Faerûn's Legends

Dal diario di Samuel Carter

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Camthil
view post Posted on 22/3/2023, 16:45 by: Camthil
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Predatore di Coboldi

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Non immaginavo così il Tethyr… ampie e selvagge foreste ci accolgono facendoci assaporare la libertà della natura, ma anche smarrimento… “Come faremo a trovare la statua?”

Harus non c’è, ma al suo posto ha lasciato a guidarci il druido Alexander in cui ripongo in egual modo fiducia. Anche il druido Pitor è al nostro fianco e anche lui, benchè lo conosca da poco, inizia a darmi un senso di familiarità e sicurezza.

Avanziamo senza problemi, ma il timore di aver trascinato l’intero gruppo in una caccia al vento rende comunque il percorso sgradevole. Gli altri non sembrano preoccuparsene e probabilmente è grazie alla loro determinazione che ad un tratto sentiamo Alexander gridare «Eccola!». “Dunque il diario non mentiva”.

Seguiamo le indicazioni del diario, ma come mi aspettavo sotto la statua non troviamo nulla di più che terra. Come altrettanto speravo, uno di noi vede quello che i passati avventurieri non erano riusciti a vedere, è Dama Serinde «Stiamo cercando a terra, ma l’aquila sta spiccando il volo ed i suoi occhi puntano in quella direzione».

L’aquila ci conduce in una valle ancestrale che ospita segni del passaggio dei nostri cugini Sy’Tel-Quessir: le rovine di un piccolo avamposto. Vorrei rimanere più a lungo, ma non voglio approfittare del tempo dei druidi e, come suggerisce Gileril, questo avamposto doveva proteggere una struttura più grande. “Tornerò”.

Ci inoltriamo sempre più avanti, ma veniamo scoperti da un gruppo di umani “Selvaggi, non poteva essere altrimenti”. «La bestia è nostra!» ci ringhiano contro. A nulla valgono le spiegazioni di Serinde. I cacciatori hanno poca pazienza e decidono di porre fine alla loro vita attaccandoci freneticamente. Uno di loro poco prima di morire ulula qualcosa al vento. “Ora la caccia ha due prede” penso fra me.

Mai vista una caccia così imponente, la valle abbraccia un costone roccioso stringendosi e curvando quasi a 180° per poi riaprirsi in una valle sottostante. Affrontiamo quello che potrebbe essere l’esercito di un piccolo forte, ma sono disorganizzati e iracondi mentre noi danziamo aggraziati fra i loro corpi, eccetto i druidi: ferali in un modo quasi primordiale.

Ben presto torna quiete nella vallata e ci rendiamo conto che la luna ha preso il suo posto nel cielo coccolata da nuvole scure. I raggi argentei illuminano la valle svelando quello per cui siamo venuti. Il mio cuore si stringe e l’emozione vorrebbe prendere la forma di lacrime, ma riesco a trattenermi. I resti di un tempio quasi intatto, il Cacciatore Notturno ci osserva attraverso occhi inespressivi “incredibile come la statua sia sopravvissuta al tempo”.

Le nubi si chiudono e per un attimo è buio. I nostri sensi percepiscono un muoversi di fronde. Occhi rossi e zanne enormi ci fanno capire che un’altra caccia è cominciata. La bestia sembra essere uscita dalle viscere della terra o dal remoto incubo del più baldo dei cavalieri.

Attacchiamo all’unisono. Mentre corro all’assalto immagino di essere nel passato: un gruppo di Sy’Tel-Quessir che proteggono la loro casa. La nostra coordinazione non permette alla bestia di concentrarsi su nessuno di noi e dopo qualche minuto di feroci balzi, parate e incalzate la creatura dell’incubo giace al suolo immobile.

Come uscendo intimorita da un riparo la luna fa capolino dalle nubi illuminando una stupenda distesa fiorita. L'aria ora è pervasa dall'aroma delle Tuberose Lunari, che nella notte, sbocciano il loro fiore argenteo. L'aroma ricorda un profumo prezioso, degno di una nobile signora, o del più eroico dei padri.

Distesa di fiori sotto la luna


 
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