Faerûn's Legends

Ombre dalla foresta.

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Il Becchino di Zenthil
view post Posted on 17/10/2007, 17:25




CITAZIONE (Haytram @ 17/10/2007, 16:49)
Alcuni manifesti vengono fatti appendere lungo le vie principali di Zhentil Keep e nelle piazze.

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Stavo a casa mia , intagliando un'asse di legno per formare l'ultimo pezzo di una bara semplice , quando sono venuti a bussare alla porta. Dapprima pensavo fossero tornati nuovamente per lamentarsi di quello gnomo pazzo e dei suoi esplosivi , poi mi hanno mostrato il manifesto...
...non oso immaginare come distruggeranno il mio cimitero...

mesi di lavoro buttati nel cesso, piante calpestate , erba strappata dai colpi di badile , bare spaccate a colpi di accetta. A loro non gliene frega niente di quanto tempo io abbia passato a rendere il cimitero un posto pulito ed ordinato come si compete ad un cimitero degno di questo nome... gli interessa solo eseguire gli ordini nel minor tempo possibile...bastardi.

speriamo che questa storia di Cletus finisca presto , vedere la mia creatura deturpata così mi fà venire un prurito alle mani che neanche ti immagini...
 
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Ariel Khelek
view post Posted on 18/10/2007, 11:09




Quelle mura sembravano così alte e forti... Martin stava rivedendo una scena del passato, coi suoi occhi poteva già vedere un'orda di abomini che distruggevano la città.
Aveva il simbolo di Kelemvor ricamato sul saio, Melyssa gli aveva donato qualcosa che per lui valeva più di qualsiasi tesoro.
Alzò il cappuccio del mantello e si incamminò nella Nera Città; le guardie lo intimavano di non rimanere a lungo, sapeva che una mossa sbagliata significava porre fine alla sua esperienza terrena.
Percorse le strade della città fino a che non trovo il cimitero, potè solo allora constatare come Zhentil Keep si stava preparando per qualcosa di veramente pericoloso.
Si ritirò in disparte e pronunciò un rito a voce bassa, non doveva destare sospetto, voleva piuttosto apparire come un sacerdote che prega per quache caro defunto.
Vagò per qualche ora in quella città corrotta fino a che non riconobbe un volto noto: era il mago Velkar che stava uscendo da una casa.
"Salve Mago" Disse il sacerdote
"Lord Velkar se volete che la vostra testa resti attaccata al collo" fu la risposta
"Salve Lord Velkar, vi devo parlare"
L'espressione di quell'uomo era gelida, impassibile, lo sguardo di un freddo calcolatore senza alcun sentimento; chissà, forse era solo una maschera.
Riuscì a parlare col mago e scoprì che Clatus stava per attaccare la città nera, si congedarono dopo una lunga discussione.

"Perchè?" Martin se lo chiedeva ancora in questo secondo ritorno verso le valli. I disegni del fato sono così difficili da capire; aveva sempre visto la sua vita come un duro percorso per combattere l'abominio e ora che aveva anche una terra da proteggere doveva rischiare tutto per aiutare coloro che più di una volta avevano tentato di conquistare con la violenza ciò che amava.
"Non lasciare che nessuno muoia senza che un chierico di Kelemvor sia al suo fianco, non lasciare che nessuno muoia per mano dell'abominio"
Questi erano dogmi, questi erano moniti del suo credo e li avrebbe seguiti.
Aveva informato Will, sarebbe rimasto nelle valli, sperando che il compagno facesse in tempo ad avvisare gli altri che non si trattava di un drago non morto ma di tutto un esercito guidato da quel mostro di Clatus.
Ogni respiro sembra diverso quando capisci che potrebbe essere l'ultimo; avrebbe accettato per sè l'inizio della nuova vita, ma i suoi compagni? Aveva fatto bene a chiedere il loro aiuto? Con queste ed altre domande attendeva che il sole si risvegliasse.
 
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Aiwaz
view post Posted on 18/10/2007, 11:55




<< Rivedere Alaric la notte, ed Elohim la notte dopo mi aveva scombussolato... Porca puttana.
Maledizione, quel coso vuole prendersi ZK e poi dopo cosa farà? Io spero che questa guerra arrivi in fretta... le cose in sospeso non mi piacciono per niente, se devo crepare voglio che sia una lama, non il continuo chiacchierare.

La rastrelliera di armi è pronta, devo andare a farmi fare archi e balestre, le frecce le ho l'alchol anche, cosa manca...? Mah... mi mancano ancora molte cose da fare, non sò quando accadrà, ma tutto è pronto... tranne io. >>
 
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Darkivaron
view post Posted on 18/10/2007, 12:41




Avevano i loro prigionieri.
Avevano tolto "pedine" a Clatus in un modo diverso da come Darkivaron aveva pensato fino a qul momento, un modo molto più violento e deciso: era finito il tempo delle parole.
Avrebbe preferito non dover utilizzare quelle maniere...ma troppo era in gioco.
Il Misteroso Governatore, il Senza Volto, per la prima volta aveva agito davanti ai suoi occhi, come un vero rappresentante del Tiranno.

Li aveva attirati con l'inganno a Zhentil, minacciati di conseguenze per loro e per gli altri Corvi D'argento se non si fossero presentati a chiarire la loro posizione, accusati di essere responsabili dell'attacco al Passo del Vaasa, e ora erano sottochiave, in uno dei luoghi più bui dela Nera Città...da dove nessuno sarebbe riuscito tirarli fuori, neanche Clatus.

Fossero o meno i responsabili dell'assalto, poco importava: se non altro, come pretesto aveva funzionato, e aveva consentito agli zhent di proteggere l'identità delle loro spie, qualora, per sfortuna, fossero riusciti miracolosamente a scappare.

"Salas, avete fatto un errore, e la pagherete!"
Queste le parole di Alec, che gli rimbombavano nella mente.
Mentre ci pensava, percorreva a passo lento le strade del Cimitero, dove i corpi dei suoi genitori erano stati ridotti in cenere, come le salme di tutti coloro che erano stati sepolti in quel cimitero.
Il riposo di sua madre e di suo padre era stato disturbato, i loro resti inceneriti, a causa di Clatus.
Era tutta colpa sua, tutta colpa del "Valente".
Una Rabbia allo stato puro lo pervadeva, ormai da qualche giorno, da quando aveva appreso dell'Editto del Governatore.
Le reclute che lui addestrava, si erano presto rese conto di questo cambiamento.
Se prima era stato freddo e duro nei loro confronti, ora era crudele e spietato.

Il viso dello Zhentilar venne solcato da un sorriso amaro e crudele allo stesso tempo.
In cuor suo sapeva, paradossalmente, che era proprio questa ira e questo odio che lo avrebbero reso più utile durante la guerra...e più vicino al suo Dio...

Edited by Darkivaron - 18/10/2007, 16:07
 
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Chaos Scorpion
view post Posted on 18/10/2007, 15:47




Quelle guglie nere, non si può sbagliare, è proprio Zhentil e quel fumo, anch'esso inconfondibile, indica proprio che il peggio è avvenuto.
Avvicinandosi alla piazza per vedere meglio, centinaia di civili corrono per le strade in preda al terrore, il palazzo governativo, ora più vicino, è in fiamme, mi volto verso il centro della piazza, il patibolo, lì quella figura nera come la notte è all'impiedi con aria trionfante, si volta verso di me, mi indica col dito. Buio.


Di scatto Velkar si alzò, con il viso sudato si guardava intorno, era ancora la sua stanza, per stavolta. Erano ormai un paio di notti che sognava la visiona avuta molti giorni prima a Waterdeep, cercando di non fare movimenti bruschi controllò che Mia stesse ancora dormendo ( o fingendo di non averlo sentito) e si alzò per andare nel suo laboratorio, prese una pozione da un cassetto nascosto e tornò in camera, una volta risistematosi nel letto prese 3 sorsi e chiuse gli occhi piu tranquillo, il suo riposo non sarebbe stato di nuovo disturbato.

Il momento di tornare al lavoro arrivò troppo presto, si diresse a palazzo ancora disturbato dal sogno e ancora di piu dalle notizie ricevute il giorno prima, un drago non morto faceva parte dell'esercito di Clatus, se fosse stato un semplice scheletro animato dalla magia non sarebbe stato un problema, ma se, come temeva, si trattava di un dracolich, le cose si mettevano davvero, davvero male.
Incontratosi con Imoden discussero di come organizzare le difese, principalmente non c'era molto da modificare rispetto a quello che gli era stato ordinato dai piani alti perciò dopo poco avvisarono le guardie delle disposizioni: fare rientrare tutti i plotoni possibili in città, assoldare mercenari, rinforzare le difese delle mura, far preparare acqua sacra dai sacerdoti, montare catapulte, trabucchi, mandare sentinelle per avvistare in tempo l'esercito e molto altro ancora. Una volta dati tutti i comandi ritornò a casa e uscito il suo libro di incantesimi riprese a studiare, anche lui si sarebbe fatto trovare pronto.
Zhentil Keep non poteva cadere.
 
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Naxos
view post Posted on 19/10/2007, 04:37




pochi giorni prima dell'attacco alla Città Nera...

Ero in viaggio nelle di Zentil Keep in incognito, diretto all'avamposto est da poco raso al suolo per indagare sull'accaduto, quando incontrai un fratello Drago e caro amico: Martin. Il suo volto, solitamente austero e impassibile, faceva trasparire in'insolita preoccupazione. Furono veloci i saluti e subito mi mostrò quale era il motivo di tanta ansia: alcuni affetti personali di Elve, un druido che aveva chiesto aiuto al Cormyr, giacevano a terra accanto al suo orso a pochi Km dalla Città Nera. Di lui non vi era alcuna traccia. Martin mi spiego di aver trovato alcuni non morti nella zona e visto le recenti vicende, potevano essere stati loro i possibili agressori. Mentre pattugliavo la zona circostante per trovare tracce dell'uomo i miei occhi incrociarono delle strane orme sul terreno. Ero abituato a vedere tracce di drago, spesso ho ancompagnato Eldifur nelle lande di ghiaccio per cacciarli, ma queste erano diverse...le squame nell'impronta non erano visibili, niente escrementi, o elementi che mi permetessero di affermare che fosse un essere "vivente"...solo un orribile tanfo...i miei occhi terrorizzati si alzarono verso Martin. Ne ero sicuro, era un drago d'ossa...Egli non credette subito alle mie parole ma sapevo cosa avevo visto. Segui solo per pochi passi le tracce che puntavano verso Nord-Est prima che queste scomparvero. In un attimo salimmo in sella ai cavalli. Il caporale avrebbe dovuto ricevere il rapporto il piu presto possibile...

due giorni prima dell'attacco alla Città Nera...

Martin era deciso ad avvisare gli abitanti di Zentil Keep della terribile minaccia nella foresta e a combattere esso stesso il male, anche se questo voleva dire combattere fianco a fianco con il nemico e rischiare di essere espulso dai Draghi, ma era deciso nel suo intento. Mi chiese un favore prima di partire per Shadowdale: avvisare il caporale delle sue intenzioni poichè temeva che lo avesse fermato se lo avesse fatto di persona. Condividevo a pieno l'odio di Martin per i non morti;io stesso giurai mesi orsono in nome del Cavaliere del Vento che di nuovo la via per le terre di pietra sarebbe stata libera ed è proprio per questo che mi allenai duramente i mesi precendenti al fine di conoscere ogni punto debole degli abomini nutrendo così il mio odio verso di loro. Accolsi quindi la sua richiesta e giurai sull'amicizia e il patto che ci legava che non lo avrei lasciato solo e che mi sarei unito al suo fianco alla battaglia. Inoltre ero ben consapevole che se l'esercitò Zent fosse stato sconfitto quello dei non morti sarebbe perlomeno raddoppiato e nulla gli avrebbe impedito di marciare su Suzail affianco del Negromante delle Terre di Pietra; per questo decisi di dare il mio contributo per fermare l'armata di Chetus e inoltre portare notizie dirette in caso di sconfitta o vittoria.
Arrivai al galoppo a Suzail..."L'abominio va combattuto ovunque esso sia... "questa era la frase che ripetevo tra me e me mentre salivo di corsa gli scalini per la fortezza di Suzail. Fortunatamente incotrai subito il Caporale Paul Greame e appena ripresi fiato gli spiegai la situazione mia e di Martin e la nostra volonta a partecipare alla battaglia. Paul si dimostrò comprensivo e concesse a me Ariel e Martin 3 giorni di permesso per partecipare in via ufficiosa; in cambio però i mantelli di porpora non avrebbero volteggiato alle nostre spalle. Accettai e lo ringraziai per aver messo da parte anche solo per un istante la divisa e mi disi alla ricerca di Ariel...
Il mio folle "entusiasmo" per la battaglia fu spento quando vidi gli occhi della paladina e la informai notizia...lo feci in modo irruento poichè convinto della sua partecipazione. Il suo NO fu secco e glaciale.Non mi diede nemmeno il tempo di spiegare le mie motivazioni. Alzò la voce in piazza davanti a tutti come se fossi un pazzo e un traditore a correre in soccorso agli Zent. Non nego la mia cieca follia ma nessuno può anche solo pensare che io ia un traditore della Corona! Salì a cavallo e gli dissi una frase (che qui non rivelerò) e spronai il cavallo al galoppo vero la città nera...
 
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Laraethiel Sarahil
view post Posted on 19/10/2007, 07:14




Fzoul Chembryl la teneva ferma, bloccata. Tutti quanti, nella piazza di Zhentil Keep, osservavano la scena immobili e silenziosi, mentre il resto delle truppe della Nera Città eliminava definitivamente le creature di Clatus. Nessuno muoveva un dito, se non lei, agitata per quella presa e arrabbiata per il tradimento di Alaric. Alisea dove era finita? Il suo signore era forse stato sconfitto? Come avrebbe potuto portare a termine il suo piano di giustizia?
Poche parole di quell'uomo e Bane le fece un dono... un dono prezioso, più importante di tutti i tesori sepolti nelle terre del Faerun... un dono consistente nella sua vita. Mollò la presa. Cadde a terra, ansimante. Era senza forze. Stanca e confusa, come essersi liberata di un grosso peso senza riuscire a spiegarsi la ragione del suo operato.
L'uomo la guardava a terra, imponente nella sua figura, intimandola di alzarsi. Fu allora che qualcuno si mosse: Nomad, dopo aver visto la scena, si avvicinò a lei. Era senza parole. Ma felice. La abbracciò e la prese in braccio. Il resto dei Corvi sembrava anch'esso sollevato... Alek... Ariel...
"Andiamocene... questa non è la nostra guerra."
I Corvi si allontanarono dalla Nera Città raggiungendo Garret e Alisea, seduti attorno ad un piccolo fuoco, dove Lara venne fatta sedere. Si riposarono e partirono per le valli.
Nel viaggio ripensava a tutto quello che aveva fatto, dispiaciuta per ogni singola azione commessa, specie quelle nei confronti dei suoi compagni. Perchè aveva litigato con Alek? Perchè arrabbiarsi con Nomad? Perchè colpire Serina? Mai aveva provato tanto dispiacere e tanto odio per una persona... Persona... ormai si poteva dire tutto di Clatus, tranne che fosse una persona. Li aveva costretti a colpire e uccidere tutti coloro che si frapponevano fra loro; li aveva costretti ad uccidere i soldati della Nera Città, a conquistarne le mura e ad invaderla... per cosa poi? Giustizia? Giustizia... una delle parole che nei sui viaggi aveva trovato erroneamente nella bocca di molti uomini... Decimare uomini di una città, poteva forse corrispondere a giustizia?
Poi il buio e infine Fzoul Chembryl. Non le è stato concesso da parte del suo superiore la possibilità di ringraziare quell'uomo, ma in cuor suo sapeva di dovergli molto; ma ora era davvero finita, poteva tornare a casa.
 
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Aiwaz
view post Posted on 19/10/2007, 07:33




-- I giorni dei preparativi all'assedio --

Era da poco giorno, un giorno diverso dagli altri...
Aiwaz stava scendendo dalla scalinata di casa sua quando vide ZK con una nuova veste come non l'aveva mai vista prima: plotoni di soldati che correvano da ogni parte, gruppi scelti di cavalleria che galoppavano verso le porte, l'aria che si respirava era inconfondibile, non era per niente piacevole, sebbene adorasse quel tipo di sensazione che a lui garbava tanto.
Aiwaz incontrò per strada Layla, pochi sguardi, poche parole, si diressero alle porte della città...

<<Altolà, se uscite non rientrerete più, sarete considerati disertori e poi uccisi!>>
Fù la risposta di una guardia appena fuori le mura, parole che infastidirono non poco il guerriero, con calma rientrò dentro le mura, salutò Layla che se ne stava andando e si accingeva ad accogliere una guardia... una guardia?!

<<Tu! Arruolato!>>

Sarà stata la stazza grossolana e di buon auspicio per quella guardia affamata al quale era stato ordinato di reclutare ogni forestiero e residente a ZK che non era uno Zhentilar, l'idea di appartenere al corpo dei soldati del posto, tuttavia, non gli dispiaceva affatto. Messa la corazza che sembrava andargli bene, gli furono ordinati dei compiti alquanto ridicoli e semplici, fare altrettanto aldifuori delle mura. Gli incontri fuori e dentro la città furono numerosi... il becchino, Elohim, Anthonius, qualche altro forestiero che fu reclutato in battibaleno e il tempo passava, incessantemente, fastidiosamente fino al calare del sole. La notte fù tranquilla, vennero rafforzati i controlli e la sicurezza da sopra le guglie delle mura che brullicavano di guardie armate di archi e balestre.
Il giorno seguente, al mattino, venne stanziato ufficialmente tutto l'esercito di Zhentil fuori le porte, mai visto nulla di simile, c'era di tutto lì; uomini, donne, di ogni genere e razza pronti a dare la propria vita per Zhentil e probabilmente anche per Bane. Si intravedeva da dentro le mura, una figura conosciuta, era Darkivaron, anche lui già pronto all'evento.
Si udiva nell'aria un lieve chiacchiericcio fra le file dei soldati, nonchè sopra le mura che venne bruscamente interrotto da una voce chiara e decisa. Il maestro d'arme stava facendo il suo lavoro e quello che oltre ad uccidere, gli riusciva meglio di tutto, saper infondere nei cuori delle persone un senso di decisione sia con lo sguardo che con le parole.

<<Zhentil non cadrà!>>

Le ultime parole del maestro d'arme ricolme di severità mai vista in lui fecero pensare al guerriero, che udiva i discorsi senza battere ciglio. Un cenno, e i soldati corsero ai loro posti, anche Aiwaz, che il suo posto era sulle mura insieme ad altri forestieri. Dall'alto delle mura si distinguevano cose nuove della città, sebbene forse probabilmente il primo bersaglio succulento del nemico far saltare in aria le mura, si sentiva al sicuro e pronto uccidere di nuovo qualsiasi cosa si sarebbe presentata alle mura. Passava il tempo, diverse figure si erano distinte al di fuori dei cancelli, diversi discorsi che non udiva bene, tutto faceva pensare che l'ora stava per scoccare. Una voce però si distingueva dalle altre, proveniva dalla città...

<<Aiwaz, dove diavolo sei?! Aiwaz!>>

Si vedeva chiaramente quell'impistra di Layla che correva avanti e indietro, scese, armò anche lei e insieme tornarono sulle mura.
 
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Cloud83
view post Posted on 19/10/2007, 10:51




Era riuscita a dormire qualche ora malgrado tutto, era stanca, ferita e scossa. La presenza di Garret la tranquillizzava, ma non poteva scordare cio' che era accaduto in quei mesi, e soprattutto in quella battaglia.

Era arrivata a battaglia iniziata, attaccando per la strada chiunque incontrasse, anche due personen che considerava amiche. Aveva combattuto al fianco di scheletri, spettri e un drago d'ossa, aveva riversato la sua magia contro i difensori di Zhentil Keep, contro i suoi stessi compagni dei Corvi... Aveva combattuto ogni creatura viva che le si era parata d'innanzi, fino a che lei stessa non fu sconfitta.
Non sapeva quante persone avesse ucciso quel giorno, quando invece forse l'unica a meritare veramente la morte era lei.

Ora giaceva nel letto abbracciata a Garret, sentiva ancora il suo cuore battere, sentiva ancora dolore e tristezza, ma anche gioia e sollievo. Era tornata a vivere, e questa volta doveva davvero qualcosa a Bane.
Aveva visto con gli occhi della non morta che era Fzoul Chembryl battersi con Clatus, non l'aveva riconosciuto subito ma dopo quello scontro era evidente. Una volta scacciato lo spettro nero, Chembryl si era avvicinato a lei che era contro la sua volonta' tra le braccia di Garret e circondata dai Corvi d'Argento, ferita tanto da non riuscire quasi a muoversi. Cerco' di armarsi per combattere quello che identificava come il suo nemico, ma la presa sul kryss era debole e l'arma le cadde a terra.
L'Eletto di Bane prese la sua testa tra le mani e la strinse con tanta forza da farle quasi perdere i sensi, invece quando la lascio' senti' la presa di Clatus abbandonare il suo corpo e la sua mente. Il dolore per le ferite aumento' spaventosamente, e con esso il bisogno di respirare.

Zhentil era riuscita a respingere quel tremendo assalto, aveva subito delle perdite di questo era conscia, ma era ancora in piedi. Se ne rallegrava un po' Alisea, pur sapendo che probabilmente non vi avrebbe davvero mai piu' rimesso piede ora. In cuor suo sperava che quei pochi Zhent che rispettava non fossero caduti in quella battaglia.
 
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IceSpirit
view post Posted on 19/10/2007, 12:00




Cavalcava veloce sotto la flebile pioggia che si infrangeva sulla sua armatura, si spostava come suo solito tra le valli, fino a giungere alla Nera Citta':
Guardie, soldati, armature nere, un esercito regolare si muoveva in assestamento, tutto era in preparazione, ed il guerriero riconobbe bene l'aria che si respirava in quel momento, aria di Guerra.
Avvicinandosi alle mura in osservazione, venne visto da uno dei soldati della Nera Citta':

"Tu!Arruolato!Ed anche tu!"

Lo sguardo di Rahyel si soffermo' su quel soldato che a quanto pare stava arruolando forestieri, viaggiatori, donne e chiunque altro, dei quali molti risposero:

"Ma come sarebbe?!E se non volessimo partecipare?" Ed il soldato:

"Vige la legge marziale, o vi arruolate, o sarete giustiziati qui, o combattete per la Nera Citta' o morirete."

Molti furono turbati da queste parole, ma non Rahyel.
Alzo' lo sguardo al cielo per un attimo, sapeva cosa avrebbe fronteggiato, in quanto gia' i Corvi gli avevano spiegato cosa stesse accadendo in quel periodo, ed ora che non riusciva a trovarli, entrare in questa Guerra sarebbe stata una buona opportunita' per venir in contatto con loro, e per dimostrare in ogni caso il suo Valore: il Signore delle Battaglie, gli aveva donato questo giorno, quel momento, ed egli non si sarebbe tirato indietro.

Armatosi a dovere, indosso' l'armatura nera, e si reco' presso le mura dove l'esercito nemico avrebbe colpito con irruenza.La voce fredda e piena di rabbia del Maestro D'Armi, spiccava tra la folla, e Rahyel osservava le fila tra le quali la sua lama si sarebbe distinta: soldati che piu' dalla fedelta', erano guidati da una nera paura, sottoposti che nella ritirata avrebbero trovato soltanto la morte donataglia dai loro stessi compagni, l'unico scopo era vincere, ed a Darkivaron Salas non importava altro che quello...

Il Rosso dell'emblema di Tempus contrassegnava il lungo mantello del Guerriero, che osservava all'orizonte, sulle mura dell'entrata principale della Nera Citta'..
Zagarth gli parlava al suo fianco, forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero combattuto assieme, ed il guerriero di Kelmvor, suo vecchio amico non aspettava altro che levare la sua lama su quelle creature che tanto odiava...

Tutto era pronto, cosi' Rahyel dedico' i suoi ultimi pensieri alla donna che amava, e prego' il Signore delle Battaglie per dimostrare Valore ed Onore in questa Guerra, dopo fu il silenzio per alcuni minuti, il silenzio che preannuncia il Caos:

Ombre si muovevano tra i boschi, e presto un ondata di non-morti si scaglio' con irruenza,contro la Nera Citta'!Le freccie scoccarono e le lame colpirono!La Guerra era iniziata.
Grida, colpi, tonfi, sangue, ossa, paura ed onore, lo sguardo di Tempus si poso' su quella terra' quel giorno.La naturale lotta che colpisce ogni creatura del Faerun era oggi manifesta alle porte della Nera Citta', ed il Guerriero fu inondato da un sentimento che lo rendeva vivo, felice, non sarebbe caduto inutilmente, cosi' getto' l'arco e si lancio' nella mischia sguainando le sue lame, assaporando la Guerra da vicino.
Le sue lame roteavano rapide e precise, mozzando teschi, spaccando ossa, ed egli gridava inneggiando cio' in cui credeva, gli avversari caddero' e l'esercito sembrava respingere con forza le orde della Non-Morte.Dopo pochi minuti di riassestamento, i feriti vennero soccorsi, mentre l'esercito si compattava pronto ad un prossimo attacco, che tuttavia fu diverso dal primo...fu terribile:
Una spaventosa orda di orride creature si schianto', sui guerrieri che furono costretti e retrocedere, in poco tempo, un mare di non-morti riempi' le vie della Nera Citta', e fu il Caos, Rahyel inizio' a colpire a destra e manca, sul suo viso compariva un folle sorriso di gratitudine verso il suo Dio, fino a quando le sue braccia non cedettero' e fu costretto a fermarsi per alcuni minuti.
Fu in quel momento che li vide: Nomad, Alek, Ariel, erano li, c'erano anche i Corvi, i quali furono chiamati dai soldati neri:"prigionieri", Rahyel si avvicino' a loro e dopo tutto fu piu' chiaro.Un altra ondata di non-morti fece breccia tra le mura della Nera Citta', e Rahyel perse di vista quasi tutti, continuava a colpire anche se il suo fisico non chiedeva altro che fermarsi, vide i non morti uccidere, semianre distruzione, e poi...lo vide, il loro Signore: Clatus, un ombra con una falce enorme, solo il suo sguardo avrebbe potuto uccidere, fu proprio lui a lanciare sull'esercito, sulle genti e sulla citta', un enorme drago scheletrico!Rahyel vide guerrieri squartarsi sotto le sue zampe, morire tra le sue fauci, fu terrificante ma stringendo i denti, gli ultimi validi guerrieri rimasti si scagliarono su quel mostro riescendo a disgregare le sue antiche ossa...

Ormai tra le vie della citta' il terrore dominava, cosi' Rahyel si accosto' ad una parete, esausto, le sue mani non riuscivano piu' a reggere le lame pesanti, e l'armatura sembrava soffocarlo, respirava con affanno, mentre cercava di recuperare energie tuttavia senti' un rumore: era Layla, quella povera ragazzina, era stata condotta in quell'inferno, piangeva e nei suoi occhi vi era solo paura, gli si accosto':
"Restami vicina, e non far rumore."
Il Guerriero dopo aver scelto la via da seguire, ordino' a Layla di seguirlo e stringendo i denti si lancio' di nuovo tra le strade della Nera, li incontro' gli ultimi sopravvissuti, e poi anche Lara, era disarmata, cosi' Rahyel la porto' con se, dopo qualche ora, i combattimenti diminuirono e gli ultimi non morti furono uccisi...Zhentil Keep, aveva resistito all'urto del nemico.
Colui che veniva chiamato l'eletto, libero' Lara ed altri dalla maledizione del Non-morto, infine Rahyel rivide i Corvi, ed i suoi compagni...

Tutto sembrava finito, ed egli era sopravissuto, si lascio' cadere lungo un parete, mentre ringraziava Tempus, per avergli dato la possibilita' di mostrare Valore, in quel giorno meraviglioso.
 
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Hextar
view post Posted on 19/10/2007, 14:46




Zhentil bruciava per mano loro.
I pesanti torrioni avevano ceduto sotto i soffi di un enorme drago d'ossa. Dagli inermi cancelli orde di non morti si riversavano per le strade, affianco a lui le grida accompagnavano il rumore dell'acciaio.
La grande battaglia infuriava. Alaric, reso araldo dalla non vita, trafiggeva volti che un tempo avrebbe chiamato "amici". Ogni metro di terra che strappavano all'eletto era un passo in più verso la vittoria.
Una vittoria che i guardiani della città difendevano con le unghie e con i denti, più d'una volta aveva visto gruppi compatti di Zhentilar lanciarsi contro le creature che li assediavano.
Avevano onore, coraggio e lo sguardo lontano dei guerrieri, ma erano nemici. Uomini che aveva addestrato, che aveva visto arrivare a quelle mura pieni di sogni e volontà, cadevano per mano sua.
Di fronte al corpo esanime del capitano Imoden difendeva l'ingresso al meccanismo che avrebbe richiuso le mura, arrivarono in diversi, un grosso mezzorco seguito da altri Zhentilar e dall'uomo che conosceva come Anthonius.
La battaglia contro di loro aveva un sapore tetro e macabro, i colpi si susseguivano veloci, valenti uomini d'arme si sferravano colpi mirati alle mani e alla gola, le lame affondavano mentre sangue e acciaio diventavano un tutt'uno.
Fu lì che cadde, colpi veloci di scimitarra lo piegarono al suolo, mentre altri non morti piombavano sugli Zhentilar. Uomini valenti, non si lasciarono strappare il corpo del generale nemico, che si rialzava facendo leva con lo spadone.
<verso il tempio!> gli intimò il calimshita, con sguardo deciso gli puntò la scimitarra alla gola.
<temo che ormai la gola sia un punto come un altro...> la risposta del generale era macabra e atona.
In risposta a un ordine Anthonius affondò una scimitarra tra i tagli dell'armatura di Alaric, le ultime gocce del sangue di cui si era nutrito nella sua non vita abbandonarono il suo corpo.
Non sentiva alcun caldo abbraccio, non sentiva il freddo della lama affondare tra le sue costole, chiuse semplicemente gli occhi, non dormiva da molto tempo.

Fu Fzoul Chembryl a riaprirglieli, l'eletto in persona lo sovrastava, prima di potersi rendere conto afferrò Alaric per sbatterlo alla ringhiera sporca di sangue, la battaglia non era ancora finita.
<guarda come ti sei ridotto, ex governatore ed ex comandante, cane!> l'eletto gli sputava in faccia le parole con rabbia.
Era scosso, spaesato e confuso, non fu lui a scegliere le parole, ma il maleficio di Clatus.
<tu chiami cane me? Ho combattuto per te, ho marciato per te> fissandolo negli occhi rispondeva con decisione, le ferite lo indebolivano nel corpo, ma l'animo era ancora dominato e ostile <e per te sono stato sconfitto senza mai vederti scendere in battaglia, dovevamo arrivare a questo per vederti imbracciare un arma!?>.
Fzoul lo schiaffeggiò con violenza.
<tu hai marciato per Zhentil!> la presa dell'eletto si faceva serrata intorno al collo, nella mano sinistra brandiva lo scettro, fissava Alaric e il suo colorito pallido con disprezzo.
<e tu per la tua "armeria" cosa hai fatto?> mentre venivano pronunciate queste parole Fzoul intonava una litania oscura. Dalla mano dell'eletto una luce pervase il corpo di Alaric, quando l'incanto fu terminato sentiva le ginocchia cedergli, aveva bisogno di respirare, respirare con tutto se stesso.
Cadde a terra, occhi sgranati, sulla pelle avvertiva il sangue e il fango, riconosceva gli odori e i sapori che non avvertiva da molto tempo.
<riprenderemo dopo questo discorso...> tornato cosciente il disprezzo dell'eletto di Bane fu come una manciata di sale tra le ferite <cosa... ho fatto?!> la voce era debole appena un sussurro, mentre Fzoul continuava il suo discorso.
<... la tua pena, ex comandante, sarà vedere assistere alla morte di tua madre sul ceppo, perderai i tuoi cari, come è stato per gli zhentilar qui presenti.>
La battaglia giungeva al termine, rimanevano solo grossi ceppi di non morti che i soldati accerchiavano e abbattevano.
L'eletto si allontanò dall'uomo che aveva abbandonato come un relitto, strinse saldo lo scettro, <vado a eliminare i nemici di Zhentil...> disse.
 
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Darkivaron
view post Posted on 19/10/2007, 17:37




Le Nere Armate erano schierate lungo le mura...un fila sconfinata e ordinata di guerrieri pronti a dar battaglia e a difendere la loro città a qualsiasi costo, era pronta a frapporsi tra le orde sconfinate di non morti di Clatus e Zhentil Keep.

Darkivaron, notando l'assembramento, si affrettò a dirigersi verso le prime linee, per rendersi meglio conto di cosa accadeva.
Le prime linee...laddove solo tre tipi di uomini osavano spingersi: i coraggiosi, i folli, e coloro che erano stati arruolati a forza nell'esercito per fronteggiare la minaccia imminente.

I Coscritti...gente che non avrebbe combattuto per difendere la propria casa, nè per gloria, nè per danaro, nè per altro...gente che combatteva solo per non morire.
Gente che poteva tradirli in qualsiasi momento.
E ora, erano "reclute".
Il Maestro D'armi non era un ufficiale nel vero senso della parola, era un comune Zhentilar, reso importante solo dal timore che molti altri Zhentilar provavano nei suoi confronti, in parte per la sua vicinanza alle alte cariche della città, in parte per la sua abilità, e in parte perchè molti di loro erano stati addestrati da lui: già in passato , pur non avendone effettivamente l'autorità, aveva dovuto prendere in pugno la situazione per dare forza e coraggio agli altri soldati in assenza dei suoi superiori...e ora, si trovava a doverlo rifare.
Addestrare Reclute, era il suo lavoro...ed ora, si trovava a doverlo fare nel minor tempo possibile, costringendo uomini e donne che non volevano combattere, e che forse non sapevano neanche farlo, a servire la loro causa.
Lo fece.
Marciò con rabbia e freddezza avanti in dietro, davanti ai plotoni schierati davanti a lui, plotoni in buona parte composti da poveri derelitti, prigionieri liberati con la promessa di libertà in cambio dell'arruolamento, e stranieri capitati li per caso.
Tra loro, persino un guerriero che erano una sua vecchia conoscenza, Rahyel...ma questo non faceva differenza, Zhentil era in pericolo, e lui era uno strumento come tutti gli altri, come lo era lo stesso Maestro D'armi.
"Darkivaron.."disse riconoscendolo.
" Chiamami Signore" fu la secca risposta.

Guardandosi attorno, vide altre facce.
Thug, che aveva chiesto espressamente di poter combattere nel suo plotone, al suo fianco.
Ed Era stato accontentato.
Aiwaz, che avrebbe combattuto per la Nera città in ogni caso, dato che ormai era la sua unica casa.
Doveva unire e motivare questa gente...e fare in fretta...renderli parte di qualcosa di cui avevano e forse non avrebbero mai voluto far parte..renderli in grado di combattere insieme e obbedire.

"Spalancate le orecchie e Ascoltetemi Bene" proferì a voce alta affinchè lo sentissero, con tono autoritario e e gelido " Da un momento all'altro, Zhentil Keep potrebbe essere attaccata.
Per coloro di voi che sono stati arruolati a forza...mi aspetto che combattiate con tutto il fiato che avete in corpo. Se avrete paura, se cercherete di fuggire...sappiate, che le truppe in seconda linea che sono alle vostre spalle, alla minima esitazione hanno l'ordine di di scoccare una marea di frecce contro la vostra schiena.
Vincerete, oppure perirete, non ci sarano altre alternative.
E se anche foste tanto fortunati da sopravvivere alle frecce non c'è posto dove scappare...e vi venisse in mente di passare nelle file dell'esercito nemico che ci attaccherà, sappiate questo: fate pure, quell'esercito vi "arruolerà" per l'Eternità.
I Nostri Nemici Sono dei Non Morti. Per loro, tutti sono solo nutrimento...e la città ne verrà circondata. Nessuna via di fuga.
Combatterete,e lo farete in una guerra che vedrà i Vivi contro i Morti... "


Dalle retrovie, un uomo con un Nero Scettro in mano lo osservava con attenzione.
Inconsapevole, e infervorato dal suo stesso discorso, alzo ancora di più la voce, guardando quasi con odio quegli uomini, e con rabbia.

"Sappiatelo, Voi di Zhentil, che un dei Comandanti dell'esercito nemico sarà l'uomo che una volta corrispondeva al nome di Alaric Ganondorf...ma solo l'aspetto di quell'uomo è rimasto, null'altro, solo una vile imitazione non morta pronta a dissacrarne la memoria e a distruggere tutto quello per cui lui ha combattuto.
Oggi, NOI saremo Alaric Ganondorf, e quello che quell'uomo ha rappresentato per questa città in passato...noi combatteremo per la difesa della Nera Città, e noi vinceremo....Zhentil Keep non cadrà Mai!"
" E per coloro che sono stati arruolati a forza...Non mi aspetto che combattiate per fedeltà.
Ma sappiatelo, non avete scelta.
Se non lo farete per coraggio, lo Farete per Paura.
Per paura di ciò che vi accadrà se fuggirete.
Per Paura di ciò che vi accadrà se perderete.
Se volete vivere...Questo, io mi aspetto da voi, questo si aspetta Zhentil...Che Vinciate
!"

Terminato il discorso, sposto la sua attenzione sul resto del campo.
Un Uomo parlava con il VIcegovernatore Imoden'id Erotaroda, e Imoden lo chiamava "Signore", termine che mai, in vita sua, gli aveva visto usare con nessuno.
L'uomo,dai capelli e i baffi biondi, vestiva i simboli di Bane, portava alla fronte una gemma che ne denotava l'alto status tra i sacerdoti...e impugnava uno Scettro Nero, recante i Simboli di Bane...uno scettro che era uno degli oggetti più sacri del Culto della Mano Nera.
Per la Prima Volta, aveva davanti L'Eletto.

Fzoul Chembryl si porto davanti ai plotoni schierati davanti a lui, scrutandoli ad uno ad uno, ed esigendo dal Vicegovernatore e dal Maestro D'Armi ragguagli sull'organizzazione delle truppe.
Confermò i suoi ordini: tutti coloro in grado di combattere, cittadini e non, criminali e e gente onesta, avrebbero dovuto essere arruolati nelle file degli Zhentilar, pena per il rifiuto l'esecuzione sommaria.
Solo una cosa Turbò la Calma dell'Eletto.
" Signore...Vorrei portarvi a conoscenza di una notizia che abbiamo appreso poco fa."disse il Maestro D'armi.
"Parla, Salas" disse guardandolo come se gli leggesse nell'anima l'Eletto.
"A quanto pare, sembra che l'esercito nemico abbia a sua disposizione un Drago Non Morto." disse, mascherando il tono di voce per non rivelare lo stupore che provava per il fatto che L'Eletto conoscesse il suo nome...e sopratutto che lo avesse ritenuto degno di essere pronunciato.
" COOOSA?" fu la risposta alterata.
" Un Dracolich, Signore." fu la risposta, calma e precisa.
" Per quale motivo ne vengo avvisato solo ora?"
" Perchè lo abbiamo saputo solo ora signore. "
"E come lo avete saputo?"
"Lord Thanton ha portato la notizia ed è lui a conoscerne i dettagli"
"Trovatelo e portatemelo qui allora, IMMEDIATAMENTE"


Anthonius Thanton, si fece avanti, confermando la notizia... e precisando che ad avergliela riferità era stato Thug, il becchino di Zhentil Keep, il quale venne prontamente convocato.
Ad aver scoperto la creatura, sembrava essere stato un sacerdote di Kelemvor, suo amico, insieme ad un'altra persona, della quale non era chiara l'identità.

Se tutto era vero, avrebbero dovuto cambiare i loro piani e adattarsi di conseguenza.
Solo più tardi, nel corso della Battaglia, Darkivaron avrebbe capito pienamente quale sarebbe stato il ruolo del Dracolich nel conflitto...
L'Eletto infine si allontanò, ma prima di farlo, parlò per dare un ultimo ordine guardando fisso Imoden e Darkivaron.

" Continuate a seguire la situazione qui e a organizzare le truppe...vi affido il comando delle guardie. E non OSATE FALLIRE, o la pagherete"proferì con tono minaccioso.
Darkivaron era incredulo.
A quanto pareva, gli era appena stato affidato ufficialmente il comando delle truppe di Zhentil.


( CONTINUA )

Edited by Darkivaron - 20/10/2007, 04:13
 
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view post Posted on 19/10/2007, 20:17

Decapitatore di Mind flayer

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L'odore del fumo proveniente dalle salme bruciate al cimitero giungeva fino alle porte della città. Anthonius si alzò dal letto con un'espressione disgustata nel sentirlo.
Dalla finestra si poteva vedere una pesante coltre di nubi coprire il cielo; nonostante ciò la luce era intensa. Dopo esser scivolato fuori dalle lenzuola di seta Anthonius si vestì ed uscì di casa.
Per le vie, un vociare che prima giungeva ovattato, ora rimbombava ovunque. Drappelli di Zhentilar, armati di tutto punto, correvano verso le porte. Evidentemente si aspettavano un attacco da parte dei non-morti di Clatus, si ritrovò a pensare Anthonius.
Rientrato in casa, salì in soffitta e prese una larga cintura di pelle con svariate fiale gialle e rosse infilate in appositi lacci e se la legò ai fianchi, coprendola con una più larga cintura in seta.
Prese quindi, da un grosso baule, una bardatura per cavalli in ferro nero. Uscendo a fatica dalla porta con la bardatura in braccio, Anthonius preparò Bucefalo. Ora la bardatura lo ricopriva, proteggendone i punti vitali. Soddisfatto del lavoro, Anthonius si diresse verso casa di Thug, il becchino. Una volta in casa, vide Aiwaz vestito con un'armatura di piastre nera, tipica delle guardie.

"Che fai, ti sei arruolato?" gli chiese Anthonius, dopo aver parlato con Thug.
"Macché, mi ci hanno costretto a forza!" rispose Aiwaz prima di correre indaffarato in un'altra stanza.

Poco dopo, Anthonius uscì dalla casa con un giaco d'argento indossato sotto al corpetto. Per strada, una guardia lo fermò:

"Ehi tu, arruolat... scusatemi, non vi avevo riconosciuto."

Congedatolo con un cenno, Anthonius proseguì verso tutto quel trambusto, diretto verso le porte della città.
Là vi trovò Imoden, Darkivaron e nientemeno che Fzoul Chembryl, l'Eletto di Bane.
Non ci volle molto per riconoscerlo, baffi e capelli biondi, aria possente, lo Scettro dell'Occhio Tiranno saldamente impugnato. Osservava le fila dei soldati: ordinati, silenziosi ed impeccabili. Era un esercito imponente, che incuteva timore.
L'Eletto parlò con Imoden e Darkivaron, la sua voce non ammetteva repliche. Era degno del titolo che portava, pensò Anthonius. Era la prima volta in vita sua che lo vedeva, ed era proprio come se l'era immaginato. Immerso in quei pensieri, Anthonius venne destato d'improvviso dalle urla dell'Eletto.

"Portatemelo qui!"

Era faccia a faccia con lui, l'uomo più vicino a Bane. Gli spiegò velocemente che aveva appreso la notizia del Dracolich dal becchino Thug, poi si mise in disparte quando arrivò il diretto interessato, che spiegò a sua volta da chi aveva ottenuto quell'informazione.

In seguito, l'Eletto ordinò che anche i prigioneri fossero liberati e costretti a combattere per Zhentil Keep, pena la morte.
Ad ogni momento che passava, Anthonius ammirava sempre di più l'Eletto. La sua dote di comando era ineccepibile.

[...]

Nei sotterranei di Blackhold, Anthonius ed Imoden osservavano i tre Corvi d'Argento che erano stati imprigionati due giorni prima.
Venne loro posta la scelta: combattere a difesa di Zhentil Keep o morire. Saggiamente scelsero di combattere. Mentre venivano fatti uscire, arrivò Velkar che avvisò dell'inizio della battaglia. Non c'era un attimo da perdere.
Vennero rese le armi ai Corvi, che vennero portati al tempio per essere curati. Dopo esserseli lasciati alle spalle, Anthonius spronò Bucefalo, diretto verso le porte.
Lo scenario era impressionante. Centinaia di soldati combattevano fuori dalle mura, contro un esercito scheletrico. Fra di loro vide alcuni suoi conoscenti, poi, ad un tratto li vide avvolti in una tempesta infuocata. Pochi istanti dopo, molti giacevano a terra.

Clatus, Alaric, Alisea e Lara erano lì fuori. Si sentivano le urla di Alaric, che chiamava Bane a gran voce.
Anthonius rientrò in città, dove Clatus non poteva entrare.

Alaric avanzò fin dentro le mura, dove venne intercettato da Anthonius, che, bloccando la sua lama, gli aprì numerose ferite con fendenti veloci e potenti. Alaric ripiegò fuori dalle mura, la sua ritirata coperta da Clatus.

Vennero abbassate le grate, e mentre all'interno della città si curavano i feriti, al di fuori giungeva la morte, sulle ali di un Dracolich.
Le fiamme si innalzarono sulle mura, esplosioni e fulmini sconvolsero le truppe in cima ad esse e quelle ancora rimaste al di fuori.
All'interno si attendeva che il nemico sprecasse incantesimi, per poterlo poi sconfiggere facilmente.
Ad un tratto, la grata cedette ed il nemico entrò. Il drago non-morto venne caricato da alcuni Zhentilar mentre si infilava per le vie della città, spargendo morte e distruzione.

Spronato il cavallo, Anthonius uscì ed atterrò Alisea, che poco prima aveva evocato un enorme colonna di fuoco. Arrivò subito Clatus a guardia del corpo privo di sensi ma ancora "in vita" della donna, ed Anthonius fu costretto a ripiegare.
Nel mentre, Velkar aveva appiedato Alaric con un cono di freddo.
Ora toccava agli scheletri invadere la città, ondate su ondate di scheletri di ogni tipo. I soldati combattevano bene, e quella prima ondata fu ridotta a brandelli.

Fuori dalle mura, Alisea era di nuovo in piedi, Alaric entrò di corsa, mentre Clatus rimaneva fuori.
Anthonius spronò il cavallo, dirigendosi verso Alaric, che, nonostante fosse in netto svantaggio, riuscì a gettare a terra una delle scimitarre di Anthonius. Con rinnovato vigore, tra una finta ed una parata, Anthonius colpì in pieno petto l'ex-governatore, facendolo cadere.

"Portatelo al tempio!" disse Velkar. Tuttavia Alaric si rialzò, spada in pugno. Anthonius gli puntò una scimitarra alla gola, intimandogli di andare verso il tempio.
"Temo che ormai la gola sia un punto come un altro..." rispose Alaric.
"Uccidilo e portalo al tempio" riprese Velkar. Un singolo fendente ed Alaric cadde a terra, privo di "vita".
Anthonius lo prese per un braccio e, dopo aver bevuto una fiala di colore rosso, iniziò a trascinarlo verso il tempio.
Dovette più volte fermarsi ed uccidere le decine di scheletri che gli sbarravano il passo, ma ogni volta aveva pronta una fiala per curarsi. Le gradinate erano impervie, e solo grazie alla forza magica datagli da Velkar, Anthonius riuscì a portare il cadavere di Alaric nel tempio.

Dopo essersi completamente curato con altre pozioni, Anthonius scese ed andò a combattere per le vie. Ad un tratto, lo incrociò: era l'Eletto, era sceso per le vie a combattere per la sua città!
"Lord Eletto!" urlò Anthonius, e quando questi si fermò ad ascoltarlo, gli disse: "Ho portato il cadavere di Alaric al tempio!"
L'Eletto annuì e corse in direzione del tempio mentre rinnovati da nuova forza, Anthonius ed i soldati lì vicino gridarono all'unisono e si lanciarono verso il nemico, decimandone le fila.
Ora i non-morti erano già entrati in città, ma i soldati combattevano strenuamente. Davanti alla porta, Anthonius vide il cadavere di Alisea. Lo prese ed iniziò a trascinare anche quello verso il tempio. Come prima, dovette affrontare decine e decine di non-morti, ancora più accaniti. Li uccise tutti senza subire ferite che potessero impensierirlo. Stava per riprendere il cadavere quando da terra un miscuglio d'ossa e di melma si eresse tra Anthonius ed il corpo di Alisea, mentre da dietro alcuni non-morti la portavano via.

La melma era imponente ma lenta: i suoi colpi non erano difficili da schivare, ma i colpi di Anthonius non sortivano alcun effetto. Anthonius continuò a parare e scansarsi, finché al suo fianco non arrivò Fzoul Chembryl, l'Eletto di Bane.
"Tienila impegnata!" gli disse, e, mentre Anthonius parava i colpi della melma, Fzoul formulò un potente incantesimo. Subito dopo, con un possente colpo dello Scettro dell'Occhio del Tiranno, l'Eletto uccise la melma sul posto, poi corse via, verso la città.

I non-morti ora stavano avendo la peggio, venivano ricacciati indietro o distrutti dai soldati. Del dracolich non c'era traccia, era stato evidentemente abbattuto.

Anthonius si incamminò in una via centrale, abbattendo i pochi scheletri rimasti. Lì vide Fzoul che sbatteva Alaric contro una ringhiera. Fzoul gli strinse la testa tra le mani ed invocò Bane; immediatamente Alaric venne avvolto da una luce, e cominciò a riprendere colore. Era stato guarito dalla presa di Clatus, ora non gli apparteneva più. Dopo aver fatto ciò, Fzoul se ne andò, dicendo ad Alaric che avrebbero parlato più tardi, ma che ora aveva la sua città da difendere.

[...]

Alaric era seduto di fianco al ceppo delle esecuzioni, attorniato da parecchia gente. Arrivò anche Fzoul Chembryl.
"La tua pena, ex-comandante, sarà assistere alla morte di tua madre sul ceppo. Perderai le persone che ami, come è stato per gli Zhentilar che oggi hanno combattuto."
L'Eletto ordinò ad Anthonius e ad Imoden di tenere fermo Alaric. I due obbedirono senza indugio. Poco dopo, una guardia scortò una donna al ceppo.
Era la madre di Alaric. Anthonius faticava a tenerlo fermo, stringeva più che poteva ma Alaric era in preda alla disperazione e corse incontro alla madre, liberandosi della presa dei due Zhent, scansando Fzoul, e gettandosi al collo della donna.
Immediatamente Fzoul lo colpì con un devastante incantesimo, che lo costrinse a terra. I due Zhent lo alzarono di peso, mentre Alaric guardava con occhi pieni di orrore e lacrime sua madre venire decapitata per mano dell'Eletto. Anthonius distolse lo sguardo, disgustato dalla scena.
La neve scendeva lenta, non si sentì altro rumore se non il colpo secco dell'alabarda che usò Fzoul per decapitare la donna. I corpi per le vie erano immobili, ricoperti di sangue, fango e neve. Molti edifici erano in fiamme, altri erano crollati. Un denso fumo si levava dalla città. Un teatro perfetto per una scena tanto raccapricciante.
Alaric raccolse la testa della madre e la baciò sulla fronte, per poi volgere uno sguardo carico d'odio a Fzoul, che parlava alla folla, dicendo che quello era ciò che dovevano sopportare i traditori di Zhentil Keep e di Bane.

"Portatelo alle prigioni" ordinò Fzoul ad Anthonius ed Imoden.

Anthonius strinse il braccio ad Alaric, che nel mentre aveva raccolto un lembo delle vesti della madre, per fargli forza e per cercare in qualche modo di sostenerlo, ma sapeva che era tutto inutile. Quell'uomo aveva perso la madre in un modo atroce, che ad Anthonius non piaceva, certo, ma non poteva farci niente. Le cose andavano così a Zhentil Keep. Il volere del Tiranno andava rispettato, e se l'Eletto aveva optato per quella punizione, nulla avrebbe convinto Anthonius che non fosse stata giusta.
L'Eletto comandava Zhentil Keep, e quel giorno l'aveva dimostrato a tutti.
 
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Darkivaron
view post Posted on 20/10/2007, 16:21




(...Continua)

18 Marpenoth 1377Cv....La Battaglia di Zhentil Keep

PARTE SECONDA


Nella Nera Città, come per ordine dell'Eletto, ogni essere vivente in grado di combattere venne armato e assegnato a una postazione.

Soldati, andavano avanti e indietro rifornendo le truppe del necessario a quello che sarebbe venuto: carri carichi di armi e proiettili per armi da lancio si avviavano verso le porte.

I Cerusici e sacerdoti apprestavano le prime postazioni che sarebbero state necessarie alla cura dei feriti...preparando i loro templi a sostenere un eventuale attacco e allo stesso tempo ad aiutare come meglio potevano i difensori.

Si poteva percepire distintamente l'odore della Paura e della Morte nell'aria.


Mentre passava in rassegna alle truppe, Darkivaron notò una donna in abiti civili che, giunta alle porte, osservava con stupore l'immenso assembramento di soldati.
Il Maestro D'armi, con passo svelto, si portò davanti a lei,e senza la minima esitazione e con un tono che non ammetteva repliche, le disse:
" Donna, sei appena stata arruolata come "volontaria" nell'Esercito di Zhentil Keep. L'alternativa a questo è...."

Aiwaz si avvicinò. "Lei è una mia amica"
"Non fa alcuna differenza chi sia." furono le parole sbrigativamente dette.
Uomo, donna, amico o nemico, non importava.
La donna, che rispondeva al nome di Layla, disse che la alternativa non gli interessava.
Dimostrando coraggio, disse che avrebbe combattuto. Ma forse, non aveva ancora idea di cosa di sarebbe trovata davanti.
E in verità, nessuno di loro avrebbe potuto immaginarlo.

Scene come quella, si erano ripetute all'infinito nel corso della giornata, anche se ovviamente altri avevano reagito con minore dignità, mugolando e supplicando, o tentando di corrompere o di fuggire, con poco successo.


In quel momento, un gruppo numeroso di galeotti, denutriti ed emaciati, coperti dalle cicatrici,e ancora incatenati, venne condotto tra di loro.
L'acciaio delle loro catene, venne spezzato, per essere sostituito con quello di armi e armature...che in quel giorno sarebbero state un legame ancora peggiore.
Tutti vennero destinati alla Prima Linea.
Avrebbero combattuto per la vita, e se fossero sopravvissuti, sarebbero stati liberi alla fine di tutto.
Ma quasi nessuno di loro si sarebbe salvato.


Improvvisamente, qualcosa fece alzare li occhi di tutti al cielo.
In lontanza, dalle selve circostanti, numerosi stormi di uccelli si levarono, come se qualcosa li avesse terrorizzati.
Poteva significare una cosa sola.
"In Guardia!!" urlò, primo tra tutti, il Maestro D'armi.

Era giunta l'ora.
Di combattere.

Edited by Darkivaron - 21/10/2007, 12:32
 
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Chaos Scorpion
view post Posted on 20/10/2007, 18:19




Guerra... non puoi mai dire di sapere cos è finchè non ci sei dentro.

Il rumore di passi metallici era sempre più intenso, poteva immaginare cosa stesse succedendo fuori, ma aveva biogno di tempo, non poteva essere impreparato, molte vite sarebbero dipese da lui e ne era conscio.

Erano anni che combatteva ormai, aveva affrontato demoni, draghi e molto altro ancora eppure non aveva mai assistito a qualcosa del genere. La situazione era sempre peggio, i non morti sembravano non finire mai mentre intorno a lui soldati continuavano a cadere e gli incantesimi sembravano non bastare mai, per giunta Alaric e Alisea continuavano a tornare in vita come nulla e si intravedeva il dracolich ormai alle porte...

[...]

Silenzio..un silenzio di morte era sceso sulla piazza, la battaglia era finita ma non c'è mai fine al peggio, la scena della decapitazione aveva sconvolto tutti, per quanto cercasse di non darlo a vedere, come imponeva il suo ruolo, qualcosa era cambiato. Il ritorno a casa non fu per niente piacevole, il cavallo procedeva lentamente sulla strada ricoperta di ossa e di corpi esanimi, di fronte a lui i resti delle mura giavevano impotenti. Il tempo avrebbe risanato quelle ferite, i palazzi ricostruiti, nuovi soldati assoldati, ma il segno non sarebbe mai andato via.
 
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94 replies since 12/6/2007, 19:36   2844 views
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