Faerûn's Legends

Ombre dalla foresta.

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Hextar
view post Posted on 5/7/2007, 15:59




Il messaggio che gli fù consegnato era chiaro. Il tocco gelido del suo fardello lo spinse fino alle terre di Heliogabalus.
Terre nemiche, per lui e per la sua gente, terre che sebbene fosserò cosi vicino a Zhentil ne apparivano così diverse, terre di paladini che combattevano il tetro vociare dei salmi di Bane, con sommesse preghiere per gli infermi, secondo il verbo del dio piangente.
Ma d'altronde lui era un cavaliere e quella era la sua cerca, aveva avvertito il sapore ostile della città di Re Dragonsbane, ma in cuor suo la coscienza di essere là per uno scopo lo convinse a non chinare il capo e proseguire per quelle vie.
Si gettò nella mischia dunque, il vociare concitato della folla lo avvolgeva, e in mezzo a tutti quegli uomini ebbe la strana e rilassante sensazione di poter scomparire per pochi, ma necessari, istanti.
Osservava genti di ogni dove attendere la prossima prova, scongiuri e maledizioni intrecciarsi e dirigersi verso il campione del momento, e in questa mischia furibonda si scoprì trascinato dalle emozioni, assieme alla folla col fiato sospeso osservò sibilare la freccia scoccata da Anthonius di Zhentil.
Superò tutti e cinque gli anelli per finire conficcata sul palo.
Dopo aver costretto il respiro a tornare normale si intimò un deciso "mai più", o almeno non in quel momento.
Si voltò ancora intorno, squadrava con occhi gelidi tutte le persone che gli si paravano di fronte, si sentiva fuoriluogo, come un guerriero, armato di tutto punto, che combattendo una grande battaglia molto distante da là si fosse trovato teletrasportato in quella folla, e adesso avanzava nella mischia come se stesse ancora cercando il suo odiato avversario per ingaggiarlo.
Qualche sguardò si posò su di lui, forse per via del suo comportamento, della sua fama o del ciondolo sacro che ricadeva sopra le vesti.
Il voto di portare con se l'effige del Nero Tiranno era ancora vivo, e come si aspettava quando le prime prove furono giunte al termine fu riconosciuto per questo da un giovane hin.
Non impiego troppo tempo per apprendere che il giovane non aveva il dovuto timore di quell'effige, forse a lui persino sconosciuta.
Avrebbe volentieri rimediato a questa mancanza, insegnandogli a temere quel simbolo quanto i suoi portatori, ma quello non era luogo per prenderlo in disparte e parlargli di massacri e battaglie.
Oltretutto quell'incontro lo aveva portato lontano dalla sua cerca, di fronte a lui si paravano paladini e figli della triade, e sebbene fosse si in cerca di uomini, non avrebbe mai cercato legame con coloro che vedeva gia schierati per l'ennesima volta contro di lui in un futuro abbastanza prossimo.

Molti uomini si allontanarono, quando si ridiresse nella zona delle sfide restavano là poche anime, ma forse tra quelle riuscì a trovarne una degna.
Sembrava in corso un litigio per una dama di bella presenza e di dubbi costumi, una barda proveniente da terre lontane.
Una donna davvero affascinante, ma che si dimostrò fin troppo amichevole, forse in buona fede, forse per sfuggire ai due uomini che ne avrebbero volentieri attentato all'integrità morale.
Ma per la stessa ragione per cui da alcuni anni dormiva abbracciato a una spada nella sua mente divenne vivida l'immagine del suo corpo trafitto da un pugnale nell'inerme letto di un amante sconosciuto.
Non era una fine che gli si addiceva, tantomeno come cavaliere poteva sviare dalla sua cerca.
Tuttavia l'incontro con la barda fù fortuito, poichè lo portò di fronte all'anima che stava cercando, e dopo essersi congedato dalla dama decise di dedicarsi a lui.
Oscillava sulla fune, sospeso sul vuoto e sicuro di se.
Jaques Martense il suo nome, forse un pirata, forse un folle, ma sicuramente un uomo scaltro, capace di oscillare nella fune sospesa sopra gli abissi di quella tetra vicenda avvenuta due secoli prima.
Lo legò a se con una catena di platino tintinnante, Alaric oltre ad essere l'araldo era anche custode di un segreto, e non rivelò nulla a quell'uomo, ma gli indicò la strada che lo avrebbe portato a Waterdeep con un primo compito, in attesa di successive direttive.
Era il primo frutto della sua cerca, ma indubbiamente doveva muoversi per trovarne altri, forse la splendente sarebbe stato un primo palcoscenico per questi uomini, o forse ne avrebbe mandato qualcuno in altre città.
In ogni caso, sarebbe stato necessario per quel funambolo essere riconoscibile da altre anime, consegnò lui una frase, un sussurro solenne che lo avrebbe accompagnato come una insegna riconoscibile.

"Clatus attende."

L'uomo prese in custodia il sussurro e partì.
Ora il cavaliere doveva tornare alla sua cerca.
 
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view post Posted on 5/7/2007, 16:28

Decapitatore di Mind flayer

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Alcuni giorni prima...

Una nebbia densa stava radunandosi, pregnando l'aria.

"Ciao pedina"

Erano le grottesche parole uscite dalla celata di quella nera armatura, dall'essere che risultava essere Clatus, ai tempi detto "il Valente", come se fosse stato formato dalla nebbia radunatasi poco prima.

"E così sarebbe questo il famoso non-morto di cui si parlava?" Disse Alyssa Elmwood, ad Anthonius. Si erano inoltrati da qualche giorno nella Prateria.

Anthonius annuì lentamente, sussurrando: "Fa attenzione"

"Oh... ma chi abbiamo qui? Una nuova pedina...? No... è la traditrice!"

Dal suo cavallo, Alyssa rispose:

"Traditrice? Attento a come parli, non-morto!"

E così dicendo, impugnò il suo simbolo sacro.

"Certo... chissà come sarà la tua espressione, quando l'araldo ti trafiggerà con una spada!"

"L'araldo? Che vai dicendo, non-morto? Parli di pedine ed araldi, dici frasi senza senso; tu sei pazzo!"

Clatus vibrò la sua falce nera, facendo tremare l'aria. La punta si conficcò nel terreno, dal quale sorsero figure incorporee, che si lanciarono all'attacco.

"Attaccateli!"

Senza scomporsi, Alyssa alzò il simbolo sacro, ed appellandosi ai poteri che Bane le concedeva, urlò:

"Ribellatevi!"

Gli spettri si fermarono.

"E così sei anche più potente di quanto pensassi... bene... allora ci sarà da divertirsi!

E così dicendo, Clatus sparì, avvolto nella nebbia. Così com'era apparso.
 
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Grieverem
view post Posted on 9/7/2007, 13:45




Igor li raggiunse alla locanda, erano Lord Zeross, Malfurion, Nei e un tizio che non conosceva intorno al tavolo. Li salutò e si sedette anch'egli, per unirsi alla discussione iniziata prima del suo arrivo. Mentre si parlava, si presentò alla soglia della locanda Darkivaron, il quale fu presto invitato a sedere con loro. Zeross tirò fuori delle mappe, poggiandole sul tavolo, e Igor riconobbe l'ubicazione di una delle località ivi segnate, indicandola agli altri col dito.

Furono però interrotti dall'arrivo di un certo Ian, una giovane guardia di Zhentil, il quale fece rapporto a Darkivaron dicendo di essere stato assalito da circa 5 Uthgardth, lungo la strada a nord di Zhentil che conduce ai Grandi Ghiacciai. Quei barbari l'hanno attaccato di sorpresa, immobilizzandolo e strappandogli di dosso il mantello con le insegne delle Nera Città, e poi sono scappati dopo aver tolto la sella dal suo cavallo. Ovviamente il Maestro d'Armi s'alterò venendo a conoscenza dei fatti, e decise di intercettare subito quei barbari per riprendere quel che è di Zhentil. Igor e Zeross offrirono il loro aiuto, in nome dell'alleanza tra il Thay e gli Zhentilar. Pertanto tutti i presenti alla locanda si riunirono all'ingresso della città, apprestandosi a partire, ma il fato volle che incontrassero anche Anthonius, Aiwaz e il capo delle guardie, Imoden. Dopo aver spiegato rapidamente i fatti ai tre, il gruppo, ormai numeroso, e provvisto degli incanti di Zeross e Igor, si diresse verso la Via Nera, il luogo ove con maggiori probabilità avrebbero potuto incontrare i 5 Uthgardth.

Percorsero al galoppo tutta la Via, incontrando solamente un misero mercante, il quale affermava di non aver visto passare nessun barbaro... Giunsero all'altra estremità della Via, ma non proseguirono, in quanto sarebbero entrati in territorio nemico, e avrebbero rischiato di venire sopraffatti dai barbari del luogo. Tornarono dunque all'altro capo della Via Nera, ove si fermarono per riflettere sulle prossime mosse, e proprio lì furono sorpresi dall'improvvisa materializzazione di Ser Clatus.

Igor sapeva ben poco su quell'individuo, Zeross gli aveva dato poche informazioni, quanto bastavano per ordinargli di andare alla ricerca di informazioni alla biblioteca di Candlekeep, e proprio per questo non capì quasi niente di quello che la figura oscura avvolta dalla nebbia stesse dicendo... pedine, araldi, giochi, seguire l'araldo e non contraddirlo, o perire...
A un certo punto, cominciarono a spuntare dal nulla degli spettri, ed ebbe un combattimento alquanto breve. Igor si fiondò sulle figure incorporee, insieme agli altri, abbattendole una dopo l'altra, Darkivaron invece caricò direttamente Ser Clatus, cadendo privo di sensi dal proprio cavallo. Anthonius gli intimò di allontanarsi dal corpo di Darkivaron, e lasciarlo curare, ma egli, palesemente compiaciuto dello scontro con gli spettri, si rifiutò. I due ingaggiarono un combattimento, allontanandosi, e dando la possibilità agli altri di soccorrere Darkivaron. Igor corse dietro i due, nel tentativo di dare una mano ad Anthonius, ma tutto fu vano... quei pochi fendenti che riuscì a sferzare contro Clatus passarono attraverso il suo corpo come se fosse stato fatto di sola aria... eppure la sua lama, come quella di Anthonius, era stata incantata appositamente per danneggiare anche gli esseri incorporei...

Alla fine lo scontro si concluse con Zeross, Igor ed Anthonius intrappolati da spesse radici spuntate fuori dal terreno, e Clatus che guardava divertito. Allora Zeross diede sfogo alla sua abile dialettica, accusando Ser Clatus di essere incoerente, e puntando su quelli che parevano essere dei punti deboli nelle azioni e nelle parole del "Valente"
Clatus affermava che chiunque si fosse opposto all'Araldo, sarebbe stato punito, eppure gli uomini lì presenti non erano andati contro nessun Araldo, non sapendo del resto chi o cosa fosse... Lo scontro verbale tra i due durò parecchio, ma i toni erano sempre gli stessi, come gli argomenti trattati...tutto ebbe fine quando Ser Clatus svanì del tutto, lasciando soli gli uomini di Zhentil e i Thayan.

Curati i feriti, il gruppo tornò alle porte della Nera Città, ove si soffermarono Igor, Darkivaron e Imoden. Al sacerdote non andava a genio il fatto che ci potessero essere delle spie per conto di Clatus, come egli stesso aveva affermato, ma Darkivaron gli disse che era meglio non saltare a conclusioni affrettate... la preoccupazione maggiore, per i tre uomini, consisteva nell'apparente invulnerabilità dello spirito, alché Igor sviluppò una teoria, e la espose ai presenti.
"E, se quella che vediamo, non sia altro che un'immagine della sua vera essenza? Questo spiegherebbe il fatto che persino le nostre lame incantate non lo possono colpire... So di maghi molto potenti che usano magie simili..."
"Una sorta di illusione, insomma..." Rispose Imoden
"Esattamente."
"Ma come fa a colpirci, se quella è solo un'immagine?" Ribatte il capo delle guardie
"Può essere che egli attacchi da un'altra parte, facendoci credere che i colpi arrivino dall'immagine... oppure ancora, la sua falce può essere vera, materiale e tagliente, ed egli la controlla con la magia o con qualche altra diavoleria..."
"Questo sarebbe un fatto grave... perché se fosse vero, allora egli potrebbe ucciderci tutti pur restando lontano da noi..." Interloquì preoccupato Darkivaron
"Ma in fondo anche questa è solo una supposizione... non abbiamo niente di certo.. ancora.."

Gli uomini si divisero, e Igor si diresse alla locanda, ove restò un pò a bere e a parlare delle precedenti apparizioni di Ser Clatus insieme a Nei e Imoden, per poi scendere alle stanze e andare a riposare.
 
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Haytram
view post Posted on 13/7/2007, 11:39




Mentre un oscuro personaggio offriva la sua parte del ''rapporto proficuo'' a Zhentil Keep affermando di poterla aiutare, nuove complicazioni sorgevano nella vicenda.
Alaric si era allontanato dalla Nera Città, Nei era l'ultima persona con cui egli aveva parlato e per bocca dell'elfa alcuni messaggi erano stati annunciati ai fedeli dell'Oscuro, forse gli ultimi avvertimenti di Alaric Ganondorf per come tutti lo conoscevano.
''Combattete Clatus e anche me, qualora sia necessario. L'Eletto è in pericolo.''
 
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view post Posted on 13/7/2007, 11:54

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Tutto era contorto, ogni cosa si contraddiceva. I pezzi del mosaico c'erano, ma erano tutti sparpagliati in un ordine caotico.
Mancava il filo conduttore.
Alcuni frammenti erano stati colti, però.

Inoltre, Alaric in passato aveva detto di voler uccidere Fzoul Chembryl, l'Eletto di Bane. I tre giunsero alla conclusione che potesse aver stretto un patto con Clatus, il quale voleva vendicarsi della sua non-morte contro il clero Banita, cercando il riposo eterno.

"Se rivedremo Alaric, potrebbe non essere più lo stesso. Alla fine, potrebbe comunque essere lui l'Araldo. E' probabile che sia controllato da Clatus."

Le parole di Darkivaron sembravano le più probabili.

Anthonius avrebbe dovuto avvertire Alyssa.

"E... mettiamo il caso che non lo sappia già... bisognerà parlare con Fzoul, misurando bene le parole, ovvio... magari lui riesce a capirne, o sa già, qualcosa in più."
 
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view post Posted on 13/7/2007, 12:54
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Lauro dormiva profondamente e serenamente, senza sogni angosciosi che lo turbassero.
Sognava di uno strano elfo bambino che si avventava contro una nube nera con un spada di legno, lui colpiva, colpiva ridendo, ma la nube non si rompeva, ma al bambino piaceva lo stesso, anche la nube era allegra.
Poi il bambino divenne un sacerdote, uno strano sacerdote senza una mano, prendeva uno strano pezzo di stoffa, tutto disegnato con una vela e la stendeva sopra la nube.
Il bambino che era anche il sacerdote monco, si indispettì per la fine del gioco, ma fu contento perché il gioco della coperta era bello quasi quanto agitare la sua arma e se ne andò correndo cercando altre cose da colpire con la sua spada di legno...
 
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Darkivaron
view post Posted on 13/7/2007, 16:11




Gli eventi si succedevano rapidi e sembravano sfuggire ad ogni controllo.
La sgradevole sensazione di trovarsi in loro balìa si faceva largo nel cuore di tutti, nessuno escluso.
[................]

"Salute, Clatus detto il Valente" furono le parole che il Maestro D'armi rivolse con decisione e cortesia al Cavaliere Spettrale, armi in pugno...
Le parole che un guerriero rivolge ad un nemico per dimostrargli che il suo potere è rispettato ma non temuto.
"Si...il Valente mi chiamavano...cosa che nessuno di voi finora ha ancora dimostrato di essere!" rispose Clatus con fin troppa altezzosità per qualcuno che vagava sospeso a metà tra il mondo dei vivi e quello dei morti.
Seguirono le farneticazioni circa Traditori, Pedine, Spie e Araldi che tutti ben conoscevano...e poi...Clatus evocò i suo scagnozzi, spettri minori...poi, la lotta.
Destino passò attraverso lo spettro senza recargli il minimo danno...la coraggiosa e determinata carica di Darkivaron contro Clatus, terminò con la sconfitta e l'umilazione dello Zhentilar, il quale se non fosse stato per l'eroismo di Anthonius Thanton, sarebbe stato forse ucciso dalla nera falce del nemico..
Ma alla fine, fu chiaro che se avesse voluto...quel giorno sarebbero morti tutti.


[........................]

Da quel giorno in cui il suo orgoglio era stato così pesantemente ferito, Darkivaron Salas aveva avuto modo di riflettere molto.
Aveva avuto modo di riflettere alla luce della discussione che lui e altri avevano avuto con Alaric a casa di Anthonius....una discussione in cui l'ex-Governatore di Zhentil Keep non aveva voluto, o più probabilmente potuto, fare affermazioni, ma soltanto rispondere alle loro domande con altre domande, cercando di guidarli verso la giusta soluzione...ma specificando che quando ci fossero arrivati, avrebbe solo potuto gioire in silenzio, senza farglielo sapere.
Ormai era ovvio, che qualcosa lo soggiogava, e quel qualcosa derivava in qualche maniera da Clatus.
"Ragionate Bene Darkivaron...Voi siete vicino alla Soluzione" disse più volte quella sera, mentre Darkivaron spremeva le meningi cercando di fare ipotesi per spiegare la faccenda...sebbene man a mano che procedevano si sentisse sempre più confuso di prima.

E dopo le ultime parole di Alaric prima del suo abbandono della città "per il suo stesso bene"...circa combattere Clatus e persino lui se necessario, perchè Zhentil..e l'Eletto stesso erano in pericolo...gettavano una luce ancor più lugubre su tutta la vicenda.
Alcuni tasselli iniziavano a combaciare.
E il mosaico al quale davano origine non era per nulla gradevole.


Alaric. La sua mano cercava qualcosa nel vuoto...qualcosa dietro il suo mantello. Con nervosismo. Come se fosse combattuto, teneva la sua mano in quella bizzarra posizione, mentre continuava a parlare. E poi la fuga.
Per Darkivaron...anche se forse si sbagliava, e lo sperava...era come trovarsi davanti ad uno specchio.
Tempo prima, era stata la sua mano a muoversi in cerca di un oggetto...un oggetto che ne aveva soggiogato la volontà...e quasi distrutto la vita...una spada maledetta al quale Alyssa aveva dato il nome di Discordia.
Clatus....in qualche modo aveva saputo assicurarsi il "silenzio" e la "fedeltà" di Alaric...dandogli qualcosa, forse un oggetto..oppure un mero sortilegio, che a poco a poco gli stava strappando la sua identità.
Se questo era vero...quanto di ciò che Alaric aveva detto a loro fino ad allora era frutto della sua mente, e quanto gli era stato messo in bocca da quello spettro blasfemo?

Quanto sperava di essere in errore.
Avrebbe dovuto strappare il mantello ad Alaric, quel giorno, per vedere cosa nascondeva...ma invece non lo aveva fatto, deviando volontariamente l'attenzione di altri che avevano notato le stranezze su altre cose: rifacendosi alla sua esperienza personale, aveva temuto che usare le maniere forti avrebbe portato Alaric ad azioni sconsiderate, ponendo fine alla sua vita, e impedendo loro di ottenere le già poche informazioni che avevano...
Se si trattava di un oggetto maledetto, Alaric avrebbe fatto qualsiasi cosa epr evitare gli venisse strappato, e tentare di farlo avrebbe solo aumentato la stretta del sortilegio attorno alla sua mente, facendolo cadere più rapidamente nel baratro, come era già accaduto a lui tempo prima.
E ora Alaric se ne era andato.

[......]

Parole, pronunciate da Alaric, e da Clatus, vorticavano nella sua mente.

"Voglio chiarire una cosa. Io non trafiggerò Lady Alyssa Elmwood..."


"Spero di vedere la tua faccia, quando l'Araldo ti trafiggerà, sacerdotessa!!"


" Sarebbe l'ultima cosa che farei...."

Forse, Alaric era l'Araldo. O forse l'Araldo non era per forza una persona.
Forse, Alaric intendeva dire che Lady Alyssa sarebbe stata trafitta da qualcuno che pur avendo le sembianze di Alaric Ganondorf ma non ne avrà più lo spirito...

"Ha davvero importanza chi è l'Araldo?"


Forse no. Forse conta solo fermarlo, chiunque sia.

" Se seguirete vivrete...tutti hanno una seconda possibilità....solo i Traditori non ne avranno...."

I Traditori...Alyssa era per lui una Traditrice. E forse dopotutto lo è veramente nei confronti di Alaric, se è vero che vuole fargli quella cosa alla sua morte..Profanare la sua memoria.
E Clatus legge nelle menti e il nostro passato come un libro aperto, stando alle parole di Lord Ganondorf.
QUale la verità, e quale la menzogna?
Tu odi Bane, Clatus il Valente, tu lo bestemmi...tu odi i suoi sacerdoti perchè sono traditori ai tuoi occhi...perchè ti hanno condannato alla Non Vita. Per questo anche l'Eletto è da te minacciato. Questa è la verità? O è falsita creata dalla mia mente ingannata?
Oppure tu hai tradito qualcuno, e questa è la tua ricompensa?


"Se mai dovessi tornare a camminare sulla terra come non morto...vi chiedo un favore. Distruggetemi. Non permettete che la mia memoria venga profanata."

"Cosa accomuna i vivi ai non-morti Darkivaron?"

Dirò un banalità Signore, ma che nessuno dei due è Morto.

"E questo dipende dalla loro volontà?"

Sono accomunati dal fatto che entrambi per morire davvero...devono essere, Distrutti?

"Ragionate Bene Darkivaron..."


Questo vuole Clatus da noi..per questo ci manda contro gli spettri testando ogni volta le nostre capacità nel batterli? Una parte di lui in realtà vorrebbe la...distruzione?Ci sta preparando ad affrontare lui stesso?
E la sua vendetta e il suo odio verso Bane?

"Ci sono due strade..seguire l'Araldo , oppure no...ma sappiate che quale che sia la strada che prenderete, il risultato sarà lo stesso. Cambieranno solo gli eventi che porteranno ad esso..."

Edited by Darkivaron - 13/7/2007, 17:51
 
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Hextar
view post Posted on 13/7/2007, 19:47




E infine fu l'araldo a trovarsi in scacco.
Spalle all'albero si opponeva alla lama nera con tutto se stesso.
Spalle all'albero cercava di trafiggersi la gola, l'unico ostacolo una lama d'adamantio.
La maledizione iniziava ad abbattersi su di lui, avrebbe voluto portare Zhentil Keep ad essere grande e degna. Espandere le nere mura, serrarle sui reami come fossero l'incarnazione della stessa mano di Bane.
Ma quello non era il compito dell'araldo, egli doveva uccidere l'eletto, portare le fiamme nella nera città e vederne rinascere dalle macerie un nuovo impero.

Nei assisteva impotente, terrorizzata mentre delle prime gocce di sangue uscivano dalla gola dell'ex governatore, ormai paonazzo per lo sforzo.
Clatus osservava quasi divertito la scena, egli gia lo sapeva, troppe volte aveva scrutato nella mente di Alaric, formulò la domanda con lo stesso tono con il quale avrebbe formulato un anatema.

"Zhentil Keep vale una vita? sei forse disposto a morire per lei?"

Mai aveva sentito così vicina quella domanda, spesso aveva immaginato la risposta, detta solennemente di fronte a un manipolo di paladini, prima di caricarli a spada tratta.
Spesso si era immaginato calmo e deciso, nel momento della sua morte, ma la calma era gia stata corrotta dal troppo odio che gli avvelenava il sangue.
La risposta fu decisa e solenne, ma rabbiosa e gonfia di odio, pronunciava le parole come fossero fendenti di spadone.
Clatus fece ritrarre la nera lama, ammirando e schernendo il coraggio dimostrato, prima di sparire ancora una volta nell'oblio eterno della memoria.
La sua volontà era stata decisa, un volere che andava a cozzare contro ogni ideale di Alaric.

Decise di scuotere Nei dal suo terrore, il guerriero sarebbe dovuto partire da Zhentil, abbandonarla, ma doveva sincerarsi di un ultima cosa.
Alla dama elfica ora spettava il compito dell'alfiere bianco, messeggero senza il dono della parola, maledetta dallo stesso messaggio che portava.
Le parole dell'elfa, per quanto fossero timorose gli dimostrarono per l'ennesima volta che davvero valeva la pena morire per Zhentil.
Spronò il cavallo, diretto verso il buio della foresta, avrebbe portato le fiamme lontano dalla sua città, sarebbe stato pronto a riapparire solo per difenderla.
Araldo di quella scacchiera, si sentiva solo come un pedone nero deciso a marciare solo su caselle bianche.
Galoppando nella foresta trovò conforto solo per un istante, prima ancora del sorgere del sole, si rese conto che nel bene o nel male l'araldo aveva preso la sua decisione, pronto a seguirla fino alla fine.
Non sapeva se la storia dell'ex governatore sarebbe finita con una lama nera conficcata nel cuore, ma sapeva di sentirsi forte della sua volontà di Zenth, e questo pareva abbastanza per rasserenare il viaggio.
 
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Seyka
view post Posted on 13/7/2007, 20:47




Non si sarebbe mai immischiata in una faccenda così pericolosa e tetra.
Ma era legata, e in lei c'erano tutti i sentimenti che provavano le altre pedine come Alaric o Salas, solo l'angoscia le si fece viva come in nessun altro.
Non si sentiva direttamente chiamata in causa dalla faccenda, quando questa era ancora agli inizi, ma ora che la sua strada non pareva lasciar scelte, l'insicurezza per l'avvenire e il dolore per la perdita della propria libertà d'azione la portavano a pregare più spesso la sua Dea.
La visione di alaric che, con la sua lama, tratteneva a stento l'altra nella seconda mano, le incuteva terrore e le mostrava cosa accadrebbe se uscisse dalla sua strada, se facesse ciò che una pedina maledetta non può fare. Le mostrava la morte.
Eppure l'araldo era ancora in piedi, e mai in quegli istanti rinnegò la sua fede per la città nera. Nei si chiedeva cosa avrebbe fatto al suo posto, ma il terrore era tale da sopraffare qualsiasi istinto di pensiero o di voce.


Il messaggio lo aveva portato, mostrandosi ignara delle motivazioni.
I ragionamenti, le supposizioni e i discorsi degli altri Zhent a riguardo le creavano solo altro sconforto. Si allontanò senza mostrare tutta quell'esasperazione che la riempiva.
Non aveva scelte, se non la morte.
 
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Kurgas
view post Posted on 23/7/2007, 23:38




Kurgas stava tornando nella grande foresta quando una figura gli apparve.....
Un guerriero dall'armatura nera, un nemico pensò lo gnomo, forse era il caso di ucciderlo, ma poi questi gli si presentò come un alleato.
L'odio, si quell'odio che Kurgas provava per la città nera era qualcosa che quel guerriero poteva capire, voleva distruggere quella città e Kurgas sarebbe stato un ottimo alleato; gli disse di cercarcare due persone, quando Kurgas capì chi era una delle due fece alcune proteste, il guerriero dall'armatura nero lo rassicurò, giustizia sarebbe stata fatta, tutti quelli che per Kurgas dovevano pagare alla fine sarebbero morti......
Un pensiero prendeva la mente dello gnomo, questo guerriero disponeva di un esercito, per distruggere quella città non sarebbero morti suoi fratelli e un duro colpo a malar sarebbe stato inferto, perchè non accettare di aiutarlo, era l'occasione giusta per eliminare un nemico che ultimamente si era spinto sempre più vicino al suo territorio....
 
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Fiamma DR
view post Posted on 24/7/2007, 00:26




Wallace
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IL fabbro si coricò sul proprio letto esausto. Non stanco come gli altri giorni, quando il tempo scorreva lentamente tra una picconata in miniera e un colpo di martello sul metallo caldo. In quel caso la stanchezza era dovuta alla molta strada che aveva dovuto percorrere, a una probabile morte scampata grazie alle intuizioni di Velkar. Eppure anche se il fiato era ancora pesante, i muscoli delle gambe indolenziti non riusciva a dormire.
Pensò, pensò a lungo, sarebbe servito molto materiale, ferro soprattutto, ma probabilmente anche la richiesta di argento sarebbe cresciuta e si sà, se la domanda aumenta anche i prezzi aumentano di conseguenza...e questo non poteva che dipingergli un sorriso sul volto.
Eppure dietro quel sorriso si celava un certo timore, se la guerra fosse entrata a Zenthilkeep, lui non ne sarebbe potuto uscire.
 
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Kurgas
view post Posted on 25/7/2007, 14:07




Kurgas incontrò Alaric nella grande foresta, l'ex governatore della città nera aveva tradito anche Clatus, tutto insomma tornava alla normalità ma il guerriero che voleva distruggere Zenthill non sembrava spaventato, anzi, nella grande foresta ci fu un po di tafferuglio che si sposto sulla via nera, Clatus disse a Kurgas di non preoccuparsi e di tornare al suo villaggio, se ne sarebbe occupato lui, e un giorno avrebbero distrutto insieme quell'odiata città.
Alaric sosteneva che Clatus stava imbrogliando Kurgas: parlava di non morti, gli antichi nemici dell'albero fantasma, erano l'esercito a cui Clatus voleva affidare la distruzione della città, ma Kurgas non poteva credere in Alaric l'aveva già fatto ed era stato tradito.
Due figure inoltre si unirono nel trambusto che Clatus identificò come due spie, uno era un nano che Kurgas conosceva e che quindi non poteva essere una spia e anche se Clatus gli disse di ucciderlo lo gnomo non ubbidì, l'altro invece scappò alla vista dello gnomo, forse una spia c'era davvero....
Bhe A Kurgas non importava, non aveva nulla da tenere segreto.
 
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Darkivaron
view post Posted on 26/7/2007, 01:36




"Hai il coraggio di seguirmi e di sentire la verità, puoi sopportarne il peso? Sei Pronto?" Le parole del Valente risuonavano nella valletta nascosta, e si insinuavano nella mente del Maestro D'armi, avvolgendola come un serpente avrebbe fatto con la sua preda.
Oppure la stavano solo aprendo?

"Uno Zhentilar è sempre Pronto"rispose stoicamente l'uomo, aspettandosi morte e tradimento da un momento all'altro. Aveva rischiato a seguirlo da solo, ma doveva, se voleva saperne qualcosa di più.
Ma la morte non arrivò.
Arrivò qualcosa di peggio: parole.
"Erano queste le parole che mi aspettavo da te Figlio di Zhentil"
[.....................]

"Ora sai la verità, puoi liberarti ...La verità che non troverai su nessun libro"
"So la tua verità" disse una voce provata che esprimeva confusione.
" Perchè dubiti delle mie parole? Sai che se avessi voluto la tua morte, se fossi stato veramente tuo nemico, nulla avrebbe potuto fermarmi?"
"A volte insinuare il dubbio nella mente di un soldato può fare più danni che ucciderlo" replicò Darkivaron con parole amare.
"Vero"


[........................]

Era solo, appoggiato ad un albero. Parlare con il Comandante degli Eserciti di Zhentil Keep, aveva scosso tutte le sue sicurezze.
Parole come fiducia, fedeltà, onore, avevano per lui un significato preciso, un significato forte.
Nulla era più importante del suo Dio, e del suo dovere. Non il potere, non le ambizioni.
Ma era così per tutti?
A chi doveva credere? Ai vivi o ai morti?


"Ragionate bene, Darkivaron" diceva il guerriero che stimava più di chiunque altro al mondo.
" Ragiona con la tua Testa..." diceva lo spettro.

Almeno su qualcosa erano d'accordo. Ma la sua testa, stava scoppiando.
Molte insinuazioni del discorso del Morto combaciavano con alcuni suoi sospetti. Eppure...altre no.
Le parole, sentite negli ultimi giorni, lo tormentavano. Non riusciva quasi neanche più a ricordare chi le aveva pronunciate...

"Attento a chi da gli ordini...."
"Vi ha VENDUTI!!"
no, non può essere...non può...non voglio...
"Non ti fidare...."
"Posso liberarlo?"
"Deve morire"
"Volevo mettervi alla prova, dovevo capire..."
"A causa della tua stupidità, ora è condannato!!" "il patto è infranto!!"
Perchè queste parole? che senso avevano, considerato tutto quello venuto dopo?
"Qualsiasi cosa accada, fidatevi di me, senza fare domande"
"avete le vie sbarrate"
"Un'ossessione....che corrompe"
"cosa ha voluto costui in cambio di quello?"
"ha voluto solo...e non sappiamo perchè"
"A volte le pacche sulle spalle nascondono Pugnali nel Mare della Luna"
"Posso fidarmi solo di due cose, la mia Spada, e il mio Dio"
"C'è una cosa che a Zhentil non ho trovato e ho trovato nei Corvi: la fiducia.."

"Clatus legge nella vostra mente, e nel vostro passato"
"Ho l'araldo e ho la spia!"


Bane...Aiutami tu.
 
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Kurgas
view post Posted on 26/7/2007, 12:13




Un non-morto??? Kurgas non ci poteva credere, eppure era come aveva detto Alaric era stato giocato.... Martin ne era sicuro, lui era un sacerdote di Kelemvor e diceva di essere pratico in queste cose, era senza dubbio un non-morto!!!

Tutto era nato dal fatto che Martin voleva parlare a Kurgas per organizzarsi sull'attacco, quando tra un discorso e un altro incominciò a parlare di una persona che aveva sentito qualcosa di assolutamente assurdo alle orecchie di Kurgas, cioè che i non morti alla baronia erano opera di Clatus.
Con l'andare avanti del discorso, pur Martin non volendo, venne fuori il nome di un certo Icaro che aveva sentito dire a Clatus dalla sua bocca parole di colpevolezza su quei fatti...
Clatus non aveva detto niente di tutto ciò, ma Kurgas voleva delle risposte così lo chiamò.
Bastarono pochi attimi e il sacerdote di Kelemovor si rese conto di aver a che fare con un non-morto, Clatus cerchò di ucciderlo ma trovando le obbiezioni di Kurgas insistenti lo risparmiò e andò via...

Martin guardò lo gnomo e gli disse cosa aveva capito.... Kurgas aveva ragione, non era stato Clatus ad attaccare la baronia, perchè Clatus non era un necromante... era a sua volta un non-morto.

Kurgas non riusciva a credere a quelle parole.... L'allenaza si era appena spezzata!!
 
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Darkivaron
view post Posted on 29/7/2007, 14:58




Il dubbio lo aveva perseguitato per giorni.
Diventava sempre più taciturno e cupo, sentendosi come avvolto nella tela di un ragno.
Avrebbe dovuto fare rapporto a Velkar e Imoden della sua discussione con Clatus...ma anche il solo riferire quelle parole, avrebbe potuto generare lo stesso dubbio, le stesse insicurezze che nutriva lui, con conseguenze devastanti.
Doveva parlarne con qualcuno, prima...qualcuno di cui potesse..."Fidarsi".
La parola fiducia suonava strana e amara in quella situazione.
Ma alla fine trovò la persona adatta...una delle persone che nella Nera Città erano più simili a lui.
Uno che sapeva avrebbe preferito morire tra atroci tormenti, piuttosto che anche solo pensare di tradire Bane e il suo Eletto.
Lo fece giurare che non avrebbe detto nulla a nessun altro, prendendo come testimone del suo giuramento Bane stesso...e poi, si confidò.
Confidò le parole di Clatus il Valente.

[..................]

Finalmente era libero da quel gioco di menzogne. O per lo meno, da quelle che ora lui non poteva fare a meno di considerare tali.
Clatus, leggendogli nella mente, leggendo le paure del suo animo, aveva tentato di rivoltarlo contro gli unici che forse potevano sconfiggerlo.
Ma aveva fatto dei passi falsi...e ora, discutendone con un altro Banita, un vero Banita, che non avesse la mente annebbiata come lui, vedeva chiaro.

Bestemmiare Bane per mettere qualcuno alla prova...No, nessun Banita, morto o vivo, lo avrebbe fatto, per nessun motivo.
Dire a una sacerdotessa di Bane, riconoscibile come tale con facilità, di essere una traditrice, attaccarla, adducendo come scusa di dover "individuare i veri traditori"...no, non era credibile. Il solo vedere il simbolo della Mano nera avrebbe dovuto farlo desistere. O per lo meno avrebbe fatto desistere un Banita.
E le parole circa Alaric...circa il patto di mantenere il silenzio, non avevano alcun senso seguendo quanto diceva. C'erano vuoti, dubbi.
Clatus aveva mentito cercando di aizzarlo contro l'unico uomo che forse, secondo le sue stesse parole, forse le uniche parole che avevano qualcosa di vero, "conosceva il modo per distruggerlo".

Si sarebbe punito più tardi per aver osato dubitare, anche per un secondo, di Alaric Ganondorf. Si sentiva sporco, indegno. Ma ora non aveva tempo per i sensi di colpa.
Doveva trovarlo, e vederci chiaro. E farla pagare a quell'essere per aver tentato di ingannarlo...
 
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94 replies since 12/6/2007, 19:36   2844 views
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