Faerûn's Legends

La vergine di ferro, gocce di Isobel

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view post Posted on 15/9/2020, 22:08
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Niubbo

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*Quei libri erano strani, erano davvero strani eppure non riusciva a farne a meno, da quanto aveva imparato a leggere?
Presto,indubbiamente molto presto, e questo aveva destato una vaga preoccupazione in suo padre, oltre un amaro sentimento di orgoglio che avrebbe preferito riservare ai figli maschi. Ma le cose non vanno sempre come si vorrebbe e dopotutto Arthur non poteva certo lamentarsi dei suoi figli, di sicuro,però, non avrebbe potuto immaginare che la più piccola dei tre avesse l’abitudine di intrufolarsi nel suo studio per leggere ciò che era ancora troppo piccola per comprendere. Nessuno aveva il permesso di entrare lì, e questa volontà era rispettata all’interno del piccolo maniero ancor più di altre regole, o almeno così era sempre stato fin quando uno scricciolo di appena otto anni ed una folta cascata di riccioli color mogano non decise che le regole sono fatte per essere infrante..
... specialmente quelle che impediscono di leggere libri.
Fuori era una bellissima giornata, dama Elize era da sua sorella per assisterla nella nascita del suo secondogenito.
Willem e Gyldan si stavano addestrando in cortile ed Isobel era rannicchiata dietro il pesante tendaggio dello studio, perché entrando di soppiatto non si era resa conto della presenza di suo padre, fin quando non sentì dei versi insoliti.
Come un fulmine trovò dimora momentanea fra lo spigolo di una pesante libreria ed il tendaggio, e cercò persino di non respirare e per un po’ ci riuscì, certo non era la cosa più semplice del mondo ma poteva tentare, con le mani spostò un lembo della tenda cercando di capire come mai suo padre si lamentasse tanto, e chi stesse cercando di uccidere visto che c’era anche un’altra voce…
..una pelle alabastrina e lunghi capelli neri ondeggiavano scomposti celando in parte le nudità di un corpo di donna sinuoso e saldamente aggrappato alla scrivania di castagno,
dietro di lei un corpo maschile la teneva per i fianchi e…
Per un istante Isobel si sentì gelare il sangue, non tanto perché riconobbe il volto di Arthur,suo padre, dietro una donna che le era stata presentata come lady Cordelia De Mornay e che di tanto in tanto faceva visita al maniero…ma quanto perché per un istante le era sembrato che gli occhi color ghiaccio di lei si fossero fermati a fissarla, nonostante i capelli sul viso,nonostante il ritmo selvaggio la scotesse,nonostante la tenda dietro la quale era nascosta Isobel..eppure le era sembrato che la stesse guardando..
....e che per un istante le avesse addirittura sorriso….
……………………….

Il sorriso di Cordelia era indimenticabile, malizioso, intrigante, dannatamente pericoloso, erano trascorsi mesi dacchè l’aveva accolta in casa dopo la fuga dal maniero del padre, Isobel non era ancora riuscita a comprendere cosa l’avesse mossa a tanta generosità nel lasciarla rimanere, dopotutto aveva chiesto quasi implorando rifugio solo per una notte.
Ed erano diventate due,poi tre….poi aveva perso il conto.
Non era riuscita a comprenderlo fin quando non fu Cordelia stessa a svelarlo, una sera dopo una festa,una fra le tante, ma quella sera sembrava particolarmente soddisfatta e forse anche un po’ alterata, Isobel aveva imparato a riconoscere gli odori di certe sostanze che Cordelia usava bruciare durante certe feste,assieme ad incensi e legni odorosi, e che avevano la capacità di rendere le atmosfere più leggere e..cordiali per usare un eufemismo, quello che poi accadeva non le era dato sapere, il suo compito era accompagnare gli ospiti e restare ad intrattenerli soltanto fino a cena conclusa, dopodichè era bene si ritirasse nella sua stanza.
Aveva da poco finito il suo bagno serale, stava ripiegando il suo abito quando sentì due mani leggere insinuarsi fra le pieghe della sua camicia da notte e cingerle la vita, si irrigidì e non ebbe il coraggio di voltarsi.
Chiunque fosse entrato in camera l’aveva fatto senza il minimo rumore,si era avvicinato a lei così tanto da arrivare a toccarla,senza il minimo rumore, “chiunque tu sia…” sussurrò la ragazza “ …sei stato così abile da meritare il mio rispetto, ma se non ti vedo in volto non corro il rischio di restare delusa…”
Alle sue spalle sentì scorrere una mano,che dalla schiena risaliva per giungere a scostare la folta massa di riccioli e scoprirle il collo sottile, due labbra sensuali lo sfiorarono per avvicinarsi al suo orecchio “ ..chiunque tu sia…” sussurrò di rimando Cordelia, alle sue spalle “ …sei stata così saggia da non rivelare il segreto,quella notte…e per questo meriti il mio rispetto,la mia accoglienza..e soprattutto meriti che io ora ti mostri chi sei veramente,e quali limiti puoi arrivare a varcare…

…………………

Era rimasta impressionata dalle Mura di Zenthil Keep, dai volti di chi incontrava lungo le sue strade, di quella città ne aveva solamente sentito parlare ma nessuna descrizione era mai stata sufficiente a rendere l’idea.
Erano passati pochissimi giorni da quando era giunta nella città accompagnata da colui che poi aveva scoperto essere il rettore dell’Accademia Cupa, eppure la sensazione che provava era ogni giorno più forte, più densa, più invasiva.
Le sembrava quasi di essere precipitata indietro di anni, solo che qui era peggio, era molto peggio…non c’era una sola Cordelia, ma mille Cordelie probabilmente,ad ogni angolo…era come venir chiusi dentro una vergine di ferro, dove devi restare immobile e cercare di trattenere persino il respiro, se non vuoi essere trafitto dalle sue lame,al buio.
Si sentiva sotto esame, ogni passo,ogni parola, ogni gesto, potevano essere quelli sbagliati, nonostante a ben guardare sembravano tutti estremamente gentili…

………………………………………………

*Se sopravvivi per anni rinchiuso in una gabbia con una tigre, l’insegnamento più importante che hai ricevuto è comprendere quando essa ti osserva nell’attesa di sbranarti…*





Edited by -Silaiwe- - 16/9/2020, 00:32
 
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