Faerûn's Legends

Ricordi di carta

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view post Posted on 9/1/2021, 17:56
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Niubbo

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Ricordi di carta

Il diletto di leggere vecchie lettere, è convenire che non occorre rispondere.
Monica



Carrozza-Monica





<< La notte era calata da qualche ora e la pioggia non accennava a smettere.

La coltre di nubi dense che oscurava la Luna non prometteva nulla di buono.

A meridione di Saerloon c'era una carrozza chiusa ai piedi della quale, un uomo ben vestito, sembrava attendere.

Il carovaniere accolse la fanciulla non appena questa ebbe ad annunciarsi con un inchino.

" Lady Nevermore, dico bene? " Chinò il capo per poterla guardare dall'alto.

Monica sorrise con il viso bagnato dalla pioggia.

" Spero non avervi fatto attendere troppo sir Medlock "

La mantellina gocciolava così come anche la lunga veste che indossava, ma Monica non prestò troppa attenzione ai suoi indumenti zuppi d'acqua, e prese posto.

Si sedette sul cantuccio imbottito nell'angolo del vano, con il viso voltato verso il finestrino.

Il vetro era madido, e si velò al suo respiro.

Era sola.

Le lanterne assicurate nella parte anteriore della carrozza, illuminavano di un fioco bagliore il sentiero davanti, di tanto in tanto sbattute qua e là, a causa di qualche dosso che rendeva il terreno scosceso.

Monica riuscì a scorgere solo fugaci frammenti di ciò che le passava accanto.

Stringeva fra le mani una busta pergamenata chiusa, al cui interno vi era una lettera priva di un destinatario...



Edited by Monica~ - 9/1/2021, 23:09
 
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view post Posted on 9/1/2021, 18:32
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Niubbo

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Lettera senza nome
Fine autunno 1381



Allorchè si salutarono, nell'addio c'era il benvenuto



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* Emerge dai tratti della calligrafia un chiaro stato emotivo alterato *





" Madre,
I morti sanno di essere morti?
Qui, nella nostra dimora, non resta che il tuo corpo.
Ma quell'involucro di rughe e carne, non sei tu.
Non sei quelle membra rigide che il nonno sta sollevando, mentre ti veste del tuo abito più elegante.
Nè quei piedi bianchi che sembrano non volerne sapere di indossare i calzini, sono i tuoi.
Ti ho toccata per un attimo.
Ho voluto darti un bacio di addio sulla fronte.
Sei freddissima.
Ho sfregato le mie labbra con rabbia, perchè non voglio che sia questo il ricordo che mi resta di te.
Tu non sei "questa".
Te n'eri andata da un pò come tra qualche ora, questo corpo, che mi è sconosciuto, andrà nel luogo convenuto.
Al nostro cimitero.
Se non avessi saputo che, fino a ieri, tu vivevi in esso, supporrei che il tuo corpo, è solo un sacco vuoto.
Una bambola di stoffa come quella che mi regalasti e alla quale tagliai i fili mentre la facevo ballare.
La vidi cadere a terra come un peso morto, come un ammasso di cotone e tela.
Chi ha reciso i fili del tuo corpo?
Nel tuo caso, mi attanaglia un forte dubbio.
Non credo ti abbia liberato, vero?
Il solo pensiero mi fa arrabbiare, per quanto sono consapevole che se avessi potuto chiedermi di spezzarli io stessa, lo avresti fatto.
Eri prigioniera di un corpo che non ti obbediva più.
Una catena che ti costringeva a un mondo che ti era diventato estraneo.
All'inizio, ebbi ragione di credere che la mia presenza ti desse sollievo da quel disagio, dando un senso all'arrivo della malattia.
Tuttavia alla fine, nemmeno io ero capace di compensare tanta sofferenza.
E poi...
Non eri più te stessa.
Nell'ultimo periodo eri divenuta una sconosciuta che imparavo a conoscere di volta in volta.
Ogni giorno era diverso dall'altro.
A volte, invece, ti riconoscevo sebbene non ci credi.
Ti ho vista guardarmi afflitta dal dolore.
Mi facevi rabbia.
Avrei voluto dirti che non volevo la tua compassione, che avevo scelto di restare con te, perchè lo volevo.
Avrei potuto andarmene quando mi dicesti di dovermene andare.
Quando ancora potevi dirmelo.
In un certo senso, probabilmente tutto questo, mi ha preparata a sopportare il momento giunto oggi.
Perchè fosse più facile per me separarmi da te, affinchè questo addio fosse meno doloroso.
Hai lasciato me e il nonno nel cuore della notte, gridando.
Te ne sei accorta, madre?
Te ne sei andata lasciandomi con molte cose dentro di me, cose che volevo dirti,
ma che tu non potevi sentire.
E' questo il motivo per cui ti scrivo.
Per liberarle e fare in modo che vengano con te.
Erano per te.
Prendile.
Lo sai che è peggio del silenzio?
Volevo piangere ma il tuo dolore ha soffocato il mio.
Non potevo piangere, perchè tu soffrivi di più.
Ho ingoiato le mie lacrime e...
Lo sai che cosa è accaduto?
Il mio cuore è annegato nel dolore.
La mia vita ebbe la parvenza di essere già scritta,
decisa, ma nelle ultime decadi ci sono state molte svolte inaspettate.



* Una macchia di inchiostro sostituisce un'improvvisa pausa dalla scrittura *



Il nonno mi ha detto che è il momento, sono arrivati.
Vengono a prendere il tuo corpo.
Mi resta poco tempo per salutarlo.
Questa sera, vedrò solo una cassa.
Monica. "



Le lacrime con le quali aveva iniziato a scrivere, si era asciugate.
Avvertì una strana calma mentre posò la stilo sullo scrittoio e assicurò la lettera in custodia alla sua busta.



Edited by Monica~ - 9/1/2021, 23:12
 
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view post Posted on 9/1/2021, 23:03
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Niubbo

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Miglia da percorrere



Il buon viandante non pianifica il suo viaggio e il suo obiettivo non è arrivare



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...Sapeva di aver attraversato un villaggio in cui aveva riconosciuto l'insegna di una locanda e le finestre illuminate di sporadiche case, prima di addentrarsi in un viale costeggiato da filari di cipressi.

Le ore trascorrevano, ed il buio divenne incontrastato.

Nel tentativo di vedere qualcosa al di là del finestrino, la ragazza schiacciò il viso sul vetro gelido alla sua destra, proprio mentre la carrozza diede uno scossone.

Gli equini interruppero il galoppo d'improvviso, ed il mezzo si fermò bruscamente.

Monica andò a sbattere contro il vetro e, strattonata in avanti a causa della frenata.

Istintivamente strofinò il braccio sul vetro del finestrino, per eliminare la condensa che lo aveva appannato, e cercò di capire cosa stesse accadendo.

" Ehi! Tutto bene la fuori sir Medlock? "
Domandò ad alta voce per potersi far sentire dall'interno, ma senza preoccuparsi più di tanto.

" Sìsì Lady Nevermore! Tutto bene, ha solo attraversato un cervo, ed è stato così inaspettato, che non ho potuto avvertirvi della frenata. Vi siete fatta male? " Chiese con apprensione alla giovane.

" Per nulla signore. E' tutto passato ora. Quando credete possiamo riprendere il nostro viaggio "
Rispose, tornando composta sulla panca imbottita, con lo sguardo su un cespuglio stormito probabilmente, dal rapido passaggio del mammifero.

Sotto la collera di Talos, il viaggio le parve interminabile.

La stanchezza iniziava a farsi sentire e nel dormiveglia, le tornò alla memoria un ricordo.

E con esso si addormentò per risvegliarsi al chiarore dell'indomani.

La carrozza effettuò diverse soste, per permettere ad entrambi di potersi sgranchire e, rigenerarsi con bevande dissetanti e cibo.

La pioggia era diventata la loro compagnia di viaggio, sebbene il suo impeto, fosse diminuito.

Fu così che le giornate terminavano senza che Monica se ne potesse rendere conto, poichè da giorni il cielo era carico di dense nuvole grigie, e sgombro del suo Sole.

Calò così un'altra notte.

La flora intorno era mutata, si intravedevano a malapena delle piante basse e qualche cespuglio, e si levò uno strano e selvaggio vento, che pareva l'ululato di un lupo.

In un fremito impulsivo spalancò la porticina del vano.

Davanti a lei si estendeva la campagna sormontata dal nastro nero della notte, ed il gran vento le sferzò indietro i lunghissimi capelli.

Realizzò solo allora, che quel che aveva udito, era solo il vento.

Monica richiuse la porta senza che il cocchiere se ne accorgesse e fortunatamente, restando incolume.

Neanche lei si accorse del sospiro che emise subito dopo essersi riaccomodata.

Sembrava delusa e la stanchezza, cullò la ragazza in un nuovo sonno.

Aveva smesso di piovere, ma il vento continuava a soffiare fra i cespugli, e fischiare fra i rami in fiore del castagneto.

" Baldur's Gate è prossima signorina. Resistete ancora un po! " Si premurò l'uomo che avrebbe potuto avere su per giù, l'età di suo padre.

Ma non vi fu risposta da parte della giovane addormentata, sebbene presto sarebbe stata sottratta dalla beatitudine, e risvegliata da una mano che le scuoteva delicatamente la spalla sinistra.

Monica riemerse ancora assonnata, scostò il capo dal finestrino cui era appoggiata, e riaprendo gli occhi, mise a fuoco la sagoma dell'uomo che le sorrideva paziente.

Sorrise ricambiando e si stiracchiò le braccia prima di sortire dalla carrozza.

Scese due gradini, e poggiò i piedi al suolo.

Pagò il cocchiere con due monete d'oro, lo ringraziò, e i due si salutarono.

Sollevando il cappuccio, si avvolse nella mantellina oramai asciutta, per proteggersi dal freddo.

Avrebbe atteso l'indomani per raggiungere coloro che aveva appreso essere i suoi fratelli. >>



Edited by Monica~ - 19/1/2021, 00:10
 
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