Faerûn's Legends

La presenza nella Torre.

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view post Posted on 8/7/2020, 18:29
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Cacciatore di Gibberling

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La torre era il suo posto sicuro.
Il loro posto sicuro.
O almeno avrebbe dovuto esserlo.
Fin da quando era arrivata al Gate aveva scoperto che il pericolo si nascondeva ovunque. Nei deserti infidi, nelle antiche fortezze abitate da vampiri e mummie, nei boschi fitti dove i coboldi facevano da padroni. Una semplice gita in nave si trasformava nella caccia ai Kraken. Anche semplicemente varcare le mura del Gate poteva rivelarsi pericoloso, quando qualche creatura si spingeva troppo oltre. Recentemente poi una misteriosa orda di non morti stava terrorizzando i cittadini di diverse città, lei stessa vi si era imbattuta mentre si recava alla Splendente.
La Torre quindi era il suo luogo sicuro, nemmeno al Circolo si era mai sentita così protetta, quel sotterraneo le metteva i brividi ogni tanto. Ma la Torre no, quante notti aveva passato da sola a filare, scrivere o ricopiare tomi in attesa che il mago tornasse.
Quante volte si erano ritrovati a parlare da soli o con ospiti nel loro terrazzo, la cui vista sulla costa lasciava senza fiato.
Quella sera non era poi così diversa dalle altre, erano da poco tornati da una missione molto pericolosa.
Qualche giorno prima Maestro Elhol aveva deciso di mostrargli cosa succede ai traditori. Un suo apprendista, che si sentiva poco stimolato dal Circolo e dal maestro, aveva rubato dei tomi dalla Biblioteca del Circolo. Le sue strane idee sull’unire creature di questo mondo con quelle di altri piani di esistenza avevano fatto sì che si alleasse con un Lich ma non solo. Tra le sue fila vi erano anche Gelugon e Hamatula, mostri senzienti e temibili. La missione si era conclusa con successo e il Maestro aveva terminato la vita dell’apprendista e solo temporaneamente quella del Lich.
I due arcanisti, ancora provati dalla stanchezza di quei giorni di viaggio, si trovavano dunque nella loro camera da letto. Parlavano di tutto e di niente mentre fuori il temporale faceva da perfetta colonna sonora per i loro discorsi. Discorsi interrotti bruscamente dal cadere e rompersi dello specchio. Mentre Jakilar scattava immediatamente verso esso, Lyra balzava giù dal letto. Forse il chiodo ha ceduto, pensó la ragazza. Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire il discorso che un brivido freddo le pervase tutto il corpo, partendo dalla schiena. Come se qualcosa l’avesse spinta si avvicinò al mago, aggrappandosi alla sua veste mentre si guardava intorno col cuore che batteva a mille.
“Che sta succedendo?” chiese con la voce spezzata.
“Non lo so, andiamo a vedere” rispose il mago mantenendo il suo solito sangue freddo.
I due scesero lentamente le scale che portavano al piano di sotto, mentre la temperatura continuava a scendere facendo gelare il sangue.
“Ho paura” la mezz’elfa si guardava intorno spaventata cercando risposte nel mago che cercava tramite formule e protezioni di individuare la fonte del male. Lentamente una nebbia nera iniziò a salire dal pavimento della casa.
“Andiamo via di qui, subito.” Disse l’uomo serio, trascinando giù la ragazza. Senza farselo ripetere due volte questa mise subito il mantello e si precipitò fuori dalla porta mentre la nebbia continuava a salire. Ma se lei era ormai fuori, il mago era rimasto dentro. Non voleva rimanere sola, non voleva lasciarlo solo, non dopo che…
Non ebbe nemmeno il tempo di formulare un pensiero che sentì una voce spettrale e lontana dire “Ferma, non lui… Non qui”.
Con l’ultimo briciolo di coraggio rimasto entrò nuovamente dentro la Torre, giusto in tempo per vedere la nebbia ritirarsi velocemente com’era arrivata. La temperatura tornare normale.
Stava ancora guardando il pavimento esterrefatta quando sentì qualcosa afferrarle la mano. Sobbalzando la guardò, era stato l’uomo.
“Andiamo via da qui”.
Pronunciò le solite parole che gli aveva sentito ripetere molte volte e i due scomparvero per spuntare un attimo dopo nella sede del Circolo Arcano.
Con le gambe ancora tremanti si sedette nella sedia. Jakilar nel mentre continuava a camminare nervosamente da una parte all’altra della stanza.
“Cosa credi che sia stato?” chiese con voce tremante la ragazza.
“Non ne ho idea, credo che…”
Ma non ebbe modo di finire la frase che le tende che coprivano il letto si mossero. Ancora una volta sobbalzó, calmandosi solo quando riconobbe il volto di Garreth Grain uno dei membri del Circolo. Nella fretta non si erano accorti stesse riposando lì. La conversazione fu breve e piacevole, anche se sicuramente il giovane mago aveva notato che qualcosa non tornava nei due ma nessuno ebbe il coraggio di parlare.
Quella sera decisero di dormire in locanda. Una volta distesisi a letto, la ragazza scoppiò in un pianto liberatorio, mentre l’uomo la stringeva tra le sue braccia. “Andrà tutto bene, te lo prometto”.
Non ci volle molto perché Lyra si addormentasse mentre lui rimaneva, pensoso, a fissare il soffitto.

....
“Io ho pensato tanto a quello che è successo” disse Lyra mentre lei e Jakilar erano seduti nel tavolo da pranzo nella Torre.
Erano passati diversi giorni dall’accaduto, dopo una riluttanza iniziale i due erano tornati nella torre, nessuno dei due aveva più di tanto approfondito l’argomento. Ancora scossi e incerti su quello che era successo. Poche parole in merito, dopo averci riflettuto a lungo erano arrivati alla conclusione che si trattasse del Lich che avevano sconfitto da poco, il filatterio non era stato distrutto e quindi sarebbe potuto tornare in vita da un momento all’altro.
“Anche io, sono andato a parlare con Elhol di quanto accaduto. Gli ho esposto la nostra teoria che si trattasse del Lich, lui ha detto di aver ancora conservato il coltello insanguinato e di poter eseguire un rituale di scrutamento per capire se sia lui e dove si trovi.”
La ragazza ascoltava attentamente, trovando in queste parole un leggero conforto, ma le idee le vorticavano nel cervello. Aveva passato i giorni a studiare tutte le creature maligne che avevano incontrato fin quando qualcosa non le aveva stuzzicato la mente.
Aspettò che l’uomo avesse finito per esporre poi la sua ipotesi.
“Sono convinta però che il Lich non agisse da solo. Prima di partire Elhol ci aveva chiesto di studiare le creature che avremmo affrontato per essere pronti a reagire ai loro attacchi. Così ho fatto sia prima che ora. Ai tempi non ci avevo fatto molto caso ma una cosa mi aveva colpito. Così in questi giorni sono tornata sui tomi in cui avevo preso informazioni.”
L’innata fece una pausa per prendere un sorso di the e assicurarsi che l’uomo la stesse seguendo. Una volta accertatasi di ciò riprese il discorso.
“Quando hai cercato di capire quale fosse la fonte dell’accaduto hai detto di non aver rilevato alcuna magia, ho pensato quindi che dovesse trattarsi di una capacità più di qualcosa inerente alla trama. Così mi sono ricordata che i Gelugon avessero l’abilità di generare un gran freddo e un’aura di terrore. Non diceva nulla della nebbia ma magari ha unito le sue capacità con quelle del Lich”.
Jakilar la guardava annuendo.
“Sono anche convinta che non cercassero noi ma Elhol, volevano vendicarsi su di lui. Ecco ora ho finito. “ concluse sfoggiando uno dei suoi dolci sorrisi.
Anche l’uomo sorrise.
“Ci ho pensato anche io che l’attacco fosse rivolto a lui. Elhol avrebbe dovuto pensare che il Lich una volta tornato in vita avrebbe potuto cercare vendetta. Sicuramente la soluzione migliore è quella di cercarlo, trovarlo e distruggere il filatterio per liberarci di lui una volta per tutte. “
La ragazza annuì seria.
“Riusciremo a tornare a vivere sereni alla Torre, non preoccuparti” concluse l’uomo sorridendo.
“Mi interessa molto di più continuare a vivere e che lo faccia anche tu.” Concluse la donna.

.....
La giornata trascorse tranquilla, quasi come se nulla fosse successo. Lyra, che si accingeva a partire per Suzail, si dedicò agli ultimi preparativi prima del viaggio, mentre Jakilar era impegnato nei suoi studi. A fine giornata si ritrovarono poi nel loro terrazzo intenti a scambiarsi confidenze. Il tempo non era dei migliori, nubi nere oscuravano il cielo e i tuoni rimbombavano minacciosi, mentre i lampi ricadevano sul mare illuminandolo. Per quanto ormai al Gate piovesse da giorni, quella sera sembrava che il mondo stesse per finire. Lo spettacolo comunque era talmente suggestivo che rendeva la chiacchierata ancor più piacevole. Il cane tuttavia non sembrava molto propenso alla cosa, continuando a ululare.
“Adesso ulula pure” disse l’uomo ridendo
“Oh sì è colpa della luna, anche lui è un Selunita come me” rispose la ragazza
“Sono circondato allora” disse lui
“Oh suvvia anche a te… “
Non ebbe modo di finire la frase, perché il rumore di vetro infranto li fece sobbalzare.
I due scattarono in piedi.
“Hai sentito? “ disse Lyra
“Si, ma poteva benissimo venire da fuori, adesso non facciamoci suggestionare”.
“Giusto… “.
Scesero lentamente le scale pe andare a controllare, sperando in cuor loro che il rumore venisse da fuori.
Arrivati al piano terra ad aspettarli sul pavimento c’erano i cocci di un bicchiere rotto. Il cuore nel petto della donna iniziò a battere all’impazzata, mentre cercava in tutti i modi di mantenere la calma. Il mago si avvicinò al vetro per terra per capire cosa ne fosse la causa.
Intanto qualcosa grattava il pavimento di legno, i due cercarono in ogni piano della casa per capire da dove venisse il rumore. Per un momento Lyra sperò fosse stato il cane, ma quello non si era mosso dal terrazzo. Tornarono infine al piano di sotto dove notarono le assi di legno rovinate.
“Chi sei? “ chiese la ragazza cercando di mantenere il sangue freddo
Nessuna risposta.
“Cosa vuoi da noi? “.
Qualche secondo dopo una voce lugubre rispose “No, basta… non voglio farlo. Basta”.
“Forse possiamo aiutarti” disse il mago a un qualcosa di inesistente
“Dicci chi sei e cosa possiamo fare” incalzò la strega.
Nessuna risposta, soltanto quella tetra nenia che continuava incessante.
Per cercare di scoprire da dove venisse quella voce chi fosse lì con loro il mago lanciò un incantesimo che provocò una forte folata di vento, ma l’unico risultato fu quello di far ribaltare la sedia. Questo fece adirare la presenza tanto che nel mezzo della stanza si manifestò un vortice nero. Che si diresse sulla mezz’elfa per poi scomparire senza fare nulla.
Stavolta ad adirarsi fu la strega, mentre la voce continuava a dire “Basta.. “
“BASTA LO DICO IO. “ urlò la donna.
“DICCI CHI SEI E COSA VUOI? QUESTA È CASA MIA E TU NON DEVI STARE QUI”. Continuò ad urlare.
Il vortice nero ricomparse scagliandosi contro la strega che prontamente riuscì a eliminarlo. Ma ormai il danno era fatto…
“Come stai? “ chiese il mago avvicinandosi
“meglio di lui…. “ le parole le morirono in gola. Il suo corpo fu percorso da brividi mentre un forte terrore le pervadeva la mente togliendole la lucidità.
Lyra si accasció sul pavimento, tremante, le lacrime sgorgavano senza sosta, le gambe rannicchiate contro il petto, il cuore che batteva forte. Inconsolabile.
“Lyra, Lyra. Tirati su Lyra… “ disse l’uomo avvicinandosi alla ragazza
“Via… via “ erano le uniche parole che riusciva a ripetere mentre tutto intorno a lei vorticava confuso e la paura aveva preso il sopravvento.
In men che non si dica si trovarono nuovamente al Circolo, inutilmente Jakilar cercava di calmare la ragazza, completamente in preda alla disperazione, senza riuscire a parlare o capire. Provò con acqua, cibo, fin quando non ebbe il sospetto che si trovasse sotto una maledizione. Lesse quindi una pergamena per spezzare l’incanto ma senza successo. Preoccupato, ma cercando di non perdere la calma, prese la ragazza sotto braccio e delicatamente la condusse dal guaritore.
“Vi prego, aiutateci, credo sia vittima di una maledizione ”
Il guaritore osservò con attenzione la donna che non riusciva a smettere di piangere e sobbalzare.
“È sicuramente una maledizione oscura lanciata da un non morto” disse dopo aver soppesato bene la situazione, poi lanciò un incantesimo di guarigione che ridiede il senno alla ragazza. Immediatamente le lacrime cessarono e la ragazza si calmó. Si guardò intorno cercando di capire dove si trovasse mentre Jakilar continuava a parlare col guaritore sulla possibile causa della maledizione. Era sicuramente opera di un non morto. La testa tornò al Lich.
Dopo aver lasciato una donazione i due uscirono dal tempio.
Jakilar guardò Lyra per un secondo preoccupato, poi la strinse a sé senza dire nulla.
“Voglio andare a Waterdeep, non mi sento più al sicuro qui. “ disse la strega sottovoce
Il mago annuì
“Andremo a Waterdeep, staremo qualche giorno lì, poi ci trasferiremo al Circolo, la torre non è più un luogo sicuro. “
Lyra lo guardó triste.
“Non possiamo più tenere questa cosa per noi, è diventata troppo grande. “
“Scriverò domani stesso al pugno fiammante, gli chiederò di riceverci per fare rapporto sull’accaduto. “ disse serio.
Poi la guardò.
“Adesso andiamo, devi riposare. “
Si diressero di nuovo al circolo e un battito di ciglia dopo si ritrovarono vicino l’ingresso delle splendente. Una volta giunti in locanda e affittato una stanza, la ragazza si mise subito a letto, ancora scossa dagli eventi. Mentre l’uomo rimase seduto al piccolo scrittoio che c’era in camera.
“TU riposa, io rimango qui” disse con un sorriso per tentare di tranquillizzarla.
Senza farselo ripetere la ragazza face un mezzo sorriso e si addormentò.
Nel mentre il mago tirò fiori una pergamena pronto a scrivere al Pugno Fiammante per risolvere definitivamente questa situazione.


Lyra

Edited by Lyra Tellus - 9/7/2020, 11:25
 
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view post Posted on 12/7/2020, 11:23
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***

Il giorno dopo la missiva, Jakilar venne chiamato a deporre negli uffici del Pugno Fiammante, dove le guardie parevano in grande fermento per gli ultimi accadimenti.
La deposizione avvenne in presenza del soldato Bess e di diverse reclute, il racconto dell'accaduto fu ben dettagliato, e dopo aver riportato tutto su carta, il mago accompagnò il soldato e le reclute nella Torre.
Le guardie controllarono i diversi piani riassociando ad essi i luoghi della precedente deposizione, quel via vai di reclute in un luogo tanto privato infastidiva non poco Jakilar che comunque accondiscese alle varie richieste, cercando di non ostacolare le indagini; dopo il tempo necessario all'ispezione il mago salutò e ringraziò Bess e le reclute, mettendo a disposizione il proprio aiuto laddove venisse richiesto, lo avrebbero aggiornato di eventuali sviluppi al Circolo Arcano

***

Il giorno successivo, aiutato dal famiglio, Jakilar approfittava di quei giorni al Gate anche per sistemare alcune sezioni della biblioteca del Circolo.
Guardando dalle finestre in pietra si vedeva solo la luce delle lanterne per strada riflessa nel violento temporale che si stava abbattendo mentre rivoli di acqua scorrevano lungo i vetri creando piccoli ristagni nei gocciolatoi.
Il forte rumore dell'anello in ferro sul portone all'ingresso distrasse il mago che si era soffermato per qualche istante sul ticchettio della pioggia sui vetri; alla porta vi era il caporale Daimor Moor ed altri membri del Pungo Fiammante e visto il tempaccio, si affrettò a farli accomodare all'interno.
Daimor era venuto personalmente ad informarsi sulla questione denunciata il giorno prima a Jakilar che, trovando irritante l'approssimazione in generale, armato di pazienza spiegò nuovamente l'accaduto anche a lui, evitando di tralasciare anche il più piccolo dettaglio; il caporale volle poi controllare personalmente la Torre che in ben che non si dica tornava ad essere invasa da reclute che guardavano con fare indagatore le stanze dell'abitazione.
Una trave che appariva leggermente inclinata attirò l'attenzione di Daimor, sotto la quale, ne estrasse un piccolo libro che sembrava molto datato; era molto logoro e le pagine sembravano disegnate da un bambino, si distinguevano esclusivamente due sagome nelle diverse pagine, una più piccola maschile ed una più grande femminile che sembrava rincorrere nei disegni a seguire la piccola sagoma.
Probabilmente quella piccola anima non aveva trovato nemmeno la pace dopo la morte, forse ancora tormentata dal tutore o viceversa questa volta...

Libro_2
 
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view post Posted on 4/8/2020, 19:46
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Cacciatore di Gibberling

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Dopo che Jakilar l'aveva informata del nuovo ritrovamento alla Torre, Lyra non era più riuscita a togliersi dalla testa quelle immagini inquietanti. Non faceva altro che pensare a chi potessero essere quelle figure e al tipo di creatura che infestava la loro Torre. Maestro Elhol aveva assicurato che non si trattasse del Lich che avevano a lungo sospettato, quindi si trovavano di nuovo senza alcun indizio.
Ormai l'argomento era presente in ogni loro discussione sia da soli sia con gli amici.
Così era normale che spesso si ritrovassero allo Scrigno Incantato a parlare di come si stesse evolvendo la situazione. Insieme a loro c'erano anche i loro amici Shazarah Konner, Alexander Tabstar e Rathar Rotaquadra.
"Se avete bisogno di aiuto, possiamo aiutarvi" la frase l'avevano pronunciata a turno tutti e tre, desiderosi di porre fine alla faccenda e curiosi di vedere la manifestazione con i propri occhi.
"Servirebbe un rito per purificare la casa" era stata una delle idee
"Dovremmo prima capire di cosa si tratta e scoprire qualcosa sul proprietario del libro" aveva detto la strega
"Si ma la cosa principale è liberare la torre" aveva aggiunto il mago
"Qualsiasi cosa sia perchè non andiamo a vedere, magari possiamo cavarcela con un semplice colpo" aveva proposto Rathar
"Mh, d'accordo ma dovete stare attenti non avete idea di quello che può fare" aveva concluso la strega preoccupata
I cinque avevano così deciso di andare a visitare la Torre sperando che la presenza si manifestasse, Lyra in cuor suo sperava che invece quell'anima inquieta avesse deciso di andarsene da sola.
Avevano appena messo il piede fuori dal negozio che si erano imbattuti in due reclute del Pugno Fiammante, Yhoren Thar e Killian Wulfsson, entrambi avevano già preso parte ai diversi sopralluoghi fatti alla Torre, così quando Jakilar li aveva informati delle loro intenzioni avevano deciso di unirsi a loro.
Consci di quello che era successo l'ultima volta e spaventati potesse accadere di nuovo sia Jakilar che Lyra avevano mormorato alcune protezioni per difendere se stessi e gli altri presenti. Una volta entrati la situazione sembrava tranquilla, ogni cosa era al loro posto, la casa era immacolata, sembrava che non fosse mai successo nulla. L'unica cosa diversa era il leggero strato di polvere che ricopriva i mobili poco usati.
"Siamo qui, siamo qui per aiutarti, puoi mostrarti a noi?" aveva chiesto cercando di mantenere la calma la mezzelfa.
Cercando di tenersi il più possibile vicina alla parete e a portata delle spade di Tabstar e Rathar.
Ma nulla era successo.
"Mostrati" aveva intimato la recluta Wulfsson .
Non ci volle molto affinché la presenza, infastidita dai loro incitamenti, si manifestasse ma invece di colpire uno di loro si era scagliato direttamente su Jakilar. Questa volta il vortice sembrava più nitido e tutti avevano potuto scorgere delle piccole gambe confuse tra la cortina nera. Proprio come era successo la prima volta il colpo all'inizio sembrava non aver sortito alcun effetto, ma un istante dopo gli occhi del mago si fecero assenti e questi iniziò a fissare il fuoco pronunciando frasi senza senso.
"Tutti, moriremo tutti"
"Dovremmo dare fuoco, bruciamo tutto"

Le parole del mago destarono le preoccupazioni di tutti, Tabstar, Lyra e Rathar cercavano di calmarlo, di farlo rinsavire, mentre lui si aggirava per la casa mormorando le solite parole e ripetizione.
"Vuoi che purifichi tutto col fuoco Jaki?" aveva chiesto Shazarah con un certo ardore negli occhi
"Fuoco, moriremo tutti" ripeteva il mago evidentemente non in sè
"No, niente rituale col fuoco Shaz" l'aveva ammonita Lyra mentre cercava di calmare Jakilar e sperava che la presenza non toccasse anche lei.
"Non fare nulla" aveva continuato Tabstar.
"Chi sei? Cosa vuoi? Mostrati" continuava ad incalzare Killian.
Ancora una volta la presenza sembrava non aver gradito bene le parole del soldato, mostrandosi nuovamente e scagliandosi su Yhoren. Stavolta però il soldato sembrava solo confuso, non aveva avuto la stessa sorte del mago.
"Lyra, dobbiamo fare qualcosa per Jakilar" aveva detto Tabstar mentre gli altri cercavano ancora di contrastare la presenza che continuava ad apparire e scomparire.
"Jakilar, Jakilar, guardami" la strega teneva il mago per le spalle guardandolo negli occhi.
"Lo porto fuori, cerco di fargli prendere aria, di cercare aiuto" aveva aggiunto, trascinando il mago fuori con se.
Una volta fuori della casa continuava a tenerlo e guardarlo mentre lui incessabile mormorava frasi lugubri.
Qualcosa però attirò la sua attenzione qualche minuto dopo, dalla torre fuoriusciva uno scuro fumo nero e dalle finestre si potevano distinguere le fiamme divampare veloci all'interno della casa.
Senza nemmeno pensarci lasciò Jakilar seduto negli scalini mentre lei si precipitava dentro la casa, assistendo a una scena che mai avrebbe pensato di trovarsi davanti. La Torre, la sua casa era in fiamme. Non appena aprì la porta Killian e Yhoren si precipitarono fuori, Tabstar e Rathar invece cercavano di portare via dalle fiamma Shazarah che confusa cercava di porre rimedio alla situazione.
"Che è successo" gridò Lyra alle guardie
"Shazarah ha provato a purificare la casa con un rituale di fuoco ma l'incendio è divampato"
"Cosa?" aveva continuato a gridare la strega
"Cos'hai fatto Shaz".
Ormai era crollata per terra, non riusciva a muovere un muscolo mentre guardava la propria casa avvolta dalle fiamme.
Tutto ciò che riusciva a vedere e a capire era il fuoco che distruggeva tutto, non si accorse nemmeno della folla che si stava radunando intorno all'abitazione, mentre le guardie allertavano tutti di andare a recuperare l'acqua per porre fine alle fiamme. Sentiva voci confuse intorno a sè, il soldato Blake che aiutava a spegnere l'incendio, le guardie che interrogavano i presenti su cosa fosse successo. Fu solo quando le fiamme furono completamente estinte che trovò la forza di alzarsi. Distolse lo sguardo dalla Torre e guardò i presenti.
"Cos'è successo qui?" chiese Blake a Lyra
"Noi stavamo..."le parole non riuscivano a formularsi bene nella sua mente
"Voi stavate signorina?" incalzava il soldato
"Stavamo cercando di liberare la casa da una presenza" riuscì a rispondere la mezzelfa
"E lo facevate col fuoco?" continuò l'uomo sospettoso.
"Shazarah stava cercando di aiutare" continuò Lyra
"Reclute Wulfsson e Thar portate la sacerdotessa Konner in prigione" l'uomo non l'aveva manco ascoltata girandosi per dare le direttive alle due reclute. Che immediatamente si attivarono per scortare Shazarah in prigione.
"Ma lei stava cercando di aiutarci" dissero quasi all'unisono Lyra e Rathar che non sapeva come si era ritrovata accanto.
"Vi dispiace se entro a vedere la situazione signorina?" aveva chiesto l'uomo
Lyra scosse il capo e con le mani tremanti aprì la porta entrando insieme al soldato e all'amico. Quello che si trovò davanti le spezzò il cuore, non era rimasto più nulla, la casa era completamente distrutta e non era rimasto che cenere e fango.
Non riuscì a reggere molto la vista e la puzza precipitandosi fuori dalla casa.
Non si era nemmeno accorta che Jakilar e Alexander non c'erano e probabilmente non se ne sarebbe accorta se non li avesse visti spuntare appena uscita insieme a una sacerdotessa. Corse subito tra le braccia del mago per cercare conforto e per assicurarsi che stesse bene.
"Come stai?" chiese preoccupata guardandolo
"Adesso meglio, non preoccuparti. Che è successo alla casa?" rispose lui stringendola e guardando l'edificio annerito.
"Shaz ha provato a purificarla con un rituale ma la situazione le è sfuggita di mano" rispose lei girandosi nuovamente verso la Torre
"Cosa?" rispose lui strabuzzando gli occhi
"Allontanetevi subito da lui signori" disse la sacerdotessa indicando Jakilar e fissando Lyra e Tabstar
"Perchè? aveva chiesto il mezzelfo
"Mi avete detto che è stato posseduto, venite vicino a me, vi proteggerò dalla presenza oscura"
"Ho detto che è stato colpito da qualcosa che infesta la casa" rispose con calma il mezzelfo
"La casa..." le parole erano uscite come un sussurro dalla donna prima di precipitarsi nell'edificio.
"La presenza è ancora lì" aveva poi annunciato una volta uscita dall'abitazione.
"La casa è completamente bruciata" aveva affermato la voce del soldato
L'uomo era poi sceso per interrogare i presenti ancora una volta.
"Non dovete abbandonare la città fino al processo" concluse dopo aver ascoltato nuovamente la versione dei fatti
"Che processo?" aveva chiesto Lyra
"Beh siete tutti invischiati in questa faccenda e siete responsabili per l'incendio"
"Ma.."
"Siete tutti chiamati a partecipare al processo e di recarvi quindi presso il tribunale" disse una guardia spuntando alle loro spalle e interrompendo la ragazza.
Una volta arrivati davanti al Tribunale furono fatti accomodare nelle panche dietro i banchi degli imputati, in uno di questi stava seduta Shazarah, mentre il giudice Kuffler invitava i presenti a fare silenzio per procedere con l'udienza.
Espose i motivi che portavano i presenti lì riuniti e poi chiamò Shazarah a testimoniare. Lì la donna raccontò come erano andate le cose, che stava eseguendo un rituale per purificare la casa dallo spirito ma che le cose si erano complicate e che le fiamme si erano propagate in fretta.
Dopo aver ascoltato la sua testimonianza toccò alla recluta Killian e infine a Lyra, considerata la parte lesa. Il giudice chiese alla mezzelfa nuovamente come fossero andate le cose. La parole della donna non furono diverse da quelle dei testimoni precedenti. Non era stato un incendio voluto, era stato un incidente. Lyra lo sapeva benissimo, nonostante in quel momento non riuscisse a essere lucida e la rabbia le scoppiasse dentro, sapeva perfettamente che non era stato voluto.
Sentiva lo sguardo di tutti addosso, temeva il giudice e temeva per la pena che avrebbero dato a Shaz, sperava che tutto potesse essere accantonato.
Il giudice la mandò al suo posto dopo aver ascoltato la deposizione, una volta tornata a sedere guardò Jakilar, stringendogli forte la mano.
Ci volle qualche minuto affinchè il Giudice emettesse la condanna.
Shazarah era stata ritenuta colpevole di incendio doloso e tentato omicidio, la pena per tale reato era essere banditi dal Gate per un mese, il ritiro della cittadinanza e il risarcimento di duemila platini alla parte lesa.
La condanna, estremamente severa, aveva spiazzato tutti, Jakilar, Lyra, Alexander e Rathar si guardavano increduli.
Non pensavano si potesse arrivare a tanto…
La sua mente vorticava. Nessuno aveva vinto. Non era finito. Il gesto di Shaz non era servito a niente, lei aveva subito la pena più dura, lo spettro era ancora nella torre, una torre di cui rimanevano solo i detriti. Non aveva vinto nessuno e non sapeva davvero cosa fare…
 
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view post Posted on 5/8/2020, 09:09
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Lyra camminava veloce per le strade del Gate, dietro di lei Tabstar e Jakilar faticavano a tenere il passo. Più spediti erano invece le reclute del Pugno Killian e Davor.
Avevano tutti insistito per accompagnarla alla sede del Pugno Fiammante, avrebbe certo preferito andare da sola ma si era resa conto che non conosceva l'edificio.
Qualche giorno dopo l'incendio le era arrivata la comunicazione di doversi recare alla sede del Pugno Fiammante per far nuovamente luce sulla faccenda.
Quella storia iniziava a nausearla e a stancarla. Aveva lasciato Suzail per vivere mille avventure, era vero, ma così era troppo...

Arrivati davanti alla sede solo lei e le due reclute avevano varcato i cancelli, gli altri due uomini invece erano rimasti in attesa. Dopo una breve attesa i tre erano stati ricevuti dal Maggiore.
"Prego Signorina Tellus si accomodi" aveva esordito l'uomo indicando a Lyra le sedie davanti alla sua scrivania.
Mentre la mezz'elfa prendeva compostamente posto le due reclute si posizionavano in silenzio appoggiate al muro.
"Dunque signorina può ripetermi quello che è successo? Al processo ha parlato di presenze demoniache. "
"Poi mi ero corretta però, non si tratta di presenze demoniache ma di possibili spiriti... "
Lyra si era ritrovata dunque, ancora una volta, a raccontare tutta la storia fin dal principio, cercando di non commettere errori nella descrizione degli eventi.
" Si tratta sicuramente di un allip" aveva detto il Maggiore dopo che la ragazza aveva concluso la sua spiegazione.
"Un allip... " aveva continuato il Maggiore notando lo sguardo perso della donna all'affermazione ed essendo troppo cortese per farle notare questa sua lacuna.
" ...non è altro che lo spirito di una persona che si è suicidata in preda alla follia. Lo spirito, che si manifesta sottoforma di nude nera con solo alcune parti del corpo visibili, si nutre della sanità mentale delle persone del luogo che infesta. Tendendo a voler far rivivere loro quello che l'ha spinto al suicidio. Borbottando frasi sconnesse tra loro. "
"Avete detto che qualcuno è stato attaccato e sembrava sdragionare" si era poi rivolto alle reclute
"Si signore, la recluta Thar e il mago Jakilar Zaibrash" aveva risposto Killian.
Il maggiore aveva annuito.
" Bene, dirigiamoci alla Torre, vorrei controllare di persona"
Si era quindi alzato seguito da Lyra e delle reclute. Fuori si erano ricongiunti a Tabstar e Jakilar.
" Signore, se volete altre delucidazioni in merito potete chiedere al Signor Zaibrash, noi viviamo insieme" aveva aggiunto Lyra mentre tutti insieme si dirigevano alla Torre.
Il Maggiore annuì. La strada fino alla Torre fu percorsa in silenzio. Ognuno dei presenti coi pensieri che vorticavano in testa.
Arrivati all'edificio solo Jakilar, Lyra e il Maggiore entrarono. La vista della casa in quelle condizioni era ancora in forte dolore per i due proprietari. Il Maggiore fece un breve sopralluogo e poi invitò tutti a uscire.
"Bene. È sicuramente un allip" aveva esordito radunano tutti i presenti.
"Potete dirci come possiamo liberarcene" aveva chiesto Lyra titubante
"Avrete bisogno di un rituale per esorcizzare la casa, che comprenda oggetti appartenuti al defunto. Ma prima dovete scoprire tutto su chi abitava la torre prima di voi."
"Reclute Killian e Davor, il caso è nelle vostre mani. Da adesso in poi seguirete le indagini con loro e poi mi riferirete. "
Si era infine congedato con posa marziale.
...
" Volete sentire la storia o no? " aveva sbottato Davor.
Si erano ritrovati tutti quanti qualche ora dopo allo Scrigno Incantato. Davor e Killian si erano immediatamente recati agli archivi per scoprire qualcosa di più.
"Certo" disse Lyra.
Jakilar aveva dovuto lasciarli per impegni alla Splendente, l'avrebbe aggiornato dopo.
"Bene, la storia è questa. Prima di voi alla torre abitava un uomo che si chiama Gary Hawken. Aveva un figlio ed era vedovo. Per assicurare al bambino una giusta educazione aveva assunto un'educatrice, una certa Hannah Vasjk... aveva con calma spiegato Killian
"un'educatrice tuffatrice. La donna non solo maltrattava il bambino, ma aveva anche ridotto in bancarotta il padre" aveva continuato Davor.
"Esatto. Il suo operato portò così al suicidio del bambino e a quello dell'uomo, che disperato per la morte del figlio e per i debiti, si suicidó, impiccandosi ad un albero a sud del Gate. " concluse Killian
" Lei è ancora viva e alloggia alla locanda della sirenetta, non è mai stata processata. "
" COOOOSA? "aveva urlato Lyra sgranando gli occhi
" Mi state dicendo che dopo ciò che ha combinato non solo è viva ma abita pure vicino al luogo del misfatto? " aveva continuato.
" Si. E tu e Jakilar dovreste andarle a parlare. Se per il rituale serve un oggetto del bambino é possibile che lei abbia qualcosa, di valore magari." aveva detto Davor.
Lyra rimase in silenzio incredula.
" Bene, aggiorniamoci domani per preparare un piano. Non ti preoccupare Lyra riusciremo a risolvere il problema. " aveva concluso Tabstar con toni gentili.
 
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view post Posted on 5/8/2020, 23:31
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Predatore di Coboldi

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L'indomani Lyra e Jakilar si organizzarono per incontrare la precettrice.
Ciò che sapevano di quest'ultima rispecchiava una donna dall'indole truffaldina e, presumibilmente, era lei la donna ritratta a fatica nei disegni permei di paura del bambino; molto furba o con importanti conoscenze se, dopo quello che avevano riferito le reclute del pugno fiammante, la donna non era mai stata neppure processata.
Sarebbe stata Lyra a condurre la conversazione, lui stesso aveva constatato con quanta naturalezza i suoi interlocutori si perdessero nel suo sguardo, ma ciò che premeva al mago fu ben presto ribadito fuori dalla locanda

Ricorda solo che non siamo qui per giudicare l'operato o la fede di quella donna, siamo qui per recuperare un oggetto appartenuto al bambino, se è come l'hanno dipinta, avrà conservato qualche cimelio di valore come "buona uscita"


Lyra si limitò ad annuire ma Jakilar vedeva chiaramente l'odio che la strega provava a fatica a celare ed anche per questo provò a calmarla:



Per giudicarla potrai tornare un altro giorno


Sorrise poi aggiungendo


Arrivati alla locanda de "La Sirenetta Timida", non vi era possibile vederne l'interno, tutte le finestre venivano oscurate da alcune tende viola in modo da garantire riservatezza ai clienti, era pur sempre rinominata come luogo di incontro per affari illeciti
Tra alcune pianti rampicanti cariche ancora di umidità per l'abbondante pioggia, vi era l'ingresso, dal quale fuoriusciva un gran baccano, che sarebbe cessato solo per qualche istante con l'ingresso delle due figure ben incappucciate nei loro mantelli finemente lavorati, per poi riprendere con non curanza.

tav_1

L'illuminazione interna era abbastanza fioca e il mobilio pareva scadente, Lyra si avvicinò al bancone del locale attirando l'attenzione dell'oste, mentre il mago si sedette sullo sgabelo di fianco con le braccia congiunte sul bancone

Cerchiamo dama Hannah Vasjl, sappiamo che alloggia qui


domandò la mezzelfa fissandolo, non prima di aver fatto udire all'oste il rumore di un paio di platini sul bancone


Quest'ultimo si limitò a passare con il panno lercio sul bancone, portando a se i platini e infilandoli con gran fretta nella sorta di grembiule che indossava, tutto ciò mentre con un movimento verso l'alto del capo, provava ad indicare con il mento una donna sulla quarantina seduta un paio di tavoli più dietro.

Possiamo accomodarci?


Esordì la strega in maniera sorridente e cordiale mentre già era in procinto di sedersi al tavolo


La donna trasalì per un istante orima di fissare la coppia ormai gia seduta sugli sgabelli, annuendo.
Non davano per nulla l'idea di essere due guardie, probabilmente avrebbe pensato ad una nuova commissione da proporgli.
Lyra spiegò brevemente che i due erano gli attuali proprietari della Torre a pochi isolati alle spalle della locanda, dove per un lasso di tempo lavorò la donna come precettrice; proprio la Torre che pochi giorni prima era stata protagonista di un violento incendio.

Avete bisogno di un educatrice per vostro figlio?


chiese mentre gli occhi parvero brillargli


Lyra rimase un istante interdetta, per quanto la domanda meritasse una semplice risposta, per lei sembrava avere una valenza particolare
Il mago scosse il capo, gesticolando, rifiutò in maniera cortese e sbrigativa

Forse un domani...


proseguì cercando di non far sentire la donna giudicata


E allora cosa volete da me?


chiese Hannah tornando sulla mezzelfa


Siamo sicuri che lo spirito del figlio di Gary Hawken infesti ad ora la Torre e per esorcizzarla abbiamo bisogno di un oggetto legato al bambino e, vista l'impossibilità di chiederlo alla famiglia, forse voi potete aiutarci


Mentre il sorriso della mezzelfa diventava sempre più nervoso, Jakilar iniziò a slacciare dalla cintola un piccolo borsello, tenendolo tra le mani sul tavolo di legno logoro.
Hannah rimase per qualche istante immobile, confusa in chissà quali ricordi appena affiorati, fino a che non concentrò lo sguardo sul pesante borsello tra le mani del mago; tese in alto il braccio per fare cadere la manica dell'ampia maglia oltre l'avambraccio ed iniziò a spostare alcuni bracciali di vario tipo che usava per adornarsi.
Trattato alla stregua di un ferro vecchio, estrasse un bracciale di platino rovinato, con una piccola cornice priva di contenuto, estratto sicuramente con poca maestria.

Questo me lo regalò il piccolo, gli venne regalato dalla madre, volle regalarmelo poichè rivedeva lo stesso amore in me


Esclamò poì con apparante voce strozzata dal dolore


In questo borsello ci sono all'incirca 30 platini, il costo del metallo e del vostro dolore ampiamente ripagati


Continuò il mago vedendo Lyra nervosa ed avvicinando il borsello alla donna


Quest'ultima prese il borsello e fece scivolare il bracciale verso la coppia che lo raccolse e senza proferire altre parole uscì dalla locanda.
Tornando verso il Cantico dell'Elfa nessuno dei dua aveva voglia di parlarne, la strega continuava a rigirare nervosamente il bracciale tra le mani, strofinando il rialzo dove un tempo poteva esserci inciso qualcosa, il mago lesse nel suo sguardo assorto sentimenti di tristezza e vendetta, l'abbracciò per qualche secondo camminando, il tempo di vederla sorridere
 
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view post Posted on 6/8/2020, 12:18
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Squartatore di Troll

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un solo motivo lo continuava a portare avanti questa storia, l'amicizia con Jakilar e Lyra.
una brutta faccenda, che aveva recato ancora piu danni di quella semplice cosa che era cominciata.
Ora il suo compito era semplice, trovare la tomba del bambino.
sapevano il nome del padre, che si era impiccato subito dopo la morte del figlio, ora non rimaneva che cercare la sua tomba, e probabilmente quella del figlio sarebbe stata li vicino.
Andò di mattina a sole alto, non era mai bello andare in un cimitero al crepuscol.
Li si avvio senza indugio alla casa del manutentore del cimitero della città.
in modo scorbutico, il becchino gli chiese cosa volesse, dimostrando di aver azzeccato in pieno il lavoro che stava svolgendo, un associale, che giusto con i morti poteva stare.
Tabstar gli spiego cosa stesse cercando sempre in modo cortese, e anche passandogli un borsello con dei denari per il disturbo.
Ora il becchino molto piu affabile, lo porto alla libreria, dove tirò fuori una pergamena e la consegno a Tabstar, dicendo di guardare nel foglio, che molto probabilmente quello che cercava era li.
Nel foglio erano elencati i nome e le posizioni della sepoltura di diverse persone, che il becchino spiego, erano quelle meno pregiate.
Tabstar chiese di potersi sedere al tavolo della casetta del responsabile cimiteriale per trovare i nomi tanto attesi, e li trovo i due nomi che cercava, Gary Hawken il padre, e Eldgold Hawken, il figlio.
Con questi due nomi in testa e la posizione di dove fossero nel cimitero ringrazio ancora il becchino, che ora ostentava, dopo la cospicua mazzetta, un modo molto affabile nei confronti del mercante.
Salutato il responsabile cimiteriale, si diresse nella zona che ricordava, e dopo una non breve ricerca, trovo le due bare, incolte una vicino all'altra, praticamente attaccate, ma non erano solo due, erano tre, due portavano il nome dei Hawken, la terza sempre li accanto e nello stesso stato di non curanza, vi era il nome di una donna, Brianna Harren in Hawken, molto probabilemnte la moglie.
Vedendo lo stato delle tombe, decise di perdere un pò di tempo per ripulirle un pò, e poi tornato con le informazioni che aveva, allo scrigno.
Lascio una pergamena con i nomi dei famigliari al mercante di Jak e Lyra, così da poterli informare dei nomi, poi trovato un ragazzino, gli diede una moneta d'oro e gli mostrò le tombe dei tre.
Si raccomando di tenerle pulite, almeno una volta al mese, e lui in cambio gli avrebbe dato ogni volta una moneta d'oro.
Il ragazzo tutto ocntento accettò senza far domande, e fini di pulire le tombe.
Tabstar triste per le faccende avvenute a quelal povera famiglia, non sapeva proprio più che fare per i suoi amici ma lascio scritto nella pergamena di essere disponibile ad altri aiuti.
 
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view post Posted on 17/9/2020, 11:59
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Cacciatore di Gibberling

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***Epilogo***



Lyra sedeva sul suo letto.
Il suo letto nella Torre.
Nuovo, pulito.
Erano passate settimane da quando, finalmente, avevano messo un punto a questa storia, ma solo adesso metabolizzava il tutto.

Guardando le pareti di quella casa rimessa a nuovo dall'amico Rathar, con grande attenzione. Lo stesso Rathar che settimane prima aveva contribuito a liberare la Torre.

Lyra scese giù, i piedi nudi calpestavano le assi di legno nuove che impregnavano la casa di un odore nuovo, piacevole, diverso da quello di cenere e bruciato, misto a morte e disperazione che aveva aleggiato tra quelle mura per tanti mesi.

Più guardava il piano dove si era svolta la scena, più tutto le tornava alla mente.

***due settimane prima*

Le informazioni erano state raccolte, la storia la conoscevano, gli oggetti li avevano. Che cosa mancava allora? Il tempo? Bella scusa.
La strega iniziava a spazientirsi, troppo a lungo era stata lontano dalla sua casa.
Molti le avevano offerto una mano per aiutare a liberare il luogo, amici, conoscenti... Ma le indagini erano in mano al Pugno e doveva fidarsi di loro. Quella sera primaverile, una sera come tante, entrò allo Scrigno, praticamente una terza casa, visto il tempo che passava lì. Seduto al tavolo intento a sistemare alcune cose che aveva trovato c'era Rathar. Dopo essersi salutati, avevano iniziato a parlare della Torre. Essendo stato a lungo via per alcuni affari, il piccolo amico non sapeva se la situazione fosse cambiata in sua assenza.

"Vorrei solo che Killian entrasse da quella porta dicendomi che il rituale è pronto"



Aveva detto la strega poggiando poi la testa sul tavolo tirando un sospiro rassegnato.
Nel momento stesso in cui aveva finito di pronunciare quella parole le porte dello Scrigno si erano aperte. Immediatamente aveva alzato la testa e voltato lo sguardo verso la porta, quasi stupita che potesse essere chi stava cercando.
In tutta la sua possente stazza, col mantello rosso che svolazzava, vide Davor, amico e recluta del Pugno.
Abbozzò un sorriso, contenta di vederlo ma delusa che non fosse qualcun altro.
Il mezzorco salutò i due sedendosi al tavolo con loro.

"Di che parlavate?"

chiese

"Lyra mi raccontava della Torre e di come ancora non sia andati avanti col rituale"


raccontò Rathar

"Io ho il giocattolo del bambino, aspettiamo solo K..."


non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che la porta dello Scrigno si spalancò di nuovo, stavolta con grande stupore di tutti entrò Killian.
Dietro di lui a passo svelto lo seguiva Yoren, l'altra recluta del Pugno Fiammante, che li aveva aiutati la prima volta.

"Buonasera Signori, volevo informarvi che il rituale è pronto, Yoren mi assisterà."


Disse solenne il Soldato e Sacerdote.

"Lyra, hai mai pensato di essere una veggente"


Rathar guarò l'amica tra lo stupito e il divertito.

A raggiungerli per ultimo fu Jakilar, il mago sapeva bene dove trovarla, certo non si aspettava di vedere insieme a lei tutta quella gente, nonostante lo Scrigno fosse spesso affollato la sera. Accanto a lui avvolto nella sua lunga veste nera vi era un uomo che Lyra riconobbe immediatamente. Si trattava del mago Myos Blackrose. La prima volta che egli aveva offerto il suo aiuto, Lyra non era rimasta contenta della cosa, rifiutando l'offerta. Non era facile per la strega fidarsi e forse le voci su di lui avevano affrettato il suo giudizio.
L'aveva rincontrato successivamente a mente più lucida, mettendo da parte le voci e i pregiudizi, sia lei che Jakilar si erano mostrati bendisposti. Anzi la sua esperienza in materia non poteva fare altro che rendere la situazione più facile in caso le cose si fossero messe male.


"Ascoltate"


disse la ragazza, dopo che tutti si erano accomodati e stavano discutendo su come procedere

"Ho un'idea, forse non è molto saggia ma mi sembra la scelta migliore"


aspettò che tutti concentrassero la loro attenzione su di lei e proseguì

"L'ultima volta le cose sono precipitate anche per il modo in cui siamo rivolti alla creatura, mettendole paura e minacciandolo. Ora che conosciamo meglio la storia, ritengo che sia più opportuno, procedere con cautela."


fece una pausa assicurandosi che tutti la stessero ascoltando

"Penso quindi che dovremmo essere io e Jakilar i primi a entrare e cercare, con parole calme, di far manifestare l'allip, senza aggredirlo, cosicché una volta manifestatosi Killian potrà intervenire col rituale e voi eliminarlo."



Ci fu un attimo di silenzio, poi le voci si accavallarono, nessuno di loro era d'accordo con la sua idea. Sostenevano a turno che fosse troppo rischioso, che lei e Jakilar sarebbero dovuti entrare per ultimi. Che bla bla.
Qualcosa dentro di lei si accese, facendola infuriare.


"Fate come credete."

Disse stizzita incamminandosi verso la Torre. Sapeva perfettamente che la sua idea era pericolosa eppure le era sembrata la cosa più sensata. Era lei la proprietaria di casa dopotutto, sentiva che era la cosa giusta. Le loro voci, le loro facce le facevano ribollire il sangue. Non pensava più al pericolo a cui andava incontro e forse era la cosa migliore. A metà strada verso la Torre guardò il cielo, Selune era lì che la proteggeva, lo sapeva. La sentiva. Così sussurrando si rivolse alla Dea, nella lingua madre, chiedendole la benedizione e la fine di quell'incubo.
Arrivati all'edificio lo guardò, annerito, spoglio, triste, con i resti di quei mobili che tanto aveva amato e che con cura aveva scelto. La rabbia passò lasciando spazio nuovamente alla tristezza. Non era solo un edificio.
Aspettò che arrivassero tutti e poi aprì la porta, non le importava più in che ordine entrassero, voleva concludere la faccenda.
Una volta dentro lasciò che Killian e Yoren preparassero il rituale. Si posizionò in un angolo della stanza vicino alla porta, osservando tutto e tutti. Cercava di mantenere il cuore calmo, di non mostrare paura, le braccia conserte come uno scudo, come se potessero difenderla. Il volto stoico mentre dentro la paura tentava di arrivarle al cervello.
Guardava tutti.
Jakilar poco distante da lei, avrebbe voluto afferrargli la mano, ma non voleva sembrare debole.
Rathar davanti a loro con la mano sull'elsa della spada pronta a estrarla, il volto serio, nonostante la sua statura sembrava un gigante.
Davor appoggiato al muro, anche lui guardingo.
Killian e Yoren che disponevano gli oggetti.
Myos poco distante da lei che osservava tutto, sembrava che i suoi occhi si muovessero veloci cercando di captare ogni minimo movimento, ogni minimo rumore. Attento, preciso.

Nonostante tutto ancora non riusciva a credere che ci fossero, la fine dei giochi. Era sicura che qualcosa sarebbe andato storto.
<smettila di essere coì negativa Lyra>, pensò tra se e se
Il rituale iniziò.

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Killian predispose tutti gli oggetti nel pavimento, iniziò a recitare la formula, mentre il resto della stanza taceva. L'unica cosa udibile era il battito accelerato dei cuori, chi per eccitazione chi per paura.

Dopo quelli che sembrarono minuti interminabili, finalmente iniziò a recitare il rituale
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L'aria divenne fredda, Killian continuava solenne a pronunciare la formula che avrebbe dovuto far manifestare lo spirito. Gli occhi di tutti correvano per ogni angolo della stanza, incuriositi, spaventati, avidi.
Ci volle un po' ma alla fine l'allip prese forma, si scagliò contro un punto preciso, si stavano preparando a colpirlo ma qualcosa andò storto e lui sparì.
Si guardarono intorno, confusi, ci erano riusciti? Non poteva essere stato così semplice. Davvero era sparito?
Ma furono tutti pensieri veloci, qualche secondo dopo la stanza divenne nuovamente gelida.
Lyra rimaneva nel suo angolo, le braccia conserte, sperando di essere al sicuro, pregando che non la toccasse come l'ultima volta. Quando a un certo punto si sentì gli occhi di Myos addosso.
Ma non puntavano lei, non stavano guardando lei, guardavano qualcosa che solo lui riusciva a vedere, qualcosa che si contrapponeva tra i due.

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La strega iniziò a sudare freddo, aveva provato a mantenere la calma a dimostrarsi forte, ma sentiva il panico crescere sempre di più. La sua paura irrazionale stava per prendere il sopravvento. Guardava fisso davanti a sè, vedeva Myos concentrato verso la creatura invisibile, cercando di farla manifestare, cercando di salvarle la vita. Guardò Jakilar, lo vide teso, voleva allungare la mano e prendere la sua, ma era come se non riuscisse a muovere nessun muscolo del corpo.
Atti interminabili.
E poi successe, fu talmente veloce che nemmeno si rese conto di come. Ma la creatura si manifestò e in men che non si dica tutti gli erano addosso, Rathar, Davor, Yoren, Killian, Jakilar, Myos. Così quella creatura così come era comparsa, sparì nel nulla, per sempre.
Annientata.
Quella parola risuonava nella testa della ragazza. Annientata.
Non ebbero modo di festeggiare, perchè qualcos altro attirò la loro attenzione.
Un asse del pavimento era sollevata, non era mai stata sollevata, certo l'incendio aveva bruciato tutto, ma era strano.
La ragazza si avvicinò al punto spostando i resti del vaso che vi erano posizionati sopra. Decisero poi di rompere le assi.

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Quello che spuntò fuori sorprese tutti, un passaggio segreto. Vivevano in quella casa da mesi e non avevano mai sospettato ci fosse un passaggio segreto.
Scesero, incuriositi mantenendo una certa cautela.
Sotto vi era una grotta, una bellissima grotta con un ruscello che scorreva sotterraneo. Rimasero meravigliati.
Davanti un altare di pietra sul quale erano posizionati strani oggetti: un libro vecchio e logoro, un'ascia, quello che sembrava un grimorio di pelle verse e un amuleto. Guardarono gli oggetti confusi, ma ciò che li sorprese di più fu la figura che si presentava a loro, a pelo dell'acqua vi era un fantasma.


"Chi sei?"



Chiede Myos

Il fantasma non rispose, continuava a fissarli, sempre che un fantasma possa fissare.

"Chi sei?"


Incalzò Jakilar

Stavolta il fantasma rispose

"Sono Gary Hawken, sono il suo fantasma e quegli oggetti che vedete sul tavolo, sono gli oggetti che hanno portato immensa sfortuna e disgrazia alla mia famiglia. Sono oggetti maledetti, se li toccate verrete colpiti anche voi. Non potete prenderli, non posso..."



"Non preoccuparti, gli oggetti sono al sicuro, non li toccherà nessuno, tuo figlio è libero, puoi andare ora"


Disse Jakilar calmo


"Cosa vuoi? Cosa ti porta qui? Cosa fanno gli oggetti?"


Myos si avvicinò alla figura, mantenendo il contatto visivo, mentre tutti si preparavano a sguainare le spade, lui cercava di capire la figura, di studiarla.

L'esito non fu quello desiderato, la creatura si precipitò su Jakilar, attaccandolo, proprio come sopra tutti si avventarono su di lui. Annientandolo.

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Rimasero in quella grotta, guardinghi, aspettandosi da un momento all'altro che qualcos altro spuntasse dal nulla. Poi Myos annunciò che non c'era più alcuna presenza in quella casa, che qualunque cosa avesse infestato quella casa era andato via per sempre. Con cura esaminarono gli oggetti, ma la stanchezza e la spossatezza era molta. Decisero di prenderli senza toccarli, per poterli esaminare in un'altra sede. Salirono nuovamente le scale della grotta, rispuntando nella Torre. Nonostante fosse ancora incenerita e sporca, l'aria che si respirava era un'aria diversa. Un'aria felice e Lyra, dopo molto tempo, lasciò cadere via tutta la tristezza tutto il dolore e sorrise. Sorrideva sempre, ma quello era un sorriso che coinvolgeva tutti i muscoli del suo corpo. Un sorriso che le rendeva la mente leggera.
Li guardava intenti a discutere degli oggetti ma non le importava. Era grata a tutti loro, li avrebbe abbracciati tutti. Era grata ai membri del Pugno per il loro lavoro, era grata a Rathar per averli aiutati nonostante il pericolo, era grata a Myos per averla salvata dalla pazzia ed era grata a Jakilar per esserle accanto sempre, voleva correre e baciarlo davanti a tutti. Ma preferiva aspettare.
Così si guardo intorno, guarò quell'edificio, guardò casa.
Sorrise.

Edited by I.D - 17/9/2020, 13:27
 
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