Faerûn's Legends

Sulle orme degli avi

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view post Posted on 4/5/2021, 17:19
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Predatore di Coboldi

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Ches 1391 - Waterdeep, tunnel fognari


L’elfo abbassò lo sguardo sulla profonda ferita che gli rigava il busto all’altezza del pettorale destro. Alzò una parte del labbro superiore in una smorfia di dolore mista ad irritazione “Dovrò trovare qualcuno che faccia un lavoro non meno che eccellente con questa”. Camthil odiava l’idea del suo torso deturpato, o meglio, odiava l’idea della deturpazione e basta.

Tornò ad appoggiare la guancia al muro sforzandosi di ignorare il viscidume che lo ricopriva. Se qualcuno avesse potuto osservare la scena da lontano avrebbe visto un elfo appiattito ad un angolo di un muro che deviava a novanta gradi procedendo nelle profondità del reticolo fognario. Forse, però, prima avrebbe individuato l’imponente sagoma informe che bloccava il passaggio con i movimenti vigili di chi sta studiando la situazione. E se quel qualcuno avesse avuto anche buoni occhi avrebbe notato in quella creatura tratti di rettile, o addirittura, quasi di drago.



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“Gileril è da qualche parte là dietro” Camthil considerò il da farsi. Aveva perso di vista il compagno nella caotica ritirata dopo un breve assaggio delle capacità della creatura. Portò lo sguardo alla cintura “l’ultima pergamena di Ritirata Rapida” socchiuse gli occhi scacciando via la paura di morire in quel posto “Non lo lascerò qui... userò l’incantesimo come diversivo. Spero solo che riesca a cogliere l’occasione”.

Camthil si sporse per dare un ultimo sguardo al di là del muro per rinnovare il quadro della situazione, ma i suoi occhi si incrociarono immediatamente con quelli di un’altra creatura. L’elfo sobbalzò, ma prima che potesse farsi sfuggire qualsiasi suono una mano viscida gli premette sulle labbra. Fu il subconscio a rassicurarlo percependo il gesto come leggero e gentile. Finalmente gli occhi iniziarono a decifrare quello che era il volto di Gileril.

«Dopo te lo spiego» disse l’elfo anticipando l’espressione stupita del compagno.

I due tornarono silenziosamente verso l’uscita. Quando la sensazione di pericolo scomparve Camthil si rivolse verso Gileril pronto ad un’esplosione di enfasi pensando al gesto appena compiuto, certo non prima di aver manifestato il proprio disappunto per quella mano che aveva insozzato le sue splendide labbra. Qualcosa però lo bloccò.

Gil era a miglia di distanza profondamente assorto nei suoi pensieri.


 
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view post Posted on 12/5/2021, 12:48
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Ches 1391 -Waterdeep, locanda dell’Eccellente Maelstrom


Camthil stava fissando senza interesse i petali di rosa che galleggiavano nella sua vasca. I suoi pensieri erano tormentati. Il rientro era stato silenzioso e generalmente il silenzio era uno strano compagno per Camthil.

Conosceva Gil giusto il tempo che due uomini si sarebbero definiti conoscenti, ma che a due elfi bastava per potersi definire fratelli. Gil era un elfo posato, sicuro, sempre pronto ad una parola di conforto o a donare il sorriso con una delle sue battute altrettanto posate ed improbabili. Nulla lo avrebbe mai impensierito, neanche nelle situazioni più difficili, nulla... Allora cos’era quello sguardo?
Beh presto lo avrebbe scoperto, uscì dalla vasca e si preparò con calma. Qualsiasi cosa fosse, Camthil aveva deciso che non era più importante della sua consueta preparazione dopo un bagno profumato.

Circa un’ora dopo Camthil fece la sua comparsa sulle scale che scendevano al pian terreno. Gil era seduto ad un tavolo, l’espressione ancora accigliata.

«Sai? Pensavo a due cose che sono successe la sotto» disse Gil mentre l’altro elfo si stava sedendo. «Primo… sono riuscito a sfuggire ai sensi di un draco!». Camthil sentì il peso sparire e sprofondò sulla sedia socchiudendo gli occhi. Il solito Gil era tornato. «Secondo...» riprese l’elfo «Trovarci li fianco a fianco coprendoci le spalle l’un l’altro… Mi ha fatto riassaporare una sensazione che avevo dimenticato da tempo: il senso di appartenenza.» fece una breve pausa. «Ho viaggiato molto, ultimamente senza una meta precisa. Credo sia giunto il momento di affrontare un nuovo viaggio, ma stavolta non da solo… se tu vorrai...» Gil alzò gli occhi in uno sguardo pieno di premonizioni. Camthil aveva già un sorriso pieno di carica dipinto nel volto «Ricalcheremo le orme dei nostri avi fino ad Elventree? Oh e già che ci siamo potremmo cercare cimeli perduti della nostra civiltà lungo il tragitto!» come suo solito non aveva neanche lasciato finire di esporre l’idea del compagno, ma Gil annuì sorridente. Camthil balzò in piedi «Avete sentito?? Si parte!!!» voltandosi verso la locandiera ed alle sue due amiche che da tempo lo avevano preso sotto la propria ala protettiva.

Dopo un dovuto brindisi Gil disse «Vieni ti mostro una cosa». I due camminarono a lungo fin fuori le mura e proprio quando Camthil si era deciso a chiedere spiegazioni un piccolo veliero elfico fece capolino su una baia che sembrava dimenticata. Gil lo indicò sorridente. Mentre Camthil era concentrato a cogliere tutti i particolari celati, tipici di una fattura della sua stirpe, Gil si accovacciò al suo fianco. Il nome arrivò alle orecchie leggero e soave come se fosse stato sussurrato dal vento.

«Lei è Elentaari»




Edited by Camthil - 12/5/2021, 15:39
 
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view post Posted on 26/8/2021, 16:10
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Tarsakh 1391


Camthil stava camminando a passo svelto in una strada in terra battuta fuori le mura di Waterdeep. «Stai facendo una passeggiata?» chiese una voce al suo fianco «Beh non esattamente mi sto dirigendo al...» iniziò a replicare Camthil nella maniera più naturale del mondo, ma subito si interruppe. Era lontano da casa e qui, a Waterdeep, non aveva amici. Si voltò di scatto mettendo a fuoco l’individuo che gli si era avvicinato. Con sua grande sorpresa un elfo della luna lo stava guardando con un sorriso quieto, pigramente appoggiato alla sella del proprio cavallo. Non che dal suo arrivo da Evermeet non avesse visto altri Teu-Tel’Quessir, ma tutti erano intenti nelle loro faccende e nessuno gli aveva mai prestato attenzione. La cosa in qualche modo lo metteva a disagio. Ad ogni modo decise di benedire questo incontro con un innocuo scherzetto. «Sono diretto nel posto dove sono solito allenarmi. Che ne dici di una sfida di benvenuto?» disse sorridente «Perché no?» rispose l’altro con calma. Camthil esultò nel suo animo “poverino non può sapere che l’altro ieri ho sconfitto una banda di sei hobgoblin tutto da solo”.

Arrivarono presto al luogo designato: una siepe ben tenuta faceva da recinto ad un prato. «Spada?» chiese Camthil, «In realtà il mio forte è l’arco, ma va bene» rispose l’altro elfo. “Ci sarà da divertirsi, dovrò stare attento a non fargli male” pregustò già il volto del fratello elfo pieno di ammirazione dopo una sconfitta repentina. I due si posizionarono l’uno di fronte all’altro e dopo un rigoroso saluto lo scontro ebbe inizio. L’avversario gli fu addosso in un istante, ma Camthil parò i primi tre colpi egregiamente. Dovevano essere una sorta di riscaldamento perché quelli che ne seguirono furono tre lampi e l’elfo venne colpito con l’elsa della spada al costato, poi un colpo di piatto al ginocchio, e mentre stava per perdere l’equilibrio il terzo era diretto al viso. Camthil riuscì a sfuggire rotolando disperatamente in avanti rialzandosi in un baleno. Il suo avversario era ad una decina di metri ancora composto e visibilmente rilassato. “Vediamo come te la cavi con questo” Camthil caricò tentando una finta mentre estraeva il pugnale con la mano secondaria intento in un doppio attacco incrociato. L’avversario attese fino all’ultimo poi piroettò di lato allontanandosi dalla minaccia del pugnale e colpì alle scapole con l’elsa della spada. Camthil cadde rovinosamente a terra sconfitto. “Ti odio con tutto me stesso!” la rovinosa figuraccia bruciava, ma presto il cuore dell’elfo si riempì di carica ed ammirazione verso l’altro guerriero. Si mise seduto a gambe incrociate, l’altro era ancora in piedi mostrando il sorriso compiaciuto di chi aveva capito «e dovresti vedermi con l’arco! Comunque io sono Gileril Mirluin».

L’immagine di Gil si dissolse in una coltre bianca mentre l’odore di salsedine e il fruscio delle onde riprendevano ad inebriare i sensi dell’elfo riportandolo al presente. Gil incontrò il suo volto e con un sorriso calmo disse «Siamo arrivati». Camthil corse sul parapetto del veliero pieno d’entusiasmo. Un’enorme splendida foresta costeggiava la riva, ma quello che colpiva l’occhio era un albero maestoso, antico, che svettava sopra gli altri. Un ritratto fantastico, ma qualcosa non tornava… «Non la immaginavo così Baldur’s Gate…» sottolineò Camthil con tono deluso. Gileril scoppiò a ridere «Non siamo a Baldur’s Gate! Ci stabiliremo un po’ più a nord, ma non aver timore avremo modo di visitare la città».

Il veliero dolcemente approdò sulla riva e, dopo aver dato disposizioni all’equipaggio, i due elfi si inoltrarono nella foresta. Dopo qualche ora il loro cammino venne interrotto da una lieta sorpresa: alcuni rami si chinarono come a fare una riverenza e subito dopo si attorcigliarono in maniera fluida formando un messaggio; un messaggio in lingua elfica…

“Alla Vecchia Quercia”


 
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2 replies since 4/5/2021, 17:19   107 views
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