò una mano...
Era decisamente determinato.
Era decisamente convinto di volerlo fare.

Lo rispettava per questo.
Lo rispettava molto.

...Siamo dei Mostri...


E mentre il sangue lento sgorgava sul pavimento, attirando le attenzioni del piccolo Drago Zombie che raschiava e mordeva avido e senza successo la porta che lo separava dai due,
l'arcanista ammoniva l'uomo affinchè d'ora in avanti prestasse più attenzione ai dettagli e usasse meno foga e più orecchie.

Lo avrebbe dovuto ascoltare, si sarebbe dovuto fidare ciecamente, o tutti i loro sforzi sarebbero stati vani.


"Torna tra tre giorni, quando il tuo corpo sarà depurato, bevi questa."
"Ti consegnerò il volume per i custodi di Candlekeep, con questo...ti faranno entrare."
"Va bene, va bene, ci vediamo tra tre giorni"


Tutto era cominciato, una vecchia ricerca riportata alla luce da un umano qualunque, un non arcanista.
Un umano qualunque che però aveva affrontato pericoli innominabili ed era ancora vivo.
Un umano qualunque che, cosa più importante, voleva resistere millenni al fine di poter affrontare qualcuno o qualcosa che lo aveva sconfitto in precedenza
Un umano come pochi..

Un diamante tra la sabbia.

Ma in fondo..noi tutti…

Non siamo altro che Mostri

 
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view post Posted on 11/11/2019, 03:33
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Assassino di Briganti

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*Soundtrack*

La pozione era stata creata, il composto si agitava e ribolliva, affamato, attendeva e bramava la sua carne, quasi fosse viva.
Avevo passato diverse ore immobile, fissandola, il suo lento e aritmico ribollire mi incantava.
Ero impaziente.


Erano ormai passati tre giorni, e quell'umano avrebbe dovuto fare ritorno da me, sarebbe stato puntuale lo sentivo, riuscivo quasi
a percepirne l'odore avvicinarsi, ne sentivo i passi risuonare come campane nel silenzio di una splendida notte senza Selune.
Si avvicinava, sempre di più, eccolo, lo sentivo, tre...due...uno, era alla mia porta.
Immobile, sulla mia poltrona, fissavo quella lastra di metallo che mi separava da Lui.
Al suo bussare la mia bocca si riempì di saliva al punto che dovetti deglutire per poter parlare,
ero pronto ad accoglierlo.

Ci spostammo nelle aulee, nell'ala sud ovest dell'Accademia Cupa, lontano dalle stanze in cui, ormai, riposavano gli allievi.
Tutto era perfetto, il composto, stabile, dimostrava tutta la sua bellezza, aprendo la coda come un pavone maschio ad ogni ribollio, una coda che in pochi
sarebbero stati in grado di apprezzare.
Ma io ero tra quelli, io la comprendevo, ne percepivo la magnificenza, ne percepivo la rabbia,
ne condividevo l'avidità.

L'atteggiamento dell'umano era sempre lo stesso, spavaldo, frettoloso, ma aveva fatto ciò che gli avevo richiesto.
Si sdraiò sul piccolo letto a misura d'uomo, si lasciò stringere le cinghie attorno al braccio nudo.

Sono così adorabili, frammenti di vitalità che lentamente mutano, creature dalle mille sfaccettature e colori,
lo osservo attentamente e ne percepisco i pensieri celati, li immagino, li faccio miei.
Lo vedo fremere, leggo nei suoi occhi la sua voglia di andare avanti e quasi percepisco la sua inconsapevolezza
mentre un ago gli penetra la carne, all'altezza della spalla.
Qualche goccia, un'euforia momentanea.
Qualche goccia, un ricordo indelebile.


Cominciai ad incidere la sua carne, muovendo la lama tra i segni di chi, prima di me, in un modo o nell'altro
aveva già marchiato quel corpo che, ormai, aveva provato inimmaginabili dolori.
Non muove un muscolo, resta immobile, impassibile, mentre la mia lama crea un solco sulla pelle.

Come un portale essa si aprì, facendone sgorgare rigoli di sangue,
era ormai il momento, il composto avrebbe preso vita, si sarebbe finalmente nutrito, avrebbe placato la sua fame e...
la Mia.

Viscoso, ruvido quasi, si muoveva sulla ferita, penetrando nel corpo di lui che ancora non emetteva alcun suono.
La sua cute si increspava mentre essa avanzava fino a circa metà avambraccio.
Il suo obiettivo erano i tendimi, perfettamente tesi.
Li circondava e li stringeva, compattandosi attorno ad essi, eccitandoli al punto da creare, finalmente, lievi ed involontari spasmi su quel corpo immobile
al punto da sembrar morto.

Circondava ormai ognuno di loro, li tendeva e li stringeva fino a lacerarli, come uno sciame di ratti che rumorosamente,
fa razzia di tutto ciò che incontra.

Non un urlo, non un gemito, mentre i suoi tendini uno ad uno si staccavano e si arricciavano all'altezza del polso.
Riuscivo a sentirne il suono sordo nel silenzio dell'aula, uno dopo l'altro cedevano al composto
sottomettendosi a Me.


Segare l'osso era ormai il minimo, ma andava lavorato con cura, nonostante i vari e rozzi tentativi dell'umano di accelerare il processo.
Non gridava, non piangeva, no…
Lui aveva fretta.
Ero troppo concentrato sul mio lavoro per prestare attenzione a questo aspetto del suo comportamento,
ma, d'altronde, era solo un uomo, non mi interessava.

La prima parte del lavoro era completata, e la Trama mi permise di controllare e cristallizare lo stato della carne,
impedendone la decomposizione.
Distesi i tendini, uno ad uno, mi sarebbero serviti, poi richiusi quelle dita, ormai tese e dure, attorno ad una fiala colma di polvere di diamante.

Ora dovevamo attendere.

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Ma non era tutt'oro quel che luccicava, e nell'oscurità del laboratorio, cominciava a prender vita un'esperimento parallelo.
La prima mano, amputata dall'umano stesso, era stata lavorata in maniera diversa.
Scarnificata fino a mostrarne i muscoli, privata dell'involucro cutaneo che ne separava i preziosi segreti dal mondo esterno, era li, pronta a ricevere
ciò che sarebbe divenuto, di li a poco, un'anatema per la carne e le ossa che la componevano.


E mentre la mia fronte sudava per lo sforzo, la mia mente elaborava e confrontava formule Arcane dalle componenti innominabili,
e viaggiava, abbandonandosi a qualcosa di molto più umano, nei meandri dei sogni che mi accompagnavano lungo la via verso la creazione di qualcosa di nuovo, di visionario,
di mostruosamente magnifico.

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Ma tutto questo non era che l'inizio, il preludio, l'anticipazione scontata dello Strillone.
Mi muovevo, avido e insaziabile, tra i volumi della mia Biblioteca, cercando il punto di fusione.

Avevo appreso i limiti del rituale, comprendendolo nel profondo ed avevo percepito la crepa,
quell'impercettibile imperfezione su quel cristallo così pregevole,
avevo capito come agire ed avrei investito ogni mia capacità nel risolvere l'enigma della perdita di energia vitale.

Sapevo che altri vi erano riusciti,
sapevo che poteva esistere un modo per attingere da altre fonti,
altri corpi, altre vite.

Avrei dovuto comprendere la fase finale del momento esattamente precedente a quello della rigenerazione di un Lich.


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Ciò a cui stai assistendo…
Ciò di cui sei l'attore principale mio caro umano dal buffo cappello…
E' l'evoluzione dell'Arte,
la comunione tra i due piani opposti,
il perfetto equilibrio tra la vita e la morte.

 
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view post Posted on 11/11/2019, 18:34

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Nulla è quello che sembra.

La profezia della fenice si è dimostrata una partita truccata dall'inizio. Un palcoscenico nascosto in cui tutti gli attori recitavano inconsapevolmente.

Mhir, mio figlio, non era un semplice ragazzo corroso dall'odio. Bensì uno spietato manipolatore. Una pedina di valore.

Questo giovane negromante, che avidamente sonda la mia carne, alla fine non è altro che un essere umano. Evoluto, desideroso di conoscenza, quasi sul limite direi. Una creatura affascinante, ma comunque umana. Eppure posso considerarlo terribilmente simile a me. Anche lui al di la dei semplici concetto di bene e male. Lucido, freddo, determinato. La ricerca non ha un allineamento. La morale non è altro che una catena, con cui l'umanità intrappola coloro che vogliono spingersi oltre.

Io non sono mai quello che sembro. Percepisco negli occhi di Myos la sicurezza sulla mia natura. Come potrebbe essere altrimenti? La fretta, l'arroganza sono prerogative degli umani ed io posso replicarle con facilità. Per quanto ammiri quest'uomo non posso mostrarmi a lui. Non è ancora il momento. Pochissime persone hanno visto il mio vero volto. Per il momento va bene così.

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Scopro il torace dai vestiti, mostrando al Negromante il mio busto martoriato. Acidi, lame, fiamme , ferri roventi, sono solo alcuni degli strumenti che Kantus ha usato per insegnarmi la via del dolore. Non amo mostrare questa parte di me. Porta la mia mente indietro di anni. Quando ero debole. Quando ero umano.

La sostanza viscosa si insinua sotto la mia pelle, divorando la carne come una belva famelica.

" Mostrare il proprio dolore da più forza al tuo avversario" sussurra il vecchio Kantus da qualche angolo della mia mente

Sento lo "Stock" dei tendini che vengono recisi. I miei muscoli hanno contrazioni involontarie. Il negromante non mi guarda. Troppo concentrato a contemplare il suo successo.

" Gli umani temono il dolore. Lo sfuggono ingenuamente. Tu devi abbracciarlo, comprenderlo ed infine dominarlo!"

Vedo l'osso , le diverse calcificazioni che testimoniamo le volte che si è spezzato. Quanti colpi? Quante ossa mi sono state rotte negli anni? Non ricordo più. Troppo lontano nel tempo....

" Ascolta il dolore che ti parla. Comprendi le sue parole. Lo senti? Ti sta dicendo che sei un debole. Un inerme moscerino al suo cospetto. E' questo quello che sei , Fea-dur ? Questo è quello che vuoi diventare?"

Vedo chiaramente il negromante cominciare a segare l'osso all'altezza del polso. La sua mano è ferma, precisa, come quella di un guaritore. Vi è del metodo nel modo in cui si muove. Nella precisione maniacale con cui trapassa le mie ossa senza spezzarle.
Poteva essere un assassino preciso ed efficacie.
Ma non posso lodarlo apertamente. Gli uomini sono orgogliosi e quello che sto interpretando lo è più degli altri. Così riprendo la mia recita spronandolo a fare più in fretta. Criticando la sua perfetta e maniacale attenzione. Forse esagerando anche un pò. Ma va bene così.

" Il dolore è la chiave. Il dolore è la strada. Attraverso di esso noi dominiamo!"

La mia mano penzola grottescamente nel vuoto, appena per sottile brandello al resto del mio corpo. Difficile immaginare che da essa verrà creato un altro me. La mia ultima spiaggia. Il mio piano di riserva. L'ultima speranza di ingannare la morte.....

Ora mi rimane Candlekeep. Li forse troverò indizi o qualche ispirazione per ritrovare i rituali scomparsi.

Osservo ancora una volta il negromante. Sento le sue emozioni. Le percepisco chiaramente. Ma c'è altro in lui. Qualcosa di nascosto, di indistinto. Forse nemmeno lui ne è a conoscenza.

Cammina sul confine.
Danzando placidamente sull'abisso.
Quando finalmente cadrà comprenderà la verità, la perfezione della sua nuova condizione.
Forse gli serve solo una spinta.
Forse un giorno sarò proprio io a dargliela.
Ma non ora.
... Cadrà quando si sarà dimostrato degno....



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Edited by carebas - 3/12/2019, 09:51
 
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view post Posted on 3/12/2019, 10:35

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Myos ha visto il mio vero volto. Adesso conosce la vera essenza del mio io. Solo al mio signore avevo concesso tanta fiducia.
Ma questo giovane negromante merita rispetto, merita di conoscere la verità.

Oggi Myos è entrato nel mio castello, ha visto le creature che lo abitano. Feadur si è parato davanti a lui, ci ha parlato e non ha provato timore. Credo che una parte di lui capisca il mio reale potere, anche se lo interpreta da un punto di vista troppo umano.

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Pensa che io non abbia desideri, sogni, preferenze. Che la totale assenza di emozioni mi causi una perdita di identità.... La realtà è esattamente l'opposto!

La mia condizione mi permette di riconoscere le vere essenze degli uomini, di percepirne accuratamente la natura. Posso replicare ogni emozione umana alla perfezione, così come un dopplelganger può assumere l'aspetto di altre creature. Io sono ovunque ed in nessun posto.....

Pietà, questo ho letto nei suoi occhi e nei suoi silenzi. Prova pena per me, per la mia situazione. Come detto, la sua prospettiva è ancora troppo umana.

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Ma ho visto qualcosa di interessante sotto alla sua pelle, al di la delle sue ossa e delle fasce muscolari. Una piccolo scintilla di eternità. Un semplice granello di sabbia. Un isola di potenzialità.

Myos mi aiuterà a raggiungere l'eternità. Un compito arduo e difficile. Io gli insegnerò la via del dolore. Così come fu insegnata a me tanto tempo fa.

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Si è dimostrato degno
Per lui è venuto il momento di visitare l'abisso!

 
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view post Posted on 5/2/2020, 10:12

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In tutti i miei viaggi nulla può essere paragonato alla gloria di Candlekeep. Un luogo magnifico, unico. Un'eterna fonte di conoscenza e sapere. Si può trovare ogni genere di libro e informazione. L'aria stessa è pervasa di storie e leggende.

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Ho passato tre lunghi giorni tra quelle mura sussurranti, prendendo appunti su tutte le informazioni che riuscivo a reperire. Ho studiato l'anatomia e l'evoluzione della non morte su vecchi tomi polverosi. Le teorie sull'immortalità dei Lich scritte da maghi e chierici. Fondamentali per il piano di Myos. Saggi sull'immortalità dell'anima , approfondendo il punto di vista delle diverse religioni.

Infine mi sono lasciato andare allo studio delle leggende. In un epoca di meraviglie e miracoli come questa, le antiche leggende vanno sempre considerate. Tra gli arabeschi di parole di cui sono composte, vi è sempre una percentuale di verità. Basta solo trovarla.

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In questo labirinto di storie ho trovato una quantità infinita di informazioni su cui vale la pena indagare. A quanto si narra, esistono antiche formule alchemiche capaci di donare l'immortalità mantenendo un corpo di carne. Non ho trovato un nome o indicazioni precise a riguardo. Tutti i riferimenti sono vaghi e si limitano ad accenni. Potrebbero essere solo favole ovviamente.
Oppure complesse metafore religiose per spiegare qualche concetto. Ma credo che valga la pena sondare questo terreno. Qualsiasi cosa troverò potrebbe essere utile.

Discutendo con alcuni studiosi sono riuscito ad entrare in possesso di un manoscritto molto vecchio, scritto su un ingiallita pergamena gialla e consunta. Si narra che esista un luogo, un'immensa necropoli divorata dalla giungla. Un tempo un luminoso luogo dove riposavano antichi eroi. Ma qualcosa ha spento quella luce ed ora, l'ombra della non morte ha reclamato per se quelle stanze di pietra. La creatura che ora regna in quell'antica costruzione è potente e malvagia. Tanto crudele da non essere descritta ne nominata per paura della sua collera. Sciocche superstizioni e nulla di più.....

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In uno dei sarcofaghi sembra sia conservato un antico testo intitolato: " La via dell'eternità". Nessuno degli studiosi con cui ho parlato ha saputo darmi qualche accenno sul contenuto di quelle pagine. Ne ho trovato traccia di quel documento in nessun'altro dei libri della biblioteca. Il che è preoccupante perché potrebbe trattarsi semplicemente di una favola, o peggio ancora, di un testo dimenticato e ormai perduto.

Non mi rimane che tornare alla Nera e discutere con Myos delle nuove informazioni. Credo sia il caso di aumentare il numero di pezzi sulla scacchiera..........
 
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