Faerûn's Legends

L'ultimo respiro

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view post Posted on 17/9/2020, 00:02
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Niubbo

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Avevo appena terminato di prendere un ordine al negozio che mi diressi verso lo Scrigno per passare una serata tranquilla con il mio amato Rathar.
Quando arrivai però vidi che era in compagnia dei nostri grandi amici Tab, Lyra e Jaki. Tutti e quattro erano già pronti per partire ed io mi sarei unita volentieri a loro, per questo chiesi dove fossero diretti... mi venne risposto con “a morire”... bene mai parole furono così tanto profetiche.
Poco dopo si unì a noi Ricster al quale spiegammo dove saremmo andati e il motivo; Saremmo tornati nel Turmish, in una cripta di un lich da noi sconfitto senza però aver trovato il suo filatterio, il quale avevamo il sospetto che si trovasse in uno scrigno che non eravamo riusciti ad aprire.

Il nostro intento era tornare in quella cripta e sistemare le cose definitivamente.

Il viaggio ovviamente iniziò malissimo grazie alla capacità di Rath di rovinare ogni cosa che tocca, distruggendo la nave mentre stava ormeggiando.

Ormai si era fatto buio, quindi decidemmo di riposare e di dirigerci alla cripta il mattino seguente, con il favore della luce del giorno.

La cripta aveva qualcosa di diverso rispetto alla volta scorsa, ma sicuri che fosse il posto giusto entrammo.
Non vi era nulla di strano che non fosse presente in ogni altra normalissima inquietante cripta, se non fosse che grazie alla curiosità del mio amato hin, scoprimmo una porta segreta.
Entrammo nella stanza e notammo subito un ingresso che portava sottoterra, così da brava e coraggiosa esploratrice, dopo essere stata resa invisibile dal bravissimo mago, scesi di sotto.

Vidi una stanza ancora più inquietante della precedente, con molte panche disposte su due file, come se fosse un tempio, e infondo alla sala vi era una figura riconducibile al lich.

Tornata dagli altri descrissi ogni cosa che avevo visto e ci preparammo per affrontarlo.
Una volta di fronte a lui, iniziò a parlarci.
Devo essere onesta, non ho seguito bene ciò che ci diceva, ero impegnata a stare vigile e pronta in caso di pericolo.
Osservavo con molta attenzione le pareti, vidi qualcosa muoversi e poi sparire nel nulla.
Poi il suono di una campana.

Fu tutto molto confusionario ma eravamo sotto attacco.
Iniziai a scoccare le frecce verso i nemici, ma poi non so come mi sono ritrovata in una stanza.
Sola.
Vi erano solo tanti, troppi mostri che non appena mi videro mi attaccarono senza sosta.

Cercai di difendermi il più possibile.

Non potevo lasciarmi andare, sapevo cosa sarebbe successo, ne ero cosciente, ma non lo accettavo, avrei combattuto fino alla fine. Avrei combattuto fino all'ultimo, dovevo farlo, lo dovevo a loro: a Jaki che mi ha sempre aiutato, a Lyra l'amica che ho sempre desiderato con la quale passavo quasi tutti i giorni, a Tab l'amico più caro e sincero che ho, colui che ci è sempre stato per me... ma soprattutto a Rath, l'amore della mia vita.
Loro mi davano la forza per non mollare.
Ma i mostri davanti a me erano troppi e troppo vicini.

Potevano toccarmi.

All'improvviso rimasi bloccata. Pochi istanti.
Iniziai a sentirli, a sentire i loro denti che mi strappavano la carne dalle ossa.

Un dolore atroce.
E poi....

Poi il nulla.
 
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view post Posted on 17/9/2020, 23:03
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Niubbo

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Quando riaprii gli occhi mi trovavo su un comodo letto, al mio fianco i sacerdoti che si prendevano cura del mio corpo.
Mi dissero che erano passati giorni da quando il mezzelfo Tabstar e il mago Jakilar mi avevano portata lì sperando di rivedermi di nuovo.
Continuarono affermando che non passò un solo giorno senza che Tabstar non venisse al tempio, sperando di ricevere buone notizie.

Non appena le mie gambe furono in grado di reggermi scesi nella sala principale del tempio..
lui era lì.
Era lì ad aspettarmi, era lì colmo di speranza.

Mi gettai tra le sue braccia in lacrime.

Mi aveva salvata, lui e gli altri mi avevano salvata.

Ero viva.

Arrivò anche Jaki e felice di vedermi suggerì di andare allo Scrigno e di aspettare lì il ritorno di Rath, Lyra e Ricster.

Poche ore dopo arrivarono e fu un momento che rimarrà impresso nella mia mente per sempre.

Lyra in ginocchio in lacrime

Rath che corse da me, mi strinse forte a lui.
Un abbraccio che durò un istante ma per me il tempo sembrava essersi fermato.
Un istante che durò anni.

Ero al sicuro, tra le sue braccia al sicuro.

Ero al sicuro, in mezzo a coloro che mi avevano dato la forza di non arrendermi, a coloro che avevano fatto di tutto pur di rivedere un mio sorriso.
Non ci fu felicità più grande di quel momento.

Ma la gioia terminò presto.

Quella stessa sera, tra le mura di casa

nel mio letto

il silenzio era assordante.
L'aria soffocante.

Provai a chiudere gli occhi, ma gli incubi mi assalirono.

Li vedevo, li vedevo di nuovo davanti a me.
Provavo nuovamente e incessantemente la sensazione della fine prima del suo arrivo.

Nella mia testa risuonavano le mie grida di dolore.

Riaprii gli occhi in preda al panico, al terrore. Le mani attorno al mio collo come se stessi soffocando. La sensazione di ansia e paura piano piano prendevano possesso del mio corpo e della mia mente.

Passai notti insonni, le occhiaie presero libero possesso del mio viso. Lo sguardo perso nel vuoto e la mente piena di orribili pensieri.

“sono viva” mi ripetevo

Ma può chiamarsi vita questa?
Ogni piccolo rumore mi aumenta il battito
Le più semplici domande mi chiudono lo stomaco.
Sento il respiro che manca e l'ansia che avanza
Se non vi sono quei mostri nella mia testa vedo il diavolo da cui ero fuggita ma al quale stupidamente rivelai il mio nome o quella cosa terrificante che era stata lasciata al mio negozio.

Ma ancora peggio alle volte immagino il mostro nel quale mi sarei potuta trasformare, il mostro che avrebbe potuto ferire coloro che amo.

Mi sento persa, fragile, pronta a rompermi.
Vorrei solo che tutto questo finisse.
Nonno Puco diceva sempre di non piangere quando siamo giù...
ma c'è una lacrima ogni volta che sbatto le palpebre.
Ma dopo tutto quello che è successo e quello che sento, comunque continuerò a lottare come feci in quella stanza, lo farò per ritrovare me stessa e non deludere chi mi ha salvata. Lotterò fino a che non tornerò a vedere ciò che mi circonda con gli stessi occhi di prima.
 
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