Lasciato il Calimmshan per raggiungere l'amico Elhol a cui commissiona una nuova cinta magica.
Nel mentre passeggia domandandosi per l'ennesima volta chi sia la donna raffigurata in piazza, bella donna ma con buona aria da baldracca; dandosi l'ennesima risposta differente, incontra una ragazza bella come tre tiri da doppio sei fatti di seguito e con un solo dado da sei! e un giovanotto allegro come il culo di una bottiglia d'olio e come una bottiglia d'olio simpatico nominato Kyros Lightsteel il diligente d'or in poi e semmai.
Giovanotto, l'ho vista prima io!
Sai come vanno queste cose, chi abbindola e chi pendola. Si finisce in una villa tre volte magnifica che la ragazza di nome Lorelay del Fulmine chiama Casa degli Innati.
Tutti siamo innati, da immadri vergini.
Passano mezzore a lunghe chiacchiere.
Il diligente a buon sottolineare,
la splendida corvina a sprizzar follia e seduzione,
la nostra peccatrice ad immaginar il modo di poterla accarezzare.
E' chiaro, palese: Loreley del Fulmine č un concentrato di potere e follia; č una meravigliosa porta che spalanca ad infinite percezioni.
L'attrazione reciproca si palesa, inarrestabile.
G. - voglio vedere se riesci a scrivere il tuo nome sulla mia pelle.
Lorelay incide il segno del FULMINE sull'avambraccio della perticona, poi la ferita viene cauterizzata con la forza di una fiamma magica.
G. - ora sono innata pure io.
E tra parentesi: se dicono che Lorelay non russa, mentono.