Faerûn's Legends

Ombre dalla foresta.

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Nahia
view post Posted on 21/10/2007, 18:44




"Ma che diavolo..?"
Il passo perfetto dell'esercito riesumato e comandato da un'unica volontà dirigeva la macabra marcia con funebre ritmo verso le Nere Mura sulle quali con una balestra nuova di zecca si era piazzata Layla, su consiglio di Aiwaz.
Era lì, non consapevole del perchè, ma solo del come.

"Mi raccomando devi dimostrare fermezza e dignità" aveva detto Aiwaz.
Eccome se l'ho ascoltato.
C'era quel pezzo grosso che arruolava qualsiasi pezzente gli capitasse a tiro.
Con me almeno le pedate non son servite.
"Piazzati sulle mura!" ha detto Aiwaz. Ed io mi ci piazzo senza discutere.
Figurarsi se c'ho da ridire io, che di guerra non capisco niente.
Però magari una domanda ce l'ho: " Ma chi diavolo me l'ha fatto fare?"
Il Buon Will me lo diceva!
"Guardati dalla leva di Zenthil Keep!"
Ecco uno dei consigli inascoltati. Ma non avevo neanche troppa scelta eh!
Dovevo affidarmi alle vie di fuga di Allegria, il tombarolo?
Ma se a quello un cadavere in più gli fa comodo! La mia morte gli porta il pane in bocca, che mi fido a fare?

I Mucchi d'ossa e carni in putrefazione si accatastavano ai piedi delle mura vittime delle valorose guardie e cittadini della Nera. Layla aveva giusto l'occasione di scagliare i copiosi quadrelli.
Tendi la corda, innesca la noce, infila il quadrello, scaglialo.
Un meccanismo quasi alienante. Pensava che la battaglia sarebbe stata una noiosa formalità.. ma non fu difficile farle cambiare idea quando il Dracolich fece la sua comparsa alle spalle dello schiaramento.
Il Soffio spazzò via la maggior parte delle prime linee. Lo schiaramento alleato dovette indietreggiare rintanandosi all'ombra delle imponenti mura. Ora la sua posizione le permetteva di godere dell'intero scontro. I Camminamenti ne erano l'epicentro. Le freccie degli scheletri cominciarono a cadere sulla testa.
Si cominciò a guardare in giro smarrita e confusa sul da farsi. Si diresse verso le scale "Meglio scendere di qua, Aiwaz!"
Non fece in tempo a chiamarlo che vide il dracolich accanirsi sulle mura centrali. Aiwaz cadde e non si rialzò se non per intercessione divina. Le guardie per sperare di recuperare del tempo nella riorganizzazione cominciarono a gettare in pasto all'esercito nemico un pò di malcapitati. Tra questi.. anche Layla.
Gettata oltre i cancelli che immediatamente furono chiusi, la mezzelfa ebbe il tempo di una smorfia nel rialzarsi, delle pacche sui gambali per togliere la polvere e il terribile errore di alzare lo sguardo sugli zoccoli del destriero davanti a lei. Squadrò la figura del suo oscuro cavalcatore: Clatus in persona.
"Benvenuta nel regno dei Morti!"
disse allargando le braccia in un gesto teatrale e malignamente invitante.
"Araldo.. Uccidila!" IL palmo disteso si richiuse e quel dito la indicò, quasi un tocco di ghiaccio per i giovani occhi che vi assistettero.
Le mani abbassarono la balestra. Le braccia si distesero inerti lungo i fianchi snelli. L'oscuro aspetto e il glaciale tono paralizzarono qualsiasi intenzione, qualsiasi iniziativa.
Inevitabile la Madre di tutte le Fini la reclamava. Layla si limitò ad assentire nel suo silenzio. Chi era lei per sottrarvisi?
Per l'Araldo non comportò alcuna fatica, strappare quella giovane vita.
 
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Aiwaz
view post Posted on 22/10/2007, 02:03




Alla vista del dracolich, tutta la guarnigione sopra le murà rimase ferma a guardarla, coscente che non era un illusione.
Il grande dragone cadaverico planò sullo spiazzo ricolmo di ossa rinsecchite, cadaveri putrefatti e corpi senza vita di Zhentilar e miliziani, si innalzò un grande polverone, un urlo gelido, le ali sbatterono, la creatura si alzò in volo, fece un profondo respiro e quella bestia infernale, dalla bocca vomitò un miscuglio di fiamme, acido e succhi gastici dalla montagna, fino alla guarnigione...
Le mura e i loro interni prefero fuoco, quando il getto si spostò sopra le guglie dei cancelli, urla di morte si mischiavano con le folli grida dei soldati che erano presenti sulle fortificazioni.


Mentre lo spirito di Aiwaz ritornava fra i vivi per mano del suo amico Solon, al suo risveglio, dopo pochi secondi per recuperare coscienza, notò che le riserve di olio stavano prendendo fuoco, e che diverse bolle di fuoco si avvicinavano a grande velocità verso le mura... La guarnigione saltò in aria, e mentre usciva dalla prima torre rotonda, quest'ultima esplose dietro di lui, facendolo cadere mentre correva frettolosamente. Si rialzò poco dopo, mentre il dragone prendeva il volo, Aiwaz notò alcune decine di cadaveri aldifuori dei cancelli, dove nel mezzo c'era anche Layla.

<<no...NO! NO!!!>> Scattò verso i cancelli, allungò una mano verso di lei per cercare di afferrarla, ma inutilmente. Il suo sguardo fù catturato da alcuni stregoni spettrale che si preparavano a disintegrare quei cancelli con qualche loro incantesimo.
Aiwaz si voltò e mentre ritornava nei ranghi tenendo per mano le due spade, pensava un modo per recuperare il corpo della ragazza, che in quel momento, per lui era più importante della sua vita.

I cancelli furono demoliti dalla furia devastante della magia, le armate dei non morti si riversavano dentro le mura della città e la battaglia cominciò a infuriarsi.
Un piccolo gruppo di miliziani ed Aiwaz però, aspettarono il momento giusto per uscire e recuperare quel corpo.


I principali gruppi d'assalto erano entrati, si notavano soltanto da lontano, un piccolo gruppo di comando che guardava da lontano lo svolgimento della battaglia. Aiwaz afferrò il corpo senza vita di Layla e lo portò in salvo. Si rese conto solo dopo, di cosa era rimasto, era completamente nuda, fredda e priva di ogni espressione in viso, gli venne istintivo di abbracciarla prima di prenderla e portarla da un sacerdote per restituirgli la vita. Sebbene era ferito dalla testa ai piedi, qualche costola frantumata per la caduta, i muscoli estremamente affaticati, il coraggio e la forza per portare in salvo la ragazza gli infondeva l'energia per trasportarla e correre.
Rivide SOlon, che stavolta, con estrema fatica, riuscì a restituire la vita alla ragazza.
 
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Nomad II
view post Posted on 22/10/2007, 12:21




La grande battaglia alla fine era stata combattuta e finalmente alcune cose sembravano cominciare a prendere la piega giusta. Il governo di waterdeep ci aveva graziato e, cosa ben più importante, Alisea e Lara erano tornate loro stesse.Avevo commesso molti errori in quella vicenda, prima di tutto fidarmi di Clatus. Ma a dire il vero mi ero fidato anche di molte altre persone che invece poi avevano tradito la mia fiducia... se non altro sapevo fin dall'inizio che il non morto non avrebbe mai rispettato il patto. Ma degli altri mi ero fidato praticamente ad occhi chiusi, come uno sciocco. A dimostrazione, se ancora ne avevo bisogno, che avrei dovuto fare qualcosa per ritrovare i miei ricordi, la mia esperienza.
Ad ogni modo la cosa importante era che con la mia scelta, seppure ad un prezzo altissimo, avevo salvato la vita di Lara. Il resto non contava. Certo ci sarebbe voluto molto tempo a rimarginare alcune ferite... con tutta probabilità alcune sarebbero rimaste aperte per sempre. C'erano anche cose da chiarire e alcuni conti da saldare... ma per questo non avevo fretta.
 
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Darkivaron
view post Posted on 25/10/2007, 15:45




(...Continua)

18 Marpenoth 1377Cv....La Battaglia di Zhentil Keep

ULTIMA PARTE




Era possibile udire un "calpestio diffuso", tutt'attorno a loro, provenire dai boschi circostanti.
Dopo una breve attesa, fu possibile intravedere l'Avanguardia dell'Esercito dei Non morti.

Darkivaron si guardò attorno, spaesato. L'attacco era iniziato e ne Lord Imoden nè Lord Velkar erano nei paraggi.
Eppure qualcuno doveva prendere una decisione, su che tattica adottare...qualcuno doveva dare ordini.
I Soldati lo guardavano, spaesati più di lui. Aspettavano che lui dicesse loro cosa fare.

Aveva comandato piccoli drappelli di Zhentilar, in passato...ma era la prima volta che si trovava a dover dare ordini ad un intero esercito...la prima volta a trovarsi in una vera Guerra.
Aveva poco tempo per i dubbi, e non poteva permettere di farsi travolgere dalla tensione.
Si guardò attorno, considerando le possibilità strategiche che gli offriva il terreno.
La prima: retrocedere da subito dentro le mura, perdendo terreno a favore dei non morti, ma evitando che i soldati si esponessero agli incantesimi, e armi da tiro degli avversari...ed evitando che il dracolich, se esiteva, planasse in mezzo a loro facendo una strage.
La seconda: Occupare il ponte di terra che separava Zhentil dalla terra circostante, e che il nemico era per la maggior parte obbligato ad attraversare, se voleva raggiungere la Nera città. Tenere finchè fosse stato possibile, sfiancando il nemico, a costo di tutte le perdite necessarie...costringendolo a dimostrare le sue reali forze se voleva passare, fin da subito.

Infine fece la propria scelta. Quel ponte di terra era una posizione di vantaggio per chi lo teneva..retrocedere da subito, sarebbe stato un errore.
I morti ci sarebber stati in ogni caso, e non doveva temere questo: la Prima Linea esisteva appunto per questo...costringere il nemico a mostrare le sue carte.

" Soldati! Che Nulla Oltrepassi questa striscia di Terra!! Arcieri, ai Vostri posti!! "

Ponendosi alla testa della Prima Linea, volle al proprio fianco le reclute che fino a quel giorno aveva addestrato.
Le guardò in voltò.

Askard, mezzorco...e Cyrita.
All'inizio lo aveva odiato per la sua fede. I Cyriti...gli avevano levato tutto. Seguire l'ordine di addestrarlo era stata una delle cose più difficile che aveva dovuto fare in vita sua.
Nonostante avesse in seguito rinnegato più di una volta la sua fede, affermando che credeva solo per convenienza e non gli importava degli dei, Darkivaron non gli aveva mai creduto pienamente: Cyric, dopotutto, era il Principe delle Menzogne.
Si era proposto di addestrarlo al meglio...e di farlo diventare un degno avversario...e il giorno che la tregua tra Baniti e Cyriti fosse giunta al termine, lo avrebbe ucciso per questo motivo con ancora più gusto.
Questo si ripeteva sempre, questo, aveva detto senza mezzi termini, allo stesso Askard.
Eppure, il mezzorco, aveva sempre mostrato semplicità d'animo, fedeltà, rispetto e disciplina...tutte qualità che non avrebbe mai pensato di trovare in un Cyrita.
Aveva sopportato stoicamente tutte le prove crudeli e i maltrattamenti ai quali Darkivaron lo aveva sottoposto.
Con il tempo, si era guadagnato, anche se non la totale fiducia, il riluttante rispetto del Maestro D'armi.

Nadia, la guerriera fedele a Tempus.
Giovane, più giovane di Darkivaron...e con la fibra d'acciaio che che tutti i veri guerrieri possedevano.
La prima volta che la aveva vista e sentita parlare, la aveva fortemente voluta tra le fila degli Zhentilar, riconoscendo un'anima affine alla sua per molti versi.
E lei, aveva accettato...solo per poter avere, un uomo come lui come condottiero, di entrare a far parte delle Nere Armate.
In ogni suo gesto, sembrava incarnare l'ideale del vero soldato.
Guardandola, non poteva fare a meno di pensare, che se il dovere, e l'essere lei una recluta, e lui il suo Maestro, non li avesse tenuti a distanza, e non lo avessero costretto ad essere spietato, freddo e inflessibile per il suo stesso bene, le cose si sarebbero potute evolvere in modo inaspettato.
Ma erano solo Sentimentalismi...dai quali non voleva farsi influenzare.


La prima ondata nemica colpì il loro schieramento, infrangendosi contro di esso.
Poi la seconda, poi la terza.
Il Ponte di Terra era tenuto saldamente e senza grandi difficoltà dagli Zhentilar, che sembravano imparare a reagire meglio, ad ogni attacco nemico, invece che indebolirsi.

Infine, Lord Imoden e Lord Velkar, avvisati dell'attacco, sopraggiunsero...in tempo per vedere il nemico cambiare tattica.
Le orde non morte si fecero più numerose e insistenti, mandando avanti componenti del loro esercito sempre migliori.
Un'infinità di scheletri, alti parecchi metri, attacco più volte i Difensori, infrangendosi contro di essi, mentre ai feriti veniva dato continuamente il cambio.
Si fecero avanti gli arcieri nemici, e i primi incantatori.
Una marea di frecce piombò sulla nera armata, ma la maggior parte di loro riuscì a ripararsi dietro i propri scudi...fino a quando un drappello non fece una sortita sbaragliando gli arcieri nemici.


Dopodichè , il nemico fu costretto a svelare alcune delle proprie pedine più potenti...
E fu così che il passo venne perduto, come previsto.
Spettri a centinaia..esseri incorporei, che le armi non potevano ferire, e capaci di distruggere e uccidere con le sole parole, si fecero incontro a loro.
Attaccarli alla cieca esponendosi ancor di più era fuori questione...ma prima che una soluzione fosse trovata, incanti letali li colpirono, lasciando diversi cadaveri fumanti a terra.

" Ritirata! Presto, Dentro le Mura!"

Diversi fulmini e piogge di fuoco di abbatterono su di lui, come mai ne aveva sopportati, ma pur a stento, riuscì ad rientrare dentro le mura di Zhentil sulle proprie gambe, ma non tutti furono così fortunati, e quando le possenti saracinesce della Nera furono calate, molti di loro restarono fuori, a nutrire i non morti, rinfoltendone le fila.
Ogni morto per Zhentil, era un soldato in più per Clatus.

Da fuori le Mura...Si udivano le urla festose dei Generali nemici per aver tolto loro la posizione. Alaric...Alisea...Clatus. Urla di sfida e di disprezzo.
"Morirete Tutti!"
"Vieni, Bane!!"


L'ira mista a paura serpegiava tra gli assediati, mentre coglievano l'occasione per leccarsi le ferite, e prepararsi alla prossima mossa degli avversari.
Gli arcieri scoccavano frecce dalle mura, abbattendo i nemici più deboli e cercando di tenere quantomeno a distanza gli altri.
Furono tentate diverse sortite per disperdere il nemico, ma senza alcun successo come prevedibile.
Clatus, Era sceso in campo con i suoi Generali.


" Voglio che i Generali nemici siano tutti Uccisi o Catturati! Concetratevi sui generali!"Le Parole dell'Eletto erano state chiare, e insieme alle parole del vero Alaric, e a tutto quello che avevano scoperto fino ad allora sul Non Morto.
Clatus, non poteva mettere piede a Zhentil. Non ne aveva il potere, non poteva opporsi a Bane.
Per questo, aveva dovuto servirsi di Araldi...per questo, Alaric e Alisea sarebbero dovuti entrare al posto suo dentro la città, e uccidere l'Eletto per lui, dissacrando il templio di Bane...

Uscire dalle porte, ora, era una follia. Avrebbero dovuto affrontare Clatus, che era inarrestabile..probabilmente, finchè i suoi generali erano in piedi.
Dentro Zhentil, sarebbero stati più forti, dovendo affrontare "solo" Alaric e Alisea, e il loro infinito esercito.
Tutti, Velkar, Imoden e Anthonius , oltre che lui, erano consapevoli di questa cosa.

Darkivaron si avvicinò a Velkar, parlando con lui per mettere in comune le idee, e uscire da quella fase di stallo.
Ma a quanto pareva, non potevano fare nulla che aspettare.
Poi, tetramente, messo davanti ai fatti, Darkivaron intuì il ruolo del Dracolich.
Clatus aveva pensato a tutto.
" Signore...se attacchiamo uscendo, non risolveremo nulla..eppure, se Clatus vuole ciò per cui è venuto, deve trovare un modo per penetrare le mura e condurre qui il suo esercito...
Se è vero, che ha un Drago Non morto dalla sua...lo userà per...."

Velkar non fece in tempo ad annuire per far capire che condivideva quei timori, che un'Ombra gigantesta scese su Zhentil.

" Il Drago!!!" urlarono diverse voci disperate.
Sarebbe stata quella, la carta di Clatus per sfondare le mura di Zhentil e farvi marciare il suo esercito.

Il Drago scheletrico volò sopra le mura, scaricando le sue letali fiamme su arcieri e difensori che vi si erano appostati...finchè volava, nessuno poteva colpirlo.
Urla di terrore e disperazione provenivano da ogni parte, mentre un incendio divampava per tutta la lunghezza delle mura poste all'ingresso principale.
Non potevano fare nulla salvo prepararsi.
Il fumo arrivava da ogni parte confondendo la vista.
Infine, dopo essersi liberata dei soldati sulle mura, fece quello per cui era venuta: Sfondò i Cancelli.
Colpi poderosi, risuonarono per tutta Zhentil.
Infine, il Clangore allo stesso tempo cupo e tintinnante delle saracinesche infrante...il nemico aveva aperto uno squarcio nella loro Armatura ed era deciso ad arrivare al Cuore, per squarciare anche quello.
Nella confusione che seguì, iniziarono ad entrare i primi non morti, ma non riuscirono a oltrepassare le truppe interne alla città.
Tuttavia, il Dracolich piombò dall'alto, proprio in mezzo alle loro schiere, disperdendoli e spargendo morte e distruzione intorno a sè, senza la minima difficoltà.
In Mezzo al fumo, che lo circondava, Darkivaron caricò la Bestia, per dare il tempo alle truppe di riorganizzarsi, e per far portare via i feriti.
Non erano pronti, ma Lord Velkar con la sua magia, se avesse avuto il tempo, avrebbe escogitato qualcosa.
Il Testa a testa fu oltremodo Breve.
Dopo due o tre colpi di artigli, il Drago lo strinse tra le fauci, per poi sbatterlo a terra e calpestarlo come fosse una mosca, facendogli perdere i sensi.

Al suo risveglio, il Drago non c'era più, ma la battaglia imperversava.
Mentre zoppicava, sanguinante, alla ricerca di un luogo dove medicarsi, vide i Corvi che avevano catturato, armi in pugno, marciare tra di loro.
Per un attmo pensò che lo avrebbero finito, ma non fu così.
" Curatevi Darkivaron..cercate un chierico, recatevi al templio " proferì una voce, Nomad o Alec..il sangue che aveva sugli occhi gli impediva di vedere correttamente.
Qualcuno, gli spiegò in breve tempo che erano stati liberati per combattere contro i non morti...come tutti gli altri prigionieri.
Le sue ferite, la sua stanchezza, e la necessità di non indugiare, gli impedirono di esprimere i suoi forti dubbi sulla loro fedeltà. Già se li immaginava correre al fianco di Clatus. Eppure, non lo avevano attaccato...più tardi, scoprì di essere stato ingiusto a dubitare.

Le Sale del Templio erano colme di feriti. i Sacerdoti di Bane che non erano impegnati a a combattere i non morti,si prodigavano per curare gli Zhentilar ancora in grado di combattere, abbandonando invece i mutilati al loro destino.
Nessun Non morto averva ancora osato attaccare direttamente il templio,ma il fumo della città in fiamme era arrivato anche li...insieme al sangue dei feriti.

Rimesso in sesto da un incantesimo, il maestro D'armi si avvio cupamente per le strade, pronto a combattere ancora.
Nel caos, non era quasi possibile comprendere cosa accadeva tra le strade della città.
Svoltato un angolo, era possibile trovare di tutto..da soldati appoggiati a un muro, che cercavano di fermare copiose emorraggie, a ghoul che si cibavano dei cadaveri di cittadini inermi.
Zhentil Keep, non era mai stata un paradiso, ma ora la Guerra la aveva resa un vero Inferno, per chiunque.
Facendosi largo tra scheletri e spettri a denti stretti, giunse in prossimità delle Mura.
" Le Mura sono Nostre!!" urlò una voce.
La riconobbe: era la voce di Alaric Ganondorf.

Tuttavia, non era completamente vero. Ancora, era tutto in gioco: come loro erano entrati, loro potevano uscire.
Camminando, inciampò in qualcosa.
Una Testa.
La testa, e il corpo orrendamente squartato, era di Imoden...il Vicegovernatore.
Il nemico aveva segnato un punto importante.
Si ricongiunse a Velkar, che gia era al corrente della notizia.
Da fuori le loro mura, iniziarono ad arrivare, insieme ai Non morti, Demoni.
Probabilmente, li mandava ALisea.
Montato a cavallo, notò delle persone che tentavano un attacco contro la retroguardia dell'Esercito nemico, dove c'erano Clatus e Alisea.
Clatus, difendeva strenuamente i suoi generali...come se dalla loro vita dipendesse tutto.
Già nella prima fase della battaglia, era stato respinto dallo spettro, che con un gesto aveva convoncato a se, una marea di non morti dal nulla, proprio mentre era vicino ad aver ragione della potente sacerdotessa, colta di sopresa da una sua carica quando meno se lo aspettava.
Ora, aveva l'occasione di ritentare: questa volta, Clatus era lontano, impegnato in altro.
Fulmineo e veloce, colpì con tutta la forza che aveva in corpo, lasciando dietro di sè un corpo immobile riverso al suolo. Poi Clatus arrivò, costringendolo alla ritirata...e rimettendo in piedi con il suo potere la sua servitrice non morta.
Era chiaro.
Per uccidere definitivamente gli Araldi, dovevano farlo dentro le mura di Zhentil, dove il loro Padrone non poteva fare nulla per rialzarli.


Non morti di orrenda potenza correvano per le strade della città, alcuni in grado di usare la magia e di convocare creature provenienti da altri mondi.
Mentre li combatteva, isolato come tutti e impossibilitato a rimanere fermo, o a ricongiungersi a un gruppo o ad un altro, ebbe la notizia.
Alaric, il Comandante dell'Esercito Nemico, era stato abbattuto.
Ciò restitui sicuramente fiducia a lui e a molti altri...ma non c'era tregua per nessuno.
Rimaneva Alisea..e migliaia di creature orrende tra loro e la vittoria.
L'Eletto accorse, incitandoli a combattere.
Camminando in quel panorama di ossa, sangue e cenere, si avviò verso un punto dal quale poteva osservare fuori dale mura.
I Corvi..insieme a Clatus. C'era da aspettarselo.
Poi, notò che Clatus teneva qualcosa in mano: una testa.
Alec Crownguard...aveva sbagliato a dubitare di lui. Sicuramente si era opposto allo spettro, e quella era stata la sua fine.

Una nuova feroce schiera di esseri dannati irruppe tra le truppe, oramai disperse, e e senza una tattica che non fosse quella di combattere finchè ancora ne avevano la forza.
Darkivaron incredulo, vide Zhentilar a lui ben conosciuti che combattevano l'uno contro laltro.
Traditori!
Ma chi era il Traditore, chi l'uomo da uccidere?
Mentre lo pensava, sussultò per una ferita alla gamba che si era appena riaperta...ma sussultò ancora di più quando si voltò per vedere un "qualcosa" che lo caricava.
E vide la sua faccia.
Era chiaro...quegli esseri potevano emulare l'aspetto dell'avversario..e a quanto sembrava, la forza.
Darkivaron Salas, si trovò a incrociare la lama con Darkivaron Salas, pervaso dall'ira: non avrebbe permesso a quella creatura di andare in giro a uccidere Zhentilar , con il SUO aspetto.
Una volta abbattuta, torno a quello che era: un cumulo di ossa annerite,pervase di un potere sacrilego.

Ma ci fu poco tempo per rallegrarsi...ne arrivarono altre, tutt'attorno a lui e ad altri compagni.
E questa volta, il Maestro D'armi Vero, dovette cedere il passo al Maestro D'armi Falso.
Un velo di tenebra scese sui suoi occhi......




Quando la magia di qualche chierico lo riportò tra i vivi, la battaglia era ancora in corso, ma lui non era in grado di combattere.
Lo stesso chierico, morto, al suo fianco, ucciso da chi sa cosa mentre era distratto.
Salas, strisciò per le strade respirando a stento, quasi soffocando nel suo stesso sangue, appoggiandosi sul suo spadone, in attesa che qualcuno lo trovasse, amico, o nemico..
Aiwaz, Nadia..e Alyssa, lo soccorsero.
Dopo averlo medicato in modo di impedire che ricadesse nelle braccia della morte, gli consigliarono di nascondersi da qualche parte, dato che non era in grado di combattere...ma lui ostinatamente, rifiutò.
Era solo un bersaglio, e lo sapeva, ma non si sarebbe nascosto come un coniglio mentre Zhentil lottava per sopravvivere.
Nadia insisteva per accompagnarlo, ma ciò avrebbe sottratto guerrieri alla lotta.
Non riusciva quasi a parlare..ma con uno sforzo, riusci a dare un ultimo ordine quella giornata...un ordine secco quasi stizzoso e rabbioso.
" Va, e combatti...la battaglia non è finita!!"

Anche Alisea era caduta. Le ultime sacche di non morti vennero debellate..ma buona parte si nascose nelle catacombe e nelle case abbandonate della città.
Anche a battaglia finita, gli Zhentilar sopravvissuti si sarebbero dovuti impegnare seriamente, per eliminarli.
Si diceva Che L'Eletto avesse distrutto Clatus.
Zhentil, ancora una volta, viveva.
A caro prezzo, ma viveva.
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La gioia della vittoria, era, come in tutte le battaglie, offuscata dalle morti...
ma quel giorno ci fu qualcosa di peggio: un uomo, che non aveva colpa, fedele a Zhentil,fu costretto a pagare, per qualcosa di cui non aveva veramente colpa.
Alaric, liberato dalla maledizione di Clatus, dall'Eletto, venne condannato ad assistere alla decapitazione della propria madre..e condannato a perdere tutto se stesso.

La piazza silenziosa, davanti a una scena straziante.
Chiunque avesse ancora un'anima, non potè fare a meno di rimanere scosso, nelle proprio convinzioni, e nel proprio credo.
La donna arrivò.
Camminava con grande dignità.
Accarezzò il figlio, ne accarezzò il viso...come solo una madre sapeva fare.
Alaric piangeva, e a sua volta la abbracciava. Con la forza della disperazione si liberò di coloro che lo trattenevano, per dare l'ultimo saluto alla madre, implorando di prendere lui e non lei.
Ma L'Eletto del Tiranno, non ebbe alcuna pietà.
La decapitò...e gettò la testa tra le mani del figlio, che la prese al volo..baciando quel volto, i cui occhi erano ancora aperti, quasi ignari di quanto accadeva.
Così, in questo modo straziante, Alaric accompagnò la donna che lo aveva generato, nel suo ultimo viaggio.
Verso il Muro delle Anime, dove la sua anima sarebbe stata assorbita e distrutta, come se non fosse mai esistita.

Il "pubblico", era disgustato, impressionato, terrorizzato. Molti distolsero lo sguardo.
Il Maestro D'armi, rimase con lo sguardo incollato, pallido. E mentre guardava, rivedeva la fine dei suoi genitori.

Quel giorno, molte delle certezze che lo avevano sempre guidato, vacillarono.
E non sapeva se le avrebbe recuperate mai.
Come nonostante tutte le giustificazioni che si fosse dato in futuro per digerirlo, forse, non avrebbe mai saputo comprendere quel gesto.
Essere simile a Bane, era sempre stato il suo obiettivo.
Ma non si era mai sentito così lontano da lui come in quel momento.

[.........................]


Alaric, era ormai libero. Libero..con una vita distrutta, senza una madre, senza una città e senza un dio in cui credere.
Tutto quello che Darkivaron riusci a fare per lui quel giorno, fu dargli le sue condoglianze.
Non avrebbe trovato altre parole, nè per Alaric, nè per se stesso.

Era debole fisicamente per le ferite..e ora, lo era anche spiritualmente.

" Hai visto, hai trionfato..ma non sei felice, non sei appagato..non te ne rendi conto?per cosa combatti?" Gli disse Laurelion qualche ora dopo, prima di abbandonare Zhentil per sempre.
"Se abbandono è colpa tua in un certo senso...per tutto quello che mi hai insegnato sul coraggio, sull'onore...tutto quello che ho visto oggi va contro questo. Un tempo, non mi sarebbe importato di vedere uno spettacolo del genere...ma ora.. non mi sono mai vergognato di combattere al tuo fianco..fino a oggi."
"Tu combatti per Bane perchè dici che è inutile opporre resistenza...che un giorno lui dominerà su tutto...perchè è il più forte...E forse è vero. Forse un giorno ci sarà solo Bane.
Ma a me non importa..."
"Vigliacco...."
concluse con disprezzo Laurelion

Darkivaron sopportò tutto, in silenzio. Un altro giorno, avrebbe ribattuto. Un altro giorno, lo avrebbe preso a pugni o peggio. Ma quel giorno...no.


Dopo aver affidato Alaric a Nadia, affinchè lo chiudesse in cella, per il suo stesso bene, perchè non si togliesse la vita, si avviò verso la caserma, per riposare, e dimenticare.

"Non spetta a me giudicare le scelte dei miei superiori...io, sono solo uno Zhentilar.."furono le sue parole.
Ma le ultime, piene di stanchezza e di sofferenza, appena udibili.. furono queste.
" Uno Zhentilar...uno Zhentilar..stanco..."

Edited by Darkivaron - 25/10/2007, 17:31
 
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Il Becchino di Zenthil
view post Posted on 25/10/2007, 17:39




[off]Grazie a GM Undead per l'aiuto sul forum ^__^;;[/off]

Quella notte non si riusciva a dormire. Saranno stati i rumori delle truppe che si riversavano nella parte della città più vicina alle mura , laddove abitava
Thug , ma era sopratutto il clima di tensione e di inquietudine che rendeva difficile chiudere occhio...dopotutto non è cosa da tutti i giorni essere
all'interno di una città la cui unica sola uscita è presa d'assedio da un numero incalcolabile di non morti...
Thug camminava irrequieto , dalla la finestra che si affacciava sulla piazzetta d'innanzi le porte , dove vedeva sempre più gente cadere trappola del
reclutamento forzato , si spostava verso quella che dava sull'interno della città , dove poteva vedere le truppe regolari dell'esercito muoversi in direzione
delle mura pesantemente fortificate.
Aveva riempito il magazzino con viveri e materiali medicali , aveva sottratto all'esercito diverse persone , nascondendole in casa , ma più tempo passava e
più gli si instillava nella mente il dubbio di non star facendo abbastanza. Beh era solo un becchino , una persona qualsiasi , ma lo stesso non gli andava a
genio che delle persone , per quanto queste potessero essere utili o meno alla causa Zhent , venissero sacrificate in una battaglia non loro...
Niaden , il sarto che aveva assunto per aiutarlo nei preparativi dei funerali , Remy la guerriera che aveva assunto per difendere la casa dai ladri e per
alzare qualche soldo con le armature e gli oggetti che confezionava Niaden , Zeebo , l'ingegnere gnomo che per qualche inspiegabile motivo era ancora a casa
sua... Layla quella mezzelfa che Aiwaz aveva cercato di portarsi a letto e che gli si era incollata al culo ... Tutta gente che in una guerra simile non
sarebbe riuscita a sopravvivere se messe in prima linea afarsi impattate dalle ondate di non morti con i quali Clatus avrebbe sferzato i bastioni di Zhentil
Keep.
Ma non era abbastanza.
Thug si decise. Corse il rischio di attirare l'attenzione di qualche reclutatore , ma doveva trovare un modo per fuggire e far fuggire gli altri , qual'ora i
non morti avessero messo in rotta l'esercito assediato. Prese un cavallo e cercò una via di fuga...ma dove cercarla visto che la città era un vero e proprio
"cul di sacco" ?
Il porto era bloccato ed in più c'erano i reclutatori pronti a scovare donne e uomini più o meno abili da dare in pasto agli assedianti , quindi dove
cercare? Al cimitero forse?
L'unico modo per fuggire da Zhentil passando per il cimitero , era quello di arrampicarsi su di un albero che riusciva a superare , seppur di poco , le
massicce inferriate che difendevano il cimitero. Le porte della Nera non erano state ancora chiuse del tutto , si riusciva ancora a passare fuori dai
cancelli , fornendo una scusa valida. Quindi ritenne che portare dei cavalli al di là delle inferriate del cimitero , avrebbe permesso a lui e gli altri di
allontanarsi rapidamente dalla città , qual'ora l'assedio venisse vinto da Clatus.
Cercando cavalli nei boschi del Mare della Luna , Thug incontrò una persona che non vedeva da moltissimo tempo , Martin Darkrain il mezzelfo chierico di
Kelemvor che reputava morto in quella che fù l'invasione della Baronia di Biim , presumibilmente sempre da parte dell'esercito di Clatus. Il mezzelfo portava
con se informazioni molto preziose e sebbene non lo vedesse da tantissimo tempo , Thug sapeva che non poteva intrattenersi troppo con Martin...tante , troppe
erano le domande che voleva fargli ma il tempo stringeva per tutti e due. Martin avrebbe recuperato diverse borracce di acqua benedetta , memore degli
scheletri della baronia , era convinto che dovessero essere bagnati con l'acqua o si sarebbero rialzati poco dopo essere abbattuti. Thug aveva ancora da
portare i cavalli oltre il cimitero e sopratutto doveva tornare in città in tempi molto rapidi o gli Zhent si sarebbero premurati di concedergli un bel palo
con vista Mare della Luna , sul quale avrebbero infilzato la sua testa.
Era tornato in città da pochissimo , neanche aveva fatto il gesto di attraversare i cancelli che un reclutatore gli urlò dietro qualcosa... almeno , urlò
qualcosa in direzione del suo gruppo , qualcosa tipo " Tu a cavallo! reclutato! ". Inutile sottolineare l'arguzia di quell'individuo , visto che c'erano
quattro persone a cavallo vicino a Thug. Però questo gli diede l'opportunità di fare finta di nulla e continuare quello che stava facendo , lasciando quelle
persone nelle coscenziose mani del reclutatore. Salito in casa , mise a conoscenza del suo piano la compagnia ed incominciò a barricare la casa.
Od uscite di casa adesso oppure starete dentro casa fin quando non tornerò a dirvi come si sta evolvendo la situazione. Chi decide di rimanere , per
nessuna ragione metta il naso fuori da una finestra o la porta! Solo quando sarò sicuro che sia gli zhent saranno troppo occupati a tenere a bada i non morti
per cercare nuove reclute , sia i non morti saranno occupati ad occupare gli obiettivi sensibili del Keep , vi porterò fuori da questa città...ammesso e non
concesso che si riesca a vincere questo assedio...o che io rimanga abbastanza in vita per fare questo , ovviamente...ma qualsiasi cosa accada NON prendete
iniziative di sorta.

Aiwaz e Layla decisero di uscire , gli altri rimasero non essendo in grado di cavarsela da soli in una situazione del genere e Remy decise di restare a
proteggerli , qual'ora gli assedianti avessero sfondato nella casa.
Thug prese due librerie che teneva a piano terra e le trascinò fuori dalla porta di casa. Ne mise una in diagonale sulla porta in modo da sbarrarla ,
bloccandola con la statua di rame che sosteneva il "campanello" , un corno da caccia. L'altra la incastrò fra la ringhiera della piazzetta e l'accesso a
quest'utlima , le scale che dall'entrata di Zhentil Keep , portavano direttamente alla sua proprietà.
Era fatta... Ormai la casa si poteva definire protetta...più o meno e comunque non ci si poteva più andare se non rimuovendo le librerie. Quindi Thug spronò
il cavallo in direzione delle porte , dove avrebbe trovato niente meno che l'Eletto in persona , Fzoul Chembryl ad attenderlo...
...gia perchè nel caos generale , Thug si è sentito in dovere di raccontare in giro ciò che Martin gli aveva confidato. Quindi l'Eletto voleva sentire dalla
sua bocca queste informazioni... inutile aggiungere che questo non lo entusiasmava proprio per niente.
L'Eletto sembrava irrequieto , "grazie al cazzo" era parecchio inopportuno anche solo da pensare...sai mai che sapesse leggere nella mente. Comunque fù un
colloquio molto breve e sofferto per Thug. Non tanto perchè era d'innanzi ad una , se non "la" persona più potente nel raggio di diverse leghe e che questa
sembrava suscettibile quasi quanto una donna "in quei giorni" , ma quanto perchè questi gli ordinò senza troppi giri di parole , di portare a suo cospetto il
chierico Darkrain...
Senza por tempo in mezzo Thug aveva rintracciato Martin e lo aveva portato davanti all'Eletto... Quando si tratta di avere l'opportunità di scegliere fra una testa o l'altra , l'istinto di conservazione riesce sempre ad avere la meglio sulla ragione.
Thug sapeva che questo avrebbe esposto Martin alle ire funeste dell'intera Nera , sopratutto perchè non solo Martin era un chierico di una divinità non
troppo apprezzata a Zhentil , ma sopratutto perchè Martin era entrato a far parte dei Draghi Purpurei , l'elite Cormyriana che pestava con regolarità le dita
dei piedi dell'intero gruppo di comando di Zhentil Keep. Ormai era fatta però : il pennone avrebbe reclamato una testa , a Thug decidere se la sua o quella
di Martin.
Il proposito di mantenere un profilo basso , per evitare i reclutatori , quindi , era andato a farsi friggere: non appena Marin venne portato a cospetto dell'Eletto , un reclutatore passò vicino a Thug informandolo della sua nuova , unica , ragione di vita. Thug provò a raggirarlo , dicendo che faceva gia parte della compagnia di Salas , cosa relativamente vera , anche se non del tutto ufficiale...od a conoscenza dello stesso Salas. Il reclutatore non ne sembrava affatto convinto...sembrava meno sveglio , comunque visto che ormai Thug era entrato a spinta nel glorioso esercito Zhentilar , almeno doveva premurarsi di non ottenere un posto in prima fila durante l'assedio. Per la legge dei grandi numeri , i primi sono gli utlimi solo nel regno dei cieli , quindi Thig sapeva benissimo che essere schiaffato fra le prime file del contingente d'impatto , significava avere ottime probabilità di lasciarci le penne entro pochi momenti dall'inizio dell'attacco... ma cosa fare?
Beh sulla carta è cosa semplice. Basta trovare un comandante che abbia voglia o tempo di ascoltare le tue richieste e che non sia sadico abbastanza da riderti in faccia... gia...semplice...
Tymora volle che in quel momento Thug riuscisse a sentire qualcuno chiedere di Darkivaron Salas e qualcun'altro rispondergli che si trovava all'Antro a fare scorta di munizioni e quale comandante sarebbe mai stato più disponibile di un Salas ad aiutare Thug? Mancava solo una scusa per avvicinarlo ed un'altra per far sì che fosse nella condizione ideale di voler esaudire un favore. Tymora pensò anche a questo.
Con il casino successo al cimitero , era assai difficile dire quali cadaveri potessero essere "accidentalmente" scomparsi o sottratti all'editto dell'Eletto. Fortuna volle che quel saltafossi di Thug aveva un'ottima carta da giocare : i genitori di Darkivaron!
Thug non avrebbe mai voluto prendere per i fondelli Salas. Non se lo è mai meritato e probabilmente non sarebbe servito , conoscendolo. Però il desiderio di
mantenere la propria testa sul collo ardeva troppo per potersi fidare delle apparenze. Meglio andare sul sicuro ed inventarsi una balla per ingraziarsi
Darkivaron e chiedergli un trasferimento "al volo" nelle file più interne...meglio : combattere al fianco di Salas stesso! Così ecco Thug che racconta una
balla all'amico Darkivaron. Alla fine , valutando i pro ed i contro della situazione , era meglio procrastinare la morte a quando l'esercito di non morti
avesse messo in rotta la fanteria "di fortuna" degli Zhentilar...od a quando Salas avesse mai scoperto la menzogna sui propri genitori...in fin dei conti è
solo questione di priorità.

Edited by GM Undead - 25/10/2007, 19:23
 
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