Faerûn's Legends

Ombre dalla foresta.

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view post Posted on 29/7/2007, 15:16

Decapitatore di Mind flayer

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Anthonius osservava da lontano, a cavallo di Bucefalo, una pattuglia della città di Nesme adempiere al loro compito ciclico, incendiando gli alberi al limitare delle Paludi Eterne, per allontanarne i Troll e le varie bestie che popolano le paludi. Il volto rigato da una pioggia costante era coperto dal cappuccio, mentre il fetore dei vasti acquitrini, sebbene lontani, giungeva nausante, facendolo voltare.

"Si torna a casa."

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Alcuni giorni dopo...

"Ecco, questo è tutto."

Darkivaron sembrava più sollevato dopo aver raccontato tutte quelle vicende, ed Anthonius era una persona che sapeva ascoltare.

Le incongruenze nel discorso di Clatus erano evidenti, ed Anthonius sapeva che avrebbe dovuto unicamente seguire il suo istinto.

I due andarono poi ad osservare i resti del posto di blocco sulla Via Nera, quindi tornarono alle porte della città.

"Ora scusami, ma devo andare a ristabilire il mio dominio in una certa zona, di sicuro quei cani dei briganti avran tentato di prendere il mio posto..."

E così dicendo, Anthonius si diresse verso la foresta.
 
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Aelthas Selur
view post Posted on 29/7/2007, 15:37




Erano giorni che Aelthas era sulle tracce di Alaric;
eppure, niente, non riusciva a rintracciarlo.

Doveva riuscire a scovarlo, come al solito quel guerriero si era cacciato in cose più grandi di lui, ed al mago toccava l'arduo compito di tirarlo fuori dalla melma.

Eppure, è difficile aiutare qualcuno che non vuole essere trovato.

[....]

Tutta quella storia puzzava di bruciato, troppe ipotesi, e poche risposte. Se soltanto quel testardo gli avesse chiesto consiglio, probabilmente ora sarebbe stato tutto più chiaro.
Avrebbe cercato in un posto dove i segreti spesso hanno risposta, e avrebbe contattato coloro che lo avrebbero aiutato, volenti o nolenti.
 
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Chaos Scorpion
view post Posted on 1/8/2007, 14:11




Alaric era tornato...
Velkar era rimasto sorpreso di averlo incontrato tra le mura cittadine, forse finalmente sarebbero stati in grado di capirci di più e le mille ipotesi sarebbero state chiarite, ma non era destino. Andò a parlargli alle terme dove Alaric stava pulendosi le ferite, lì vi trovò anche il suo maestro; Alaric parlava a tratti, continuava a parlare in modo indecifrabile e infine a vaneggiare, nonostante tutto averlo ritrovato sembrava peggio di quando era disperso, Zhentil aveva un problema in più adesso.
[...]
Dopo averne parlato col maestro Aelthas e Anthonius decisero che era meglio non perderlo d'occhio, così mentre Anthonius tornava a controllare la locanda dove Alaric dormiva Velkar chiamò una guardia: "Fa spargere la voce a tutte le guardie, ma senza che si sappia in giro. Dovete tenere d'occhio l'ex governatore Alaric Ganondorf, ma senza che lui se ne accorga, bisogna sapere sempre e comunque dove si trovi e se vi viene chiesto potete riferirlo ad Anthonius Thanton, se Alaric cerca di uscire della città cercate di prendere tempo senza farlo insospettire e nel frattempo correte ad avvisare Anthonius in modo che possa seguirlo."
 
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Aelthas Selur
view post Posted on 2/8/2007, 12:50




Finalmente aveva trovato Alaric. Ma la situazione era peggiore del previsto. Quella strana ferita, la reazione a quella pozione, il suo vaneggiare. Doveva fare qualcosa per salvare il suo vecchio compagno, ma allo stesso tempo doveva considerare l'ipotesi che Alaric fosse ormai andato oltre la recuperabilità. Sarebbe stato un altro compagno che scompariva, proprio come il suo vecchio maestro logharn, proprio come il suo vecchio compagno Abdel, proprio come il suo vecchio amore Vivienne.. mentre lui, continuava ad andare avanti.. per cosa, poi?

Ma non era il momento adatto per fare quei pensieri, le priorità erano altre. Ora non restava che parlare nuovamente con Alaric.
 
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Hextar
view post Posted on 2/8/2007, 23:26




Infine la resa dei conti, liberarsi dallo scacco, "arrocco" lo chiamano.
Dare in cambio la torre per liberarsi dal giogo nemico, ma il guerriero non aveva più una torre. Vagava da giorni come l'ombra di un cavaliere errante, le nere insegne che portava sul petto era stata sostituita dal sangue e dal terriccio che coprivano le vesti.
Se le tante ferite gli bruciavano l'animo ardeva e scottava, non poteva dimenticare come si era apostrofato di fronte al mezzelfo che chiamavano Corda Dorata.
-"Se volete sapere il perchè preferisco soffrire piuttosto che ritornare alla mia città, immaginatemi come un amante dalle labbra velenose a pochi passi dalla sua dama."
Ogni guerriero ha i suoi demoni da combattere e sconfiggere da solo, e Alaric teneva stretto in mano il suo. Un bagliore nero brillava intenso sul filo della lama, non aveva con se torri da scambiare per liberare la sua Zhentil, logoro e ferito, non restava che un unica cosa da offrire al "valente".

Si vocifera nei reami, che prima di morire l'intera vita inizi a scorrere dinnanzi agli occhi, vivere un ultima volta nella propria memoria.
Che cosa Kelemvor avrebbe mai voluto mostrare ad Alaric Ganondorf di Zhentil Keep?
Forse un giovane patricida, o un vile mercenario, o un guerriero coraggioso, un cavaliere nobile e leale, o un traditore, o più semplicemente un uomo del mare della luna.
Ma la verità, quando la lama nera affondò nel suo petto, quando l'acciaio di ombre passo da parte a parte il suo cuore, è che entrambi gli occhi rimasero fissi sul suo nemico.
Morto come un guerriero, con la lama stretta in mano, affondata nel petto del suo avversario.
Morto come un condannato, con in gola spezzato l'ultimo ed estremo giuramento, il voto di ritorno dalla tomba dove avrebbe lasciato la sua anima.

...

Ora aveva di nuovo un esercito, poteva avvertire sulla lingua il desiderio di conquista che ricordava così lontano, di fronte a quel sapore il sonno, la fame, il dolore per le ferite iniziavano ad abbandonarlo, lasciando posto a quell'unico grande desiderio.
Finalmente ricordava ogni cosa, si era calato nella cripta più nera e aveva ucciso il guerriero che lo attendeva, oppure era stato lui ad essere ucciso dalla sua lama?
Teneva gli occhi fissi sullo specchio, un uomo dallo sguardo rabbioso e incavato sotto due profonde occhiaie ricambiava lo sguardo.
"Questo non ha importanza adesso, generale." gli disse.
No, non la aveva, era tornato a respirare l'aria della sua amata Zhentil, e di fronte a quello stesso specchio si lasciava lavare e tagliare i capelli come se tutto fosse tornato alla normalità.
Eppure quando si sta tanto lontani dal posto che si ama persino respirare diventa insopportabile, ci si abitua a farne a meno, si impara davvero a abusarne il meno possibile.
Bastano due, forse tre boccate d'aria, l'aria di Zhentil, pesante di sangue e acciaio come la ricordava, poi avrebbe potuto combattere altre cento battaglie.
"Ora tocca ai reami trattenere il respiro" disse ancora l'uomo che valutava attraverso il vetro l'operato del barbiere.

Era certo di aver strappato con le armi al suo nemico quel giuramento, se lo era reso alleato e ora era pronto per incrociare le lame con lui, al suo fianco.
L'ultimo grande nemico di Zhentil era caduto e ora non era più tale.
Fuori lo avrebbero atteso Velkar e Aelthas, non avrebbe permesso che incontrassero un fuggiasco ferito e moribondo, ma avrebbe presentato loro generale degno di questo nome.
 
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Il Becchino di Zenthil
view post Posted on 4/8/2007, 23:57




La vita ti mette davanti a delle scelte.
Scelte che comportano uno schieramento.
Scelte che comportano il rispetto o l'odio da parte degli altri.
Scelte che comportano altre scelte.

La scelta in questo caso era molto semplice : non morti e Zenthil , i primi da distruggere , la seconda da difendere. Non cera un vero e proprio dilemma etico , quindi sembrava pure una scelta molto semplice da fare , ma in base a quale presupposto si deve scegliere? La difesa della propria patria? Zenthil non è casa mia...è solo un posto dove ho deciso di vivere perchè mi piace , considerando poi che se non ci fossi io , nessuno avrebbe controllo su ciò che accade ai morti della Nera , è un po' come prendere due piccioni con una fava. La distruzione di qualsiasi creatura che interrompa il cerchio della vita? E' sicuramente un ottimo motivo... ma non c'è vergogna nella fuga , se il nemico è soverchiante. Scelte difficili , la quale unica conseguenza è il compiersi di un destino forse scritto , ma a me sconosciuto.

Darkivaron Salas mi ha informato di tutto...quello che poteva dirmi , mi ha anche chiesto di non parlarne con nessuno... ma se devo combattere una battaglia nella quale il nemico impiega almeno dieci volte il numero degli Zentharim di stanza a Zenthil , forse è il caso di rivolgersi a qualcuno che ha impostato la propria vita sulla distruzione dei non morti...sopratutto se la mia pelle è in gioco. Non lo so , è difficile pensare da cavaliere , come Salas...o come giudice , non a caso non sono stato accettato fra le file dei chierici di Kelemvor...

L'unica cosa che so , è che a Salas preme che i genitori non vengano convertiti in manovalanza a costo zero da quel Cletus , Cratos , Citrus o come diamine si chiama... sebbene non sia avvezzo a riesumare dei corpi che riposano in pace , credo che questa volta potrò fare un'eccezione... al diavolo! Salas si è meritato la mia stima no? Ogni tanto fà bene mettere un amico davanti ai propri principi. Mi servirà un badile più grosso...ed un chierico di Kelemvor.
 
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Il Becchino di Zenthil
view post Posted on 8/8/2007, 03:37




Non era passato molto tempo da quando Salas mi aveva fatto richiesta di aiutare i propri genitori ad evitare di servire nell'esercito di Clatus , ma comunque non c'era molto da fare. Se effettivamente Clatus era così forte come tutti dicevano , sicuramente non sarebbe bastata un po' d'acqua santa a vanificare la sua volontà... serviva qualcosa di più forte , come le cure di un professionista del settore , un chierico di Kelemvor... ma c'era ancora una domanda che tamburellava nella mia mente.

Sebbene sia convinto che Salas non sia un idiota completo , sapeva perfettamente che fare una richiesta simile a me , consisteva in un " conflitto di interessi " fra il mio collo e la legge di Zenthil , però non aveva lasciato ad intendere nulla in merito. Quindi ho deciso di mettere in chiaro un po' di cose , onde evitarmi ed evitargli l'eventualità di una sentenza di morte... ovviamente fra i due colli , quello che mi premeva di più di conservare era il mio , ma anche quello di Salas poteva essere in pericolo , chi sono io per fregarmene di lui? Uno dei pochi ( ovviamente a parte i miei compagni di avventura ) , se non direttamente l'unico , a non avermi mai trattato come l'ultima ruota del carro , in quanto becchino , ma bensì con il rispetto che si deve a qualsiasi uomo.
La gente mi guarda con sufficienza , mi addita come portatore delle attenzioni di Beshaba , anche non conoscendomi. Ma questa è la vita che ho scelto...sapevo benissimo e lo so tutt'ora che il becchino è uno dei lavori più ingrati del mondo. La gente non ringrazia il becchino , quando si tratta di seppellire un suo caro o di trattare il suo testamento , ringrazia il chierico di Kelemvor... io come aiutante sono sommesso e relegato ad una nicchia in quel del secondo piano della scena , quindi mi aspetto sempre il peggio dagli altri. Invece Salas non mi ha mai trattato con sufficienza e sebbene dia per scontato che questo sia " dovuto " agli altri , non sa assolutamente cosa ho vissuto per tutti questi anni.

Ho deciso di parlargli , ciò che mi ha chiesto di fare , poneva me in quanto mano e lui in quanto testa , nella spiacevole eventualità dell'andare contro le leggi della Nera Città. Sebbene a me non sia mai fregato molto delle leggi di Zenthil , lui era un esponente della comunità. Avrei potuto accollarmi tutta la responsabilità , ma chierici divinatori e torture possono tutto contro la mia volontà di tenere la bocca chiusa. Meglio non rischiare.

Ho deciso di scroccare un passaggio ad un mio vecchio amico , chierico di Oghma , che si era fermato in quel di Shadowdale per affari..qualcosa a che fare con qualche sorta di vecchio tomo , generosamente offerto in dono da un mecenate di quella zona alla Grande Biblioteca CanldeKeep. Il mio amico mi doveva un favore e cosa c'è di meglio da chiedere ad un topo di biblioteca se non il farmi venire con lui a Candlekeep mediante una Parola del Ritiro?

Entrare non è stato difficile , avere le informazioni che cercavo lo è stato molto di più... sebbene avessi le risorse per garantirmi dell'assistenza in questa mia ricerca.
Volevo essere pronto a tutte le eventualità , durante il colloquio con Salas , quindi se non voleva che gli facessi il favore primo , allora sicuramente gli avrei fatto un favore secondo , cercando informazioni su qualche pratica meno " convenzionale " per la protezione dei suoi cari dalla magia di Clatus e così mi misi a cercare qualche rimedio che non richiedesse un rito palesemente contro le leggi della Nera , ma che fosse altrettanto efficace.

Tymora , anche se in questo caso mi sembra più opportuno dire Oghma , mi è stato favorevole. Ho scoperto un vecchio libro , risalente a molti anni fà , nel quale si parla di un tempio di Shaundakul nel quale veniva coltivata un erba particolarmente efficace nello stroncare e rendere immuni dalle trasformazioni di qualsiasi genere , chiunque ne facesse uso nella maniera appropriata.
Si narra che questa erba sia proveniente da uno dei sette gironi dell'inferno stesso. Allo stato originale cresceva spontaneamente lungo le fosse comuni nelle quali venivano gettati i cadaveri risultati dell'incessante lotta fra Tanar'ri e Baatezu. Nutrendosi dei cadaveri stessi , generava delle bacche che venivano raccolte per restituire energia vitale ai due eserciti , quasi a simboleggiare la " pietra di volta " di quella catena alimentare. Ebbene , non si sa come sia comparsa su questo Piano Elementale , anche se la fantasia degli studiosi ha proposto diverse ipotesi , ma il punto è che i chierici del dio Viaggiante hanno studiato la pianta stessa e ne hanno ricavato una versione utile a curare malattie quali la licantropia... con stupefacenti risultati anche nell'interdizione degli effetti negromantici sui cadaveri oggetto di tentativo di rianimazione sotto forma di non morti... l'incubo di ogni Lich che si rispetti , insomma.

Sembrava una cosa semplicissima , quasi visualizzavo nella mia mente il momento nel quale avessi preso quella pianta e l'avessi portata ad un Salas commosso per un gesto del genere... tanto che stavo quasi accantonando l'opzione chierico di Kelemvor in favore di questa , sebbene non avessi la minima idea di dove fosse un tempio di Shaundakul.
Quando ho girato l'ultima pagina del testo ho visto il Salas con gli occhioni luccicosi nella mia testa , trasformarsi in un Salas parecchio incazzato. Strinsi gli occhi quasi come reazione infantile al non voler continuare a leggere l'ultima parte della parola , componente del nome del tempio che , guardacaso , era l'unico posto in tutta la fottuta Toril dove questa dannata pianta crescesse. Aprii un occhio... e la mia voce risuonò nelle grandi sale della biblioteca come il suono dell'inevitabilità che alle orecchie di tutti gli altri partecipanti , rassomigliava ad una salmodìa di bestemmie più o meno generiche nei confronti di gran parte degli inferi , Tyr e qualche paladino citato a caso nella confusione.

Il nome del tempio in questione è il luogo dove ora giacciono le rovine dello stesso tempio... quasi incredulo chiesi conferme ad uno dei chierici presenti nella sala , ancora basito che cercava di riprendersi dallo shock subito a causa della salmodìa. Evidentemente le lezioni che avevo seguito da giovane avevano giocato un ruolo preponderante nell'esternazione dei sentimenti provati alla lettura del nome del tempio.

Inevitabilmente e senza dubbio alcuno , il posto aveva nome di Mith Drannor - Porca Di Quella Puttana.
Sebbene riluttante a fare questa proposta a Salas , avevo trovato le informazioni che cercavo. Non mi restava che tornare a Zenthil , chiamarlo a colloquio e sperare che scegliesse l'opzione numero uno.

Edited by Il Becchino di Zenthil - 8/8/2007, 05:16
 
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Lucas Leonheart
view post Posted on 9/8/2007, 20:38




Anche quella sera il turno di ronda era finito prima di smontare avrebbe dato un ultimo sguardo alla foresta nelle vicinanze delle mura fu allora che tra gli alberi che lambivano il sentiero sentì delle voci familiari.
Si avvicinò comunque con circospezione da dietro gli alberi riconobbe subito l' ex governatore insieme ad Anthonius a parlamentare con loro c era però ancora quella oscura figura che si era identificata come Clatus che prima di tutti mi vide ricominciando come al solito con le sue frasi disorientanti
"Ah un altra pedina"
"vieni unisciti pure alla nostra "famiglia"
"Vedi anche Anthonius ha stretto un patto con me fallo anche tu"
Ian non capiva bene di cosa parlasse Anthonius da par suo negava, nel frattempo tolto l elmo e sceso da cavallo Ian si era avvicinato Alaric aveva un viso sconvolto sangue che gli colava dalla bocca mentre Clatus continuava a parlare di patti, all obiezione che Ian portò dicendo di non far patti con chi voleva la distruzione di Zhentil disse che lui non la voleva affatto affiancato dalle parole dell ex governatore.
Poco dopo però Clatus sembrò diventare inquieto purtroppo prima che Ian riuscisse a sentire la sua proposta una pioggia nera e oleosa inizio a cadere su di loro, e sembrava infastidire non poco lo spettro che all aumentare della nera pioggia urlando svanì.

A quel punto rimasero in tre Ian, Anthonius e Alaric, quest ultimo sembrava tutt' altro che a suo agio era provato debole e sporco di sangue.
Ian lasciò fare al ranger che più di lui sembrava saperci fare con quello che aveva tutta l aria di una bestia impaurita più che dell ex governatore.
Con calma riuscirono a strappare spiegazioni che per Ian furono anche insperate. Alaric sembrava essere in contatto non si sa come con Clatuso almeno questo è quello che Ian percepì diceva di sentire le cose che gli stava raccontando non sapendo nemmeno lui da dove provenissero quei ricordi.
Raccontò loro la storia di un guerriero di Zhentil che per essa insieme ai suoi uomini aveva portato le nere armate fino ai limiti della costa della spada. Un guerriero soprannominato il valente e chiamato Clatus che nella sua ultima battaglia per zhentil attendeva i rinforzi, rinforzi capitanati da un altro Zhent Ilius fu il nome che alaric diede a quest ultimo.
In questa storia però quello che inquietava Alaric era una terza entità un entità cui alaric diede la figurativa sembianza di un serpente, la serpe del dubbio che si insinuò fra gli zhent che gli fece gridare al tradimento senza che forse ve ne fosse stato uno, che fece versare il sangue degli zhent da altri zhent.
Tutto questo racconto era intramezzato da frasi di Odio di alaric verso il suo passato verso ingiustizie che avevano portato l eletto al potere e che lui paragonava in qualche modo alle vicende di cui stava narrando.
Calmatosi ancora un po' Alaric cercava di allontanarsi da Ian e Anthonius una sola ultima domanda "dove andrai ora?" gli chiese Anthonius "A casa" rispose Alaric indicando le nere mura.
Prima di tornare Anthonius rassicurò Ian sulle parole di Clatus e gli chiese di riferire ciò che aveva visto solo a Lord Velkar o al suo capitano.
Così Ian avrebbe fatto.
 
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Haytram
view post Posted on 10/8/2007, 03:02




Il rapporto steso dal ramingo era allarmante. Gli elementi ironici di quelle pagine si fondevano con la realtà rendendo la faccenda ancora più grottesca.
Sangue che scorre come acqua, pioggia nerastra e frasi sconnesse. Una guerra e la storia oscura di uno spettro.
Forse il mosaico iniziava a delinearsi?
 
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Darkivaron
view post Posted on 10/8/2007, 03:02




"Ora sai la verità, puoi liberarti ...La verità che non troverai su nessun libro"

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Le parole dello spettro...si erano rivelate vere...in un modo del tutto inaspettato probabilmente, anche per lui.
Forse, la pedina, dopotutto, stava iniziando a giocare per conto suo.
E altre pedine presto avrebbero seguito il suo esempio.
E di questo doveva ringraziare le enigmatiche parole di Alaric, che solo ora avevano senso.
Ma la cosa più strana di tutte è che doveva ringraziare Discordia, la spada che quasi lo aveva distrutto in passato, per avergli permesso di capire.

La "verità" che ora conosceva andava oltre le parole che aveva pronunciato lo spettro..oltre quello che il Valente avrebbe voluto fargli sapere, intuire.
Era riuscito a leggere nel muro di menzogne. Ed era riuscito a capire che il potere più grande di Clatus era nell'usare le loro paure e ossessioni contro di loro, nello sfruttare le loro debolezze di essere umani, la loro mancanza di fiducia, le loro incertezze, per metterli l'uno contro l'altro.
Questo era il suo stile: la manipolazione.
Ma le menzogne, potevano nuocere solo se venivano credute...
Agire senza il Dubbio, era per ora l'unica cosa che poteva fare...e ragionare con la sua testa.
Doveva impedire a qualsiasi costo che Zhentil si facesse dei nemici in quel momento, e contrastare i piani di conquista dell'Araldo...
E doveva trovare quella dannata Cripta.

Basta accettare "proposte di aiuto"...basta fidarsi ciecamente di inquietanti figure...
Zhentil Keep era sopravvissuta con le sue forze per centinaia di anni.
E sarebbe stato così anche questa volta: gl Zhent avrebbero prevalso solo credendo in sè stessi e nella propria forza.

Non sarebbe più stato la pedina di nessuno.

O almeno così credeva...
 
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Cloud83
view post Posted on 25/8/2007, 14:13




In quel bosco sperduto lungo i sentieri del Narfell Alisea guardava incredula Alaric. Lui e Anthonius l'avevano trovata seguendo le indicazioni dei messaggeri magici che si erano scambiati. I Corvi erano lontani, Alisea aveva lasciato che tornassero alla caccia al tesoro... Quella faccenda aveva tutta l'aria di essere dannatamente lunga e intricata.
Non potevano essere sue parole quelle che pronunciava, nonostante lui dicesse fosse la sua volonta' quella.
I pensieri tornarono a quel giorno, con Garret e Darkivaron in quella piccola radura del Cormanthor, tornarono a cosa si erano detti e alla promessa che Alaric aveva chiesto di fare ad Alisea.
Soffio dei Morti pero' sembrava pesante tra le mani della sacerdotessa, la sua punta aveva scavato un po' nel terreno davanti a lei. Non ce la faceva, non riusciva a mantenere quella promessa.


"Fatevi aiutare a cercare una cura, e poi avrete la mia alleanza nella vostra causa"

Parole vuote, la ragazza lo sapeva bene, ma non ne aveva altre da dire. La scelta era tentare quelle o uccidere quell'uomo che tanto aveva fatto per lei, l'unico oltre ad Aelthas quando era tornata a Zhentil Keep.
Alaric non accetto' e alzo' una mano.
Alisea affilo' lo sguardo... un incantesimo? Non era possibile...
Eppure una strana nebbia inizio' ad alzarsi.


"Abbassate quella mano Alaric, ORA"


Il terzo avvertimento fu anche l'ultimo.

"Ora e' troppo tardi donna"

Dalla nebbia emerse Clatus, Alisea l'aveva visto una volta al posto di blocco di Zhentil Keep, prima che venisse distrutto dalla gente del nord.
Clatus continuava a parlare e a dire cose che la sacerdotessa non riusciva a comprendere.


"Tardi? E' opinabile che sia troppo tardi"


Giunti a quel punto si sarebbe giocata il tutto per tutto per tutto pur di mantenere quella promessa, anche se le faceva male avrebbe dovuto fare il possibile per eliminare Alaric.
Convoco' un diavolo di ghiaccio e un elementale del fuoco, i piu' potenti che poteva richiamare, e li lancio' contro il cavaliere spettrale. Poi si volto' verso Alaric che aveva sguainato la spada.


"Tutto questo non e' da te!"

Invoco' su di lui un incantesimo per indebolirlo. Alaric subi' i danni di quella potente magia e Alisea porto' la mano alla spada per finirlo. Ma Clatus giunse alle sue spalle e la colpi' con la sua falce.
Non pensava ci avrebbe impiegato cosi' poco a liberarsi di quelle due creature evocate, in piu' stavano apparendo spettri ovunque. Con le ultime forze Alisea si volto' e invoco' la sua dea per dominare quei non morti inferiori per farli ribellare contro il loro padrone, ma la falce del non morto calo' di nuovo su di lei.
Provo' quasi sollievo nel cadere, nel cadere a quella maniera almeno. Aveva fatto cio' che poteva, nonostante il suo potere non era stato sufficiente non tanto per fermare Clatus, ma per mantenere la promessa fatta ad Alaric.

Finalmente libera... Libera da quel mondo da cui doveva nascondersi ogni istante. Era l'unica cosa che riusciva a pensare prima di non riuscire piu' a tenere aperti gli occhi.

Quel mondo pero' torno' davanti a lei in un istante. Sentiva il fiato mancarle e respirava a fatica.
Viva? Perche' era ancora viva?
Di fronte a lei c'erano Alaric con uno sguardo abbattuto e Clatus. Poi l'attenzione della sacerdotessa si sposto' su Jacques che continuava a camminare a destra e sinistra e parlare. Arrivarono anche Alek e Neroth poco dopo. Dicevano che Lara era caduta e aveva bisogno di aiuto.
Clatus si offri' di aiutarla.
Disse a Jacques di portarli via, urlo' loro seppur con un filo di voce di portare Lara lontano da li'.
Senti' la voce di Clatus nella sua testa, imponente e imperiosa le intimo' di tacere. Neroth accetto' l'aiuto dello spettro. Alisea cadde in ginocchio tenendosi la testa.


Rimase sola con Alaric, sembrava davvero rammaricato.

"E ora...?"
"Ora continuate ad amare quello che avete amato, e a credere in quello che avete creduto. Avete detto che avete trovato una famiglia, tornate da loro."
"Non posso tornare da loro... cosi'..."

Alaric le porse la mano per aiutarla a rialzarsi.
"Andiamo."
"Dove?"
"Dai Corvi."

Ancora una volta stava imboccando una strada che non voleva, una strada che la spaventava, ma l'unica che si trovava di fronte.
Conscia di questo Alisea afferro' la mano del guerriero e si rialzo', avviandosi al suo fianco per cercare i suoi compagni.


Edited by Cloud83 - 25/8/2007, 18:23
 
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Laraethiel Sarahil
view post Posted on 25/8/2007, 14:50




Un tesoro... mostri... i Corvi... infine il buio.
Quanto tempo era passato? Cosa era successo? Alek l'aiutava ad alzarsi, a sorreggersi. Chi erano tutte quelle persone... Alaric, quello strano individuo, nero come la notte, lui e il suo cavallo... Clatus. Strana storia la sua... ed enigmatiche erano le parole di Alaric; più parlava, più la testa di Lara si riempiva di discorsi senza senso, discorsi vuoti, confusi... discorsi che non capiva. Ma per il momento non le importava... voleva solo sdraiarsi, farsi cullare dai sogni come ogni notte, dimenticando le disavventure della giornata.
Alek era li, a sorreggerla. L'aveva portata a Shadowdale assieme ai suoi compagni ed era sprofondata subito nel sonno. Incubi, una notte agitata... a Lara parve l'indomani di alzarsi ancora più stanca di quanto non lo fosse la notte precedente.
 
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shilatenim
view post Posted on 25/8/2007, 15:59




'Se davvero conosci la differenza tra vita e non morte saprai qual'è la piu' potente' disse lo spettro.
Zeph lo sapeva... conosceva la risposta, sapeva bene che la non morte donava poteri quasi illimitati, ma a quale prezzo. Molti maghi vi ricorrevano e passavano anni per cercare la formula proibita che donasse loro il potere di sconfiggere la morte...in parte. Il piu' delle volte finivano col morire di vecchiaia senza trovare nulla. Ma quel Clatus non era un mago, forse era un'ombra o chissà...poco importava. L'unica cosa importante era il patto che i corvi stavano stringendo con lui... salvare la vita di Lara in cambio del nostro solito lavoro di mercenari...un lavoro pagato anticipatamente con la moneta di piu' valore, la vita!
Quell'essere...quel suo enorme potere...da cosa poteva derivare, dalla rabbia forse? Da una morte ingiusta? Dal desiderio di vendetta? Possibile!
Tuttavia qualcosa non andava, qualcosa non quadrava...ogni calimshita sà riconoscere un mercante da un truffatore e quel Clatus sembrava il maestro degli inganni. Un inganno tuttavia...allettante.
Zeph si sentì spaventato ma allo stesso tempo affascinato da quella figura spettrale e non sapeva il perchè...i suoi piani sembravano quasi...'giusti' , le sue parole, anche se ingannevoli, erano maledettamente credibili.
Finalmente i corvi avevano un ingaggio...ma forse il prezzo da pagare sarà ben piu' alto del previsto.
 
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Laraethiel Sarahil
view post Posted on 25/8/2007, 17:40




Sola. Forse era la cosa migliore da fare in questo momento: restar sola. Una piccola bugia detta a Nomad. Le era dispiaciuto. Non l'avrebbe trovata in infermeria, ma per molto tempo. Scritte due righe, raccolte poche cose utili, si era decisa a lasciar il campo senza dire nulla ai suoi compagni. Solo un biglietto e parte del suo equipaggiamento da Corvo d'Argento.
Ritornava li, in quel bosco, dove aveva passato molto tempo in precedenza, sempre in solitudine, ad allenarsi e a migliorare se stessa. Ora sarebbe stato tutto diverso. Non si sarebbe allenata. Non avrebbe fatto proprio nulla. Solo il lento scorrere del tempo.
 
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view post Posted on 25/8/2007, 17:59

Decapitatore di Mind flayer

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Una figura ammantata galoppava nella notte, il suo cavallo quasi allo stremo. Si allontanava a gran velocità da un fitto boschetto. Era vitale che scappasse. Doveva portare quelle informazioni a casa. Vivo. Morto o non-morto, sarebbe stato uno dei suoi.
Sui sentieri incrociò un viandante, che lo inseguì; Anthonius non sapeva per quale motivo.

Intralciare.

Intralciare.

Finalmente era rimasto impigliato, Anthonius spronò ancora di più il cavallo, non sapeva di chi fosse dei due il cuore che batteva di più, se il suo o quello dell'animale.
Finalmente la città nera. Galoppò per le vie, corse su per le scale. Alla soglia si fermò ed estrasse, con mano tremante, il simbolo sacro.

Avanzò fin davanti all'altare. A quell'ora il tempio era vuoto.
Era tremante, impaurito.
Man mano che le parole in infernale uscivano dalla sua bocca, man mano che pregava, riacquistava sicurezza.
Lui era un fedele del Nero Tiranno. Doveva temere solo Bane.
Mise il simbolo sacro al collo, fece un profondo inchino ed uscì dal tempio, il luogo che ora era il più sicuro di tutta la città, per lui.

Entrò subito in casa, a scrivere come un forsennato, per non dimenticare cose importanti.
Avrebbe fatto leggere quel libretto agli altri. La situazione era pesantemente peggiorata.

Questa volta, era riuscito a rimanere vivo.
 
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